Anime & Manga > Fairy Tail
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Autore: Eevy    04/08/2014    6 recensioni
Fairy Tail ė in pericolo: una minaccia incombe sulla gilda, generando disperazione. Natsu e Lucy dovranno affrontare una nuova sfida e combattere contro un nemico ignoto che li metterà di fronte a delle scelte.
Lucy dovrà credere in se stessa per far valere la propria forza e riuscire a proteggere la persona che ama.
Natsu scoprirà nuove emozioni e sentimenti, e dovrà fare chiarezza nel proprio cuore per prendere una decisione: Lisanna o Lucy?
Nel frattempo un mistero va svelato: cosa si cela dietro la magia segreta di Fairy tail? Chi sono i nuovi personaggi e quali sono le forze oscure da loro usate? Cosa ha in mente Mavis?
CAPITOLO 10 - SORPRESA GALE!
« Non fare finta di essere forte » fece lui, improvvisamente serio.
Levy aggrottò le sopracciglia, guardandolo incuriosita.
« Che intendi? » chiese di rimando, sbattendo le palpebre.
Gajil sbuffò, allontanandosi un poco da lei.
« Cerchi sempre di far stare meglio gli altri, ma a te? Chi ci pensa? » rispose.
Levy arrossì, non riuscendo a trattenere un piccolo sorriso.
« Beh... tu, ad esempio... tu ci stai pensando... »
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 8


< Dove mi stai portando? > chiese guardandosi attorno, curiosa.

< Voglio sapere chi è cerca di prenderci in giro > rispose aspro, trascinandosela nei sotterranei della Gilda.

La bionda cercò di scrutarlo in viso, ma la sua espressione era indecifrabile. Che ormai sospettasse di lei era chiaro come il sole, ma non capiva cosa volesse farle; forse aveva trovato un modo attraverso cui era possibile smascherarla. Cercò di confonderlo: aveva ancora una carta da poter giocare a suo favore.

< Ancora con questa storia? Ma si può sapere quando la smetterai? Sono sempre io! > fece con tono offeso, bloccandosi sul posto e costringendolo a fare lo stesso. Luxus ruotò lentamente il capo, squadrandola con palese disprezzo. Il braccio con cui reggeva la torcia gli tremò percettibilmente.

< Non costringermi a far del male al corpo di Lucy > minacciò, gelido.

La ragazza sentì la presa sul braccio farsi più forte.

< Per favore Luxus, sii ragionevole > provò a difendersi, sbattendo più volte le palpebre e fissandolo scioccata.

Frenia sperava ancora di poterlo ingannare ma, con suo stupore, una grande mano le serrò la gola e la spinse contro il muro con forza sovrannaturale. Il rimbombo del colpo echeggiò per tutto il sotterraneo, e per un attimo pensò seriamente che la schiena le si fosse staccata dal corpo. Si dovette ricredere quando provò uno spasimo in quella zona che per poco non la fece contorcere. Piegò un bracciò verso l'alto, allungandolo verso il collo del mago e tendendo la mano in un tentativo di graffiarglielo. Fu difficile ma, quando riuscì ad afferrarlo, affondò le unghie nella sua carne facendolo sanguinare copiosamente. Sperava di fargli provare la sua stessa atroce sofferenza: la stretta quasi la soffocava e, al tempo stesso, avvertì un'improvvisa e acuta fitta al fianco. Strinse i denti, cercando di reprimere l'impulso di urlare dal dolore. Non voleva -e non poteva- dargliela vinta, e lo sfidò con lo sguardo, notando che anche lui la stava studiando con interesse e stizza. Sapeva che non si sarebbe fatto scrupoli con lei -si era anche preso la premura di mostrarglielo-, poco importava la sua incertezza su quale fosse la vera realtà dei fatti. Non si sarebbe lasciato raggirare e, anche se lei avesse lasciato il corpo di Lucy, era sicura che avrebbe continuato a torturare quella ragazza fino a mandarla, con ogni probabilità, in fin di vita. Era molto determinato e sicuro di sé, si era messo in testa una cosa e avrebbe fatto di tutto per dimostrare di avere ragione. Represse un ringhio, continuando a lottare silenziosamente contro Luxus.

< T-ti sbagli > disse a fatica, sentendo che le forze cominciavano a venirle meno.

Decise di continuare a mentire, ma dentro di sé provava una sempre più crescente agitazione. Non andava bene, quella ragazzina avrebbe certamente riprovato a sbatterla fuori e magari ci sarebbe anche riuscita, dato lo stato in cui era conciata. Frenia non riusciva a capire per quale assurda ragione non potesse ancora controllare del tutto quel corpo, né perché fosse così debole. Pure una carezza riusciva a metterla fuori gioco -se n'era accorta stando insieme al ragazzo dai capelli rosa-, e ciò era qualcosa a cui doveva assolutamente rimediare. Se avesse continuato a mostrarsi incapace e delicata, Traver non avrebbe perso tempo a cercare un sostituto; e non voleva che ciò accadesse, doveva essere l'unica a servirlo. Solo lei aveva il diritto di accarezzare la sua pelle chiara, assaggiare le sue labbra carnose, farlo suo. Non poteva permettere di essere eliminata dal suo Signore, doveva continuare ad agire come lui aveva deciso e le aveva ordinato.

