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Autore: LuxPKK    04/08/2014    1 recensioni
La piccola città di Erenst ha un grandissimo controllo sulle risorse del terreno. Il Terullium, un misterioso materiale, è la principale fonte di energia del mondo. Il suo pseudo monopolio su questo materiale gli è costata le ire degli stati confinanti, in crisi economica e di risorse. Per questo nacque la Coalizione di Apollo, un'alleanza di cinque paesi il cui obiettivo è quello di distruggere Erenst.
Essa resiste sotto la guida del Re Aner, un sovrano giusto, onorevole, amante dei suoi sudditi e con un forte senso di giustizia.
Come se le minacce non fossero sufficienti, insieme alla Coalizione vagano i Demoni, creature oscure che sembrano attaccare quasi esclusivamente la piccola città, alleate però di nessuno.
Segui le avventure di alcuni personaggi tra guerre, oscure verità, passati dimenticabili e misteriosi individui; tutto ciò capace di guidare il piccolo regno verso l'alto, fino all'abilità di poter cambiare il mondo.
Genere: Dark, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10: Past

1 Gennaio, 9.00 am, Andvari

Andvari non era più tanto diversa da Erenst. Grattacieli imponenti, illuminati. Auto tecnologiche che occupavano le strade. 
Dal cielo cadeva qualche fiocco di neve, ma il meteo che si poteva udire per le strade annunciava forti nevicate solo quel pomeriggio. 
Le piazze e le vie erano parecchio caotiche; la notte prima Andvari aveva festeggiato l'arrivo del nuovo anno, perciò i resti dei festeggiamenti erano ancora visibili.
Misos camminava con un cappotto un po' diverso dal solito, leggermente più imbottito, sempre di quel viola spento che tanto amava.
Con le mani nelle tasche, si fermò davanti alle porte del Palazzo Centrale, dove venne bloccato da due guardie.
"Sono Misos, sovrano del Regno di Gesia" fece sapere. Le sentinelle abbassarono le armi e gli mostrarono la via verso la sala conferenze.

1 Gennaio, 9.25 am, Palazzo Centrale.
Al suo interno, oltre a qualche nobile e impiegato di Stato vi era la bellissima Sojin, la governatrice di Zebulun. 
Aveva i capelli scuri sciolti, e indossava una variante invernale delle uniformi militari della Coalizione, con qualche stella in più sulla spalla.
Seduta, fece cenno a Misos di avvicinarsi.
"Vostra Maestà, sono felice che siate qui" salutò.
"Piacere di incontrarla, governatrice Sojin..." rispose lui togliendosi il cappotto.
"Spero di non fare la stessa fine degli altri governatori" disse ridacchiando. Misos si sedette, e la guardò rispondendole.
"Io spero che non ce ne sia bisogno, Sojin"
In quel momento, fece il suo ingresso nella stanza un giovane uomo, che il sovrano riconobbe subito: era Apollo.
Egli si avvicinò a loro, li salutò e si sedette sulla sua sedia. 
"Non avrei mai pensato di avere il governatore della stessa città che vogliamo distruggere qui con me" disse anche lui ridacchiando.
"Potrei accoltellarti ora, Apollo..." rispose Misos allo stesso modo.
"Suvvia, non ne vedo la necessità. Siamo qui per discutere di pace" fece lui sorridendo.
"Non mi faccio problemi ad ammetterlo, Gesia ha spaventato molto la mia gente a Zebulun. I miei cittadini temono un'invasione..." spiegò la governatrice.
"E sarebbe anche giusto" commentò il Re, mostrando una sicurezza pari a quella con cui, mesi prima, salì al potere ad Erenst.
"Non ha tutti i torti, Eccellenza, ma io tengo allo stato d'animo della mia gente. Se i miei cittadini, il mio esercito teme, allora io
devo proteggerli anche a costo di scendere a patti con voi di Gesia..." rispose lei mostrando altrettanta convinzione.
"Perciò cosa ha intenzione di fare, Sojin?" domandò il Re.
"Vorrei semplicemente uscire dalla Coalizione, ma al mio popolo serve il Terullium che Andvari è disposta ad offire agli Stati alleati. Certo,ho anche io una dignità tale da non elemosinare minerali da voi, Gesia..." spiegò. "
Il mio progetto, forse un po' utopico, è un'alleanza tra i tre Stati rimasti indipendenti qui ad Atma. Con uno schema che assicura che ogni membro dell'alleanza fornisca una certa percentuale di materiale agli alleati, senza però costringere un determinato Stato a versare più di un certo valore..."
"Proposta interessante, Sojin..." intervenne Apollo. "Mi piacerebbe molto accettare, ma purtroppo Andvari non può permettersi un'alleanza con Gesia.
