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Autore: Vaniz    02/08/2014    2 recensioni
Antinomy, anche conosciuto come Bruno, ha dato tutto per far si che Yusei riuscirre a superare i suoi limiti e salvare il futuro. Ma a quale prezzo? Ora Bruno è risorto grazie al potere del Drago Cremisi, ma è mandato a salvare un'altra dimensione con l'aiuto di un ragazzo malato quanto lui di motori e di giochi di carte. Riusciranno Bruno ed il suo amico a salvare la Terra oppure falliranno, facendo scomparire il genere umano come nel futuro da cui proviene l'androide?
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bruno, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Legami del Futuro
Capitolo 1. Un nuovo inizio
 

Era finita. La seconda battaglia per il destino della Nuova Città di Domino si era conclusa, e Yusei ne era uscito vincitore, sconfiggendo miracolosamente il suo avversario. Durante l’ultimo attacco di Drago Stella Cadente, il visore del servo di Z-ONE si spaccò, lasciando visibile l’occhio azzurro opaco sinistro, e subito dopo il buco nero finì per inglobare entrambi. Ma c’era ancora una speranza.

“Yusei. Ho finito per incontrati sotto queste circostanze…” Bruno iniziò a dire mentre la sua Duel Runner, la Delta Eagle, iniziava a dare segni di malfunzionamento, dovuti al duello concluso pochi attimi prima. “E per ciò che non sono mai riuscito a conoscerti come un vero amico…”


L’oscurità era tutta attorno ai corridori, ma entrambi potevano vedersi chiaramente.


Yusei, a cavallo della sua moto YuseiGo!, si accostò a Bruno, estendendo il suo braccio verso di lui e formando un pugno, simbolo di amicizia da sempre usato con i suoi amici, Jack Atlas e Crow Hogan. “Antinomy!” Yusei scosse la testa. “No! Bruno!” Si corresse velocemente. “Tu sei uno di noi! Uno del Team 5D’s! E tu sei mio amico, Bruno!” Il duellante disse tentando di convincere l’amico che quello che avevano passato insieme non era falso.

Gli occhi di Bruno si spalancarono. “Amico…? Tu mi consideri come tuo amico, Yusei?”

Yusei annuì, mostrando con un semplice gesto la sincerità delle sue parole. “Un tuo amico, huh?” Bruno continuò, riprendendosi dal momentaneo shock. L’androide iniziò a scorrere dentro la sua mente tutti i momenti che aveva passato con il gruppo, da quando andò a vivere con loro alla vittoria nel torneo WRGP, sentendo dentro il suo cuore artificiale tutta l’energia positiva che quelle esperienze gli avevano trasmesso.

“Possibile che io, nonostante sia un essere artificiale, possa provare queste emozioni?” Bruno si chiese, non capendo come le sensazioni che aveva provato fossero più forti ed intense delle semplici simulazioni di colui che l’aveva programmato. “A meno che…” Il cuore di Bruno era alimentato dal Momentum, ovvero dalla Ener-D che veniva prodotta dal Reattore interno che possedeva, e la stessa energia era influenzata dalle emozioni umane. “Ma certo…!”

“Yusei!” Bruno esclamò, sorprendendo l’amico. Non c’era più tempo da perdere, la Delta Eagle stava per andarsene. “Ho apprezzato stare con tutti voi e vedervi combattere contro tutti! Durante quel periodo, ho avvertito tutta la tua forza e potenziale illimitati!” Yusei, commosso da tali parole, rispose soltanto con il nome del suo compagno.

Una piccola esplosione del motore fece perdere velocità alla Duel Runner viola, causando panico al duellante con il marchio del drago. “Bruno! Salta sulla mia moto, sbrigati!” Yusei urlò, mentre una punta di disperazione iniziò ad affluire nel suo essere.

Bruno scosse la testa semplicemente, come se avesse già deciso il suo futuro. “Sarebbe inutile.” Yusei spalancò gli occhi, le sue pupille color cobalto intenso interamente visibili. “L’unico modo per terminare questa corsa è far si che uno dei due venga distrutto!” L’androide disse con fermezza, facendo pronunciare all’amico il suo nome. Nuovamente. “Il tempo passato con voi è stato fantastico!”