< Nonostante tu sia in questo stato pietoso, continui a prendermi in giro? > ghignò Luxus, fissandola con l'aria di uno che la sa lunga.

Frenia resse il suo sguardo, senza tradire la minima emozione. Non gli rispose, si impose invece di resistere alle sue provocazioni perché, quando sarebbe arrivato il momento, avrebbe ucciso anche lui e si sarebbe vendicata di quella situazione parecchio umiliante.

< Forse perché non è come dici tu > lo punzecchiò, fulminandolo.

Quando il biondo allentò di poco la presa, per un attimo ebbe la speranza che il suo piano potesse ancora avere qualche possibilità di riuscita.

< Potrai mentire a Natsu > disse invece lui, serio, accorciando la distanza tra i loro volti, < ma non a me >.

Luxus mollò la presa dalla sua gola e riprese a tirarla per il braccio. Percorsero a grandi passi lo stretto e buio corridoio di pietra, e improvvisamente si fermò, lasciandola libera. Poggiò la mano, con cui l'aveva stretta fino a poco prima, sulla parete alla sua destra. La ritrasse un istante dopo, lasciandola ciondolare lungo un fianco.

< Dove siamo? > provò a chiedergli guardandosi attorno, innervosita.

Dalla flebile luce emessa dalla torcia, Frenia intuì di trovarsi in un vero e proprio labirinto dove i corridoi erano tutti uguali. Si stupì, però, quando notò che parte del muro toccato dal Dragon Slayer cominciò a sgretolarsi. Granello per granello, gran parte delle pietre appartenenti a quella superficie scivolarono giù sul pavimento polveroso, formando un grande cumulo di detriti oltre il quale vi era un arco che dava su un altro corridoio, al termine del quale si poteva scorgere una luce argentea.

< Entra e vai fino in fondo, poi gira a destra > ordinò Luxus, con tono grave.

Lei annuì, pronta a scoprire cosa si celasse nelle profondità di quel castello.

< Tu non vieni? > gli chiese, perplessa.

Lo vide scuotere il capo.

< Puoi proseguire solo tu, da qui > spiegò, allungando una mano davanti a sé per fare mostra di una runa che si era formata sotto il suo palmo.

Doveva esserci una barriera invisibile che lo bloccava, e solo in quel momento Frenia pensò a quando, frugando tra i ricordi di Lucy, aveva notato quello in cui Fried le spiegava che Mavis gli aveva ordinato di scriverne diverse. Prima di oltrepassare quella di fronte a lei, allungò un braccio per fare una verifica. Quando constatò che riusciva a superarla senza problemi, fece alcuni passi e si allontanò arrancando dal biondo che ancora la fissava, indeciso. Frenia sorrise tra sé e sé, comprendendo che, nonostante la sua apparente fermezza, fosse ancora troppo insicuro per dimostrare agli altri le sue teorie.

< C'è nessuno qui? > provò a chiamare alzando la voce, quando si trovò a pochi passi da una stanza completamente vuota e deserta.

Di fronte a lei si ergeva imponente una grande porta di legno scuro e, anche se l'istinto le urlava di voltarsi e correre via di lì il più in fretta possibile, decise di avvicinarsi. Notò sopra di sé un fluttuante, grosso lampadario di cristallo all'interno del quale sembrava galleggiare una palla di luce. Tese il collo verso l'alto, aggrottando le sopracciglia e lasciandosi incantare dal lento roteare di quella sfera luminosa.

< Ti piace? > un'inquietante voce armoniosa la fece trasalire.

Voltò il capo di scatto e una bambina dai lunghi capelli biondo chiaro e uno svolazzante vestito bianco a balze le apparve davanti agli occhi dal nulla. S'irrigidì, ricordandosi che Luxus le aveva esplicitamente detto che nessun altro potesse entrare in quel posto.

< Io la adoro! Penso che ne farò altre! > esclamò la sconosciuta, annuendo con convinzione e lanciando un enorme sorriso in direzione del cristallo.

Frenia non sapeva cosa pensare, quella ragazzina le incuteva un timore che non riusciva a spiegarsi. Era tutta attorniata da una leggera aura candida che agli occhi di un qualsiasi comune mortale sarebbe stata invisibile, ma che per lei che era un demone era fin troppo evidente.

< Sai, la luce contenuta lì dentro > indicò la sfera volteggiante, < riesce a rilevare se nei paragi circola magia oscura > continuò con tono vago, senza rivolgerle uno sguardo.

