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Autore: Fedechan_Memi    09/01/2005    3 recensioni
I nostri eroi, finito il liceo, decidono di concedersi una bella vacanza...e faranno nuove conoscenze!!!
Genere: Romantico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La vacanza

LA VACANZA
di Memi e Fedechan


Capitolo 4: Una riserva naturale molto poco...conosciuta!



Il mattino seguente il gruppo si ritrovò per la colazione in sala da pranzo. La lunga dormita aveva fatto bene a tutti, che finalmente si sentivano riposati e pieni di forze.
“Allora che si fa oggi?” si informò Patty mentre addentava una fetta di pane tostato.
“Dunque” Bruce si alzò, stranamente serio, e attirò le attenzioni generali con un paio di finti colpi di tosse.
Quando finalmente fu sicuro che tutti lo stavano ascoltando, estrasse dalla tasca del pantalone una piccola mappa, che però, nel momento stesso in cui venne aperta sul tavolo, diventò enorme.
“E sta attento, accidenti!” si lamentò immediatamente Mark vedendosi versare tutto il uso caffè sul tavolo. “E tu che hai da sghignazzare?” fulminò con lo sguardo Benji, che era scoppiato senza troppo ritegno a ridere.
“Scusami, scusami, Mark!” alzò immediatamente le mani in segno di resa Bruce, bloccando in corner un nuovo litigio tra i due.
Ma nel momento stesso in cui alzò le mani, finì accidentalmente addosso a Holly, che gli sedeva accanto, facendogli così volare l’ultima brioche rimasta.
“Bruce!!” lo ammonì immediatamente il centrocampista, che aveva faticato non poco per riuscire a prenderla e per questo era chiaramente “irritato” (a voler utilizzare un eufemismo) dal fatto di non aver potuto dargli nemmeno un piccolo morso a causa della sbadataggine dell’amico!
Nel frattempo la brioche, ancora in “volo”, si schiantò direttamente nel cappuccino di Philip Callaghan, che se lo era appena versato e lo stava giusto per assaggiare.
“E che cavolo!!” si alzò di scatto il ragazzo, visibilmente infuriato. “Si può sapere chi diavolo è stato?” guardò ad uno ad uno i suoi compagni con espressione non molto rassicurante.
Subito sei paia di mani indicarono Holly, che arrossì furiosamente.
“Ehi!” guardò in malo modo i compagni. “Guardate che è stato Bruce a spingere me!” si difese, lanciando poi un’occhiata non troppo amichevole al ragazzo in questione.
“Un momento! Io non c’entro niente! Sei tu che non vedi quello che fai!” si giustificò immediatamente il difensore.
Oliver, a quel punto, stava per ribattere a tono, cosa davvero insolita per lui, che era anche conosciuto come “l’uomo dalla pazienza di ferro” (in verità non gli era ancora passata per il fatto della brioche!), se non fossero intervenuti gli altri ragazzi presenti a placare gli animi.
“Andiamo, ragazzi, non è il caso di farne un tragedia” tentò di dire Tom, pacato come sempre, ma si azzittì nel ricevere sguardi omicidi da Mark, Holly e Philip.
“Avanti, Bruce è solo un po’ distratto, ma tentate di capirlo! È l’emozione!” tentò di giustificarlo Evelyn, sfoderando un sorriso che sperò essere abbastanza convincente.
“Ehi! Io non sono per nulla emozio...Ahia!” Bruce lanciò un’occhiataccia a Patricia, seduta di fronte a lui, che per tutta risposta gli rivolse uno sguardo innocente.
Ben ti sta!”, si disse tra sé e sé la ragazza, accavallando le gambe trionfante.
“Si, intanto io sono quello che ci ha rimesso di più!” si lamentò Philip, accennando alla sua maglia bianca macchiata di caffè.
“Beh, non ti sta male!” se la rise sotto i baffi Benji, chiaramente divertito da tutta quella situazione.
“Ma se sembro un dalmata!” lo guardò in cagnesco Callaghan.
