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Autore: CharlieBb    03/08/2014    5 recensioni
Per un momento trattieni il respiro e attendi, inerme, che le dita sottili di Lydia si muovano delicate sulla tastiera, e poi - una lettera. Una D.
SPOILER SEASON 4. Consideratevi avvertiti...!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"...O qualcuno che morirà."

Scott. Il nome del tuo migliore amico ti brucia sulla lingua mentre l’aria ti viene a mancare come se qualcuno ti avesse colpito con un pugno allo stomaco.

Fa’ che non sia Scott, ti prego, non Scott.

Non può essere lui. Scott è il tuo migliore amico, il fratello che non hai mai avuto; ti è stato vicino da quando vi siete conosciuti, ti è stato vicino quando hai perso tua madre e neanche tuo padre sapeva come prenderti, come aiutarti a gestire il dolore immenso che nessun bambino dovrebbe trovarsi ad affrontare.

Non può essere Scott, il tuo compagno di avventure, la parte mancante della tua anima. Se dovesse morire, non sopravvivresti. Non riusciresti a superare ancora una volta il dolore di perdere la persona più importante della tua vita, non ce la faresti e basta.

Per un momento trattieni il respiro e attendi, inerme, che le dita sottili di Lydia si muovano delicate sulla tastiera, e poi - una lettera. Una D.
Fa’ che non sia Scott, ti prego, non Scott - una E, ed una R, e il cuore sembra fermartisi nel petto mentre il nome si compone sullo schermo davanti ai tuoi occhi attoniti. Non è possibile, semplicemente non lo è, e se il tuo primo pensiero è andato a Scott adesso non puoi credere al nome che spicca, nero contro bianco, sullo sfondo del laptop.

La lista si sblocca, nomi e nomi appaiono davanti ai tuoi occhi e tu non riesci a vederli, non riesci a leggere lettere e sillabe, a collegarle insieme.

E la tua vita ti passa davanti all'improvviso, come in una scena di uno stupido film che non è la realtà. No, non la tua vita.

La vita che hai vissuto con lui. La vita che non hai vissuto con lui. I momenti che avete condiviso, il sarcasmo, le parole taglienti. Ripensi a quando dicevi, con una nonchalance che non ti appartiene, che lasciarlo morire sarebbe stata la scelta migliore. Forse ci avevi creduto un po’, le prime volte che le parole abbandonavano le tue labbra; forse una parte di te si era davvero convinta che se Derek fosse morto tutto sarebbe tornato alla normalità, come per magia. Niente più assassini, niente Peter, e niente Kate, e niente Kanima e Dio solo sa che altro. Forse convincere te stesso di credere a quelle parole era stato più semplice che analizzare lo scombussolamento, il subbuglio in cui la sola presenza di Derek aveva gettato la tua anima.

Ripensi a come hai salvato la sua vita, raccogliendolo dalla strada o tenendolo a galla in una piscina. Ripensi a come lui ha salvato la tua.

Più di ogni altra cosa, pensi a quando solo alcuni mesi prima un demone aveva rubato il tuo corpo e tu, nascosto in un angolo buio insieme a quella coscienza che molto spesso avevi deciso di ignorare, non riuscivi a smettere di pensare a lui. Da un luogo recondito dentro di te avevi guardato il mostro prendere il sopravvento e distruggere, o almeno tentare, tutto ciò che ti è caro, e il tuo pensiero andava a Derek. Con il suo aiuto, Scott ce l’avrebbe fatta. Avrebbero trovato una soluzione, insieme. Ma senza di lui… Scott è il migliore amico che tu abbia su questa terra, ma devi ammettere che alle volte la sua buona volontà non è abbastanza. Per questo confidavi in Derek, eleggendolo a Re sulle caselle di una scacchiera.