La bionda, invece, non le tolse gli occhi di dosso, sentendo il nervosismo montarle in corpo.

< Ad esempio, guardala adesso > le lanciò una breve occhiata per catturare la sua attenzione. < Fa così perché rileva qualcosa > spiegò.

Frenia alzò gli occhi verso la luce, e si stupì quando la vide scattare, come se fosse impazzita, da una faccia all'altra del cristallo in cui era contenuta. Deglutì, comprendendo immediatamente il guaio in cui si era cacciata. Tornò a guardare preoccupata la bambina che, sempre sorridente, non distoglieva lo sguardo dal lampadario. Una scintilla di comprensione le passò per la mente subito dopo aver notato le piccole ali che le ornavano i morbidi e lunghi capelli.

< Tu sei Mavis? > chiese, cercando di usare un tono il più possibile neutrale.

< Dovresti saperlo, ci siamo già incontrate, Lucy > le rispose in tono canzonatorio Mavis, avvicinandosi nella sua direzione.

Quasi fosse un riflesso involontario, Frenia indietreggiò, percependo un forte potere provenire da quella piccola persona di fronte a sé.

< O forse dovrei dire.. Frenia? > il suo sguardo si fece severo, cupo e assolutamente differente rispetto a quello allegro di poco prima.

La ragazza tentò di cercare una soluzione che le consentisse di fuggire di lì subito ed illesa, ma più il cervello le camminava più non riusciva a trovar nulla.

< Come fai a sapere chi sono? > prese tempo, lanciando occhiate veloci attorno a sé.

La stanza era priva di ogni ornamento, le pareti pallide rilucevano per il bagliore emesso dal lampadario. Il pavimento era liscio e marmoreo, non vide alcuna fessura su di esso.

< E' inutile, non potrai uscire di qui fin quando non te lo consentirò > spiegò la bambina, seria, cancellando ogni sua misera possibilità di fuga.

< Cosa vuoi? > si inasprì Frenia, osservandola furente.

Un sorriso si dipinse sul volto di Mavis.

< Sei venuta tu da me dovresti.. > cominciò alzando le spalle, quasi divertita.

< Mi ha portata Luxus > tagliò corto, scuotendo il capo.

Non riusciva a capire cosa la maga di fronte a sé ci trovasse di tanto buffo in quella situazione: perché i suoi occhi brillavano come gemme? Le veniva voglia di strapparglieli e darli in pasto agli homo-serpis1. Cercò di contenere la sua impulsività, ma sapeva che le bastava ben poco per farle perdere la pazienza. Sentì la schiena scricchiolare minacciosamente, e represse a fatica un gemito, abbassando una mano sul fianco e stringendolo per  cercare di diminuire il dolore ancora forte. 

< Non deve essere stata una bella esperienza, mio caro demone >.

Frenia ridusse gli occhi a due fessure, e cercò di creare un collegamento con Traver. Sperava che lui avesse potuto raggiungerla, così quella piccola insolente avrebbe smesso di ridere. Strinse gli occhi, aggrottando la fronte e trattenendo il respiro. Da sveglia era difficile, ma ci avrebbe provato comunque. Dopo vari tentativi, capì che qualcuno stava interferendo con la sua magia telepatica.

< Che diamine stai facendo? > ruggì Frenia inferocita, perdendo definitivamente quel briciolo di calma che l'aveva fatta contenere fino a quel momento.

Lo sguardo di Mavis parve congelarsi, e tese una mano verso di lei. Una bolla di energia le partì dai polpastrelli diretta nella sua direzione, e Frenia non ebbe nemmeno il tempo di pensare di spostarsi che fu sbalzata qualche metro più in là. Cercò di mettersi seduta dopo qualche secondo e, quando notò che i muscoli non le rispondevano ai comandi, per prima cosa pensò di essersi giocata la colonna vertebrale. Subito dopo, però, vide le sue gambe che si piegavano e si mettevano incrociate contro il proprio volere: era come se avessero preso vita propria; anzi, era come se il corpo fosse tornato agli ordini della legittima proprietaria.

< Sei tornata in te, Lucy > sospirò contenta,  Mavis. < Spero di non averti fatto troppo male > si scusò, scrutandola preoccupata.

< Ti ringrazio infinitamente! > sentì la propria bocca incurvarsi e aprirsi involontariamente per emettere suoni. < Ma tu sapevi che sarebbe successo? > domandò, mentre sentiva le proprie mani alzarsi e legare i capelli sciolti in una coda alta.

< Non lo sapevo, le mie intenzioni erano altre > ammise Mavis, sincera. < Ma sarebbe meglio se ancora non sapessi niente. Frenia è dentro di te, dovete trovare un modo per farla uscire completamente. Il mio incantesimo non durerà ancora a lungo, e ti consiglio di sbrigarti >.

