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Autore: Ekija89    04/08/2014    2 recensioni
“Ok, te lo dico lo stesso,” riprende lei pochi secondi dopo. “A quanto pare ieri l’ha chiamato il suo ex. A quanto ho potuto capire è un bastardo che lo ha solo usato, e ora ha chiamato per avvertirlo che ci sarà anche lui al matrimonio del fratello di Blaine.”
“Non capisco,può essere fastidioso, ma non così scioccante.
“Aspetta, non è finita. Lui l’ha chiamato per dirgli che lo rivuole e Blaine era talmente sconvolto che si è inventato di avere un fidanzato che lo avrebbe accompagnato, ma non ha nessuno. Non si sa bene come, la notizia è arrivata subito alla sua famiglia e suo fratello gli ha mandato un messaggio per dirgli che ha aggiunto un posto, ma che avrebbe dovuto avvertire prima. Così ora lui è rimasto fregato, farà una figuraccia con la sua famiglia e finirà tra le grinfie dell’ex che, a quanto pare è irresistibile,” sciorina Rachel, che non vedeva l’ora di condividere le informazioni.
“Devo ammettere che si è cacciato proprio in un bel guaio. Sembra la trama di una telenovela argentina!” dico, alzandomi dal divano mentre continuo a pensare alla sua situazione. “Magari qualche suo amico può fingersi il suo ragazzo."
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Cooper Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

                                                                                                                                                         

“Sono stanchissima,” sospira Rachel, lasciandosi cadere sul divano di fianco a me.
“Giornata pesante al lavoro?” le chiedo, alzando gli occhi dal mio libro.
“Puoi dirlo forte. Oggi avevo un doppio turno e non abbiamo avuto un attimo di tregua. I clienti continuavano a farci richieste e si trattava quasi sempre delle stesse canzoni. Pensa che abbiamo dovuto trattenere Santana dal picchiare un cliente quando ci ha chiesto di cantare per la quinta volta I will always
love you
.”
“Dovevate aspettarvelo, dopotutto oggi è San Valentino,” le dico, sorridendo al pensiero di quello che stava per fare Santana.
“Già, oggi è la festa degli innamorati e noi non abbiamo uno straccio di ragazzo con cui festeggiare.”
“Potevi sempre continuare ad uscire con quel Brody.”
“Ma se eri tu il primo a cui non piaceva,” dice alzando gli occhi al cielo, “e poi lo sai che girano delle voci su una sua presunta storia con la July e con un altro paio di insegnanti della Nyada.”
“Magari per San Valentino ti avrebbe proposto un po’ di sesso di gruppo,” la prendo in giro, cercando di ritrovare il segno sul mio libro.
“Ah ah. Ma a proposito di gruppo…che ne diresti di una bella uscita con i ragazzi stasera?” dice mettendo su un sorrisetto furbo.
“E chi sarebbero questi ragazzi?”
“I ragazzi del lavoro, sai Jack, Santana, Dani…Blaine” dice, abbassando il tono di voce sull’ultimo nome.
“Mi chiedono spesso di te. Sai, anche se non lavori più con noi potresti passare a trovarci qualche volta,” continua poi, cercando di distrarmi.
“Quindi tu stasera vorrestifare un uscita di gruppo. Non è solo una scusa per presentarmi quel Blaine?”
“Certo che no, anche se uscendo insieme sarebbe scortese non presentarsi. Poi se vi doveste piacere potresti sempre farmi un segno e noi…”
“Rachel,” la interrompo, chiudendo definitivamente il mio libro e alzandomi in piedi. “Quante volte devo dirti che non devi organizzarmi appuntamenti?”
“Ma Kurt, sono sicurissima che Blaine ti piacerebbe, e poi sei uscito con pochissimi ragazzi da quando sei a New York.”
“Se non vado errato me li hai presentati quasi tutti tu, e guarda con che risultati. Ti sembra che io stia ancora uscendo con qualcuno di loro? E poi non mi risulta che tu sia uscita con molti ragazzi.”
