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Autore: SleepingWithKellin    02/08/2014    1 recensioni
"Noi siamo anime gemelle, lo sai Tomi? E lo siamo perchè le nostre anime prima di essere nostre erano una sola cosa, poi siamo nati e qualcuno ha deciso di farci il regalo più bello del mondo, che è anche il più difficile da gestire. Quello che una volta era un tutt'uno è stato diviso in due parti uguali, che si completano a vicenda, come due pezzi di un puzzle. Da soli io e te non saremo mai completi Tom, ma quando siamo insieme tutto torna al suo posto e il mondo sembra un po più giusto."
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Premetto che è la mia prima storia quindi scusate eventuali errori, ci ho messo circa sei mesi a pubblicarla perchè non ero convinta.. Se vi andasse di lasciare una recenzione sarebbe fantastico, se ho sbagliato qualcosa o c'è qualcosa che potrebbe essere scritta meglio fatemelo notare. :) grazie e buona lettura.*


Gardo le goccie di pioggia che scivolano sul vetro della finestra di quella che era la nostra stanza.

 È successo tutto talmente velocemente che ancora non posso dire di aver metabolizzato del tutto l'accaduto, la cosa peggiore è che non ho puto fare niente, tranne che piangere e tenergli la mano.

 Mia madre continuava a ripetermi che sarebbe andato tutto bene, ma come poteva, ormai, andare tutto bene quando l'unica persona che avrebbe potuto calmarmi in quel momento non poteva farlo perchè, cazzo, era sdraiata su un fottuto letto di un obitorio?

 Mi alzo dal letto e mentre mi vesto ripercorro con la mente gli ultimi eventi; l'ultima immagine lucida che ho è di lui che mi sorride prima di entrare in sala operatoria, quindi devo sforzarmi abbastanza per riuscire a ricordare il resto di quella giornata di merda. 

Doveva essere un'operazione semplice: era delicata ma ci avevano assicurato che il chirurgo fosse il migliore del paese, avevamo annullato il tour ma le fan avevano capito che la salute di Bill era la cosa più importante e con un paio di settimane avrebbe ripreso a cantare. 

Tutto quello che volevo io invece era che uscisse da quella stanza, non mi importava se muto o se avesse continuato a rompere i coglioni, io volevo mio fratello. Ma si sa, non si può avere tutto, no?
 Poi quel biglietto : "Se perdo la voce, tu canti." Era la cosa più idiota che avesse mai detto. Come avremmo potuto continuare ad essere i Tokio Hotel senza la sua voce? E se anche io avessi cantato lui che avrebbe fatto, avrebbe suonato il triangolo? No, era fuori discussione. 

Mi ricordo le lettere dei fan, qualcuna gli aveva mandato anche dei peluche. Gustav è stato con me durante tutta l'operazione, Georg era ad Amburgo con la sua ragazza ma è arrivato in due ore quando ha saputo delle complicazioni. Ha fatto in tempo a vederelo rientrare in sala operatoria quando noi ancora non avevamo capito cosa stesse succedendo. 

Mia madre piangeva, io camminavo avanti e indietro per il corridoio e lanciavo qualche urlo o un pugno al muro ogni volta che entrava o usciva un'unfermiera ma non ci diceva niente. Dopo un paio d'ore erano praticamente tutti lì: David, Natalie, Saki e un altro paio di bodyguards che ci seguivano dagli inizi e che alla fine si erano affezionati a quel rompipalle di mio fratello, perfino qualche membro dello staff.
 Poi esce il chirurgo e ci chiede chi siano i parenti , come se non fosse abbastanza evidente, e ci dice di volerci parlare in privato. Poi arrivano quelle parole: "Non ce l'ha fatta", e il mondo mi crolla addosso. Mamma cade in ginocchio singhiozzando io invece ci metto qualche secondo a capire chi è che non ce l'ha fatta. Il pensiero che Bill potesse non uscire dalla sala operatoria non mi aveva neanche sfiorato.

 Quando capisco la prima cosa che penso è che non si scherza su certe cose, che quell'uomo è uno stronzo e che voglio vedere mio fratello. Glielo dico ma lui continua a guardarmi con un misto di comprensione e pietà ed è allora che mi parte il pugno, solo che sta volta non colpisce il muro ma la mascella del dottore, poi un'altro e un'altro ancora.

 Lui cade e io comincio a tirargli un calcio dopo l'altro e lui non fa altro che coprirsi la faccia con le mani.
 Passano dei minuti prima che qualcuno se ne accorga e che Saki mi porti via e che Gordon tiri su mia madre e l'abbracci piangendo. Continuo a tirare pugni mentre Saki mi tiene fermo e intanto tutti hanno capito cos'è successo. Mi fermo solo quando penso che voglio vederlo. 