< Certo, tenterò di tutto > annuì energicamente. Poi sentì una rabbia non sua invaderle il cuore.

< Anche perché il suo obiettivo principale è Natsu. Vuole farlo fuori tramite me >.

Mavis assunse un'espressione mista di sorpresa e perplessità, ma si limitò ad annuire.

< Aspetta un attimo > la vide attraversare -letteralmente- la parete, come se fosse un fantasma.

Lucy si alzò da terra, scrollandosi la polvere dalla gonna corta.

< Se mi stai sentendo > sussurrò, rivolgendosi al demone intrappolato al suo interno, < sappi che non l'avrai vinta con me. Ti renderò, anzi, ti renderemo  le cose parecchio difficili > la minacciò, stringendo i pugni.

Frenia non riuscì a fare o dire alcunché, poté solo pensare: " Vedremo Lucy Heartphilia, vedremo".
Mavis tornò poco dopo con in mano un pezzo di pergamena e una piuma magica. Scrisse qualcosa sul foglio e lo porse a Lucy, ordinando con voce gentile di consegnarlo a Luxus. Lucy la salutò, e si mise quasi a correre per raggiungere il mago.

< Ma che... > fece lui quando la vide fermarsi e fissarlo ansante.

Inarcò un sopracciglio.

< Luxus, sono io. Mavis ha detto di darti questo > disse, mentre il biondo leggeva le poche righe scritte dal loro primo Master.

Il viso gli si rilassò, mentre con voce serena le disse:

< Andiamo sopra, Lucy >.
***

< Ti prego non dire nulla agli altri > lo pregò per l'ennesima volta.

Lo vide alzare gli occhi al cielo.


< Spiegami perché. Anche loro hanno il diritto di sapere cosa sta succedendo > sbuffò senza guardarla, continuando a camminare.

Lucy soffiò, gonfiando le guance. Anche se sapeva di avere torto, doveva tentare di convincerlo. Si vergognava di essere stata catturata da Frenia così, senza nemmeno aver avuto la possibilità di reagire; era stanca di essere reputata "fragile".


< Lucy > la zittì Luxus, < non è corretto nasconderglielo. Almeno dillo ad Erza, Gray, Natsu.. soprattutto lui. E no, non mi guardare con quella faccia, sai benissimo che è giusto così >.

< Sì, ma... >

< Niente ma, Lucy > la zittì Luxus, di nuovo.

Lucy grugnì qualcosa in risposta, incrociando le braccia. Non aveva la minima intenzione di far del male a Natsu, ma non era nemmeno colpa sua se quello zuccone le stava appiccicato. Proseguirono in silenzio, poi si arrampicarono su per le scale che conducevano alla biblioteca della Gilda. Appena fuori, si stiracchiò e respirò una boccata d'aria pulita e fresca, socchiudendo leggermente le palpebre. Riuscire ad avere il pieno controllo di ogni più piccola parte del proprio corpo era una delle sensazioni più belle che avesse mai provato.
Si guardò attorno, notando due teste far capolino da dietro una delle librerie. Lucy lanciò un'occhiataccia a Luxus che, dal canto suo, si limitò a fischiettare e ad uscire dalla stanza.

< Venite fuori > sospirò la bionda, con un mezzo sorriso.

< Lucy, sei tu? > chiese Gray, titubante.

La bionda annuì, mordendosi un labbro. Ora che li aveva rivisti, raccontare tutto ai suoi migliori amici le parve la cosa migliore, e si sentì una stupida ad aver anche solo pensato di nascondere loro l'accaduto. Erza le venne incontro e la tirò a sé, soffocandola in un abbraccio stritolatore.

< E-Erza, così mi ucciderai! > provò a dire la povera maga degli Spiriti Stellari, senza riuscire ad essere ascoltata dalla rossa che, imperterrita, continuava a tenerla spiaccicata sulla sua armatura.

< Siamo contenti di riaverti fra noi! > disse, sinceramente commossa.

Lucy non riuscì a trattenere un sorriso gioioso.

< Devi raccontarci tutto > continuò a mo' di ordine Erza, dopo averla allontanata dolcemente da sé.

< Beh.. credo che l'abbiate capito già, sono stata posseduta. E lo sono ancora > sospirò Lucy, sedendosi su una poltroncina e accavallando le gambe.

< Che vuoi dire lo sei ancora? > chiese Gray, confuso.

< Mavis ha lanciato un incantesimo per tenere buono il demone che ha preso il controllo del mio corpo, ma è solo temporaneo > spiegò la bionda, guardando l'amico.

< E quanto dovrebbe durare l'effetto? > chiese Erza, dispiaciuta.

Lucy scosse la testa, abbassando lo sguardo.

< Non lo so > ammise, con tono sommesso.