“No, ma…io…”
“Basta Rachel, facciamo un patto: quando tu ti deciderai a chiarire con quello stupido di mio fratello, allora io accetterò di uscire con i ragazzi che mi vuoi presentare.” Lei apre la bocca per dire qualcosa, ma poi la richiude e abbassa lo sguardo. Forse ho un po’ esagerato. Poso il libro sul tavolino e mi siedo vicino a lei.
“So che può sembrare stupido,” dice lei a bassa voce “ma ci sono tante cose irrisolte tra noi. E poi c’è la distanza, io qui ho la scuola e il lavoro e le prove del musical…”
“Lo so,” le dico, poggiandole una mano sul ginocchio.
“Ma so che un giorno ce la faremo. Primo o poi sarà il nostro momento,” aggiunge poi, rialzando la testa. “Lui diventerà un bravissimo professore e io sarò una grande star. Un giorno verrà alla prima del mio spettacolo e mi aspetterà all’uscita con un mazzo di fiori. A quel punto ci guarderemo negli occhi e sarà come se questi anni non fossero mai passati, come se non ci fossimo mai lasciati. È questo il motivo per il quale non esco molto con i ragazzi, mi sento in colpa perché è come se avessi già una relazione.”
“Questo è anche il motivo per cui io non voglio uscire con tutti questi ragazzi,” le dico dopo qualche secondo di silenzio.
Lei mi guarda confusa.
“Non voglio sedermi in un ristorante sforzandomi di trovare un argomento di conversazione,” continuo allora io. “Credo nell’amore a prima vista. Voglio incontrare una persona per caso e sentirmi attratto da lui e scoprire che abbiamo qualcosa in comune; voglio un’impacciata richiesta di appuntamento e voglio avere la certezza che hai tu. La certezza di amarlo e di voler passare tutta la mia vita con lui.”
Rachel mi guarda un attimo, poi si alza e mi poggia una mano sulla spalla. “D’accordo, prometto di non provare più a organizzarti appuntamenti al buio. Però tu dovresti uscire un po’ più di casa per incontrare questo principe azzurro.”
“Ci penserò, ma oggi non sono proprio in vena,” le dico sprofondando nel divano. “E poi ho ancora da studiare.”
“Okok, per questa volta passi, ma la prossima non voglio sentire ragioni, a costo di trascinarti in un locale con il tuo pigiamino e i capelli arruffati.”
“Strega,” le grido, mentre si dirige verso il bagno. Lei mi lancia un bacio prima di chiudersi la porta alle spalle. Poco dopo sento il rumore dell’acqua della doccia e prendo il mio libro per ricominciare a studiare.
Circa un’ora dopo, una Rachel messa in tiro mi compare davanti.
“Allora, come sto?” mi chiede facendo una piroetta.
“Benissimo, soprattutto considerando come ti conciavi un paio di anni fa.”
Lei mi fa una linguaccia e poi prende il cappotto dall’appendiabiti. “Sei proprio sicuro di non voler venire?”
Chiede quando è ormai sulla porta.
“Sicurissimo. Finirò questo capitolo, poi farò il mio rituale di idratazione e andrò a letto.”
“Ok nonno,” mi saluta lei. “Non aspettarmi alzato.”
“Stai certa che non lo farò.”
Quando rimango finalmente solo mi concentro sul capitolo. Non ci metto molto a finirlo, poi mi dirigo nella mia stanza e mi preparo per andare a letto. Una volta sotto le coperte però il sonno tarda ad arrivare, così accendo il portatile e metto Moulin Rouge. Chiudo gli occhi mentre i protagonisti cantano Came what may ed è l’ultima canzone che sento.

 

La mattina dopo la sveglia suona alle sei, anche se non ho lezioni fino al pomeriggio. Da quando sono alla Nyada sono ancora più attento con il mangiare sano e ogni mattina mi sveglio presto per fare i miei esercizi.
Dopo una intensa mezz’ora di attività vado in bagno per una bella doccia, ma quello che vedo mi fa completamente dimenticare il motivo per il quale sono lì. C’è un ragazzo addormentato nella vasca da bagno. È completamente vestito, ma i suoi abiti sono sporchi e stropicciati. I suoi capelli sono arruffatissimi e le braccia sono abbandonate fuori dalla vasca in una posizione che non sembra per niente comoda.
