LA VACANZA
di Memi e
Fedechan
Capitolo 4: Una riserva
naturale molto
poco...conosciuta!
Il mattino
seguente il gruppo si ritrovò per la colazione
in sala da pranzo. La lunga dormita aveva fatto
bene a tutti, che finalmente si sentivano
riposati e pieni di forze.
“Allora che si fa oggi?” si informò Patty mentre
addentava una fetta di pane tostato.
“Dunque” Bruce si alzò, stranamente serio, e
attirò le attenzioni generali con un paio di
finti colpi di tosse.
Quando finalmente fu sicuro che tutti lo stavano
ascoltando, estrasse dalla tasca del pantalone
una piccola mappa, che però, nel momento stesso
in cui venne aperta sul tavolo, diventò
enorme.
“E sta attento, accidenti!” si lamentò
immediatamente Mark vedendosi versare tutto il
uso caffè sul tavolo. “E tu che hai da
sghignazzare?” fulminò con lo sguardo Benji, che
era scoppiato senza troppo ritegno a ridere.
“Scusami, scusami, Mark!” alzò immediatamente le
mani in segno di resa Bruce, bloccando in corner
un nuovo litigio tra i due.
Ma nel momento stesso in cui alzò le mani, finì
accidentalmente addosso a Holly, che gli sedeva
accanto, facendogli così volare l’ultima brioche
rimasta.
“Bruce!!” lo ammonì immediatamente il
centrocampista, che aveva faticato non poco per
riuscire a prenderla e per questo era
chiaramente “irritato” (a voler utilizzare un
eufemismo) dal fatto di non aver potuto dargli
nemmeno un piccolo morso a causa della
sbadataggine dell’amico!
Nel frattempo la brioche, ancora in “volo”, si
schiantò direttamente nel cappuccino di Philip
Callaghan, che se lo era appena versato e lo
stava giusto per assaggiare.
“E che cavolo!!” si alzò di scatto il ragazzo,
visibilmente infuriato. “Si può sapere chi
diavolo è stato?” guardò ad uno ad uno i suoi
compagni con espressione non molto
rassicurante.
Subito sei paia di mani indicarono Holly, che
arrossì furiosamente.
“Ehi!” guardò in malo modo i compagni. “Guardate
che è stato Bruce a spingere me!” si difese,
lanciando poi un’occhiata non troppo amichevole
al ragazzo in questione.
“Un momento! Io non c’entro niente! Sei tu che
non vedi quello che fai!” si giustificò
immediatamente il difensore.
Oliver, a quel punto, stava per ribattere a
tono, cosa davvero insolita per lui, che era
anche conosciuto come “l’uomo dalla pazienza di
ferro” (in verità non gli era ancora passata per
il fatto della brioche!), se non fossero
intervenuti gli altri ragazzi presenti a placare
gli animi.
“Andiamo, ragazzi, non è il caso di farne un
tragedia” tentò di dire Tom, pacato come sempre,
ma si azzittì nel ricevere sguardi omicidi da
Mark, Holly e Philip.
“Avanti, Bruce è solo un po’ distratto, ma
tentate di capirlo! È l’emozione!” tentò di
giustificarlo Evelyn, sfoderando un sorriso che
sperò essere abbastanza convincente.
“Ehi! Io non sono per nulla emozio...Ahia!”
Bruce lanciò un’occhiataccia a Patricia, seduta
di fronte a lui, che per tutta risposta gli
rivolse uno sguardo innocente.
“Ben ti sta!”, si disse tra sé e sé la
ragazza, accavallando le gambe trionfante.
“Si, intanto io sono quello che ci ha rimesso di
più!” si lamentò Philip, accennando alla sua
maglia bianca macchiata di caffè.
“Beh, non ti sta male!” se la rise sotto i baffi
Benji, chiaramente divertito da tutta quella
situazione.
“Ma se sembro un dalmata!” lo guardò in cagnesco
Callaghan.
Ma la sua occhiata anziché azzittire Benji,
ottenne l’effetto contrario. Il portiere,
infatti, scoppiò a ridere di gusto sotto lo
sguardo seccato del ragazzo, subito imitato da
tutti gli altri.
“Su, Philip” Jenny stava faticando non poco a
trattenere le risa. “Non è il caso
di...ihih...prendersela...ahah...tanto!