< Dovremmo chiedere a Polyushka. Magari ne sa qualcosa, dopo tutti questi anni passati nel mondo magico insieme a Makarov > propose Gray, facendo spallucce e aggrottando le sopracciglia per concentrarsi.

< Sarebbe un'idea > annuì Erza. < Mavis non ti ha consigliato nessuno? >

Lucy scosse la testa.

< No. Ha solo detto che, una volta espulsa Frenia dal mio corpo, sarei dovuta riscendere da lei nel sotterraneo >.

< Chi è Frenia? >

< Quella che mi ha posseduta > spiegò Lucy, seria.

Gray ed Erza assunsero espressioni confuse, ma si limitarono ad annuire.

< Potremmo chiedere a Levy di fare qualche ricerca > propose la rossa.

Lucy si allarmò, non voleva che altri sapessero della condizione in cui si trovava.

< No, per favore Erza! Non voglio che gli altri si accorgano di quello che mi è successo! > la pregò, lanciandole occhiate supplichevoli. La rossa le rivolse un sorriso gentile.

< Lucy.. guarda che se ne sono accorti tutti ormai > le disse, con tono dolce.

Lucy aggrottò la fronte, poi sospirò. C'era da aspettarselo: i suoi amici avrebbero sicuramente notato dei profondi cambiamenti in lei, infatti si erano insospettiti. Fortunatamente, pensò Lucy. 

< Era così evidente? > chiese la bionda, inclinando la testa.

< Ti conosciamo bene > rispose Gray facendo spallucce, < ma qualcuno, qui dentro, sembra non aver ancora capito niente > aggiunse, lanciando un'occhiata esasperata in un punto alle sue spalle.

Lucy si alzò sulle punte. Un ciuffo rosa e una codina blu sbucavano da dietro la scrivania sistemata accanto all'entrata.

< Natsu, Happy > li chiamò, divertita < non siete invisibili >.

< Te lo avevo detto... Ahia! >

Natsu saltò fuori dal nascondiglio grattandosi la testa, accompagnato da un Happy con il muso gonfio per il colpo appena ricevuto.

< Non avevamo alcuna intenzione di origliare, ci eravamo solo appisolati > spiegò il rosato, fulminando il gattino.

Lucy rise notando l'espressione imbronciata di Natsu. Si bloccò solo per osservarlo, cercando di non tralasciare nessuna parte del suo corpo e memorizzandolo il meglio possibile. Il mondo attorno a lei scomparve quando i loro occhi si incrociarono, sentiva solo il suono soffuso della voce di Erza. Rivederlo dopo una settimana passata a viverlo in terza persona era una sensazione strana e piacevole insieme.
Frenia le aveva impedito di guardarlo, di sentire il suo tocco sulla pelle. Era riuscita solo a percepire la sua vicinanza. Lo stomaco le si strinse in una morsa addolorata che le fece istintivamente posare la mano sulla pancia.

< Oh, hai fame? > le chiese il rosato, sbattendo le palpebre e alzando le sopracciglia.

Lucy annuì, lieta di poter camuffare quei pensieri per semplice bisogno di cibo.

< Allora che ne dite di s... > iniziò Erza, lisciandosi i lunghi capelli rossi.

< ...separarci, così voi andate a mangiare? > la interruppe il moro, lanciandole un'occhiataccia.

Rivolse poi un falsissimo, smagliante e disinvolto sorriso a Lucy e Natsu, che nel frattempo lo guardavano perplessi.

< Ah, e ricordatevi che Mira non si è ancora svegliata! Dovrete accontentarvi di pranzare altrove > continuò, con fare serio.

Lucy notò un'espressione confusa sul viso di Erza che, dopo poco, si illuminò.

< Ooooh. Hai ragione, Gray. Beh, Kagura mi chiama quindi io.. > si dileguò la rossa, con un breve inchino di scuse.

< Io cerco Juvia > disse Gray, sventolando una mano e  separandosi da loro a grandi passi. < Non vederla nei paragi per più di dieci minuti mi fa stare con l'ansia > farfugliò, probabilmente sperando di non essere sentito.

Lucy e Natsu rimasero imbambolati per qualche istante, lanciandosi occhiate confuse di tanto in tanto. Quando anche Happy fuggì da loro, servendosi di un "ho bisogno di pesce" come scusa, rinunciarono definitivamente a capire cosa stesse succedendo e si limitarono ad uscire dalla Gilda.

< Dove vuoi andare? > chiese distrattamente il rosato, aggiustandosi la sciarpa di Igneel.

< E' uguale, potremmo andare anche a casa mia e... >

< No! > la interruppe lui guardandola e fermandosi sul posto, improvvisamente rosso in viso.

Lucy si fermò a sua volta e lo fissò sconcertata, alzando le sopracciglia con stupore.

< Voglio dire, ti offro qualcosa > brontolò impacciato, riprendendo a camminare e distogliendo gli occhi da lei.