Rimango qualche altro attimo a fissarlo, è carino. Però penso che sia strano che Rachel abbia portato un ragazzo a casa dopo il discorso di ieri. Alla fine esco dal bagno senza fare rumore e mi dirigo in camera di Rachel.
La trovo profondamente addormentata e, stranamente, vestita.
“Rachel, Rachel,” la scuoto piano. Dal momento che non sembra funzionare la scuoto più forte.
“Mmm, che c’è?” mugugna lei.
“Mi dispiace disturbarti, ma dovrei fare la doccia e il tuo amico ha deciso di andare a dormire nella vasca.”
“Cosa? Chi?” Chiede smarrita, poi sembra capire e si alza in piedi velocemente. “Vieni ad aiutarmi.”
La seguo in bagno e la aiuto a far alzare il ragazzo dalla vasca. Lui biascica qualcosa senza senso mentre si regge a fatica in piedi. Non apre nemmeno gli occhi.
“Su, qualche altro passo e siamo arrivati al divano,” gli dice Rachel cercando di dirottarlo in quella direzione.
Mi sembra strano che non voglia portarlo in camera sua, ma poi penso che non voglia che le vomiti nel letto, così continuo a sostenerlo finché non arriviamo al divano. Le ginocchia del ragazzo toccano il divano e lui si lascia subito cadere a peso morto. Rachel allora raccoglie una coperta da terra e gliela poggia addosso.
“Allora, devi dirmi qualcosa?” chiedo alla mia amica dopo che ci siamo allontanati dal divano.
“Si, Blaine ha dormito qui,” dice lei con semplicità.
Rimango sorpreso per un attimo e mi volto verso il divano lanciando un occhiata al ragazzo che ha cominciato a russare.
“Così quello è Blaine?” chiedo.
Lei annuisce.
“Il Blaine che volevi presentarmi?
Annuisce di nuovo.
“Quello che a tuo avviso è perfetto per me?” lei sbuffa e mi fa ancora cenno di si.
“E dimmi, è stato il fatto che sia un alcolizzato a fartelo pensare? O hai capito che eravamo perfetti insieme perché è più basso di me e non potrebbe rubarmi i vestiti?” le chiedo sarcasticamente.
“Vedo che oggi ti sei svegliato simpatico,” mi dice, facendomi il broncio. “Blaine è un bellissimo ragazzo, anche se non è molto alto; inoltre è la prima volta che lo vedo ridotto in questo stato. A inizio serata era normale, ma ad un certo punto ha ricevuto una chiamata e ha cominciato a bere. Alla fine era talmente ubriaco da non ricordarsi nemmeno il suo indirizzo, così l’ho portato a dormire qui visto che eravamo i più vicini al locale,” dice tutto d’un fiato.
“OK. L’importante è che ora il bagno sia libero. Se permetti, vado a farmi una bella doccia o farò tardi a lavoro.”
“D’accordo. Io torno a dormire,” risponde con uno sbadiglio.
Arrivato in bagno mi accorgo che c’è un telefono sul pavimento. Deve essere di Blaine. Lo raccolgo e lo poggio sul lavandino, prima di entrare nella vasca e rilassarmi sotto il getto caldo dell’acqua. Una volta lavato e vestito, mi dirigo in cucina e preparo una bella colazione abbondante, anche perché probabilmente salterò il pranzo, e poi posso lasciare qualcosa anche per Rachel e Blaine. Mangio velocemente perché ormai si è fatto tardi, poi prendo la mia tracolla ed esco per andare a lavoro.

Alla redazione di Vogue la mattinata passa velocemente. Ormai non sono più un semplice stagista, ma il segretario personale(e stipendiato) di Isabella. Questa promozione mi ha permesso di lasciare l’altro lavoro, ma anche così è difficile far combaciare tutti gli orari.
