Senpai
***
“Se mi chiama di nuovo in quel modo,
questa è la volta che lo strozzo”
Pensa
Saga determinato.
E
intanto il Cosmo di Seiya si avvicina alla Terza
Casa, chiaro, luminoso e caldo come una cometa.
Che
sta per investirlo in pieno.
Saga
ne sente i passi di corsa che rimbombano nel corridoio e chiude gli occhi.
Tre. Due. Uno. Pronto all’impatto.
-Saga!
Bene, almeno te ti ho trovato subito! Athena ci ha convocati tutti al
Tredicesimo Tempio-
“Ah, bene, ha usato il mio nome.
Stavolta mi sa che l’ho scampata”
Quasi
sospira di sollievo.
-Vado
subito. Grazie per avermi avvertito, Seiya-
-Di
niente! Io vado, devo ancora avvertire Milo e Aioria
giù all’Arena. A Kanon lo dici tu, vero?-
-Sì,
certo-
Quando
capisce che il ragazzo sta per ripartire di corsa Saga è convinto di averla
scampata sul serio.
E invece…
-Ci
vediamo dopo, senpai!-
E
Saga resta congelato sul posto.
Si
volta giusto in tempo per vedere la schiena di Seiya
che diventa una macchia rossa nella luce abbagliante dell’ingresso del Tempio
dei Gemelli.
Potrebbe
raggiungerlo alla velocità della luce, potrebbe agguantare quel ragazzino
impertinente e metterlo in riga una volta per tutte: che chiami “senpai” Aioria, Aioros, Shura, Aldebaran o chi gli pare, ma non lui!
Non
lo fa.
Saga
resta a fissarlo finché non scompare.
Perché
in fondo non vuole rimproverarlo.
Perché
in fondo lui lo stima quel ragazzo testardo e dal carattere vivace, e se Seiya ci tiene tanto a considerarlo un suo “senpai”, un compagno più anziano da rispettare e prendere
ad esempio, lui può solo esserne onorato.
Insomma,
vuol dire che la sua esistenza non è stata un completo fallimento, no?
Chiude
gli occhi con la più completa rassegnazione: adesso, come sempre per colpa di
quel ragazzino, dovrà prendersi qualche secondo per togliersi di dosso quella
strana sensazione.
Perché
ogni volta che Seiya lo chiama “senpai”
Saga sente dentro di se il tocco tiepido dell’affetto.
Scuote
la testa per liberarsi degli ultimi postumi.
Ok:
niente sorriso ebete, niente pizzicore agli occhi, niente assurda sensazione di
essere stato coccolato.
Tutto
di nuovo sotto controllo, a parte quel vago calore che gli è rimasto impigliato
tra le costole.
-Sì,
però se lo fa un’altra volta io lo strozzo per davvero-
Brontola
Saga tra sé e sé.
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Cantuccio
dell’Autore
(E
del thè freddo)
Salve
a tutti.
Non
avete niente di meglio da fare in questo giorno di estate?
Bè,
nemmeno io, quindi eccoci qui, peccato però che oggi non ho nessuna stupidata
da infliggervi, solo cose serie.
Mi
sono sempre chiesta che rapporti potrebbero esserci tra i Gold
Saint redivivi ed i Bronze che li hanno solennemente battuti (per esigenze di
copione, chiaro, ma pur sempre battuti), in particolare tra Saga e Seiya, i due finalisti della saga del Santuario.
Il
fatto che Seiya consideri Saga un senpai (alla lettera “compagno
anziano”) l’ho preso da Hades, infatti quando Saga Specter si riduce in cenere si rammarica di non poter
lasciare in eredità niente di utile ai Bronze, e Seiya
invece dice che non è vero, perché avrebbero ereditato la sua anima.
Ecco,
per rinfrescarvi la memoria: http://www.youtube.com/watch?v=zLwhXeZzzRE
scusate se non l’ho trovato in italiano.
E
se vi viene voglia di fare del male a Zeros fatelo,
anche mentalmente, perché è uno dei personaggi più odiosi che esistano.
Quindi,
dicevo, nonostante abbia combattuto contro di lui in passato credo che Seiya consideri Saga un Saint come lui.
E
Saga, che è un inguaribile masochista, non riesce ad accettarlo.
Il
perché Athena abbia convocato tutti al Tredicesimo Tempio non lo so, quindi non
vi complicate la vita e fate a meno di chiedervelo.
Va
bene, per oggi ho finito, vi lascio al thè freddo ^^
Makoto