La bionda sbatté più volte le palpebre, mentre un sorriso timido e felice le si disegnò sul viso. Non poté far a meno di sentirsi lusingata da quel gesto, che forse per qualcun altro sarebbe parso pure normale, ma che per lei significava davvero molto. Quella settimana di buio le era servita, da una parte, per far chiarezza dentro di sé, e allora lo aveva capito: l'affetto che provava nei confronti del drago andava oltre il semplice voler bene. Non sapeva per quale motivo ora lui si stesse comportando in maniera decisamente dolce e gentile, e probabilmente non doveva farsi illusioni; in cuor suo, tuttavia, sperò che anche il rosato provasse qualcosa nei suoi confronti. A quanto ne poteva sapere da quelle brevi volte in cui era riuscita a riprendere il controllo di sé, Lisanna si era allontanata da lui, ma doveva ancora scoprire il perché. Si rabbuiò, ricordandosi che l'incantesimo di Mavis non avrebbe retto a lungo. Come avrebbe potuto proteggerlo da quell'arpia di Frenia? Forse doveva metterlo al sicuro facendo quello che era più giusto: allontanarlo da lei.
Scelsero un locale un po' all'antica ma molto elegante. Le pareti all'interno erano verniciate di un rosa pallido e decorate con quadri di varie dimensioni che ritraevano giovani donne in pomposi abiti da sera. Due invitanti poltroncine verdi in stile capitonné con accanto un comodino bianco perla, e sopra un tappeto un po' smunto, erano sistemate nell'atrio e accoglievano gli ospiti. Quel bel salotto era illuminato dalla luce di una curiosa lampada metallica alta quasi quanto Lucy, che Natsu osservò con curiosità.

< Benvenuti > li ricevette un uomo sulla quarantina, vestito di tutto punto, che alla bionda parve uno dei servitori di villa Heartphilia.

Quando viveva lì, Lucy si divertiva ad osservarli mentre correvano  in mille direzioni diverse.

< Salve > dissero Natsu e Lucy, insieme.

Il cameriere chinò leggermente il capo in segno di saluto, e lì invitò ad entrare in una saletta dove diversi tavoli erano già apparecchiati. Lucy si guardò attorno meravigliata, e si sentì un po' a disagio quando notò altre donne, decisamente meglio vestite di lei, osservarla con fare critico.     

< Avresti potuto dirlo, avrei indossato qualcosa di più appropriato > mormorò, rivolgendosi al rosato che ridacchiò in risposta.

Scelsero un tavolino vicino alla finestra che dava sul viale affollato di Magnolia. Da lì Lucy riusciva a vedere i grandi cipressi del parco poco lontano, e quella vista le infondeva una sensazione di calma e di pace.

< Ehm.. allora... >

La bionda si voltò in direzione di Natsu che, probabilmente, stava cercando il modo migliore con cui iniziare ad affrontare l'argomento. Non la guardava, ma le sembrò piuttosto imbarazzato. Lucy decise di introdurre un discorso per sciogliere il ghiaccio e farlo parlare spontaneamente.

< Come mai siamo venuti qui? > gli chiese, lanciando furtive occhiate al piccolo bouquet di margherite posto come centro tavola.

< Mi sembrava un bel posto.. > rispose, alzando le spalle.

< Ma ti costerà un occhio della testa! > sussurrò avvicinandosi a lui, cercando di non farsi sentire dalle pettegole signore a qualche tavolo di distanza.

< Non fa niente, recupererò > ridacchiò, prendendo fra le mani il menù.

Lucy lo vide sbiancare, e capì che aveva letto i prezzi.

< Te lo avevo detto > alzò gli occhi al cielo la bionda, trattenendo una risata.

Fece per alzarsi, ma Natsu la bloccò per un polso.

< E io ho detto che non fa niente > disse, osservandola con determinazione.

Lucy deglutì, annuendo e sentendosi le guance decisamente calde. Si risedette, nascondendo il viso arrossato tra le pagine del menù.

< I signori vogliono ordinare? > chiese la voce gentile di una donna, accanto a loro.

La bionda ringraziò il cielo per il suo tempismo. 

< Io prendo il risotto con i gamberi, tu Lucy? > rispose Natsu, guardando prima la cameriera e poi Lucy.

< Anche io > annuì la bionda, porgendo il menù alla donna senza aver nemmeno letto cos'altro ci fosse.

< Da bere cosa gradite? > chiese ancora la cameriera, appuntando le ordinazioni su un taccuino.

< Acqua > risposero in coro i due ragazzi.

La donna fece un cenno del capo per congedarsi e lasciarli soli. Lucy pensò che fosse molto simile a Virgo, con i capelli corti sulle spalle e il viso dolce e carino. Aggrottò la fronte, pensando che ci fosse qualcosa di importante di cui doveva ancora occuparsi..