Adesso, invece, se ne andrà, andrà via per sempre e non riuscirai a impedirlo. Tra un mese, un giorno, forse un’ora – lui non ci sarà più e il cuore ti batte impazzito nel petto al pensiero. Non riesci più a controllare il respiro che ti si strozza in gola e ti senti cadere, precipitare, in un buco nero che minaccia di risucchiarti e non lasciarti più andar via.

Devi avvertirlo. Devi andare da quel licantropo costipato e spiegargli, o forse stordirlo e nasconderlo da qualche parte, in una cella di prigione o una stanza con mille lucchetti alla porta, così che rimanga al sicuro, lontano dalla morte che minaccia di portarlo via.

Derek ti dà sui nervi, dal primo momento in cui i tuoi occhi si sono poggiati su di lui. Non ti ha mai fatto paura, non sul serio, ma è sempre riuscito a irritarti come nessun altro al mondo. Scommetti che anche tu sei stato, e forse sei ancora, una spina nel fianco per lui. Ha sempre funzionato così tra di voi, un continuo insultarsi, ma sai che in fondo non lo hai mai odiato sul serio. C’era qualcosa, nei suoi occhi, che ti spingeva a non aver paura, qualcosa che ti incuriosiva, che ti spingeva a cercare di comprenderlo, nonostante Derek sembri non aver voglia di lasciar avvicinare nessuno così tanto da vedere oltre il muro di durezza che si è costruito attorno. Tu non hai mollato. Ogni insulto, ogni parola tagliente è in qualche modo riuscita a portarti un po’ più vicino a lui fino a che non hai capito, fino a che non sei riuscito a vedere Derek Hale per quello che realmente è: un ragazzo tormentato, che non riesce a scrollarsi di dosso la paura di perdere tutto ciò che gli sta a cuore. Non ti azzardi nemmeno a condividere con lui questa tua geniale scoperta, com’è ovvio, ma non puoi non essere compiaciuto di te stesso.

“Stiles –“

“No,” dici senza neanche rendertene conto e Lydia ti guarda, interrogativa. No, non puoi lasciare che succeda, non puoi lasciare che Derek muoia, non prima di aver avuto l’opportunità di fargli capire quanto simili siate in realtà, tu e lui. Non puoi lasciare che muoia senza avergli urlato contro che è un idiota ad allontanare la gente a questo modo, che non ha bisogno di tenere lontano te e che può provarci, se gli fa piacere, ma tu non te ne andrai solo perché lui ha paura. Non può morire senza che tu gli dica quanto tu abbia voglia di restare, restare per davvero, e provare ad abbandonare gli insulti per passare a qualcos’altro.

“Lui non morirà,” dici con voce decisa e sai che farai di tutto per far sì che sia così. Perché non puoi lasciarlo andare adesso che hai capito che, in fondo, sei sempre stato attratto da lui.

Derek non è come gli altri, e di certo non è un essere umano normale, licantropia a parte. Ma non lo sei neanche tu. Siete due persone sole, che funzionano in un modo incomprensibile alla gente normale, e per anni vi siete rifiutati di ammetterlo, ma la verità è che da quando vi siete incontrati non siete più stati soli. Siete stati soli insieme, forse, o forse la solitudine si è un po’ mitigata nel tempo, e ammetti di essere egoista quando pensi che non puoi perdere la persona che riempie la tua solitudine con la sua sola presenza.

E allora corri via, le chiavi della Jeep strette in mano, lasciando Lydia senza neanche una spiegazione. Lei capirà, capisce sempre. Monti in auto e lotti contro l’accensione prima di sentire il borbottio del motore; spingi sull’acceleratore e guidi più veloce che puoi nelle strade deserte di Beacon Hills. Un quarto di luna illumina, flebile, la notte buia, rischiarando il cielo nero dove neanche una stella fa capolino. La sua luce illumina la strada che percorri, le dita che tamburellano sul volante, e non riesci a smettere di pensare che forse dovresti avvertire Scott, che probabilmente Derek ascolterebbe lui più di quanto ascolterebbe te. Sai che non c’è tempo, però, e che con ogni probabilità Lydia starà già parlando al telefono con il tuo migliore amico. Per quanto riguarda Derek, farai in modo di farti ascoltare. Deve farlo, deve, almeno per questa volta. Solamente per questa volta.

