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Autore: Nanek    03/08/2014    10 recensioni
Sono la ragazza dal sorriso rotto.
Sono la ragazza che sa benissimo che la propria vita non è solo arcobaleni e farfalle.
Sono la ragazza che bussa alla tua porta per averti vicino.
Sono la ragazza che aspetti sotto la pioggia.
Sono la ragazza che tenti di salvare sempre, la ragazza che puoi salvare, perché riesci a farla sentire bella, riesci a farla sentire a casa.
Sono la ragazza che si nasconde, ma che tu riesci sempre a trovare, sono la ragazza che ti implora di essere sollevata ogni volta che cade, sono la ragazza che ti ama nonostante tutte le tue insicurezze.
Sono la ragazza che tu puoi amare come nessun altro, sono la ragazza che aspetta solo da te quelle parole, quella domanda: “Vuoi restare un po’?”.
Sono quella ragazza che verrà amata, amata da te, Calum.

«Solo da te» bisbiglia lei implorandolo ancora una volta con lo sguardo.
«Ti amo» confessa lui di getto, per poi impossessarsi delle sue labbra, sentendo il cuore nel petto battere all’impazzata, un misto di tristezza e felicità, un misto tra inquietudini e sicurezze, sicurezze che solo lui può darle, solo lui sa di poterla salvare.
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calum Hood, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 9

Lost boy

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I've gone from place to place
Trying to bring you back
I've walked for days and days
Cause I can't face the fact
That nothing is better than you


Dicembre 2015.

E sono già otto mesi da quella notte.
Sono già passati otto mesi da quando Cels e Calum non sono più una coppia, non sono più nulla, sono solo due perfetti sconosciuti che non si vedono da giorni, non si sentono da mesi, non si scrivono da un’eternità.
E Calum ha cercato di non dare troppo peso alla cosa: quella notte, nel suo tragitto dall’Hotel a casa sua, ha versato così tante lacrime da consumarsi gli occhi, ha singhiozzato per tutta la notte, ha lasciato che la sua mente si riempisse delle immagini di loro due insieme per torturarsi, per sfogarsi almeno una volta, per poi cominciare ad accantonare il tutto.
Non vuole piangere, non vuole più soffrire, una notte gli è bastata, ha diciannove anni, ha tutta una vita davanti, ha altre ragazze che lo amano e che possono dargli ciò di cui ha bisogno, può uscire con altre ragazze, non è mica condannato alla solitudine, può avere l’opportunità di rifarsi, di ricostruirsi una vita, sorridendo al nuovo giorno che lo accoglie, sorridendo ad ogni cosa, lasciando che le immagini di lui e Cels insieme svaniscano giorno dopo giorno, come accade con i ricordi.
I suoi amici di band, tuttavia, sono preoccupati come non mai per il loro bassista, il bassista che finge di stare bene, che finge di non esser mai stato più felice di così, ma che non riesce a nascondere loro la sua tristezza, il suo stato di angoscia e delusione che i suoi occhi non riescono a nascondere; perché loro lo sanno che pensa a Cels, loro lo sanno che non fa altro che torturarsi ogni notte, navigando in Internet, cercando il nome di lei in ogni sito, mantenendosi informato su ogni cosa, mantenendosi aggiornato sul suo tour, sul suo album che deve ancora uscire, che sembra avere difficoltà ad essere pubblicato, Calum si è pure creato un altro account Twitter, sotto falso nome, per seguire gli Updates di Angel, conosce le fan di lei, parla per messaggio diretto con le persone che l’hanno incontrata, fingendosi un fan qualunque, pur di sapere come sta lei, come vive, se pensa a lui qualche volta, se i suoi fan notano nei suoi occhi un segno di rimpianto.
Calum si fa del male da solo guardando i live messi in Youtube, ed è arrivato a farsi ancora più male, quando ha solo pensato di comprare un biglietto per un suo concerto: e i suoi amici lo sanno, perché la cronologia di Google è sempre e solo indirizzata su “ Cels Lancaster” o “Angel”.
Luke ha provato a farlo parlare, andando diretto al sodo, chiedendogli di non fingere e di sfogarsi con lui: ma non ha avuto la risposta che cercava, dato che Calum gli ha sorriso e gli ha confidato di uscire per un appuntamento con una ragazza.
Ashton, quando camminano per le vie, cerca in tutti i modi di nominare Cels, per esempio quando passano davanti a una fioreria, o una gioielleria: ma Calum si rallegra e compra fiori da consegnare ad una fan incontrata per la via, o all’ennesima ragazza con cui esce per un solo appuntamento.