Andrebbe bene solo se quest'ultimo Regno accettasse la sottomissione ad Andvari. Qual è il parere di Sua Maestà?"
"Gesia non ha intenzione di sottomettersi. Accetteremmo l'alleanza con Zebulun, ma chiediamo indipendenza da parte di Andvari!" rispose Misos.
"Mi scusi, Apollo" parlò la governatrice. "Lo scopo della guerra contro Gesia è per motivi di risorse. Ma con un'alleanza di questo tipo il Terullium non sarebbe più un problema..."
Apollo fece un leggero sorriso, per poi rivolgere lo sguardo a Misos.
Quest ultimo però fece un'espressione più adirata.
"Risorse dici? Non farmi ridere!" esclamò il sovrano. "Vi siete solo stufati dei vostri vecchi giocattoli. I giocattoli di tuo padre, Apollo!"
"Non capisco queste accuse, Sua Maestà..." disse confusa Sojin.
"Sojin, Apollo vi sta usando fin dall'inizio. La causa di questa guerra è una bugia! Il Terullium è tutto un pretesto per distruggere ciò che rimane del passato oscuro di questo vigliacco!" gridò Misos, allarmando alcune guardie fuori dalla stanza.
"E allora perchè non ne parli, Misos? Quanti anni saranno passati... venti?" disse Apollo sorridendo, con uno sguardo compiaciuto.
In qualche modo, sapeva che il cupo sovrano non avrebbe mai parlato del suo passato.
All'improvviso, un soldato di Andvari entrò di prepotenza nella stanza.
"Mi perdoni Signore, ma la squadra d'assalto è stata eliminata!" gridò con poca aria nei polmoni.
Misos si alzò di scatto dalla sedia.
"Squadra d'assalto? Cos'è questa storia, Apollo?" esclamò. "Sojin, eri d'accordo con quest'uomo?"
"No... non erano questi gli accordi! Doveva essere una conferenza di pace!" ripose lei leggermente spaventata.
Anche Apollo si alzò. Il suo sguardo era sicuro, ma non troppo. Mostrava qualche segno di preoccupazione. Si diresse verso la finestra della stanza, guardando il paesaggio.
"Sojin Sojin Sojin... non puoi capire. Io devo distruggere Erenst, non posso permettermi di fallire." disse di spalle.
Misos attivò il C-COMM e aprì le comunicazioni con Shin.
"Shin! Com'è la situazione lì?" chiese.
"Tutto bene, siamo stati attaccati da una pattuglia di Andvari, non so quanta 'pace' vogliano quei tipi..." spiegò.
"Oh, anche tu Misos" commentò il governatore di Andvari. "Professi pace... con un esercito alle spalle?"
"Mi aspettavo una tua mossa scorretta, Apollo. Visto che i miei uomini sono riusciti a cavarsela... posso ucciderti qui!" gridò il sovrano, saltando sul nemico con il suo stocco.
Subito però, il governatore bloccò l'affondo con un rinforzo di ferro posto su una mano. Da esso fuoriuscì un'affilata lama. 
"Se è un duello che cerchi, vecchio amico, allora ti accontento subito. Ma attento, solo io e te. Non permetterti di chiamare rinfozi, se non vuoi che vengano inceneriti dai missili che ho preparato per loro. Un solo passo falso e potrai dire loro addio!" lo minacciò il combattente.
Misos, non di buon grado, accettò. 
Sojin assisteva impotente alla scena, dubbiosa su cosa fare, come agire per il bene di Zebulun.
Misos iniziò con una serie di affondi, che però vennero bloccati. Il nemico attaccava a pugni, ma essi erano rinforzati dal ferro e, la mano sinistra, presentava anche la già citata lama retrattile.
Apollo attaccò con un pugno destro, colpendo in volto l'avversario. Il suo tentativo di usare la mano sinistra sullo stomaco fu però invalidato da una schivata del Re, il quale sferrò un fendente che respinse il pugno. 
Il governatore attaccò con una serie di calci, uno di essi colpì Misos e lo scaraventò sul tavolo. 
"Sei debole, Misos!" gridò tirando un secondo calcio nell'esatto momento in cui il sovrano si rimise in piedi. 
Questo non fece altro che schiacciarlo contro un muro.
Apollo si avvicinò allo sfidante, e lo sollevò da terra prendendolo per il collo con la mano destra e schiacciandolo ancora sullo stesso posto.
Caricò il colpo sinistro, stringendo fortissimo la mano. Misos però, disarmato, non era pronto a perdere lo scontro.
Rapidamente, estrasse la sua solita pistola, celata dietro il suo fianco destro, e sparò alcuni proiettili nello stomaco del nemico, che cadde a terra immediatamente.