Forse potresti chiedere aiuto a Peter. Per quanto tu non riesca a fidarti di lui, devi ammettere che è improbabile che lasci morire Derek senza aver neanche provato a proteggerlo. È suo zio, dopotutto, e Derek è l’unica famiglia che gli sia rimasta – senza considerare Cora, ancora una volta lontana da Beacon Hills.

La periferia della città è buia e tetra a quest’ora della notte e un brivido ti corre lungo la schiena mentre l’attraversi. L’edificio che stai cercando si materializza davanti ai tuoi occhi, lugubre e devastato dal tempo, e non ti curi di parcheggiare correttamente. Abbandoni la Jeep di corsa, varcando il portone sempre aperto di quel gigante di cemento, e ignori l’ascensore pensando che ti ci vorrebbe una vita per arrivare in cima. Imbocchi le scale, saltando i gradini a piè pari, e nonostante i tuoi polmoni brucino per lo sforzo non te ne curi. Arrivato in cima, bussi alla porta di ferro con tanta violenza che se qualcuno vivesse nelle vicinanze ti avrebbe già denunciato alla polizia.

I secondi passano, lenti, e tu non senti niente. Appoggi le mani sulle gambe e ti pieghi su te stesso, cercando di regolarizzare il respiro e pensando a dove altro Derek possa essere, adesso. Avevi così dato per scontato che fosse in casa che non hai pensato neanche a chiamarlo sul cellulare, prima, per assicurarti che fosse lì, e –

La porta si apre piano e tu alzi lo sguardo, trovandoti davanti a un Derek assonnato e apparentemente infastidito. Che se la faccia passare, non hai tempo per le sue paturnie adesso.

Lo superi senza dire una parola, il respiro ancora troppo veloce, e chiudi gli occhi per un momento mentre cerchi di trovare parole adatte a spiegare questa tua visita improvvisa. La verità è che, per una volta, sei a corto di idee. Le parole sembrano non venirti in soccorso, e persino il tuo brillante cervello si rifiuta di collaborare. Tutto ciò cui riesci a pensare è Derek, e Ti prego non morire, ma dubiti che sia adatto alla circostanza.

“Abbiamo sbloccato la terza parte della lista,” dici piano e senti i suoi occhi su di te, pieni di mute domande. Lo conosci abbastanza da sapere che aspetterà una spiegazione prima di chiederti ciò che vorrebbe, non è mai stato tipo da scavalcare gli altri in un discorso. “Lydia ne stamperà un paio di copie, e cercheremo di capire come diamine fare a evitare che qualcun altro si faccia del male.”

Soprattutto tu.

“Il nome,” Derek dice, e non è una domanda. “Il nome che ha sbloccato la lista.”

Ti volti a guardarlo negli occhi e deve intuire qualcosa, dai tuoi e dall’odore di paura che di certo emani, perché non completa la frase, non ti chiede di chi sia il nome che ha funzionato come chiave per decifrare il codice. Respiri pesantemente, ma non più per lo sforzo; non sai se sei in grado di dirglielo. Non sai se sei in grado di dirgli quello che Lydia ha scoperto senza accasciarti al suolo in preda a un attacco di panico così forte da dover ricorrere a dei tranquillanti per mandarlo via.

“Stiles – “

Le parole gli muoiono in gola e tu sai che, in qualche modo e per non si sa quale assurdo motivo, ha capito. Scuoti la testa, prima piano e poi con più veemenza, mentre ti mordi le labbra così forte da farle sanguinare. Non puoi lasciare che accada.

“Va bene,” lo senti dire in un sussurro mentre tende una mano verso di te, come se volesse sfiorarti, rassicurarti che è davvero così. “È okay.”

