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Autore: alice frost    04/08/2014    0 recensioni
Lakari è un ex agente dello SHIELD. Diede le dimissioni per motivi noti solo a pochi. È una ragazza solitaria, che ha vissuto nell'odio, nella rabbia, e nella paura. Ma con il passare del tempo è riuscita a dimenticare i brutti momenti e ad andare avanti, riuscendo a controllarsi. Ma lo SHIELD avrà bisogno di lei quando Loki attaccherà Manhattan, e dovrà ricorrere alla sua vera identità per sconfiggere i Kitauri. E forse il suo cuore ormai insensibile potrebbe tornare a vivere.
NB: NON FATEVI INGANNARE DALLE APPARENZE! I PRIMI CAPITOLI SARANNO ANCHE UGUALI AL FILM, MA DAL QUARTO CAPITOLO CAMBIA QUASI TUTTO!!
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Agente Phil Coulson, Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lontano dalla città, in un laboratorio abbandonato e sottoterra, c’era gran fermento. Scienziati facevano avanti e indietro controllando computer e macchinari. Uno di questi scienziati stava lavorando al più grosso dei macchinari, e dava istruzioni ai suoi aiutanti
-Mettilo lì- disse ad uno di loro. Poi si rivolse ad un uomo oltre il muro di vetro, che indossava una divisa dello SHIELD e controllava dei dati su di un palmare
-Dove hai trovato tutte queste persone?- gli chiese sorridendo
-Lo SHIELD non è a corto di nemici Dottore- rispose l’uomo. Le due persone in questione erano il Dottor Eric Selvig, scienziato dello SHIELD, e l’agente Clint Barton, detto anche Occhio di Falco. L’agente mostrò lo schermo del palmare al Dottore
-È questo che le serve?- gli domandò. Il Dottore guardò l’immagine dell’elemento e annuì
-Sì, l’Iridio. Si trova nei meteoriti, produce antiprotoni. È difficilissimo da trovare- disse lo scienziato
-Soprattutto se lo SHIELD sa che le serve- aggiunse Barton
-Io non lo sapevo!- ribattè il Dottore sorridendo. Poi, da dietro le spalle di Barton, si avvicinò una figura alta, vestita con una specie di armatura verde e nera. Aveva lunghi capelli neri tenuti indietro, zigomi marcati. In una mano teneva uno scettro appuntito, alla cui sommità riluceva un piccolo globo blu. Il Dottore gli sorrise
-Ehi, il Tesseract mi ha mostrato tantissime cose, è più che conoscenza, è verità!- gli disse. L’uomo sorrise
-Lo so- rispose pacato, poi si rivolse a Barton
-Cosa ti ha mostrato, agente Barton?- gli domandò. Barton si voltò verso di lui
-Il prossimo obbiettivo- rispose
-Dimmi cosa ti occorre- gli disse l’uomo. Barton si avviò verso un tavolo e aprì la scatola nera che c’era sopra, tirandone fuori il suo arco ripiegabile
-Mi serve un diversivo…- disse, e fece scattare l’arco -…e un bulbo oculare-

Lakari era in Sala di Comando, insieme al Capitano e a Coulson. Quest’ultimo stava chiedendo a Steve se poteva autografargli le figurine
-Sempre se per lei non è un disturbo- disse Coulson
-No no, va bene- rispose Rogers. Rimasero un attimo in silenzio. Lakari cercava di non ridere
-È una collezione vintage, ci ho messo un paio d’anni a collezionarle. Nuove di zecca, appena sbiadite sul bordo…- continuò Coulson, ma venne interrotto da uno degli agenti che stavano cercando attraverso il riconoscimento facciale il dio causa di tutto quel casino
-Ne abbiamo uno- esclamò. Steve e Lakari si guardarono ansiosi e seguirono Coulson dall’agente
-Coincide al 60%-  continuò. Fury si avvicinò a loro
-Controllo incrociato, 69%- disse ancora
-Località?- gli chiese Coulson
-Stoccarda, Germania. 28, Könik Straβe- rispose quello
-Non si sta proprio nascondendo- commentò Lakari
-Capitano- chiamò Fury. Steve si voltò verso lui
-Ci siamo- continuò. Steve annuì, e andò a prepararsi.
-Signore, chiedo il permesso di accompagnare il Capitano nella missione- chiese Lakari a Fury
-Ci penserà l’agente Romanoff, tu rimarrai qui ad aiutare Banner- rispose il Direttore
-Ma Signore, potrei essere utile lì sul campo, ho acquisito abbastanza controllo sul…- cercò di ribattere la ragazza, ma Fury la interruppe
-Niente ma, agente Andhera, non corriamo rischi. Sono stato chiaro?- disse con voce ferma. Lakari s’incupì
-Sì, Signore- rispose piatta. Ma lei non aveva alcuna intenzione di dargli ascolto. Disse che tornava in laboratorio, ma invece andò in camera sua. Dal comodino prese la sua pistola, giusto per emergenze, e la assicurò alla cintura. Poi uscì e si diresse verso l’hangard. Per strada incontrò Steve e Natasha
-Salve ragazzi- disse, e loro si voltarono sorpresi
-Lakari che ci fai qui?! Non dovevi essere da Banner?!- chiese stupita Natasha
-Con Loki a piede libero per la Germania e che si mette in mostra? Scordatevelo- rispose
-Farai meglio a non farti vedere dagli altri agenti che ci accompagnano allora- disse Steve, che ora indossava la sua divisa da Capitan America
-Nessun problema- disse, le si illuminarono un attimo gli occhi, poi la ragazza scomparve sotto i loro occhi. I due sgranarono gli occhi
-Mimetismo, lo adoro- disse la voce di Lakari -Andate pure avanti, sono dietro di voi-
Il Capitano e Natasha continuarono a camminare, con Lakari alle loro spalle, invisibile.