Poco prima di pranzo Isabella mi dice che posso andare a casa, così timbro il cartellino e vado a prendere la metropolitana.
“Rachel, sono tornato,” urlo non appena metto piede in casa. Mi blocco di colpo perché quello che mi sta fissando dal divano non è certo Rachel. Mi ero completamente dimenticato di Blaine.
“Ciao,” saluta timidamente.
“Ciao” rispondo,non sapendo bene cosa dire.“Ehm, dov’è Rachel?”
“È sotto la doccia,” mi risponde. “E a proposito di questo, credo di dovermi scusare.”
Lo guardo interrogativo.
“Rachel mi ha detto che mi sono fatto trovare nella tua vasca,” chiarisce. “Mi dispiace, sai di solito non bevo e non mi comporto così.”
“Non preoccuparti,” rispondo. “Quando Santana abitava qui e beveva un po’ troppo, finiva per infilarsi nel mio letto e cercava anche di buttarmi giù. E poi è sempre meglio trovare te che non un ragno nella vasca,” aggiungo, ma non penso che mi abbia sentito perché sta ridendo.  All’improvviso però si blocca e porta una mano alla fronte.
“Ah, la mia povera testa. Giuro che non berrò mai più così tanto,” dice strizzando gli occhi.
“Ti prendo un’aspirina,” gli dico, dirigendomi verso gli stipetti della cucina. Prendo un paio di aspirine, riempio un bicchiere d’acqua e glieli porto.
“Grazie,” dice, prima di buttare giù le pillole e metà del bicchiere d’acqua.
A quel punto restiamo entrambi in silenzio senza sapere cosa dire. Per fortuna, Rachel esce dal bagno proprio in quel momento.
“Ehi Blaine, ti ho lasciato tutto nel bagno, quando vuoi puoi andare a fare la doccia,” dice. Poi nota la mia presenza. “Sei già tornato?”
“Si, Isabella non aveva più bisogno di me.”
“Beh allora io vado in bagno,” dice Blaine alzandosi dal divano.
“Fa pure con comodo,” gli dice Rachel mentre lui si allontana. “Allora, cosa ne pensi?” mi chiede, dopo che la porta del bagno si è chiusa. “Non è molto più carino quando è sveglio? Hai notato il colore dei suoi occhi?”
“L’unica cosa che ho notato è la puzza di alcool che trasudava,” le rispondo,non volendo darle soddisfazione anche se li ho notati e come.
“È vero, ha esagerato un po’, ma ho scoperto cos’è successo che lo ha sconvolto così tanto,” si blocca e mi guarda, aspettando che gli faccia qualche domanda, ma resto impassibile anche se muoio dalla voglia di sapere cosa gli è successo.
“Ok, te lo dico lo stesso,” riprende lei pochi secondi dopo. La conosco troppo bene. “A quanto pare ieri l’ha chiamato il suo ex. A quanto ho potuto capire è un bastardo che lo ha solo usato, e ora ha chiamato per avvertirlo che ci sarà anche lui al matrimonio del fratello di Blaine.”
“Non capisco,” le dico “può essere fastidioso, ma non così scioccante.
“Aspetta, non è finita. Lui l’ha chiamato per dirgli che lo rivuole e Blaine era talmente sconvolto che si è inventato di avere un fidanzato che lo avrebbe accompagnato, ma non ha nessuno. Non si sa bene come, la notizia è arrivata subito alla sua famiglia e suo fratello gli ha mandato un messaggio per dirgli che ha aggiunto un posto, ma che avrebbe dovuto avvertire prima. Così ora lui è rimasto fregato, farà una figuraccia con la sua famiglia e finirà tra le grinfie dell’ex che, a quanto pare è irresistibile,” sciorina Rachel, che non vedeva l’ora di condividere le informazioni.
“Devo ammettere che si è cacciato proprio in un bel guaio. Sembra la trama di una telenovela argentina!” dico, alzandomi dal divano mentre continuo a pensare alla sua situazione. “Magari può chiedere a qualche suo amico di accompagnarlo e fingere di essere il suo fidanzato. Così avremmo il colpo di scena,” scherzo poi, dirigendomi verso la mia stanza.
