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Autore: Kim_Fire    04/08/2014    1 recensioni
Una ragazza, una strada troppo stretta, uno sguardo mancato, l'orgoglio che le colora il volto.
Un secondo per prendere una decisione, un altro per pentirsene.
Uno sguardo per rendersi conto della verità.
Stupidi occhi che hanno fregato l'orgoglio.
Meravigliosi, stupidi occhi.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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~~Caroline mi dà una gomitata leggera, dice a me come se lo dicesse a se stessa di guardare dritto di fronte a me. Ed ecco arrivare, l'incazzamento dell'ultimo secondo.
Si avvicinava a me non per fermarsi, nè per salutare, ma perchè doveva farlo. La strada era troppo stretta e sarebbe sembrato ambiguo attraversare. Puntualmente, sento le guance avvampare, bruciare. Riesco a percepire anche quella gocciolina di sudore che non centra nulla, scendere dalla nuca alla spina dorsale. Un altro passo, voglio scappare o guardare la scena da lontano.
Le gambe iniziano a non volerne sapere di ragionare, è come se un formicolio stesse implorando loro di scendere e sedersi a terra proprio in quel momento, ma io continuo a camminare, ignorando quella sensazione stupidissima. è meravigliosa, e la detesto proprio per questo motivo.
Un altro passo, il mio corpo non necessita del cervello, perchè tanto è fuori uso.
Noto l'assurdo silenzio che si è venuto a creare, per la prima volta mi sembra davvero strano, quel silenzio. Vi è mai capitato di essere in una strada dove ci sono cani, bambini, venditori, baristi, sbronzi che all'improvviso sembra come se si fossero messi d'accordo e avessero smesso di farsi sentire?
Come quando abitui l'orecchio al canticchiare piacevole delle cicale o dei grilli, al punto che è come se non le sentissi più, ma quando smettono davvero di suonare, allora ti rendi conto del rumore che facevano un istante prima, ed è strano quel silenzio improvviso.
Un altro passo, riesco a sentire il suo odore, degli impulsi idioti vengono trasmessi dal cervello in escandescenza alle labbra, non riesco a contenere la risata, sto per fare una figuraccia. Devo trattenermi.
Non ho il coraggio di alzare lo sguardo, ma quanto vorrei farlo. Quella sensazione che non mi appartiene continua a riempirmi, e mi forza a tenere gli occhi fissi sul marciapiede sporco. Sento il suo sguardo indugiare qualche secondo su di me, giusto il tempo di passare, e classificarmi esattamente come tutte le altre ragazze. Ecco, in una situazione diversa avrei mandato al diavolo quelle fottute sensazioni, lo avrei sfidato a mantenere lo sguardo nei miei occhi, e lo avrei trattato esattamente come gli altri. Che idiota sono stata.
Il terzo passo o quarto passo, ho perso il conto. Alzo gli occhi piano piano mentre lo oltrepasso, e incrocio invece lo sguardo simpatico del suo amico in sovrappeso. E invece avrei dovuto incontrare i suoi occhi azzurri magnetici, perchè ogni volta che li incontravo era come se ci fosse un lampo invisibile, una scarica elettrica dentro di me. Quegli occhi vispi e furbetti, opposti ai miei grandi e marroni. Avrei di certo notato le sue sopracciglia bionde e la pelle abbronzata.
E invece mi accorgo che le mie gambe hanno messo il turbo e sono già sul ciglio della strada, ho perso di vista anche la mia amica e quando mi volto vedo che lei stava scoppiando a ridere per come avevo reagito. Venti, trenta passi in un secondo sulle punte dei piedi per non far rumore mentre mi allontano.
Quando mi ha raggiunta mi lascio prendere un po' in giro per questa stupida cosa di accelerare, e poi mi chiede:
"Da quanto tempo non lo vedi in giro?"
"Diversi mesi." le rispondo guardando altrove, con noncuranza per non far vedere che probabilmente ho le sopracciglia incurvate per la rabbia e gli occhi che brillano per lo schiaffo della verità.
"Si vede che ti piace, e lui ti ha fissata."
"Mi ha fissata come si fissa una normale passante, una passante qualsiasi. Ed è normale così."
"Io non sono esperta nel distinguere gli sguardi, ma ti posso solo assicurare che ti ha guardata. E ti posso assicurare anche che sono troppi anni che... sei un'innamorata cronica."
"Credo che sia solo il prototipo del mio ragazzo ideale, non che mi piaccia sul serio."
"Alex è il prototipo del mio ragazzo ideale, e quando lo vedo non sento nulla, a parte il desiderio di saltargli addosso. Ma non arrossisco, ne accelero, ne evito il suo sguardo."
"Questo non toglie nulla."
"Sei un' innamorata cronica. E prima a lui piacevi molto, a quanto ne so."
Ecco, vorrei, anzi sto per dirle che lo so, ma mi trattengo. Quel prima mi rimbomba nelle orecchie.
Sospiro, guardando con distrazione uno dei meravigliosi graffiti sul muro. Sto per guardare di fronte a me, ma qualcosa mi porta a rialzare lo sguardo su quel muro. Una frase sbiadita, coperta da disegni, insulti e parolacce, ma non a fondo. Riesco a leggerla, o magari è solo nella mia mente e voglio che sia scritta lì, perchè calza a pennello in questo momento.

Non tutti quelli che si amano stanno insieme. 

  
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