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Autore: meiousetsuna    03/08/2014    9 recensioni
Questa storia è la vincitrice nel settore "fluff" nel contest: Angst vs Fluff, di Claire roxy
Scritta per il contest di Fra.EFP: Rose rosse canon e fanon: fatemi innamorare!
Alla fine della battaglia con Klaus, Damon è pronto a partire, questa volta per sempre, lasciando Stefan con la resuscitata Elena. Ma qualcuno potrebbe soffrire moltissimo la sua mancanza e interrogarsi sulla natura di questo sentimento.
Dal testo: Anche se ti pregassi di farmi avvicinare, rifiuteresti, Damon, rideresti della mia ingenuità con dosato sarcasmo, mi puniresti con indifferenza mista a disprezzo. Non è da me che vuoi amore, anche se ti nutrirebbe e salverebbe: preferisci che sia qualcosa di contorto e difficile, da conquistare in una battaglia che lasci un campo pieno di cadaveri.
È ferire Stefan che gli darebbe quel gusto amaro che tanto desideri? Ogni cosa deve essere la ripetizione del passato, senza possibilità di essere felice? Soltanto tu puoi aiutarti, Damon.
Se provassi ad avvicinarmi mi respingeresti con i tuoi spigoli, mi trafiggeresti con le tue spine o mi spezzeresti più facilmente dicendomi che ti annoio come un insetto fastidioso, che ne hai abbastanza delle mie stupide parole d’affetto?

Love, Setsuna
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Storia prima classificata nel settore "fluff" in: Angst vs Fluff, di Claire roxy
Genere
: Character!Study, Fluff, Sentimentale
Avvertimenti: Slice of life, What if?
Personaggi: Bonnie McCollough/Damon
L’ambientazione tiene conto di ‘Dark reunion’ e l’inizio di ‘Nightfall’
La mancanza di  narratore, alla fine, è un espediente voluto, per innovare il solito stile delle storie romantiche! ^-^
Rating: Verde
Obblighi da inserire per il contest precedente:
FraseNon hai mai fallito nel farmi sorridere
Canzone: Pink: Just give me a reason


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È il dolore a rendermi cattivo, ma questo non posso confessarlo, soprattutto a me stesso: dopo cinquecento anni come sarebbe scoprire di non essere stato neppure capace di leggere nel mio cuore?
Una sconfitta; e Damon Salvatore non conosce questa parola.
Certo, ho profonde ferite che non riescono a rimarginarsi, non importa quante vite abbia immolato sull’altare nel mio smisurato ego, quanto sangue si sia versato nelle mie vene morte, giungendo a ubriacarmene provando un piacere che si è espanso nel corpo fino all’ultimo atomo della mia materia oscura.
A volte mi sembra che alcune persone leggano al di là dello squisito cinismo nelle mie parole, facendomi irrigidire ancora di più; voglio essere temuto più che amato, elogiato più che apprezzato, preferisco i nemici che mi sfidano guardandomi in viso, che gli amici da cui devo pararmi le spalle.
Perché non posso espormi a stare male, ma neanche a scoprire che non succede più, perché la mia umanità è paralizzata per sempre sotto la pietra che mi schiaccia l’anima.
Quando ti ho conosciuta non sei stata onesta; ti sei presentata come una bambina innocente, troppo insignificante per prestarle attenzione e chiudere il cuore a chiave – come ho fatto per non indebolirmi di fronte alla Principessa – così l’hai rubato, trovandomi consenziente.
Come definiresti il tuo comportamento, altrimenti?
Quando tremi per i terrori della notte e corri a cercare rifugio e soccorso da me, che se ti fermassi a riflettere dovrei spaventarti molto di più dei pericoli da cui fuggi, mi costringi a essere dolce: imbrogli, Bonnie.
Ho lasciato che mi vedessi nella mia peggiore manifestazione: vendicativo, crudele, fiero del potere con cui piego gli altri alla mia volontà, per ritrovarmi a sentirmi bene se invece di detestarmi cerchi di guarirmi con i tuoi metodi, col tuo tocco leggero.
Sembra che giochi all’ospedale delle bambole quando mi fai una carezza sul viso, col cuore che pare ti debba scoppiare nel petto, come se avessi messo le mani nella gabbia di una pantera affamata e mi guardi, aspettando un risultato.
Non dico nulla, ma ha funzionato, però non voglio che tu ne sia certa; continua a considerarmi un abominio, Bonnie, è meglio per entrambi.