“Bruno…!”

L’espressione del duellante dai capelli blu divenne decisa, e dopo vari click sul quadro dei comandi, iniziò nuovamente ad accellerare, spingendo il motore al limite delle sue possibilità, e si posizionò dietro la YuseiGo!, per poterla spingere ad uscire dal tracciato.

“Cosa stai facendo, Bruno!?” Yusei chiese, la sua disperazione tangibile, negando l’evidenza di fronte a lui.

“Yusei! Tu sei la mia speranza!” Yusei spalancò gli occhi al limite delle sue possibilità, e lentamente la sua disperazione fece spazio alla commozione. “Afferra la luce oltre la Accel Synchro!” Bruno continuò ad accellerare, costringendo il duellante marchiato ad agire di conseguenza. “Afferra quella luce e salva il futuro!”

Entrambi riuscirono a raggiungere una velocità tale che la stessa luce era come una lumaca al loro confronto, una velocità tale da superare la forza d’attrazione del buco nero. Ogni parola dell’androide esprimeva speranza, cercando di far capire al suo amico che nella sua morte avrebbe dovuto cercare la sua luce, la sua eredità, ciò che gli avrebbe permesso di evitare che il futuro da cui proveniva non accadesse mai. La moto stava cedendo, era tempo di agire.

Bruno si levò l’elmetto danneggiato. “VAI! YUSEI!” E con un’ultima spinta, entrambe le moto raggiunsero la velocità necessaria a compiere l’Accel Synchro, e mentre la YuseiGo! usciva dalla pista per rientrare nell’Arca, la Delta Eagle stava per esplodere.

“Bruno…” Yusei chiamò, il suo cervello incapace di processare l'intera scena.

“Yusei…!” E sorridendo, il duellante dai capelli azzurri si abbandonò al suo destino, e la moto esplose.

“BRUNOOO!!!”
 

Ma la vita di Bruno non era finita. Nessuno con un cuore come il suo meritava di terminare la sua esistenza così brutalmente. No, Antinomy meritava un’altra chance, avendo deciso di redimersi all’ultimo garantendo al suo mondo la speranza di cambiare quel futuro orribile che, in origine, aveva preso forma. Così, proprio mentre l’anima del giovane veniva liberata dalle grinfie di quel flagello oscuro, il Drago Cremisi decise di offrire lui una terza possibilità di vita, a costo di lasciare quella dimensione per cercare di salvarne un’altra.

L’uomo conosciuto come Bruno aprì gli occhi, e poco dopo si rese conto che non era possibile che l’avesse fatto. “Come è possibile che sia ancora qui? Yusei è uscito dal circuito in cui abbiamo duellato, l’ho visto poco prima di…” Ma non poté finire la frase. Quale uomo potrebbe parlare della propria morte come se fosse un evento qualsiasi? “Accidenti, non riesco proprio a capire come mai sono ancora vivo! Le probabilità di sopravvivenza all’interno di un buco nero sono pari a… a…” Bruno rimase a bocca aperta, nel vano tentativo di calcolare la risposta esatta, ma ogni suo sforzo era inutile. “Questa è la prima volta che non riesco a calcolare le probabilità di un evento.” Pensò esterrefatto.

“Questo è perché non fai più parte del regno delle macchine, mio giovane predestinato.” Una voce antica e misteriosa echeggiò nella mente di Bruno, lasciandolo con più domande che risposte. Poi, improvvisamente, il suo braccio destro si illuminò di rosso, mentre delle linee prendevano rapidamente la forma di un drago.

Lo stesso drago che Yusei e gli altri predestinati servivano. "Ai miei occhi ti sei dimostrato degno di essere riportato in vita, ed inoltre ora servirai la stessa causa che i miei prescelti hanno completato, prendendo il loro posto in questo nuovo mondo.” Ed il drago apparso sul suo braccio si animò, risalendo il suo arto per poi andare a riposare sulla sua schiena, esattamente nella stessa posizione dove i segni del drago riuniti comparivano sul predestinato che aveva bisogno della forza di tutti i suoi compagni.

