ARROW’S GIRL.

OLIVER

-    Auch!-
-    Alzati Felicity!-
-    Con calma e per piacere…-
-    Muoviti!-
-    Ok, ok. Mi alzo… .-
Appeso alla sbarra, osservo la scena dall’alto. 
Sara allena Felicity ogni giorno da un mese ormai.
Sospiro.
Felicity, la IT girl, la ragazza timida ed impaurita, la ragazza che balbetta quando è in imbarazzo, è “ Honey “, la nuova eroina di Starling City.
La tristezza mi invade a ricordare la sera in cui l’ho scoperto…

Perfetto Joker è stato appena consegnato al detective Lance.
Ha un grosso punto interrogativo disegnato in faccia vista la presenza di Felicity in veste da eroina. Non ha fatto domande ma alterna spesso lo sguardo tra Sara e Felicity. Sara lo tranquillizza con un sorriso e lui torna ad occuparsi degli arresti.
Torniamo al covo tutti un po’ nervosi. forse sanno già la scenata che li aspetta una volta chiusa la porta.
Ad entrare nel covo sono l’ultimo. Tutti si stanno cambiando, tranne Felicity. E’ in piedi avanti alla sua postazione e credo stia terminando qualche lavoro trascurato in precedenza.
Sto per cominciare ad urlare quando lei, sentendo i miei passi, si volta e si appoggia alla scrivania a mo’ di sfida.
Mi fermo ad osservarla più del dovuto. Indossa ancora la maschera e quelle labbra tinte di un rosso peccaminoso risaltano sul verde.
Quelle labbra… mi ha baciato e mi sono sentito in paradiso ma al contempo all’inferno.
Non posso accettare questa situazione, è troppo pericoloso per lei e anche se Sara l’ha addestrata in questi otto mesi non è abbastanza.
Ho paura.
Paura che le facciano del male. Paura che prenda delle decisioni azzardate.
Sospiro pesantemente.
-    Avanti Oliver. ia il dente, via il dolore. –
-    Felicity… Questa cosa è assurda… Da quanto tempo sei in campo? –
-    Qualche mese. – Strabuzzo gli occhi e mi giro verso Sara.
-    Come hai potuto permetterlo?? Ti avevo chiesto di tenerla d’occhio non di farla diventare questo. – Con la mano indico Felicity. 
-    Ei, prenditela con me. Sara non ha colpe. –
-    Bene. Questa storia deve finire. – 
-    E’ la mia vita. Sono le mie scelte. –
Perfetto. 
Senza dir niente vado via, ancora nelle vesti di Arrow.

Preso dai ricordi, lascio andare la presa sulla sbarra quando un urlo arriva alle mie orecchie riportandomi alla realtà.
E fu così, che mi ritrovai sul freddo pavimento del covo con il lato destro dolorante.
‘ Maledizione, fa che non mi abbiano visto.’
-    Amico, stai bene? – 
‘ Come non detto.’ Diggle mi guarda dall’alto al basso porgendomi una mano. La afferro e faccio leva per alzarmi.
-    Si Dig. Tutto ok. – 
Poso per un attimo gli occhi su Felicity che, ancora seduta per terra, si massaggia la parte dolorante causata dalla caduta.
Il mio sguardo non deve essere dei migliori visto che appena incontra i miei occhi sobbalza cercando di trovare qualcosa di interessante nella porta del bagno.
Sospiro. 
Non tornerà mai indietro ed io nell’arco di questo mese, non so quante volte sono morto vedendola in azione. Prima o poi il mio cuore verrà meno.
Guardo distrattamente l’orologio e mi accorgo che avremmo dovuto iniziare la ronda già un po’.
-    E’ tardi. Preparatevi. –
Tutti annuiscono ed indossano i loro travestimenti. Sorrido debolmente quando vedo Felicity trafficare con il suo nuovo gioccattolino.
Un piccolo computer-bracciale ideato dai laboratori S.T.A.R., ideale per lei che così può stare in campo senza abbandonare il suo vecchio incarico nel team.
-    Bene. Allora Roy e Laurel visto che ve la siete presa comoda, controllate la zona dei ricconi. – sbuffano sonoramente. – Diggle tu vai con… -
-    Me! – Oh Sara. Perché fai così la stronza? 
Stringo la mascella.
-    Diggle vai con Sara. Controllate i parchi, i locali. Insomma, occhi aperti. – annuiscono. – Felicity, segui me. -  annuisce con vigore. – Auricolari sempre collegati. Se ci sono problemi chiamate. –
-    Auricolari collegati. – Felicity sorride soddisfatta. 
-    Andiamo. –
‘ E speriamo che sia una notte tranquilla.’ 


FELICITY.