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A volte ho bisogno di abbracciarti, perché nessun altro ti tende una mano; né Stefan, che pure è tuo fratello, né Elena, per la quale faresti qualunque cosa, tutti i ragazzi sono innamorati di lei.
Eppure è come se sentissi la capacità di trattenerti sull’orlo dell’abisso nel quale sprofondi così facilmente perché sei solo.
So di non essere così interessante, attraente o forte, di non fare la differenza; ma non dimentico cosa hai fatto per me, non ti abbandonerò. Ti ho richiamato apposta, non ho preso quei capelli neri nella cripta supponendo davvero che fossero tutti di Stefan; mi aspettavo che ti arrabbiassi, invece hai finto di crederci, per qualche motivo che ancora non sono sicura di comprendere.
Avevo bisogno di sentirti vicino, questa è la scomoda verità che mi ha sopraffatta; avevo paura che lo capissi, ma avrei sofferto se ti fossi rifiutato di tornare, di lasciarmi sfiorare di nuovo il tuo cuore, pianissimo.
A volte, di notte, mi sono accorta che hai vegliato fuori dalla mia finestra, sapendo come è morta Vikie.
Penso che mi odieresti e forse potresti perfino farmi del male se ti rivelassi che quando sei così vicino e la tua telepatia si concentra su di me, sento una parte nascosta di te piangere senza che alcuno se ne preoccupi; mi parla negli attimi in cui cedi al dormiveglia, racconta cose che non ammetteresti parlandomi.
Anche se ti pregassi di farmi avvicinare, rifiuteresti, Damon, rideresti della mia ingenuità con dosato sarcasmo, mi puniresti con indifferenza mista a disprezzo. Non è da me che vuoi amore, anche se ti nutrirebbe e salverebbe: preferisci che sia qualcosa di contorto e difficile, da conquistare in una battaglia che lasci un campo pieno di cadaveri.
È ferire Stefan che gli darebbe quel gusto amaro che tanto desideri? Ogni cosa deve essere la ripetizione del passato, senza possibilità di essere felice? Soltanto tu puoi aiutarti, Damon.
Se provassi ad avvicinarmi mi respingeresti con i tuoi spigoli, mi trafiggeresti con le tue spine o mi spezzeresti più facilmente dicendomi che ti annoio come un insetto fastidioso, che ne hai abbastanza delle mie stupide parole d’affetto?
Mi guarderesti fisso coi tuoi occhi bui come una notte nella quale le stelle si spengono per paura, nei miei che non sono azzurri come dure pietre preziose, che non sanno di lei, ma semplicemente di me e mi perderei nella loro tenebra.

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Non direi mai ‘mi dispiace’, però mi delude riconoscere la tua sfiducia.
Credevo che almeno la nostra amicizia fosse valida, Pettirosso, che ti facesse sentire al riparo dai miei malumori, dalla tempesta che si scatena nel mio animo turbolento fino a diventare pioggia e lampi che squarciano un cielo spento e freddo; pensavo che avessimo raggiunto un punto d’intesa.
Invece, cedi al panico quando mi vedi perdere il controllo, dentro di te resta una voce che ti suggerisce che succederà il peggio.
Quando sono gentile è tutto differente, smetto di intimidirti e mi guardi in quel modo speciale, solo tuo; se ti salvo, se ti provoco, se ti invito ad affrontare le tue fobie, se mi arrabbio, vedi davvero delle persone diverse?
Tu invece sei semplice da capire: forse sei quello che cerco, la ragazza che può aiutarmi? Lo faresti, se ti confessassi all’orecchio, come i segreti che si raccontano i bambini, che anche io ho bisogno di essere accettato, di ritrovare il rispetto di mio fratello, che sono cose che bramo più del sangue?
A volte ti osservo dormire: so benissimo che i tuoi poteri di piccola strega ti permettono di avvertirmi, ma stringi le palpebre e fingi di stare sognando. Forse è un incubo, con un principe nero e maledetto che ti perseguita, o vorresti che mi sdraiassi accanto a te, ascoltando il tuo respiro, quelle lenzuola rosa unico baluardo della tua difesa?
Non potrei prendermela con qualcuno così indifeso e piccolo, Uccellino, né trattarti come una donna, perché farebbe più paura a me che a te; vorrebbe dire che mi sto innamorando.
Non mi sono legato a nessuno da quella che ormai si può definire tutta la vita, ho perso il piacere di simili contatti.
Ma le tue braccia intorno al collo quando mostri usciti dalle favole ti inseguivano e hai smesso di tremare mentre ti sfioravo i capelli — che sono una nuvola di fuoco che non brucia — tu che ti stringi al mio petto  affondandovi il viso, sospirando perché sai che ormai sei al sicuro, mi catturano in un modo che neppure immagini.
Quando mi hai baciato per dirmi grazie, le tue labbra sapevano di fragole e miele e di sorriso e io non potevo staccarmene, ne pretendevo ancora e ancora.
Ma se invece non avessi voluto una persona malvagia come me?