Michael, dal canto suo, è quello che si fa meno gli affari del moro: non gli chiede mai nulla, non vuole essere invadente, lui sa quello che prova Calum, non ha bisogno di approfondire, lui sa che soffre, lui sa cosa sta facendo, ma non osa fare domande, non osa alludere a quella ragazza, non osa far cadere il suo amico in quel pozzo di ricordi, che gli fanno solo del male.
E forse, è proprio per questo motivo che, Calum oggi, mentre passeggiano per Hyde Park, decide di fargli quella domanda.
«Secondo te sono stupido?» domanda che fa scoppiare a ridere il ragazzo dai capelli nuovamente azzurri.
«Imbecille ti si addice di più» lo corregge, facendo sorridere Calum, che lo ringrazia per la sua onestà.
«Dovrei smetterla?» chiede ancora, alludendo a tutto quello che fa di nascosto nei confronti di Cels.
Michael fa spallucce, borbottando un «Che ne so io» bevendo il Cappuccino comprato da Starbucks, non guardando l’amico.
Calum sospira, continua a camminare al suo fianco, ha bisogno di parlarne con qualcuno, ha bisogno di parlarne con Michael, gli sembra lui il più adatto, gli sembra lui quello un po’ più imparziale: Luke ed Ashton sono troppo sentimentali, sono troppo fissati con le storie da film dove tutto si sistema e non è questo di cui ha bisogno lui, lui vuole una cosa oggettiva, realistica, una cosa che faccia al caso suo, una cosa che Michael può dargli, ne è certo.
«Sai… Cels si è fatta un nuovo tatuaggio, sul collo, l’ho visto in una foto» dice quasi bisbigliando, rendendosi conto di quanto stupida sia la sua constatazione; ma l’amico non ci fa caso, anzi, sembra informato pure lui.
«Ho visto, ha una “C” se non sbaglio» azzarda, mentre il moro annuisce, sta aspettando.
«“C” come… Cels» butta lì Michael, distruggendo i mille castelli che Calum si è fatto, distruggendo le sue illusioni, stracciandole di proposito, perché vuole studiare la sua reazione.
«“C” come... castoro» ipotizza il moro, gesticolando un po’ con la mano, guardando l’amico, che continua a sorseggiare il suo Cappuccino senza ridere.
«O magari… “C” come Calum» dice infine Michael, facendogli battere il cuore più forte, facendolo sorridere appena, per aver finalmente pensato la stessa cosa.
«Dici che le manco?» azzarda il piccolo innamorato, ma la riposta che riceve non è esattamente quello che si aspetta.
«Non credo» dice diretto, secco, senza esitare, mandando in frantumi la sua autostima, facendo fermare il suo cuore, facendolo sbiancare, confondendolo ancora di più.
«Credo che veda le tue foto, sempre con una ragazza diversa. E secondo me, non ci pensa più a te. Sai come sono le donne, dimenticano in fretta» si spiega meglio e Calum continua a perdere colorito in viso, incredulo, senza parole: con quelle ragazze ci esce per creare gelosia, non per essere gettato nel dimenticatoio.
«Ma… io lo faccio per lei!» si lascia sfuggire dalle labbra, l’amico lo guarda stupito.
«Ma come? A noi hai detto chiaramente che esci con ragazze diverse per farti una nuova vita, senza Cels… adesso il vero motivo è scatenare la sua gelosia? Devi essere più chiaro Calum, o non ti stiamo dietro» colpito e affondato.
Calum Hood zero, Michael Clifford mille.
Ecco che la maschera, che Calum si ostinava a tenere, è andata a farsi distruggere da Michael, nel giro di appena tre minuti: tutto lavoro perso, crollato, Calum è stato scoperto, la sua debolezza è tornata a galla, il suo stato di angoscia è nuovamente scoperto, la sua “depressione” per Cels Lancaster è stata svelata: ma che novità, Mike già lo sapeva, non è mica così stupido.
«Mille punti a Grifondoro» ridacchia il ragazzo dai capelli azzurri, continuando a sorseggiare la sua bevanda, continuando a sorridere all’ingenuità del suo amico: è un bassista, non un attore, la sua tristezza la si nota a chilometri di distanza e Michael ci vede bene, non usa neanche gli occhiali da vista, non poteva scappare al suo occhio sveglio.
«Cosa faccio Mike?» gli chiede con voce flebile, ma nuovamente l’amico scrolla le spalle.
«Quello che vuoi tu Calum, vita tua, scelta tua» e qui il moro si arrabbia un po’, decidendo di avanzare con il passo, prendendo una strada secondaria: ha bisogno di stare da solo, ha bisogno di un consiglio da se stesso, ha bisogno di silenzio.
Ma il suono del suo cellulare non gli permette questo lusso, perché un messaggio da “Katrin” lo avvisa del loro appuntamento.
«Merda!» impreca ad alta voce: l’appuntamento, e chi se lo ricordava più? Deve correre verso London Eye, deve fare in tempo, povera ragazza, non se lo merita.
 