Bruno era senza parole. Le parole del Drago Cremisi portavano tante emozioni dentro di lui, ma le più intense erano la gioia, provocata dall’avere nuovamente una vita da godere senza essere controllato e con il suo corpo, non più per metà macchina, ma interamente umano, e una strana preoccupazione per il nuovo mondo in cui avrebbe vissuto. Cosa sarebbe successo se non fosse stato all’altezza del suo compito? Cosa sarebbe successo se, questa volta, avesse dovuto affrontare la stessa sfida che l’ha portato alla morte, soltanto per vedere lui vincitore? La verità è che, anche se questa volta era suo compito portare a casa la vittoria, non se la sarebbe sentita di dover sconfiggere e quindi distruggere il suo avversario, neppure se fosse stato il peggior essere mai apparso al mondo.

"Non temere, mio giovane predestinato. In nessun modo avrai occasione di ripetere quella terribile esperienza.” Il Drago Cremisi annunciò solennemente. Bruno tirò un sospiro di sollievo, anche se prematuramente. “Tuttavia, il tuo compito non cambierà. Solamente se sarà necessario acconsentirò al sacrificio di uno dei miei protetti per salvare tanti altri.” Il duellante redivivo sentì un brivido gelido attraversagli la schiena. “Ma come ben saprai, avendo vissuto con i miei predestinati, c’è sempre un'altra via. Spero metterai in pratica i loro insegnamenti.” A fine frase, Bruno ridacchiò per smorzare l’enorme tensione accumulata.

“Se questo è il mio destino, allora lo seguirò, e proteggerò la mia nuova casa.” Il ragazzo dai capelli blu giurò, deciso di voler dimostrare al Drago che anche lui, come Yusei, sarebbe stato capace di portare speranza.

Il dragone color rosso rise compiaciuto. “Sono sicuro di aver fatto una buona scelta, predestinato. Ma ricorda: se la via ti appare lunga e tortuosa, non esitare a chiedere aiuto.” A queste parole, Bruno fu quasi sicuro che un enorme punto di domanda fosse apparso sopra la sua testa. Il Drago ridacchiò ancora. “Come tu allora dissi a Yusei di non voler svelare tutti i trucchi per l’Accel Synchro, così io non ti svelerò tutto. Sta a te scoprirlo durante il viaggio.”

Bruno abbassò la testa, e sospirò. “Scommetto che è il karma. Non ci avevo mai creduto ma ora mi sembra più che reale.”
 

Il Drago Cremisi rise per l’ennesima volta, prima di scomparire ruggendo. A quel punto il simbolo sulla schiena del ragazzo si illuminò, abbagliandolo e facendogli riaprire gli occhi solamente dopo che fu in grado di appoggiare i piedi sul terreno.

Era ormai il crepuscolo nel mondo in cui ora si trovava, e Bruno si ritrovò nel bel mezzo di una ridente cittadina, esattamente al centro della piazza. Non c’erano molte persone, ma le uniche che lo videro apparire dal nulla furono degli eccentrici vecchietti di paese appassionati di birra annacquata, e diedero la colpa all’ubriachezza che li affliggeva da quando le loro mogli non erano più così soddisfacenti. Il display della torre dell’orologio segnava le 18:30 del giorno 15/07/2024, e l’unica cosa rimasta datata era la costruzione stessa, ristrutturata occasionalmente per dare un tocco di antico al luogo, ormai raggiunto dall’inesorabile e rapido progresso. Strade con asfalto sempre nuovo e liscio, marciapiedi puliti e striscie pedonali ben visibili, semafori intelligenti con sensori di velocità a lungo raggio e conto alla rovescia e automobili silenziose.

“Non c’è che dire, non cambia molto dalla città di Neo Domino…” Bruno pensò, iniziando a camminare verso una meta imprecisa, scrutando attentamente i dintorni. “Anche le case non sembrano diverse, anche se ci sono un sacco di pannelli solari e pale eoliche…”

Le case che Bruno stava osservando non erano nulla in confronto a quelle delle grandi città, che potevano autosostenersi usando a vuoto e per ore decine di elettrodomestici, ma poteva comunque ammirare la tecnologia di quel mondo nonostante si trovasse in un quella cittadina, a ridosso delle montagne. Le casette e condomini che circondavano il centro del paese erano tutte ben dipinte e in ottimo stato, quasi come fossero state costruite il giorno prima.