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Molte volte ti ammiro cercando di non farmi scoprire, morirei di vergogna se solo sospettassi che ti penso per la maggior parte della giornata.
Vorrei farmi coraggio e toccarti, sentire la seta dei tuoi capelli sotto le dita: sembrano tenebra liquida che potrebbe avvolgersi alla mia mano come una spirale e allora che succederebbe?
Sarei io a vincere, a spazzare via la vecchia ruggine che sporca la tua anima, o mi ridurrei in cenere a mia volta?
Anche quando sei dolce un attimo dopo puoi esplodere con violenza, è troppo difficile capire cosa desideri che faccia.
La tristezza, invece non scompare mai: ti logora, muove le tue decisioni, il tuo cammino, ti distrugge in modi che neppure riconosci; la scambi per amara consapevolezza, per matura disillusione, per ferrea insensibilità.
Inganni te stesso, copri le cicatrici del tuo cuore con uno scudo impenetrabile, ridi della tortura che l’indifferenza altrui ti infligge, per disarmarla; non speri che le cose cambino, non credi a niente.
Ti aspetti il male e attiri il male.
Eppure quando ti ho baciato il tuo sapore era vivo, era quello della passione. Il profumo che hai lasciato sul mio vestito e sulla mia pelle era quello dell’aria lavata dalla pioggia, la voce con la quale mi blandivi era morbida, di una oscurità trasparente.
Mi domando come sarebbe lasciarti bere dalle mie vene, offrirti me stessa senza limiti per dimostrarti quanto sei importante; mi stringeresti delicatamente e non sarebbe brutto come immagino, lo so. Forse mi piacerebbe troppo, in modo malsano. Ma esiste un amore degno di questo nome che sia veramente sbagliato?
Forse l’amore geloso che sento quando lotti per Elena?
Sei tornato per lei, hai combattuto contro Klaus perché volasse tra le braccia di Stefan; quando hai visto che era felice così sei stato disposto ad andartene, perché non sarebbe lo stesso se restassi.
La tua presenza è densa, la tua aurea è elettrizzante, la tua bellezza è tentatrice: forse sono sciocca, ma sono affascinata dalla tua perfezione, dalle stelle nelle tue iridi di ossidiana, dalla tua espressione diabolica.
Mi mangeresti in un boccone, ma temo sia quello che voglio. Almeno, più di quanto voglio che tu parta, per questo ti ho chiesto di incontrarci, stanotte.

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Sono pronto a svanire, la compagnia di persone così ingrate non mi soddisfa, inoltre è più divertente cambiare aria. Per questo non ho comprato una casa, preferisco la mia Ferrari nera; mi porta dove decido, velocemente.
Potrei volare sotto forma di uno splendido corvo dalle piume come inchiostro, ma sono Damon Salvatore: un’apparizione da star è il minimo che si confà al mio stile elegante.
Eccola, quella ragazzina che ha osato darmi un appuntamento e diamine… come si è combinata? Va bene che così la individuo facilmente anche tra il buio fitto di questi alberi, ma mi aspettavo che si presentasse con qualcosa di meglio!
“Hai deciso di trasformarti, Pettirosso? Con questo vestito giallo sei piuttosto un canarino, non dona ai tuoi capelli”.
“Scusa”.
“Non devi scusarti, scherzavo. Almeno tu non hai mai fallito nel farmi sorridere!”
“Scusa, ti prego”.
“Bonnie, che succede?”
“Avrei dovuto essere sincera con te, invece ti ho tradito anch’ io. Volevo che fossi qui perché sei forte, ed eravamo in grave pericolo certo, ma… ero contenta perché potevo vederti, anche se tu non hai occhi
che per lei. Ne ho approfittato, mi sono cacciata nei guai contando su di te, non sono migliore di chi critico perché non vede al di là delle apparenze. Se potessi avere un’altra piccola occasione, una possibilità di dimostrarti che… che non siamo così sbagliati insieme! Ho rovinato tutto, lo so, ma forse non è irrimediabile. Ci credo, almeno. Non mi detestare, Damon”.
“Bonnie non cominciare a piangere se vuoi continuare questo discorso, vieni vicino a me, so che ti calma, non negarlo. Tu hai seriamente creduto che non sapessi che sei innamorata di me, che vuoi che magicamente la mia esistenza mi ripaghi di quello che ho subito. Hai sperato di poter essere la persona che mi avrebbe salvato dalla distruzione di cui mi circondo?”
“Sì, perché non c’è niente che mi importi di più. Perché nessuno mi fa sentire così stanca di essere una bambina, così pronta a donarmi a qualcuno. Ora riderai, vero?”
“Dipende da te. Baciami e non smettere finché non sarai senza respiro, fai che ci creda, streghetta. Fai che la mia nuova vita cominci adesso”.



  
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