Pwahahahahahha!!” non resistette più e si piegò
in due per le risa.
Philip la guardò basito, ma la cosa suscitò
ancor di più l’ilarità generale.
“Argh! Vado a cambiarmi!” sbottò allora, uscendo
dalla sala da pranzo e andandosene in camera sua
ancora infastidito.
I ragazzi ci misero un po’ a calmarsi e non
senza troppi sforzi.
“Non se la sarà presa?” chiese con una certa
apprensione Memi quando finalmente le risa
sembrarono attenuarsi.
“Ma no!” la tranquillizzò Patty, ancora con il
sorriso sulle labbra.
“Philip non è tipo che se la prende facilmente,
al contrario di certa gente di mia conoscenza!”
Amy lanciò un’occhiata a Benji e Mark.
Ma mentre Lenders accusò il colpo senza battere
ciglio, Benji non se lo tenne.
“Ehi, Pel di carota! Ce l’hai forse con me?” la
guardò torvo.
Amy stava per dirgli, e non troppo gentilmente,
che doveva smettere di chiamarla così, ma Fede
irruppe tra i due, accantonando così ogni
possibilità di litigio.
“Beh, dopo questo macello non abbiamo ancora
deciso dove andare” fece notare al resto della
comitiva.
A quelle parole Bruce si animò di nuovo e si
alzò di scatto, dimenticando completamente il
dolore al piede causatogli poco prima da
Patty.
“Vedi di stare attento, stavolta Bruce!” lo
redarguì Holly immediatamente, che non voleva
rischiare di dover dire addio anche al caffè a
causa sua.
Il difensore per tutta risposta gli lanciò
un’occhiataccia. “Per chi mi hai preso?” fece
l’offeso, ma subito gli sguardi dei presenti si
posarono su di lui. E non erano sguardi
amichevoli.
“E va bene, va bene, mi arrendo!” cedette allora
Bruce, ritornando a concentrarsi sulla cartina
davanti a lui. “Allora, avevo pensato che si
poteva andare a visitare questa riserva
naturale” la indicò col dito.
Tutti i ragazzi si sporsero in avanti per vedere
il punto indicato da Harper, ma nel farlo Fede e
Tom sbatterono involontariamente capo contro
capo.
“Ahia!” fecero in contemporanea, e subito dopo
“Scusami, non volevo...”, seguito da un “No!
Scusami tu!”. Arrossirono entrambe quando si
accorse di stare parlando insieme e si zittirono
imbarazzati. Ma il velo di leggero imbarazzo
venne subito fugato dal meraviglioso sorriso che
Federica rivolse al giovane. Tom, dal canto suo,
sentì il cuore balzargli leggermente nel petto,
ma non poté fare a meno di sorriderle a sua
volta, grato.
“E perché mai dovremo andare proprio a vedere
questa riserva?” Benji non era troppo entusiasta
dell’idea.
“Beh, perché è bella! E isolata! Vedrete, vi
piacerà! L’ultima volta che ci sono andato, ne
sono rimasto incantato!” difese immediatamente
il posto Bruce, che si sentiva chiamato in causa
in prima persona.
“E quando è stata l’ultima volta? Un secolo fa?”
chiese ironico il portiere.
Bruce lo guardò di traverso, ma non rispose.
“Non è un posto molto conosciuto, forse perché
il tragitto da fare per arrivarci è piuttosto
impervio, ma alla fine di tutto mi
ringrazierete, vedrete!” sorrise
compiaciuto.
“Quanto impervio, esattamente, Bruce?” domandò
Jenny, frastornata.
“Beh, poco...!” assicurò. “Sarà una passeggiata,
non vi preoccupate!” scoppiò a ridere condisceso
sotto lo sguardo rassegnato di tutti.
“Quando fa così, mi preoccupa!” ammise sotto
voce Danny Mellow.
Accanto a lui Memi sghignazzò divertita,
ricevendo per questo un sorriso dolcissimo da
parte del centrocampista.
“Bruce, ma non avevi detto che era una
passeggiata?!” Jenny aveva praticamente la milza
in pappa, oltre che al fiato corto
ovviamente.
Erano partiti subito dopo la colazione, il tempo
solo di risalire in camera a prendere gli zaini.
