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Autore: SmartieMiz    05/08/2014    2 recensioni
«Da dove cominciamo, Rei-chan?», chiese il biondo, entusiasta.
«Direi di iniziare dalle verdure», rispose semplicemente l’altro.
Rei era alla ricerca del reparto giusto, ma nel giro di pochi minuti aveva già perso d’occhio Nagisa.
E il carrello.

[Reigisa + lievi accenni MakoHaru]
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Di fragole, biscotti e colori
Rating: verde
Genere: commedia/fluff/slice of life
Ships: Reigisa + lievi accenni MakoHaru

 

Note: Salve a tutti! Questa è la mia seconda OS, questa volta una Reigisa (con lievissimi accenni MakoHaru, è più forte di me XD). E' una cosina piccola piccola e fluffosa e spero vi piaccia! Ah, premetto che la fic è ambientata in un supermercato e non so com'è fatto un supermercato giapponese, quindi mi scuso per eventuali errori XD


 

Questi personaggi non mi appartengono; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

 

 Di fragole, biscotti e colori
 

                              



Tra le tante cose che Rei aveva imparato di Nagisa, ce n’era una essenziale alla quale non aveva mai posto particolare attenzione finché non era accaduta: non fare la spesa con lui.
In quel periodo di vacanze, Nagisa aveva proposto di trascorrere quattro giorni al mare con i suoi amici affittando il più economico degli appartamenti – distante dalla spiaggia circa cinquecento metri – e dividendo le spese. La richiesta era stata approvata da tutti – Haruka si era lasciato condizionare dall’entusiasmo di Makoto e dai suoi: “Haru, ma sarà bello, potrai nuotare ogni volta che vuoi!”, “Senza di te non è la stessa cosa” – e il loro progetto si era dunque trasformato in realtà.
Il primo giorno di vacanza, i quattro nuotatori decisero di comprare qualcosa da mangiare per sostentarsi durante quei giorni, perciò andarono al supermercato. Arrivati a destinazione, si separarono: presero due carrelli e Makoto divise i compiti e le cose da acquistare, camminando per il supermercato con Haruka alla ricerca di sgombri per l’amico e cioccolata per lui.
Rei era rimasto con Nagisa che non smetteva di fissarlo col suo sorrisetto allegro.
«Da dove cominciamo, Rei-chan?», chiese il biondo, entusiasta.
«Direi di iniziare dalle verdure», rispose semplicemente l’altro.
Rei era alla ricerca del reparto giusto, ma nel giro di pochi minuti aveva già perso d’occhio Nagisa.
E il carrello.
«Nagisa-kun? Nagisa-kun, dove sei?».
«Qui!».
“Qui” era una risposta banale quanto insensata: avrebbe potuto significare qualsiasi zona del supermercato e, peggio, qualsiasi parte del mondo.
«Non ti vedo, Nagisa-kun! Quale reparto, precisamente?», continuò a chiedere Rei.
«Zona dolci! Guarda questi biscotti, Rei-chan! Sono a forma di animali! C’è anche il pinguino!».
Rei si lasciò guidare da quella voce esaltata, trovando Nagisa e un carrello – che non poteva davvero essere il suo! – zeppo di leccornie.
«Ma cosa fai? Rimetti tutto al suo posto!», gli disse Rei quando gli fu vicino: «Ci verrà a costare un accidente!».
«Ma ne vale la pena, Rei-chan! Ho preso tutto l’occorrente per preparare i dorayaki, poi ho trovato le ciambelle americane, la Nutella…».
«… ma ti verrà qualcosa con tutto questo cibo non salutare!», lo interruppe Rei, incominciando a posare ogni prodotto al suo posto.
Nagisa non si perse d’animo. «Anche le verdure costano e molto, direi».
«Ma almeno le verdure non fanno male al fegato».
«E dai! Prendiamo almeno i biscotti!».
«Non se ne parla!».
Rei stava per posare anche il pacco di biscotti, ma venne bloccato da Nagisa che lo fece voltare, tirandogli la maglietta. Con due occhioni imploranti, fece: «Andiamo, Rei-chan! Prendiamo almeno i biscotti! C’è anche la farfalla, e poi sono così belli, dovrebbero piacerti. Saranno anche buoni».
