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Autore: Phantom13    05/08/2014    2 recensioni
Ocarina of Time
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I morti gridano
e i vivi non hanno voce.
Genere: Angst, Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Link, Navi
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Un secolo e mezzo fa, scrissi una piccola fic sui ReDead di Wind Waker. Skyseeker mi chiese di scriverne una anche su quelli di Ocarina of Time.
E dopo un'eternità, ho finalmente trovato il tempo e l'ispirazione per scrivere una fic sui raccapriccianti ReDead di Ocarina of Time!
Skyseeker, questa fic è per te!
^.^

 
ReDead
- Agony-


 
Link chiuse per un attimo gli occhi, per poi riaprirli e ricontrollare di nuovo. No, non era un sogno. Il cielo era rosso per davvero. Deglutì.
L’erba e i cespugli che da sempre ornavano l’entrata del maestoso Tempio del Tempo erano tutti interamente secchi, sotto a quel cielo innaturale avevano un’aria ancora più spettrale.
I rami denudati degli alberi si protendevano in alto, come per graffiare quelle tetre nuvole che intasavano la volta del cielo.
Gli occhi spalancati di Link si posarono sui muri diroccati delle case e degli edifici che una volta erano stati il borgo di Hyrule, ora ridotti a miseri ammassi di mattoni anneriti dal fuoco.
-Navi, cos’è successo?- riuscì a ritrovare la voce Link, nonostante la sua gola fosse interamente serrata.
La fatina, forse per la prima volta da quando l’aveva conosciuta, non disse niente. Ed il silenzio di Navi, tante volte agognato, risuonava ora come la più desolante delle assenze.
-Com’è possibile che sia accaduto questo?- sussurrò di nuovo Link, come incapace di smettere di guardarsi attorno.
Il Monte Morte alle loro spalle ruggì rabbioso, tuonando lava e fuliggine.
Sette anni … In sette anni, Ganon aveva fatto questo … aveva distrutto … mentre Link dormiva! … Aveva vinto lui …
Un pensiero di raccapricciante importanza invase sgomitando la mente di Link, con cocente ritardo. Le persone! Dov’erano finiti gli abitanti della città?!
Link, stomaco serrato dalla paura, con un gelido vuoto che sapeva tanto di senso di colpa per non esserci stato quando serviva, si decise a muovere un passo in avanti.
Ganondorf li ha uccisi tutti … suggerì gratuitamente una vocina dentro la sua testa. Tutti morti. Perché tu non c’eri.
A quel secondo passo ne seguì subito un altro. E Link si ritrovò a correre disperatamente verso il borgo.
Loro dovevano essere sopravvissuti! Qualcuno … chiunque! Qualcuno che fosse ancora vivo, un sopravvissuto qualsiasi! Anche soltanto uno!
Il suono dei suoi stivali contro il ciottolato fu l’unico che si poteva udire. Oltre il lontano vulcano e il quasi impercettibile sfarfallio di Navi. E il fatto che l’unico suono percepibile dalle lunghe orecchie da hylian del giovane Eroe fossero i suoi stessi passi, lo faceva raggelare, se possibile, ancora più di quanto già non fosse.
Un odio nero fiammeggiante gli si stava accendendo sempre più nel petto, ad ogni passo. Se Ganon aveva davvero fatto quello che Link temeva …. Se li aveva davvero uccisi tutti quanti … Avrebbe pagato ogni singola goccia di sangue versato! Ogni singolo grammo di dolore inferto!
Svoltò l’angolo e si ritrovò nello spettro di quella che una volta era la piazza principale del borgo. Niente più mercato, niente più musica da fiera, niente più bambini che correvano, niente più cagnolini scodinzolanti, niente più danze, niente più gente, niente più vita. Un silenzio di tomba regnava su quel posto.
Lo si poteva quasi udire, quel silenzio, dilagato in ogni anfratto di quella città, strisciato sotto ogni mattone, dentro ad ogni muro squarciato. Parlava di morte, quell’assenza di suono. 