< Gli Spiriti! > esclamò spalancando gli occhi.

Natsu la guardò sconcertato, e notò che non era il solo.

< Ho dimenticato > abbassò la voce, sporgendosi in avanti verso il compagno, < di richiamare gli Spiriti. Potrebbero fare qualcosa > spiegò, con una punta di speranza.

Natsu parve capire, e sorrise contento.

< Hai ragione! >

< Appena finiamo qui invoco Crux, così riesco anche a facilitare il lavoro a Levy-chan > fece spallucce Lucy, poggiando un gomito sul tavolo e reggendosi la testa con la mano.

Natsu  non rispose, ma si rinchiuse nuovamente in un silenzio timido e decisamente fastidioso.

<  Ma che ti prende? > sbuffò la bionda, guardando l'espressione vacua e persa del compagno. Lui parve riscuotersi, e scosse la testa.

< Scusa, è che mi sembra tutto così strano >.

< Che vuoi dire? > chiese lei, curiosa.

< Ho parlato per una settimana con una persona che credevo fossi tu > spiegò il rosato, senza guardarla. < Mi sento in colpa, Lucy. Non so come abbia fatto a non capirlo >.

< Baka, sta' tranquillo. Nemmeno io credo che me ne sarei accorta, se fosse successo a te > mentì Lucy, avvertendo una fitta al petto di dispiacere.

Se Natsu non se n'era accorto, ciò voleva dire che doveva poi importargli così tanto di lei.

< Ma è assurdo! Insomma io... tu... Ah, non lo so, so solo che mi dispiace > balbettò, fissandola intensamente. Sul viso di Lucy si aprì un sorriso.

< Non ti preoccupare, ora lo sai. E... Natsu c'è anche un'altra cosa che dovrei dirti > fece, improvvisamente nervosa.

Come faceva a spiegargli che il suo alter ego avrebbe cercato di ucciderlo? Lo vide irrigidirsi e le sue guance si coloravano di un bel rosa acceso. Inarcò un sopracciglio stupita, ma scelse di ignorare quelle reazioni.

< Frenia.. il demone che alberga dentro me.. Beh, lei ha un obiettivo. E sei tu > spiegò Lucy. Il rosato aggrottò la fronte, perplesso.

< Io? > chiese, incredulo. Lucy annuì.

< Vuole ucciderti, Natsu >.

< Che cosa? > strabuzzò gli occhi, boccheggiando.

La bionda sospirò, spiegando le discussioni decisamente poco amichevoli che aveva avuto con Frenia.

< Ma è assurdo, perché dovrebbe uccidere me? E poi perché usa te? > chiese scioccato ed arrabbiato, con uno sguardo di vago timore.

< Non ne ho idea, Natsu > scosse la testa la bionda.

Si immersero in un silenzio che fu interrotto solo dall'arrivo delle portate ordinate poco prima. Lucy si versò l'acqua nel bicchiere di vetro, sorseggiando con calma e godendo della frescura della bibita. Posò il bicchiere, alzando lentamente gli occhi verso il compagno.

< Dobbiamo stare lontani per un po' > disse, trovando finalmente il coraggio.

Natsu la guardava come se fosse qualcosa di alieno, paralizzandosi.

< Che hai detto? > chiese, come se non avesse sentito.

< Ho detto che dobbiamo allontanarci, Natsu >.

< Ma per favore! > sbuffò il rosato, prendendo una forchettata di riso e portandoselo alla bocca.

Lucy alzò gli occhi al cielo, chiedendosi perché fosse tanto cocciuto.

< Non capisci? Potrei ucciderti! > si esasperò, posando entrambe le mani sul tavolo e sentendosi gli occhi pizzicare. Lo vide fare spallucce.

< Ti fermerei > disse con semplicità, fissandola.

< E' troppo rischioso >.

Lucy era decisamente preoccupata. Sapeva quanto Frenia fosse forte, e aveva paura che potesse ferirlo seriamente.

< Il rischio è il mio mestiere, e anche il tuo > le ricordò saggiamente Natsu, puntandole un indice contro e continuando a divorare il suo pasto come se niente fosse.

Lucy non sapeva cosa ribattere, perché non poteva dargli torto.

< Non voglio che ti faccia male > ammise la bionda, abbassando lo sguardo e giocando con un gambero.

Sentì la mano di Natsu posarsi sulla sua, e alzò gli occhi. Aveva uno strano ghigno dipinto sul viso, quasi fosse divertito da quella strana situazione. Immaginò cosa stesse pensando: " Sono tutto un fuoco!".

< Non sono d'accordo > soffiò Lucy, contrariata.

< Andiamo, Lu! Quante volte devo ripetertelo? Io sono con te, non ti lascerò sola. Lo hai detto anche tu: io e te sempre insieme >.