No, non lo è. Non è okay e lo sa anche lui, quello che non sa è quanto non sia okay per te. Quello che non sa è che ti getteresti in pasto a un mostro indefinito per far sì che a lui non accada nulla di male. Quello che non sa è che se dovesse succedergli qualcosa, probabilmente non riusciresti a riprenderti mai più.

Perché a lui ci tieni, anche se non glielo hai mai detto. Anche se hai sempre dimostrato il contrario. È entrato a far parte della tua vita, inaspettato, con irruenza, e adesso non puoi lasciare che se ne vada senza neanche lottare.

Le sue dita ti sfiorano una spalla, delicate e fresche, e ti senti stupido ma non puoi trattenerti. Con uno slancio lo abbracci, lo stringi forte, così forte che se non fosse un licantropo si sarebbe già fatto almeno un po’ male, e chiudi gli occhi mentre per la prima volta inspiri il suo profumo da così vicino. Dopo un momento di sorpresa, o forse di esitazione, Derek porta le sue braccia attorno a te e ti stringe di rimando, piano, perché se non si controllasse finirebbe per farti del male.

Gli dici che non puoi lasciare che muoia. Glielo dici in un sussurro rotto dalle lacrime che minacciano di uscire, glielo ripeti come se fosse l’unica cosa capace di tenerti ancorato alla realtà. Lui ti accarezza la schiena e non parla, lascia che la paura fluisca da te completamente, lasciandoti spossato e senza forze.

Ti dice che non succederà. Che non ha intenzione di andare da nessuna parte, che ha ancora alcune cose inconcluse nella sua vita di cui deve occuparsi prima di tirare le cuoia. Ti strappa una risata senza gioia e si becca un pugno sul braccio, ma non ti lascia andare.

Non gli dici che lo ami, perché non sai se sia davvero così. Non ancora. Gli dici, invece, che non vuoi perderlo, che hai bisogno di più tempo per capire cosa, oltre alla repulsione, provi davvero nei suoi confronti. Derek ride nel buio e giura che farà di tutto per concederti tutto il tempo di cui hai bisogno, perché in fondo non sei così brillante come credi di essere.

Adesso, se questo fosse un film, sarebbe il momento in cui Derek dovrebbe baciarti.

Ma questo non è un film, e Derek ti conosce abbastanza da capire che un bacio ti manderebbe in shock, nello stato in cui ti trovi. Tu conosci lui abbastanza da sapere che non farebbe mai nulla per farti del male.

Sei così stanco che non ti opponi neanche quando ti offre il suo letto per riposare, e quando ti sdrai sul materasso morbido non riesci più a tenere gli occhi aperti. Li socchiudi, piano, e puoi vedere Derek spostare una poltrona vicino al tuo lato del letto prima di lasciarcisi cadere con un sospiro stanco.

Ti rendi conto che non sei l’unico ad aver bisogno di tempo per analizzare bene quello che sta succedendo tra di voi. Quasi quattro anni e nessuno di voi due ha mai avuto il coraggio di guardarsi dentro e cercare di capire. Siete ridicoli.

Ma siete fatti così. Due esseri umani fuori dalla norma, che di normale hanno ben poco, e va più che bene così.

Avete ancora questioni in sospeso da risolvere – assassini assoldati da un fantomatico Benefattore, un branco di lupi morti nel bosco, Banshee impiccate, un vice sceriffo che non ha idea di essere lui stesso un non bene identificato essere soprannaturale – prima di potervi dedicare a quella che secondo te è la più importante.

Un passo alla volta.

Ti addormenti in quel letto che profuma di Derek, la paura attenuata ma non del tutto scomparsa. Ti addormenti e per la prima volta da tempo non sogni nulla, niente incubi che ti svegliano in un bagno di sudore, niente urla. Dormi come un bambino e sai, con matematica certezza, che lo devi a lui, e speri che questa notte sia solo la prima di molte, molte altre.

Derek ti ha promesso del tempo, e Derek mantiene sempre le sue promesse. 
   
 
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