La mente di Link sembrò ritrarsi di colpo, a quella vista.  Ma i suoi occhi erano rimasti incollati a quella distruzione. Guardavano le insegne bruciate dei negozi, osservavano i muri carbonizzati, la fontana ora infestata dallo scheletro di un’erbaccia, che un tempo aveva ospitato gli zampillii d’acqua e le aiuole fiorite che rallegravano tutta la piazza.
Cosa pensava Link in quel momento? Niente. Aveva il vuoto nel cervello, come se l’annientamento di quel luogo avesse contagiato pure lui. Non riusciva a raggruppare i propri pensieri, ne’ tanto meno a capire che sentimento avrebbe dovuto provare, quale grado di orrore. Non sapeva cosa fare. In quel momento, lui era nulla.
Vicino al limitare della fontana, qualcosa si mosse.
Il cuore di Link venne inondato di speranza. Se c’era movimento, c’era vita!
Scattò in avanti ma si fermò all’istante non appena vide la cosa che s’era alzata in piedi.
Avrebbe potuto sembrare una persona. L’altezza era quella di un hylian adulto, due braccia e due gambe. Ma … pareva più un cadavere che una persona.
La pelle era raggrinzita, essiccata, e di sospetto color marrone, marcio. Decomposizione.
Sotto a quella pelle che tanto assomigliava ad un involucro troppo largo, si potevano intravvedere gli spigoli delle ossa e ciò che rimaneva di alcuni muscoli.
Sulla faccia, quel … quel coso indossava una sorta di maschera, forse di legno, nella quale v’erano tre fori. Due per gli occhi, uno per la bocca.
La creatura finì di tirarsi in piedi, voltandosi verso il nuovo arrivato. Si fissarono per un po’, in silenzio tutti e due.
-Navi?- domandò in un sibilo Link. –Cos’è quello?-
La fatina esitò. –Ehm…-
Link si mosse in avanti. Che fosse magari uno degli abitanti del borgo, sopravvissuto all’attacco? Magari aveva quella maschera per schermare il volto martoriato. O magari era vittima di una maledizione scagliata da Ganon su tutti i sopravvissuti. O forse …
L’essere dalla schiena ricurva come un gambo di giunco si raddrizzò un pochetto, quando Link raggiunse una certa distanza da lui.
Un grido disarticolato, acuto come nient’altro a quel mondo, perforò le orecchie dell’hylian vestito di verde. Un’ondata di dolore ne seguì, invadendo direttamente il cervello di Link. L’udito enormemente fine degli hylina si rivelò un gran difetto in quel frangente.
Assordato fin quasi all’incoscienza, Link fece per portarsi le mani sulle orecchie e cercare di proteggersi da quel suono, ma si accorse di non riuscire a muovere un solo muscolo. Ogni sua cellula era come paralizzata da quel grido spettrale.
Mentre il panico cominciava a montare nel petto e nella mente dell’Eroe, il mostro si decise a muoversi in avanti. Camminava, lentamente, perpetrando quel suono. E Link capì che doveva levarsi di torno all’istante se non voleva finire molto, ma molto male. Peccato che muoversi non era un’opzione praticabile, in quel momento.
Il ReDead gli era proprio davanti. Gli fece il giro dietro … e gli saltò addosso.
Una mossa che Link non si sarebbe aspettato. Se lo ritrovò aggrappato sulla schiena, le sua braccia flaccide strette attorno al petto, le gambe serrate attorno alla vita. Quell’essere pesava praticamente niente, fu il suo pensiero prima che il ReDead cominciasse a stritolarlo.
Sfoderando una forza assurda, che mai si sarebbe detta appartenere a quelle membra mummificate, il ReDead cominciò a stringere la presa sulla sua preda, sempre più forte, sempre più forte.
Link gridò. Sentiva quasi le ossa delle braccia staccarglisi dalle spalle, da tanto il ReDead le schiacciava in dentro con forza. Le sentiva quasi piegarsi.
Respirare divenne immediatamente un problema, con quella pressione attorno alla gabbia toracica era enormemente difficoltoso far gonfiare d’aria i polmoni.
Le ossa del bacino non erano messe meglio, anche quelle scricchiolanti.