‘ Ok Felicity, calma. E’ solo una ronda. Resta concentrata.’
Sto ripetendo questa frase da un’ora ormai.
Ultimamente la vicinanza di Oliver mi rende nervosa, forse perché ad essere nervoso è proprio lui.
E’ un mese ormai che le nostre conversazioni sono solo ed esclusivamente limitate al lavoro ed alcune volte mi sembra che cerchi di evitare anche quei momenti.
‘ Ma cosa diavolo mi è venuto in mente?? Se avevo una qualche remota possibilità, ora anche quella è svanita. Stupida stupida stupida stupida.’
-    Chi è stupida? –
-    Mh..?? –
-    Hai ripetuto ‘stupida’ molte volte… -
-    Oh… no io.. io mi riferivo alla …alla… alle gente. Si. La gente. è stupida. –
-    Mh… e per quale assurdo motivo?- 
‘Merda.’ 
-    Perché si. – 
Oliver alza un sopracciglio come per dire ‘ Non me la racconti giusta’ ed io spero vivamente che non cerchi di approfondire l’argomento.
Torno a prestare attenzione alla strada. Oggi sembra tutto molto tranquillo così decidiamo di dirigerci dagli altri al solito posto, ovvero il retro della centrale di polizia.
E’ così che ultimamente ci teniamo in contatto con Lance, andiamo praticamente a trovarlo a lavoro.
‘Siamo i primi’ penso quando ci appoggiamo al muro.
Nessuno dei due parla. So che è ancora arrabbiato con me, ma non può portarmi il broncio per sempre. no?
Sospiro.
-    Senti Oliver… - si volta a guardarmi. - …so che non è il momento… ma..-
Si avvicina a me. Troppo vicino.
-    Shh…ascolta… -
Tendo l’orecchio, ma mi risulta difficile con lui a tre cm dal mio volto. Poi le urla dall’interno del distretto ci fanno sobbalzare.
Corriamo verso l’entrata. 
‘Cosa diamine è successo?’ 
Gli uffici sono praticamente sotto sopra. Un gruppo di ragazzi in arresto si sono ribellati e stanno creando il caos.
Cerchiamo di limitare i danni, ma questi teppisti non vogliono proprio saperne di calmarsi.
Ne ho contati sei. 
Io riesco ad atterrarne due. 
Oliver è occupato con uno più grosso degli altri e quindi non si accorge di quello che scappa dalla porta principale così lo seguo.
-    Fermo!- Il ragazzo non obbedisce e per garantirsi una via di fuga, prende in ostaggio una passante.
-    Non ti avvicinare o la ammazzo. –  Solo ora vedo la pistola che punta alla fronte della poveretta.
-    Getta la pistola. –
Come se non bastasse, la gente si accalca intorno. Il ragazzo si guarda intorno ora un po’ impaurito.
-    Abbassa la pistola. Ora. – faccio qualche passo verso di lui.
-    NON TI AVVICINARE O SPARO.-
-    Stai calmo. Lascia andare la ragazza. – 
Azzardo un altro passo e lui preme la pistola sulla tempia della ragazza ormai in lacrime.
-    Cosa vuoi?-
-    Una via di fuga. – 
-    Ok, va bene… abbassa l’arma… - Sembra fidarsi e allontana l’arma.
-    FERMO!-
Mi volto verso la fonte della voce. E’ Canary.
La paura si impossessa del ragazzo e tutto accade molto rapidamente. 
Punta di nuovo la pistola alla testa della ragazza ed io mi lancio verso di lui bloccandogli il braccio verso l’alto.
Parte un colpo e sento la gente urlare.
Riesco a disarmarlo e lo colpisco ripetutamente al volto. Cerca di colpirmi ma non ci riesce così con un calcio lo stendo.
Mi dirigo verso la ragazza assicurandomi che stia bene e poi sento qualcuno fare una domanda.
-    Chi è quella? – 
-    E’ Honey. – 
Mi volto verso l’entrata dell’edificio. Oliver mi guarda. L’aria orgogliosa.
-    Sta con voi?? – Domanda qualcuno
-    No. – Come come come??? – Lei sta con me. – 
Alzo di nuovo lo sguardo su Oliver. Mi sorride facendomi l' occhialino.
Ed è così che tutti cominciarono a parlare di Honey che Starling City ribattezzò Arrow’s girl .



ANGOLO AUTRICE:
Salve gente.
Innanzitutto, grazie a chi è arrivato alla fine e poi
grazie a coloro che hanno letto la mia precendente storia 'Honey'.
Da come si è capito, diventerà una raccolta.
Non faccio una storia a più capitoli per paura di 
non portarla a termine.
Bhè. Basta parlare a vanvera.

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Via con i pomodori.