Rei non voleva cadere in quella trappola.
«No».
«Ti prego!».
«Ho detto no», ripeté Rei, ostinato.
«E dai! Mako-chan sicuramente me li avrebbe presi senza problemi!».
Non devo cedere, non devo cedere, non devo cedere…
«E va bene».
«Sì!», esultò Nagisa stringendo Rei in un abbraccio, per poi riposare il pacco nel carrello.
Rei era come pietrificato dopo quel gesto. A Nagisa non sfuggirono le sue gote arrossate.
«Adesso ci servono delle merendine e le fragole per la torta… e anche gli ingredienti per fare i bisc…».
«No, non se ne parla! Già è tanto che abbiamo preso questi e…».
«… ma io amo i tuoi biscotti, Rei-chan. E le tue torte alla fragola», lo interruppe Nagisa: «Magari questa volta ci aggiungi anche la panna. Che ne dici?».
Rei scosse il capo. «Ho fatto quella torta solo perché era il tuo compleanno, non prendiamo l’abitudine! Sono pur sempre dolci e i dolc…».
«E dai! Haru-chan è un bravo cuoco, ma cucina soltanto quel che vuole. Non mangerò mai una torta di sgombri e ananas».
«Ma perché non ti è chiaro che un no è un no?», fece Rei con uno sbuffo.
«Un no può sempre diventare un », rispose l’altro con un gran sorriso: «Allora, Rei-chan? Prendiamo il preparato per torte e dopo le fragole!».
«Ma ti piacciono così tanto le mie torte alla fragola?», chiese, un po’ sorpreso.
«Lo puoi dire forte!».
Rei sospirò. «D’accordo. Prendi anche il preparato, poi passiamo alla frutta e infine, che ti piaccia o no, alle verdure!».
Nagisa esultò ancora una volta, euforico. «Ti adoro, Rei-chan!», fece, riempiendo di nuovo il carrello.
Al reparto frutta e verdura, Nagisa prese le fragole tanto richieste e Rei incominciò a contemplare le verdure e gli ortaggi con fare circospetto.
«Quest’insalata è di un bel verde, si sposa benissimo con il rosso dei pomodori, però stonerebbe con il viola delle melanzane e con il verde delle zucchine che è più scuro ed intenso e quindi no, non potrei creare un piatto perfetto, però c’è anche il giallo dei peper…».
Con una mano, Nagisa gli tappò inaspettatamente la bocca. «Oh Rei-chan, che barba che sei! Metti tutto quello che ti serve nel carrello, cosa t’importa?».
«Ma devono abbinarsi i colori, altrimenti non potrò seguire le mie teor…».
«Allo stomaco non importa dei colori, digerisce tutto! Più o meno…», lo interruppe semplicemente Nagisa, per poi prendere delle verdure e dire: «Allora? Queste le prendiamo? Le metto nel sacchetto?».
Rei si limitò ad annuire passivamente, chiedendosi come facesse quel biondino a manipolarlo a proprio piacimento per qualsiasi cosa, entrata nel club di nuoto in primis. Quel piccolo persuasore sarebbe stato la sua rovina.
Del resto, quell’insistenza di Nagisa, talvolta seccante, non è che gli dispiacesse chissà quanto. Il club di nuoto era stato come una luce per Rei, un nuovo modo di vedere le cose, e quell’ondata di energia dai capelli biondi e gli occhi allegri rischiarava sempre le sue giornate, in un modo o nell’altro.
Altro che colori e stupide teorie: Nagisa era il colore più bello di tutti, il più luminoso.
La cosa più buffa di quella situazione era che Rei stava sul serio pensando a quelle cose così poetiche e poco razionali e insomma, non da lui – l’amore è una cosa talmente illogica! Ops, sul serio aveva pensato a quella parola? – in un supermercato, con Nagisa che gli trotterellava avanti e indietro aggiungendo le cose nel carrello. E non solo: in quel carrello vi era anche un pacco di un altro tipo di biscotti che no, non doveva esserci, ma ormai Rei aveva perso il controllo su quel biondino, mentre il suo cervello andava a farsi un bel viaggio. Di sola andata.

 
 

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