Si erano fatti preparare dei panini dalla mamma
di Bruce, visto che sarebbero rimasti via per
buona parte della giornata. Ma quella che doveva
essere una “passeggiata”, si era rivelata un
inferno di moscerini, insetti di ogni tipo, erba
e terra! All’inizio non era stato così. La
strada in pianura, sgombra da ostacoli e ben
curata, aveva fatto loro ben sperare. Ma quando
poi avevano trovato quella grossa scritta
“Strada interrotta! Lavori in corso” e avevano
dovuto deviare per quella stradina secondaria,
erano iniziati i guai. E non solo perché la
stradina in questione era disseminata di buche
ed era piuttosto malconcia, ma soprattutto
perché giunti a un bel tratto erano stati quasi
sommersi dalla folta erbaccia. Ancora ignari a
cosa sarebbero andati incontro continuando su
quella strada, avevano proseguito non senza
fatica. Ma poi man mano all’erba alta si erano
aggiunti gli alberi, gli animaletti del posto e
infine, a completare l’opera, una miriade di
insetti.
“Avanti, ancora un altro po’!” tentò di tirarla
su il ragazzo, anche se lui stesso era il primo
a non poterne più. “Secondo i miei calcoli
dovremmo essere quasi arrivati!”
“Ah, beh, se li ha fatti lui i calcoli, allora
stiamo a posto...”
“Hai da ridire qualcosa, Benji?” lo guardò in
malo modo Harper.
“Umpf!” borbottò l’altro.
“Ti ricordo che a causa tua, Price, ci siamo
quasi persi!” non perse occasione per
punzecchiarlo Mark, ricordando la scena di poco
prima.
Erano passate ormai un paio d’ore da quando
si erano inoltrati in quella sterpaglia, eppure
della tanto sospirata riserva naturale nemmeno
l’ombra! All’ennesimo attacco di moscerini,
Benji non ce la fece più.
“Oh, insomma, mi sono stufato di girare a
vuoto!” sbraitò, fermando il gruppo che si volse
nella sua direzione incuriosito.
“E che vuoi fare, di grazia?” rimbrottò Lenders
incrociando le braccia al petto.
Benji gli lanciò un’occhiataccia prima di
rivolgersi al resto della comitiva. “Io dico che
continuando su questa strada non si va da
nessuna parte!”
“Ma io mi ricordo che…” tentò di protestare
Bruce, ma venne azzittito dall’occhiata non
troppo amichevole dell’altro.
“Siamo ore che giriamo come degli imbecilli
seguendo le tue indicazioni, Bruce! Io dico di
smetterla e di proseguire di là!” accennò la via
stretta e tortuosa che si stagliava alla sua
destra.
I ragazzi la guardarono non troppo convinti e
per nulla confortati dalla visione.
“Ma sei sicuro, Benji?” gli chiese dubbioso
Holly.
“Ma certo! Vi dico che dobbiamo andare di lì!”
assicurò il portiere, convinto.
“E va bene!” acconsentirono allora gli amici,
pensando che peggio di così non poteva
andare.
Benji sospirò seccato e si portò davanti alla
fila, sperando di poter trovare un po’ di pace
almeno lì. D’accordo, aveva sbagliato, e allora?
“E che sarà mai!”, si disse il giovane
con uno sbuffo.
“Non ce la faccio più!” si lamentò Patty a un
tratto, chiedendosi chi glielo aveva fatto fare
a seguirli in quell’impresa.
“Sono distrutta!” diede man forte Fede,
spossata.
“Vuoi che porti il tuo zaino?” la giovane
sobbalzò spaventata e sarebbe sicuramente caduta
a terra, inciampando in qualcosa di ignoto (che
poi si scoprì essere una pietra) se non fosse
stata presa da due forti braccia.
Fede alzò lo sguardo per vedere chi fosse il suo
salvatore e arrossì leggermene quando incrociò
due dolcissimi occhi marroni.
“Tom!” accennò a un sorriso, rimettendosi in
piedi. “Mi hai spaventata!” confessò, sorridendo
per nulla infastidita.
“Scusami, non era mia intenzione!” il sorriso
meraviglioso che Tom le rivolse, fece sobbalzare
il cuore della ragazza.
“Non fa nulla. A proposito, grazie per...beh,
per avermi presa prima che cadessi” mormorò Fede
mentre tentava di normalizzare il suo battito
cardiaco. “Piuttosto, dicevi?”