Ma la sua occhiata anziché azzittire Benji, ottenne l’effetto contrario. Il portiere, infatti, scoppiò a ridere di gusto sotto lo sguardo seccato del ragazzo, subito imitato da tutti gli altri.
“Su, Philip” Jenny stava faticando non poco a trattenere le risa. “Non è il caso di...ihih...prendersela...ahah...tanto! Pwahahahahahha!!” non resistette più e si piegò in due per le risa.
Philip la guardò basito, ma la cosa suscitò ancor di più l’ilarità generale.
“Argh! Vado a cambiarmi!” sbottò allora, uscendo dalla sala da pranzo e andandosene in camera sua ancora infastidito.
I ragazzi ci misero un po’ a calmarsi e non senza troppi sforzi.
“Non se la sarà presa?” chiese con una certa apprensione Memi quando finalmente le risa sembrarono attenuarsi.
“Ma no!” la tranquillizzò Patty, ancora con il sorriso sulle labbra.
“Philip non è tipo che se la prende facilmente, al contrario di certa gente di mia conoscenza!” Amy lanciò un’occhiata a Benji e Mark.
Ma mentre Lenders accusò il colpo senza battere ciglio, Benji non se lo tenne.
“Ehi, Pel di carota! Ce l’hai forse con me?” la guardò torvo.
Amy stava per dirgli, e non troppo gentilmente, che doveva smettere di chiamarla così, ma Fede irruppe tra i due, accantonando così ogni possibilità di litigio.
“Beh, dopo questo macello non abbiamo ancora deciso dove andare” fece notare al resto della comitiva.
A quelle parole Bruce si animò di nuovo e si alzò di scatto, dimenticando completamente il dolore al piede causatogli poco prima da Patty.
“Vedi di stare attento, stavolta Bruce!” lo redarguì Holly immediatamente, che non voleva rischiare di dover dire addio anche al caffè a causa sua.
Il difensore per tutta risposta gli lanciò un’occhiataccia. “Per chi mi hai preso?” fece l’offeso, ma subito gli sguardi dei presenti si posarono su di lui. E non erano sguardi amichevoli.
“E va bene, va bene, mi arrendo!” cedette allora Bruce, ritornando a concentrarsi sulla cartina davanti a lui. “Allora, avevo pensato che si poteva andare a visitare questa riserva naturale” la indicò col dito.
Tutti i ragazzi si sporsero in avanti per vedere il punto indicato da Harper, ma nel farlo Fede e Tom sbatterono involontariamente capo contro capo.
“Ahia!” fecero in contemporanea, e subito dopo “Scusami, non volevo...”, seguito da un “No! Scusami tu!”. Arrossirono entrambe quando si accorse di stare parlando insieme e si zittirono imbarazzati. Ma il velo di leggero imbarazzo venne subito fugato dal meraviglioso sorriso che Federica rivolse al giovane. Tom, dal canto suo, sentì il cuore balzargli leggermente nel petto, ma non poté fare a meno di sorriderle a sua volta, grato.
“E perché mai dovremo andare proprio a vedere questa riserva?” Benji non era troppo entusiasta dell’idea.
“Beh, perché è bella! E isolata! Vedrete, vi piacerà! L’ultima volta che ci sono andato, ne sono rimasto incantato!” difese immediatamente il posto Bruce, che si sentiva chiamato in causa in prima persona.
“E quando è stata l’ultima volta? Un secolo fa?” chiese ironico il portiere.
Bruce lo guardò di traverso, ma non rispose. “Non è un posto molto conosciuto, forse perché il tragitto da fare per arrivarci è piuttosto impervio, ma alla fine di tutto mi ringrazierete, vedrete!” sorrise compiaciuto.
“Quanto impervio, esattamente, Bruce?” domandò Jenny, frastornata.
“Beh, poco...!” assicurò. “Sarà una passeggiata, non vi preoccupate!” scoppiò a ridere condisceso sotto lo sguardo rassegnato di tutti.
“Quando fa così, mi preoccupa!” ammise sotto voce Danny Mellow.
Accanto a lui Memi sghignazzò divertita, ricevendo per questo un sorriso dolcissimo da parte del centrocampista.