“Kurt Hummel, sei davvero un genio!” esulta lei alzandosi in piedi a sua volta.
“Rachel, stavo solo scherzando,” provo a fermarla io. Ormai è troppo tardi però, Rachel Barry è in modalità combattimento e sta andando a bussare alla porta del bagno per informare Blaine del piano.
Scuoto la testa sconfortato e vado in camera per cambiarmi per la scuola. Sul mio comodino il portatile è ancora aperto su una scene di Moulin Rouge. Non so quando durante la notte devo averlo bloccato. Sto per chiudere la finestra quando sento qualcuno che si schiarisce la voce.
“Scusa l’intrusione,” dice Blaine scostando la tenda che mi fa da porta. Ha i capelli bagnati e indossa dei vestiti che mi sembrano familiari e che gli stanno decisamente grandi. “Rachel mi ha dato questi vestiti, ma come puoi vedere mi vanno leggermente grandi. MI ha detto di chiederti se hai delle spille o qualcosa del genere per aggiustarli un po’.”
Gli lancio un occhiata e poi mi dirigo al mio armadio. “Tieni, prendi questi,” gli dico porgendogli dei vestiti che penso possano stargli bene. “Per sistemare quelli che hai addosso ci vorrebbe una macchina da cucire e almeno una mezz’ora di tempo.”
“Grazie,” dice sorridendo, e devo ammettere che ha proprio un bel sorriso.
“Puoi cambiarti qui,” gli dico prima che esca dalla stanza, “tanto stavo uscendo.”
Lui mi ringrazia ancora mentre io esco dalla stanza.
Appena metto un piede fuori dalla porta quasi sbatto contro Rachel.
“Che ci fai appostata qui dietro?”
“Niente, volevo solo sapere se Blaine aveva pensato a qualcuno a cui chiedere il favore, ma dov’è?” mi
chiede.
“Si sta provando dei miei vestiti,” dico, “quelli che gli avevi dato erano enormi.”
“Ci credo, erano di Finn.”
“Come sto?” chiede Blaine uscendo dalla mia camera e trovandoci praticamente dietro la porta.
“Bellissimo,” dice Rachel mentre io lo squadro da capo a piedi.
Gli ho dato dei miei vecchi vestiti e anche se gli vanno un po’ lunghi devo dire che l’effetto nel suo complesso non è niente male.
Ci metto un po’ ad accorgermi che gli altri due mi stanno guardando.
“Stai bene,” mi affretto a dire imbarazzato, mentre Rachel ride sotto i baffi.
“Comunque ora è meglio che vada. Ho approfittato anche troppo della vostra ospitalità e tra un’ora ho anche lezione.”
“Figurati, è stato un piacere per noi ospitarti,” dice Rachel, mentre ci incamminiamo verso l’ingresso.
“Allora ci vediamo stasera al lavoro” dice lui, quando siamo ormai sulla porta. “E Kurt, è stato un piacere conoscerti, grazie ancora per i vestiti, te li riporterò il prima possibile,” aggiunge, guardandomi negli occhi. Maledetta Rachel, devo ammettere che sono davvero dei begli occhi.
“Ciao Blaine,” saluta ancora Rachel mentre lui sta scendendo le scale.  “Mi raccomando, fammi sapere quando trovi un accompagnatore.”
Quando Blaine scompare alla vista, Rachel chiude la porta e ci lasciamo cadere entrambi sul divano.
“A cosa pensi?” le chiedo, non essendo abituato al suo silenzio.
“Che avevi torto,” risponde, guardandomi seria. “Anche se è più basso di te, Blaine può rubarti lo stesso i vestiti."
La guardo per un attimo e poi scoppiamo entrambi a ridere.

Ciao a tutti. Questa è la prima fanfiction che pubblico nel fandom di glee, è da un pò che sono indecisa se pubblicarla, ma alla fine mi sono decisa. 

Spero tanto che vi piaccia, se vi va fatemi sapere che ne pensate. Un bacio, alla prossima.
   
 
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