Lucy percepì la propria temperatura corporea aumentare pericolosamente. Una lacrima le sfuggì, e strinse gli occhi per evitare che anche le altre venissero fuori. Sentì una risatina, e la sua mano fu stretta da quella di Natsu. Era calda, molto calda, quasi bollente. Pensò che se avessero fatto una gara di calore in quel momento, probabilmente sarebbe finita in parità.

< Ehi Lu? >

< Che c'è? >

< Sorridi un po'. Sei.. più bella, quando sorridi >.

Lucy arrossì, ritirando la mano dalla sua senza il coraggio di guardarlo negli occhi. Bevve un altro bicchiere d'acqua, gettandosi con foga sul piatto di fronte a lei, cercando di calmare il suo nervosismo.

< E io che cercavo di controllarmi! > rise il rosato.

Si ingozzarono fino a scoppiare, incuranti delle occhiate disgustate che le signore lanciavano loro.
Lucy non riusciva a smettere di ridere in compagnia di Natsu, soprattutto al momento del conto quando finse un mezzo svenimento per evitare di pagare.



< Mi sono divertita > sorrise la maga, mentre passeggiava al fianco del compagno per il parco.

< Dopo questo mi devi ospitare per almeno cinque mesi > brontolò lui.

< MA SE HAI INSISTITO TU  A PORTARMI IN QUEL POSTO! > sbraitò, dandogli un pugno sul braccio.

Si distesero sul prato, all'ombra di un alberello. Lucy cercò di pensare a tutto, fuorché alla presenza del rosato accanto a sé. Chiuse gli occhi, beandosi del sole caldo di quel pomeriggio. Quando li riaprì dopo qualche minuto, quasi non volò dallo spavento. Il viso di Natsu era a pochi centimetri dal suo, e la fissava con un'aria decisamente strana.

< Hai intenzione di farmi prendere un colpo, per caso? > lo rimproverò, sentendo il cuore battere all'impazzata.

Lui si allontanò, distogliendo lo sguardo e passandosi una mano fra i capelli. Era seduto a gambe incrociate, sostenuto dalle braccia poggiate sul prato. Le sue dita erano a pochi centimetri dalla guancia di Lucy che, per impulso, prese a soffiare sul suo braccio tanto per stuzzicarlo un po'.

< Mi fai il solletico > mormorò Natsu, lanciandole un'occhiataccia.

Lucy continuò a soffiare, chiedendosi come potesse soffrire il solletico in un posto così improbabile.

< Smettila! > rise il ragazzo, allontanandosi un po'.

La maga strisciò verso di lui, continuando a soffiare per dispetto. Lo vide mettersi in ginocchio, mentre le sue mani scattarono sulla pancia della bionda iniziando a muoversi su e giù e causando nella povera vittima delle risa incontrollabili.

< Dai.. Basta!.. Ahah, Natsu! > lo spinse, rotolando sopra di lui.

< Ho vinto! > rise, bloccandogli le braccia e ignara della posizione in cui si trovavano in quel momento.

< Non credo proprio! > fece lui, ribaltando le posizioni e continuando a farle il solletico.

Solo quando Lucy urlò pietà il rosato decise di fermarsi, sdraiandosi accanto a lei.

< Baka, ti batterò prima o poi > lo fulminò ancora affannata, dandogli un pizzicotto.

< Vinco sempre io > rise lui, allontanandosi di poco per evitare la furia della compagna che invece si paralizzò, fissandolo.

Quel giorno si era divertita come non faceva da tanto, troppo tempo.

"Vinco sempre io"...

Come desiderava che potesse vincere anche contro Frenia. Sperava con tutto il cuore che ce la facesse, contro di lei.

< Ohi > lo chiamò, sorridendo.

Lui la fissò, con i suoi grandi e bellissimi occhi color smeraldo. Lucy sentì lo stomaco stringersi in una morsa.

< Ti prego > sentì le lacrime scenderle sul viso irrefrenabili, < non morire. Ti prego... >

Natsu la strinse a sé, e lei si beò di quel calore di cui non avrebbe potuto fare a meno e di cui, di lì a poco, sarebbe tornata a sentire la mancanza. 




NOTE DELL'AUTRICE.

1: Gli homo-serpis sono quelle creature strane che Elfman ha descritto. Hilmet è una di loro. Dalla frase di Frenia, si deduce che ce ne siano tanti. 


Non sono morta, sono ancora qui! ^^ 
So che sono in ritardo, scusatemi ma per ora non riesco a trovare il tempo di scrivere! 
Questo capitolo non mi sembra niente di che, alla fine tutta questa attesa per niente -.- Sono imperdonabile. 
Ringrazio le sei recensioni dello scorso capitolo, mi avete resa felice *-* 
Spero di trovarvi ancora a seguirmi, e spero di trovare anche qualche commentino per questo... coso.
Un bacione! 
Yvichan

 
   
 
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