“Bruce, ma non avevi detto che era una passeggiata?!” Jenny aveva praticamente la milza in pappa, oltre che al fiato corto ovviamente.
Erano partiti subito dopo la colazione, il tempo solo di risalire in camera a prendere gli zaini. Si erano fatti preparare dei panini dalla mamma di Bruce, visto che sarebbero rimasti via per buona parte della giornata. Ma quella che doveva essere una “passeggiata”, si era rivelata un inferno di moscerini, insetti di ogni tipo, erba e terra! All’inizio non era stato così. La strada in pianura, sgombra da ostacoli e ben curata, aveva fatto loro ben sperare. Ma quando poi avevano trovato quella grossa scritta “Strada interrotta! Lavori in corso” e avevano dovuto deviare per quella stradina secondaria, erano iniziati i guai. E non solo perché la stradina in questione era disseminata di buche ed era piuttosto malconcia, ma soprattutto perché giunti a un bel tratto erano stati quasi sommersi dalla folta erbaccia. Ancora ignari a cosa sarebbero andati incontro continuando su quella strada, avevano proseguito non senza fatica. Ma poi man mano all’erba alta si erano aggiunti gli alberi, gli animaletti del posto e infine, a completare l’opera, una miriade di insetti.
“Avanti, ancora un altro po’!” tentò di tirarla su il ragazzo, anche se lui stesso era il primo a non poterne più. “Secondo i miei calcoli dovremmo essere quasi arrivati!”
“Ah, beh, se li ha fatti lui i calcoli, allora stiamo a posto...”
“Hai da ridire qualcosa, Benji?” lo guardò in malo modo Harper.
“Umpf!” borbottò l’altro.
“Ti ricordo che a causa tua, Price, ci siamo quasi persi!” non perse occasione per punzecchiarlo Mark, ricordando la scena di poco prima.

Erano passate ormai un paio d’ore da quando si erano inoltrati in quella sterpaglia, eppure della tanto sospirata riserva naturale nemmeno l’ombra! All’ennesimo attacco di moscerini, Benji non ce la fece più.
“Oh, insomma, mi sono stufato di girare a vuoto!” sbraitò, fermando il gruppo che si volse nella sua direzione incuriosito.
“E che vuoi fare, di grazia?” rimbrottò Lenders incrociando le braccia al petto.
Benji gli lanciò un’occhiataccia prima di rivolgersi al resto della comitiva. “Io dico che continuando su questa strada non si va da nessuna parte!”
“Ma io mi ricordo che…” tentò di protestare Bruce, ma venne azzittito dall’occhiata non troppo amichevole dell’altro.
“Siamo ore che giriamo come degli imbecilli seguendo le tue indicazioni, Bruce! Io dico di smetterla e di proseguire di là!” accennò la via stretta e tortuosa che si stagliava alla sua destra.
I ragazzi la guardarono non troppo convinti e per nulla confortati dalla visione.
“Ma sei sicuro, Benji?” gli chiese dubbioso Holly.
“Ma certo! Vi dico che dobbiamo andare di lì!” assicurò il portiere, convinto.
“E va bene!” acconsentirono allora gli amici, pensando che peggio di così non poteva andare.