E faceva male, un male impensabile.
Link tentò miseramente di fare resistenza, ma il ReDead non parve nemmeno accorgersi che la sua vittima aveva tentato di liberarsi.
Con quel basso gorgoglio gutturale che ora scaturiva regolarmente dalla gola del mostro, il ReDead cambiò lentamente posizione. Alzò le braccia più in su e cambiò i punti in cui faceva forza sulla sua preda, piegandogli la spina dorsale all’indietro.
Il dolore di Link si  raddoppiò. Ed ebbe paura sul serio. Quell’essere stava tentando di spezzargli la schiena!
Si divincolò, tentò di muoversi, di fare qualcosa. E ci riuscì. Il ReDead perse per un attimo la presa e Link riuscì a sgusciare via.
Scattò via di corsa, respirando a pieni polmoni, solo per accorgersi che quel ReDead non era solo. Ce n’erano almeno altri tre che si avvicinavano a lui con passo lento, oscillante, mugugnando gutturalmente.
Uno di loro lanciò quel grido spaccatimpani, paralizzando di nuovo l’hylian. Fortunatamente, l’attacco sonico finì prima che uno qualunque di loro riuscisse a raggiungerlo. Evidentemente, pure loro avevano un limite al respiro che potevano emettere per lanciare quel grido.
Link rimase in piedi, fermo, a distanza di sicurezza, con tutto il suo corpo che pulsava di dolore, le ossa in particolare, la schiena e le braccia nello specifico.
Il ReDead che già aveva provato a farlo secco gridò di nuovo, riuscendo a portarsi fin di fronte alla sua vittima immobilizzata, ma, fortunatamente per Link, finì l’effetto della paralisi prima che quello riuscisse a saltargli addosso un’altra volta.
Vista la distanza nulla che c’era tra loro, e sapendo che al prossimo grido Link se la sarebbe vista brutta, in un gesto disperato, dettato solo dall’istinto di sopravvivenza più che da un ragionamento studiato, estrasse la spada e menò un fendente sul petto del ReDead.
La miglior difesa è l’attacco, o no?
Un grido gorgogliante di dolore, che non stordì nessuno, emerse dalla gola rinsecchita del ReDead.
Un altro fendente in pieno petto, che tranciò come burro pelle e costole.
Il mostro urlò di nuovo, un ultimo colpo alle gambe da parte dell’hylian e il ReDead crollò a terra. E non si mosse più.
Altri due ReDead s’erano avvicinati silenziosamente, mentre il loro compagno veniva affettato. Link balzò ancora indietro, vorticando la spada, nonostante il cuore gli galoppasse nel petto, le ginocchia gli tremassero e si sentisse in quel momento tutto meno che pronto ad un altro scontro. Ma, con enorme sorpresa di Link, quando i due raggiunsero il corpo del loro simile, non proseguirono l’avanzata verso la scalpitante preda che era l’hylian. Si fermarono contro ogni previsione vicino al cadavere e si accucciarono, cominciando a mangiare voracemente ciò che era stato un loro compagno di caccia fino a pochi istanti prima.
Un moto di nausea risalì lo stomaco dell’hylian, che si portò istintivamente una mano alla bocca. Il terzo ReDead, più lontano, gridò di nuovo all’indirizzo di Link, bloccandolo sul posto, anche se ormai più nessuno badava a ciò che faceva lui. Nemmeno lo stesso che aveva appena gridato. Si avvicinò quel tanto che bastava per raggiungere il banchetto in corso e poi si piegò anche lui per mangiare.
Finito l’effetto paralizzante del grido, Link fu libero di nuovo di correre.
Schizzò via a tutta velocità da quella scena disgustosa. Attraversò come un lampo tutta la piazza, fiondandosi poi sul ponte levatoio, mezzo sprofondato nel fossato di cinta. Si ritrovò con l’acqua al ginocchio ma se ne fregò.
Si issò dall’altro lato del fiumiciattolo a forza di braccia e partì a corsa per la prateria di Hyrule, mettendo più distanza possibile tra se stesso e il borgo morto con i suoi nuovi abitanti. 


 
  
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