Mi portano in sala operatoria mentre lo stanno ancora staccando dai tubi. Appena lo vedo le ginocchia mi cedono e arrivo fino al lettino strisciando sulle ginocchia, finchè non raggiungo la sua mano e la strattono. 
Lui scivola giù dal lettino e mi cade addosso, un'infermiera fa per avvicinarsi ma le lancio uno sguardo d'avvertimento e nessuno si avvicina per cinque minuti, poi ci rinunciano e lasciano la stanza. Resto imobile per non so quanto con il peso morto del corpo che mi preme addosso, senza guardarlo, concentrandomi solo sulla sensazione del suo copro contro il mio.
 So che devo farlo perchè non accadrà mai più. Poi mi riscuoto e finalmente apro gli occhi e lo guardo, guardo il quel viso che conosco a memoria e che è uguale al mio, gli accarezzo i capelli, le guance, il naso, tutto ciò che posso.

 È come se fossi un cieco che scopre per la prima volta il volto di una persona nuova e lo memorizza toccandolo. La sua pelle è fredda, e mi fa un effetto stano perchè prima era sempre caldo, anche d'inverno, ma è sempre lui quindi continuo a stringerlo finchè non entrano Georg e Gustav insieme a delle infermiere.

Georg me toglie dalle mani ma sono talmente sconvolto che non riesco a tenermi in piedi, fiuguriamoci a litigare. Gustav mi tira su metre Georg aiuta le infermiere a rimetterlo sul lettino, mi spingono fuori e mentre esco continuo a guardarlo.

Fuori piangono tutti e chi è abbastanza in sè da riuscire a guardarmi lo fa con pietà, di nuovo. Non riesco a sopportarlo, quindi me ne vado. So che dovrei stare con mia madre ma non ci riesco, quello che riesco a fare è uscire e fumarmi una sigaretta. Dopo circa mezzo pacchetto esce mia madre, gli occhi rossi e gonfi, il passo incerto. Sembra una bambina. Si siede vicino a me senza dire una parola e dopo qualche secondo di silenzio l'abbraccio di slancio, cominciando a piangere per la prima volta da quando ho saputo la notizia. 





È passato un mese da quando Bill è morto. 
Abbiamo fatto un funerale privato, i parenti, i pochi amici che ci eravamo fatti in giro per il mondo e qualche membro dello staff. Nonostante la sicurezza qualche giorno dopo giravano già delle foto e la cosa mi ha fatto imbestialire. Possibile che non posso neanche dire addio a mio fratello senza che qualche stronzo venga a farsi i cazzi miei? Ma no, questo è il prezzo della fama.

Avrei voluto parlare al suo funerale, ma lui lo sa che non ci so fare con le parole. Avrei voluto farlo solo per lui, per dimostrargli che non sono un disastro totale. Ma non ci sono riuscito, mi sono alzato e mi sono avvicinato al leggio ma poi le parole non sono uscite.
Da quel giorno in ospedale non ho più pianto. Non davanti a mia madre almeno, le nostre stanze però sono vicine e credo che di notte lei senta le mie urla così come io sento i suoi singhiozzi e i sussurri di Gordon che cerca di calmarla.

 Bill era "tutto ciò che io sono e tutto ciò mi scorre nelle vene" ma non è bastato a trattenerlo qui. Dicono che i gemelli condividano un'anima in due corpi, ci ho sempre pensato e non è che l'idea di avere l'anima spaccata in due mi piacciacesse più di tanto;
Una volta però gliene ho parlato, lui mi ha guardato come si guarda un bambino e abbracciandomi ha detto "Noi siamo anime gemelle, lo sai Tomi? E lo siamo perchè le nostre anime prima di essere nostre erano una sola cosa, poi siamo nati e qualcuno ha deciso di farci il regalo più bello del mondo, che è anche il più difficile da gestire.
Quello che una volta era un tutt'uno è stato diviso in due parti uguali, che si completano a vicenda, come due pezzi di un puzzle. Da soli io e te non saremo mai completi Tom, ma quando siamo insieme tutto torna al suo posto e il mondo sembra un po più giusto." Ci ho pensato e ho capito che si, aveva ragione: la mia anima è spezzata a metà e adesso che lui non c'è non sarò mai più davvero completo finchè resto qui. Quindi ho pensato che se l'altra metà della mia anima ce l'ha lui allora devo raggiungerlo al più presto, perchè il vuoto mi sta divorando.


FINE.
  
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