“Questo mondo non mi sembra così male, non capisco perché debba proteggerl…” Ma prima di poter terminare la frase, il duellante si scontrò contro un oggetto di grandi dimensioni, ma fortunatamente l’unico a cadere fu il nostro amato personaggio. “Accidenti, devo smetterla di stare tra le nuvole.” Si rimproverò mentre si massaggiava il fondoschiena, non abituato alla sensazione di dolore che gli umani provavano. Come biasimare qualcuno che, in origine, era una macchina? “Ehi, ma questa è la mia moto!” Bruno spalancò gli occhi. La sua moto, che credeva distrutta, era davanti a lui.

Incredulo, salì a bordo. “Ma questo è il mio deck!” Esclamò, lacrime di gioia sgorgavano dai suoi occhi azzurro opaco. “Beh, almeno ora ho un mezzo di trasporto!” Detto ciò, mise in moto e sfrecciò per le vie, prestando attenzione al limite di velocità.

Dopo un’accurata visita turistica della cittadina, il cui nome era ed è Scintillarea, l’unica cosa che passava per la mente del ragazzo era dove poteva trovare un luogo per dormire senza avere nulla con sé se non il uso deck o la sua moto. Dalle poche informazioni che aveva raccolto, aveva intuito di come il mondo in cui risiedeva ora non aveva alcuna idea di cosa fossero i Duelli Turbo, ma almeno sapevano e giocavano al gioco di carte che, nella sua vecchia dimora, era considerato anche una carriera lavorativa. La loro strategia di gioco era molto avanzata rispetto a quella che conosceva: oltre ai mostri synchro, la gente di questa dimensione aveva altri due tipi di mostri a cui ricorrere, i mostri dalle carte nere denominati XYZ, e dei mostri metà arancioni e metà verdi, denominati Mostri Pendulum.

Bruno venne forzatamente costretto a concentrarsi sul mondo fisico quando sentii un rumore che, con l’esperienza che aveva, conosceva quasi come le sue tasche. “Questo è un motore in panne.” E si diresse immediatamente verso la fonte del suono.

La prima cosa che il duellante udì quando giunse a destinazione fu una serie lunghissima di parolacce seguita da un grugnito di intensità tale da poter spaventare un orso. “DANNAZIONE! Lo sapevo che non dovevo comprarti di seconda mano!” Urlò il ragazzo alle prese con una moto color blu acceso. “Avrei dovuto fare un altro check-up prima di uscire a provarti.” Sospirò il ragazzo, alzandosi in piedi ed appoggiandosi vicino al muro, braccia incrociate e sguardo al cielo ormai in procinto di diventare nero pece.

Bruno non resistì al richiamo. “Ehi, se vuoi posso darti una mano io!” Esclamò il giovine dai capelli blu, attirando l’attenzione del ragazzo dai capelli biondo scuro.

Il ragazzo in questione spalancò gli occhi. “Ci conosciamo?” Chiese scioccato, come se avesse visto un fantasma.

Bruno ci pensò su per un po’, ma la risposta era comunque una sola. “Non credo, sono nuovo di queste parti.” Disse con sincerità.

L’altro alzò un sopracciglio. “Sei un cosplayer?” Chiese nuovamente, questa volta socchiudendo gli occhi come se volesse scoprirlo a tutti i costi.

Il duellante spalancò gli occhi. “Un cos-che?” Esclamò in totale ignoranza. “Questo ragazzo è strano." Pensò.

Il ragazzo in panne si staccò dal muro. “Il tuo nome?” Chiese nuovamente, mantenendo stessa serietà ed espressione.

Bruno non ci pensò su questa volta. “Antin…” Ma poi si interruppe. No, non era quello il suo nome. Non più. “Mi chiamo Bruno. Borelli Bruno.” Disse orgoglioso.

Il biondo spalancò gli occhi nuovamente, rivelando le sue pupille azzurre come acqua cristallina. “Oh, Gesù.” Fu l’unica cosa che disse prima di camminare verso di lui.
   
 
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