"Che mossa... scorretta..." disse lui dissanguando.
"Ora siamo pari, non credi?" rispose il Re puntando l'arma verso lo sconfitto.
Egli strisciò verso la precedente finestra, e fece cenno di avvicinarsi.
Misos si affacciò, e Apollo, a fatica in piedi, gli indicò una lugubre struttura in lontanza, che sembrava abbbandonata. 
"Il Laboratorio Andvari... non ti ricorda nulla... Misos? Non rievoca elementi del tuo passato... che volevi dimenticare?" parlò il ferito. 
"O meglio ancora, momenti... che volevi usare contro... di me?"
"Quel laboratorio... io..." sussurò il sovrano, tenendosi la testa in preda al mal di testa.
"Eheheh... casa tua... Misos!" esclamò.
In quel momento, egli si piegò dal dolore, gridando e lamentandosi. 
Misos afferrò Apollo compiaciuto per il collo, e con violenza lo scagliò dalla finestra, infrangendola in mille pezzi. 
Sojin corse verso il Re dolorante, e lo aiutò ad alzarsi. 
"Mi dispiace che la mia idea della conferenza di pace sia finita in questo modo..." disse Sojin. 
In quel momento però, alcune guardie si avvicinarono ai due capi di Stato, con le alabarde sguainate.
Sojin colpì uno di loro con un violento calcio, ma fu abbastanza rapida da sottrarre l'arma stessa e usarla per uccidere subito gli altri nemici. "Dobbiamo uscire da qui" esclamò sicura.
Il duo aveva un obiettivo: dirigersi alla sala comandi del Palazzo, per disabilitare i missili e permettere all'esercito di entrare in città.
Controllarono molte stanze dell'enorme reggia, ma da nessuna di esse venivano gestiti quei missili.
"Non intendo tirarmi indietro. Prenderò il controllo di quei missili e farò entrare il mio esercito. È ora di prendere questo posto" disse Misos con un tono di voce diverso dal solito; più agguerrito, arrabbiato, cattivo.
Notando una stanza protetta da alcune guardie, il sovrano si avvicinò e, senza lasciar loro un minimo di tempo, uccise i nemici con una combinazione di stocco e pistola. 
L'interno della stanza non era quello sperato, ma conteneva molti fogli di carta e documenti scritti.
Tutti riguardo al misterioso Laboratorio Andvari.
In preda all'ira, il Re rovesciò e distrusse tutti gli scaffali della stanza. 
Un titolo colpì lo sguardo di Sojin: Progetto per l'Evoluzione delle Emozioni.
Senza farsi notare, raccolse e salvò quel pezzo dalla furia del distruttore.
Usciti dalla porta, però, ad attenderli trovarono Apollo, alla fine del corridoio.
"Bravo Misos... distruggi tutto quello che resta di quell'orribile posto... proprio come sto facendo io..." disse a stento.
"Quelle ricerche, quegli esperimenti... erano crudeli e ignobili!" gridò il Re.
"Esatto Misos, questo lo so bene. Per questo devo distruggere tutto quello che resta di quei giorni... come Erenst." rispose Apollo ferito.
"I cittadini della mia città vogliono vendetta... vorrebbero vendetta, se solo sapessero. E io... io sarò la loro rivalsa!" esclamò in risposta.
"Vuoi sfruttarli per ottenere la TUA vendetta, su Andvari e su Europa... è normale, in fondo... tu riesci a pervadere i cuori dei tuoi cittadini con l'Emozione Oscura più potente di tutte..." commentò il governatore.
"Taci... taci! Devi pagare per i crimini commessi col tuo nome. Apollo... terzo, dico bene? Tuo padre era Apollo secondo... ma non hai importanza. Pagherai tu per quel verme!" esclamò Misos furioso.
"Il sistema di controllo dei missili... non è qui. Vieni al Laboratorio Andvari. La chiave per fermarli sono i miei occhi... e la mia voce. 
Non ti conviene uccidermi adesso. Torna in quel luogo... da solo..." lo sfidò.
In quel momento, il C-COMM di  Misos suonò.
"Qui Ashera. Chiamo per accertamenti sulla sua situazione, Signore. L'esercito attende ordini." disse lei freddamente.
"Rimanete in attesa. Tutto regolare. Preparatevi a recuperare la governatrice Sojin." ordinò il comandante, facendo cenno alla guerriera di dirigersi fuori dalla città. Improvvisamente, Apollo rimase stupito. 
"Ashera...?" disse lui. 
"Cambio di programma, vecchio amico. Dirigiti al Laboratorio Andvari... con quella ragazza, Ashera. 
Scommetto... che farà bene anche a lei... rivedere casa sua..."
   
 
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