«Scusami Katrin, Michael mi ha… portato via troppo tempo» dice un Calum reduce da una corsa colossale, con il fiato corto, le gambe che sono già sfinite.
«Tranquillo Cal, sono appena arrivata» sorride la ragazza, ma il suo sorriso sembra una smorfia: sta mentendo, lo sta aspettando da millenni, glielo legge in faccia quanto è arrabbiata con lui, ma il moro non ci fa caso, non ha voglia di mettersi a pensare pure a lei e alle sua paranoie, lui ha già i suoi problemi, e lei, non ha posto in quella lista infinita.
Passeggiano, i due conoscenti, Katrin è… non se lo ricorda neanche lui quando l’ha conosciuta, era ubriaco quella sera, ne è certo, si ricorda solo di averle lasciato il suo numero di cellulare sul braccio per farla contenta, ma credeva di averlo scritto sbagliato: un ubriaco non sa mentire, regola d’oro, che lui si è dimenticato.
Camminano, Calum ha le mani in tasca, non osa tirarle fuori, ci manca solo che qualcuno lo veda mentre le tiene la mano, faccia una foto, crei nuovi casini in Twitter e crei nuove paure a Cels, non osa tirare fuori le mani, non osa diminuire quella distanza di sicurezza tra loro due, non osa nulla, ha troppi pensieri per la testa.
Ripensa alle parole di Mike, ripensa a quello che gli ha detto: si immagina Cels, la sua Cels, che vede in internet le sue foto, foto con ragazze sempre diverse, foto dove lui sorride, scherza, abbraccia a volte una ragazza che non è lei, una ragazza sempre diversa, appare come un latin lover, come un… puttaniere, questo è quello che sembra.
E che avrà pensato Cels di lui? Che avrà detto? Come avrà reagito?
Se fino al giorno prima ha sempre pensato che non fossero affari che la riguardano, Mike è riuscito a mettergli in testa la peggiore delle immagini.
L’immagine di Cels che piange, l’immagine di Cels che bisbiglia “Non mi ha mai amato per davvero”, l’immagine di Cels che spegne il computer con violenza, l’immagine di Cels che va verso il bagno.
Quasi la vede, la vede spogliarsi, la vede riempire la vasca d’acqua fredda, la vede selezionare quella canzone dal suo cellulare, quella dannata “She will be loved” che riempie la stanza; la vede con quelle sigarette, le sigarette che lei non fuma mai, ma che in momenti di tristezza tira fuori, e fuma, fuma senza motivo, fuma come se fosse l’unica cosa da fare, facendosi del male, perché la voce di un cantante può essere compromessa dal fumo, ma a lei poco importa della sua dannata voce, a lei non importa nulla; la vede immergersi, in quell’acqua gelida, la vede immergersi, per poi portare le ginocchia al petto, su quel petto dove c’è un segno di Elya, quella rosa; e su quel collo, ora, c’è pure un segno di lui, c’è la sua iniziale, c’è Calum sul suo corpo, un corpo che rabbrividisce, che si lascia sopraffare dalla pelle d’oca, un corpo che trema, che soffre; le labbra screpolate, i polpastrelli che si consumano secondo dopo secondo, le unghie più violastre, e quegli occhi.