In un lussuoso palazzo a Stoccarda, al 28 Könik Straβe, si stava svolgendo un ballo di gala. Una musica dolce e melodiosa risuonava per il grande atrio. Gli invitati parlavano allegramente fra loro.

Fuori dal palazzo, due guardie vennero messe a nanna da delle frecce addormentanti, e tre agenti dello SHIELD corrotti dal Tesseract guidati da Barton si diressero verso una porta laterale, e ad essa attaccarono un marchingegno munito di un piccolo schermo.

Nel cielo sopra la Germania volava veloce un jet dello SHIELD, con a bordo due agenti, Natasha Romanoff, il Capitano Rogers, e una Lakari in incognito. Giunti sopra la città di Stoccarda, la ragazza, sempre ricorrendo al mimetismo, scivolò verso il portellone del jet, lo aprì di poco senza farsi notare, uscì fuori rimanendo in equilibrio sul bordo, chiuse il portellone, spiegò le grandi ali che si confondevano con i colori della notte e si lanciò giù, per atterrare sulla cima di un palazzo che dava sulla stessa piazza del teatro, nascondendosi.

All’interno del teatro, lo stesso uomo che lo SHIELD aveva rintracciato scendeva le ampie scale che portavano nel salone, vestito con lo smocking, una sciarpa di seta oro con rifiniture nere sulle spalle, e un bastone da passeggio in oro con una pietra blu sulla cima. Arrivò alla fine dello scalone, fece roteare in aria il suo bastone e con esso colpì in viso una guardia della sicurezza, che cadde a terra. Gli invitati esclamarono stupefatti. L’uomo si diresse verso un signore di mezza età, lo prese per il collo e lo trasportò verso un tavolo, mentre le persone cominciavano ad allontanarsi, spaventate. L’uomo capovolse il signore sul tavolo, e dalla giacca tirò fuori uno  strano aggeggio a tre punte che fece scattare.
Nello stesso momento, Barton tirò fuori una copia esatta dello strumento, e lo poggiò sul piccolo schermo davanti a sé.
L’uomo accese l’aggeggio, e lo piantò nell’occhio del povero signore. La gente presente cominciò a urlare e a scappare fuori. L’uomo li guardava con un sorriso da pazzo in volto.
Barton finì di raccogliere l’Iridio, raccolse il contenitore, e insieme ai suoi uomini sloggiò.
L’uomo staccò l’aggeggio dal viso del signore e lo rimise in tasca. Poi, con passo solenne, si diresse fuori, verso la piazza. Gli comparve addosso la sua armatura, con aggiunta di elmo con le corna in oro, e il bastone ritornò scettro. Scese in strada, dove una macchina della polizia stava arrivando. Lui le puntò contro lo scettro, da cui scaturì un raggio di energia azzurra che fece cappottare l’auto. La gente continuava a scappare, ma un immagine dell’uomo si parò davanti a loro, sbarrando la strada
-Inginocchiatevi- disse perentorio. La massa di gente cercò di scappare da un altro lato e un altro ancora, ma altre due immagini dell’uomo sbarrarono loro la strada
-In ginocchio- ripetè l’uomo, sbattendo a terra lo scettro e facendolo illuminare anche alle tre immagini
-ORA!- urlò. La folla si fermò e calò il silenzio. Piano, si inginocchiarono. L’uomo sorrise soddisfatto. Con calma, cominciò a camminare tra la gente
-Non vi sembra, semplice?- cominciò -Non è questo il vostro stato naturale? È la verità taciuta dell’umanità, voi bramate l’asservimento. Il luminoso richiamo della libertà riduce la gioia della vostra vita ad un folle combattimento per il potere, per un’identità. Voi siete nati per essere governati. Alla fine- fece una pausa -Vi inginocchierete sempre- concluse, sorridendo. Ma ad un tratto un uomo, un vecchio, si alzò, sfidando il dio
-Non davanti a uomini come te- disse. Il dio sorrise
-Non esistono uomini come me- rispose
-Esistono sempre uomini come te- ribattè il vecchio. Il dio si infastidì