Benji sospirò seccato e si portò davanti alla fila, sperando di poter trovare un po’ di pace almeno lì. D’accordo, aveva sbagliato, e allora? “E che sarà mai!”, si disse il giovane con uno sbuffo.
“Non ce la faccio più!” si lamentò Patty a un tratto, chiedendosi chi glielo aveva fatto fare a seguirli in quell’impresa.
“Sono distrutta!” diede man forte Fede, spossata.
“Vuoi che porti il tuo zaino?” la giovane sobbalzò spaventata e sarebbe sicuramente caduta a terra, inciampando in qualcosa di ignoto (che poi si scoprì essere una pietra) se non fosse stata presa da due forti braccia.
Fede alzò lo sguardo per vedere chi fosse il suo salvatore e arrossì leggermene quando incrociò due dolcissimi occhi marroni.
“Tom!” accennò a un sorriso, rimettendosi in piedi. “Mi hai spaventata!” confessò, sorridendo per nulla infastidita.
“Scusami, non era mia intenzione!” il sorriso meraviglioso che Tom le rivolse, fece sobbalzare il cuore della ragazza.
“Non fa nulla. A proposito, grazie per...beh, per avermi presa prima che cadessi” mormorò Fede mentre tentava di normalizzare il suo battito cardiaco. “Piuttosto, dicevi?”
“Ti stavo chiedendo se volevi una mano con lo zaino” ripeté allora Tom, gentile come sempre.
Federica arrossì impercettibilmente a quell’offerta, ma poi si riscosse e scosse il capo. “Oh, no, non è necessario! Non è pesante, ma grazie lo stesso!” gli rivolse un sorriso che voleva essere di gratitudine.
Tommy stava per ribattere qualcosa, quando un urlo dal fondo della coda attirò le loro attenzioni.
“Ma questa è Memi!” ne riconobbe la voce Federica, che si precipitò subito a vedere cosa era successo, preoccupata.
La scena che le si parò davanti, però, la fece inesorabilmente scoppiare a ridere. Melania, a causa dell’erba alta, non si era accorta di essere in rotta di collisione con della disgustosa fanghiglia, fino a quando...non c’era caduta dentro!
“Aiutami! Sto affondando in una palude!” urlò rivolta a Danny, che si stava sbellicando dalle risate.
Stavano camminando fianco a fianco quando era accaduto “l’incidente”, e subito dopo lui era scoppiato in una risata divertita.
“Non è una palude” la corresse il ragazzo tra le risa. “E’ solo una pozzanghera!”
Mentre il resto dei ragazzi erano scoppiati a ridere divertiti, Memi annaspava verso l’uscita visibilmente indignata verso l’amico, che continuava a ridere senza far nulla. Ma quando finalmente Danny si decise a darle una mano, si accorse con disappunto che qualcuno l’aveva preceduto. Si trattava di Julian Ross che, con un sorriso amichevole, porse gentilmente una mano alla fanciulla. Melania arrossì lievemente, ma accettò grata l’aiuto.
“Beh...grazie” farfugliò imbarazzata una volta fuori la pozzanghera (che era grande quanto una zampata d’elefante!), ricoperta fino al ginocchio di fango.
“Di nulla” le sorrise dolcemente Julian.
Memi arrossì ancor di più a quelle parole, tanto che la sorella si chiese se per caso non avesse preso la febbre. Ma poi il viaggio continuò.

A Bruce si illuminarono gli occhi quando riconobbe il posto. Si, era certo di esserci stato lì!
“Ragazzi, vi informo che...siamo arrivati!” con una mano spostò dei rami d’albero e subito davanti ai loro occhi comparve la fantomatica riserva naturale.
“Oh, Bruce! È...stupendo!” gli si strinse al braccio Evelyn, con occhi sognanti.
Era davvero un posto fantastico! La distesa erbacea era minuziosamente curata e il piccolo laghetto che si stagliava al centro era davvero lindo e pulito. Subito anche gli occhi dei ragazzi si illuminarono. Sia per il sollievo di essere giunti, sia per la magnificenza del posto. Ma quando il loro sguardo cadde su quel pezzo di strada ben asfaltato, tredici paia di occhi guardarono in cagnesco Bruce, che si fece piccolo piccolo.
“Bruce!” tuonarono gli amici.
“Ma non avevi detto che era un posto poco “conosciuto” per via del cammino impervio?! E allora che ci fanno qui quei pullman?” lo guardò torvo Benji, in cerca di una risposta.
“Io...veramente...” Bruce stava sudando sette camicie. “Non lo sapevo...quando sono venuto io...”
“Dì la verità, Bruce Harper: quando è stata l’ultima volta che sei venuto qui?” neanche Evelyn sembrava molto contenta della cosa.
Il giovane deglutì. “Beh...un paio di anni fa, orami” confessò, cercando con lo sguardo un posto per ripararsi dalla furia omicida degli amici.
“BRUCE!!”
Quella che doveva essere una riserva naturale “poco conosciuta”, alla fine si era rivelata come una zona turistica, con tanto di pullman organizzati per il ritorno! Certamente Bruce non l’avrebbe passata liscia quella volta, di questo ne era convinto perfino lui che correva come un forsennato alla ricerca di un rifugio in cui nascondersi dalla furia dei suoi amici.



Ciao a tutti!
Allora, come vi è sembrato questo quarto capitolo? Vi è piaciuto? Spero di si! Comunque l’unico modo per saperlo è di commentare!!
A presto
Baci
Memi

  
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