Gli occhi azzurri gonfi, rossi, che non smettono di lasciar scorrere via quelle lacrime, lacrime che lui non può asciugare, lacrime che lui stesso le sta provocando; e quella canzone, quelle dannate parole, non le danno conforto, non la fanno sentire amata, ma la fanno sentire sola, lontana dalla felicità, lontana dalla speranza, Cels non ha nessuno, non c’è davvero più nessuno a salvarla, non c’è nessuno che entrerà in quel bagno a tirarla fuori dall’acqua gelida, non c’è nessuno a portarla sul letto caldo, non c’è nessuno ad amarla con tutto se stesso.
Perché lui è lì, a Londra, e sta camminando con un’altra, ennesima, ragazza.
«Cels!» si ritrova ad esclamare, rendendosi conto che la ragazza al suo fianco lo sta fulminando: lei non è Cels, che sta dicendo? Che gli è preso? È stupido?
No, imbecille gli si addice di più.
«Scusami Katrin, scusami davvero» si congeda così, senza darle il tempo di rispondere, e si allontana da lei, correndo via, correndo per le strade di Londra, con quella immagine di lei in testa, lei in quella vasca, lei che sta sprofondando senza di lui a salvarla.
Lei che è così debole, lei che si è sempre fidata di lui, lei che non ha mai detto “Ti amo” e solo ora lui capisce il motivo: come può amare uno come lui? Uno che cambia ragazza ogni cinque minuti, uno che non ha dimostrato di meritare il suo amore, uno che peggio di lui non esiste.
E lei sta cadendo sempre più in basso, e lui, corre, corre perché si illude di poterla aiutare.
E correndo, vede l’immagine di Cels, alla sua destra.
Si ferma di colpo, quell’immagine non è davvero lei: è la sua fotografia, è un cartellone, appeso alla vetrina di un negozio di dischi: l’album del debutto, il primo album di Cels.
È finalmente uscito, quel tanto atteso album di Angel, un album di dieci canzoni, un album in cui come foto copertina c’è una ragazza, dai capelli lunghi e biondi, lo sguardo che fissa per terra, non lascia vedere le sue iridi azzurre, vestita con quei pantaloni a vita alta, gli stessi pantaloni con la fantasia scozzese che aveva quella sera al Karaoke, quelle calze nere, quella maglia larga e scura; la ragazza è seduta su una sedia, ha un basso in mano, la sua Cels con in mano lo strumento che appartiene a lui e non a lei, e si stupisce, Calum, perché si aspettava la sua solita pianola.
Ma Cels Lancaster è sempre piena di sorprese, è sempre capace di stupirlo, ed il colpo di grazia, lo dà il titolo di quell’album.
Perché l’album del suo debutto, si intitola: “Calum”.
 
 
 
Note di Nanek
Esattamente 21 anni fa, sono nata io, la Nanek :D
Ed ecco a voi che il giorno del mio compleanno io vengo qui a rompere le balle e a darvi un po’ di speranza per questa coppia :D
Il capitolo spero vi piaccia, sono di fretta, ma sta volta concedetemelo, è il mio giorno speciale :D
Volevo solo dirvi che… ho incontrato Alessandro Casillo *-* e Noemi, Annalisa, Marco Carta, ma CASILLO QUANTO FIGO NON è???
Volevo rendervi partecipe della mia piccolissima vita da “raccomandata” dato che per la prima volta in 21 anni sono andata in un backstage :D
Bene, io vi ringrazio se siete qui a leggere <3 spero davvero di non deludervi =)
Il prossimo capitolo è l’ultimo, quante vogliono il lieto fine? Fatemi sapere ;)
A presto!
Nanek
  
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