“Ti stavo chiedendo se volevi una mano con lo
zaino” ripeté allora Tom, gentile come
sempre.
Federica arrossì impercettibilmente a
quell’offerta, ma poi si riscosse e scosse il
capo. “Oh, no, non è necessario! Non è pesante,
ma grazie lo stesso!” gli rivolse un sorriso che
voleva essere di gratitudine.
Tommy stava per ribattere qualcosa, quando un
urlo dal fondo della coda attirò le loro
attenzioni.
“Ma questa è Memi!” ne riconobbe la voce
Federica, che si precipitò subito a vedere cosa
era successo, preoccupata.
La scena che le si parò davanti, però, la fece
inesorabilmente scoppiare a ridere. Melania, a
causa dell’erba alta, non si era accorta di
essere in rotta di collisione con della
disgustosa fanghiglia, fino a quando...non c’era
caduta dentro!
“Aiutami! Sto affondando in una palude!” urlò
rivolta a Danny, che si stava sbellicando dalle
risate.
Stavano camminando fianco a fianco quando era
accaduto “l’incidente”, e subito dopo lui era
scoppiato in una risata divertita.
“Non è una palude” la corresse il ragazzo tra le
risa. “E’ solo una pozzanghera!”
Mentre il resto dei ragazzi erano scoppiati a
ridere divertiti, Memi annaspava verso l’uscita
visibilmente indignata verso l’amico, che
continuava a ridere senza far nulla. Ma quando
finalmente Danny si decise a darle una mano, si
accorse con disappunto che qualcuno l’aveva
preceduto. Si trattava di Julian Ross che, con
un sorriso amichevole, porse gentilmente una
mano alla fanciulla. Melania arrossì lievemente,
ma accettò grata l’aiuto.
“Beh...grazie” farfugliò imbarazzata una volta
fuori la pozzanghera (che era grande quanto una
zampata d’elefante!), ricoperta fino al
ginocchio di fango.
“Di nulla” le sorrise dolcemente Julian.
Memi arrossì ancor di più a quelle parole, tanto
che la sorella si chiese se per caso non avesse
preso la febbre. Ma poi il viaggio
continuò.
A Bruce si illuminarono gli occhi quando
riconobbe il posto. Si, era certo di esserci
stato lì!
“Ragazzi, vi informo che...siamo arrivati!” con
una mano spostò dei rami d’albero e subito
davanti ai loro occhi comparve la fantomatica
riserva naturale.
“Oh, Bruce! È...stupendo!” gli si strinse al
braccio Evelyn, con occhi sognanti.
Era davvero un posto fantastico! La distesa
erbacea era minuziosamente curata e il piccolo
laghetto che si stagliava al centro era davvero
lindo e pulito. Subito anche gli occhi dei
ragazzi si illuminarono. Sia per il sollievo di
essere giunti, sia per la magnificenza del
posto. Ma quando il loro sguardo cadde su quel
pezzo di strada ben asfaltato, tredici paia di
occhi guardarono in cagnesco Bruce, che si fece
piccolo piccolo.
“Bruce!” tuonarono gli amici.
“Ma non avevi detto che era un posto poco
“conosciuto” per via del cammino impervio?! E
allora che ci fanno qui quei pullman?” lo guardò
torvo Benji, in cerca di una risposta.
“Io...veramente...” Bruce stava sudando sette
camicie. “Non lo sapevo...quando sono venuto
io...”
“Dì la verità, Bruce Harper: quando è stata
l’ultima volta che sei venuto qui?” neanche
Evelyn sembrava molto contenta della cosa.
Il giovane deglutì. “Beh...un paio di anni fa,
orami” confessò, cercando con lo sguardo un
posto per ripararsi dalla furia omicida degli
amici.
“BRUCE!!”
Quella che doveva essere una riserva naturale
“poco conosciuta”, alla fine si era rivelata
come una zona turistica, con tanto di pullman
organizzati per il ritorno! Certamente Bruce non
l’avrebbe passata liscia quella volta, di questo
ne era convinto perfino lui che correva come un
forsennato alla ricerca di un rifugio in cui
nascondersi dalla furia dei suoi
amici.
Ciao a tutti!
Allora, come vi è sembrato questo quarto
capitolo? Vi è piaciuto? Spero di si! Comunque
l’unico modo per saperlo è di commentare!!
A presto
Baci
Memi