-La saggia voce del popolo- disse, e puntò verso il vecchio il suo scettro -Che lui sia d’esempio- e lanciò un raggio azzurro verso il poveretto. Ma all’ultimo secondo, qualcuno si parò davanti al vecchio con uno scudo, rispedendo il colpo al mittente. Quel qualcuno si alzò: era il Capitano
-Sai, l’ultima volta che sono stato in Germania, e ho visto un uomo innalzarsi su tutti gli altri, abbiamo scelto il dissenso- disse. Il dio si rialzò, appoggiandosi allo scettro, ridendo
-Il soldato, l’uomo senza tempo- disse guardando il Capitano
-A te ne è rimasto poco di tempo- gli rispose questo, e alle sue spalle volò il jet dello SHIELD. Natasha schiacciò un comando e dal fondo del jet uscì una mitragliatrice
-Loki, getta l’arma e arrenditi- disse la donna nell’altoparlante. Ma appena pronunciate queste parole, Loki lanciò un raggio azzurro dallo scettro verso il jet, e Natasha lo schivò per un pelo. Steve lanciò il suo scudo verso Loki e lo colpì sulla spalla, riprese lo scudo al volo e cominciò a combattere con il dio. Loki gli fece balzare via lo scudo e tenne a terra Rogers con il fondo dello scettro
-In ginocchio- gli intimò
-Non oggi!- ribattè il Capitano, e ripresero a combattere.
Natasha, sul jet, cercava di prendere la mira, senza riuscirci
-Si sposta continuamente- disse tra sé. Poi una voce conosciuta gli risuonò nell’auricolare
-Agente Romanoff. Ti sono mancato?- disse la voce. Sullo schermo di comando apparve la scritta “PA SYSTEM OVERRIDE”, e la canzone “High Way To Hell” risuonò nel jet. Natasha sorrise. Tony Stark, nella sua armatura da Iron Man, sfrecciò sopra di loro. Ma non fece in tempo ad agire. Loki lo aveva visto, e lanciò verso di lui un raggio azzurrognolo, che lo prese su una gamba facendolo cadere a terra. Loki sorrise soddisfatto
-Siete finiti, non avete scampo- disse. Il Capitano, a terra dolorante, lo guardò con aria di sfida
-Non è vero, le nostre risorse non sono terminate- disse, si voltò verso il palazzo dietro di sé. Loki non fece in tempo accorgersene che qualcosa di molto veloce e nero con grandi occhi luminosi si abbattè su di lui, scaraventandolo sullo scalone d’entrata del teatro. Lakari atterrò poco lontano frenando, e ritrasse le ali in men che non si dica, sorridendo maliziosa. Nel frattempo Tony era riuscito a rialzarsi, e puntò tutto l’arsenale dell’armatura verso Loki, che si era messo seduto
-Fa la tua mossa piccolo cervo- gli intimò. Loki li guardò. Il Capitano aveva affiancato il tipo con l’armatura, e una ragazza dai lunghi capelli castani si era avvicinata a loro, e lo guardava intensamente. Qualcosa nei suoi occhi lo convinse ad arrendersi. Mantello ed elmo scomparvero, e Loki alzò le mani in segno di resa
-Bella mossa- disse Tony, e ritirò l’arsenale.
-Signor Stark- salutò Rogers
-Capitano- rispose Tony. Lakari si avvicinò ancora
-Salve signor Stark- salutò lei
-Salve agente. Carino il trucchetto- disse Tony. Lakari sorrise. Il jet atterrò, e due agenti scesero, ammanettarono Loki e lo portarono a bordo. Furono seguiti dal trio. Prima di salire Steve fermò per una spalla Lakari
-Bel lavoro, grazie- le disse. Lei gli sorrise, poi salirono anche loro, il portellone del jet  venne chiuso e decollarono.


N.d.a.
Saaaalve! Ho scritto molto in questo capitolo, ma Stoccarda è mooolto importante! Finalmente entra in scena anche il nostro amatissimo Loki!
Che altro posso dire? Grazie a chi legge! Mi è un po' dispiaciuto che nessuno abbia recensito lo scorso capitolo. Quindi non sto qui a ricordarvi di recensire.
Ci vediamo domenica prossima!
Baci
-a.f.


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