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Autore: EmmaStarr    05/08/2014    3 recensioni
– È meglio che vada, ormai si è fatto tardi.
Kuroko si è attardato a casa di Kagami e non sembra intenzionato ad andarsene tanto presto...
|Kagami/Kuroko| |Post-Teikou!Arc|
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Autore: EmmaStarr

Fandom: Kuroko no Basket

Titolo: Notte Infinita

Raiting: Verde

Avvertimenti/Note: Fluff, Missing Moment

NdA: Ambientata subito dopo il Teiko Arc (lievi spoiler, niente di importante): Kuroko si è attardato a casa di Kagami e non sembra intenzionato ad andarsene tanto presto...

 

 

Notte Infinita

 

Kuroko sospirò piano, stiracchiandosi: se n'erano già andati tutti, ma lui ancora non se la sentiva di immergersi fra le mille luci della città per tornare a casa. Voleva solo restare ancora un po'... Ma dovette velocemente arrendersi all'evidenza: non poteva certo restare tutta la notte, no?

– Beh... Io dovrei andare, Kagami-kun. – disse piano, facendo per alzarsi.

– Aspetta, volevo ringraziarti. – se ne uscì improvvisamente Kagami, guardando da un'altra parte. – Non dev'essere stato facile... sai... da raccontare.

Kuroko sospirò impercettibilmente. – No, infatti.

Le parole di Kagami continuavano a rimbalzargli in testa. Siamo stati amici per tutto il tempo. Era solo... quello?

La luce era calda e soffusa, il divano morbido sembrava ordinargli di stare sdraiato senza pensare a niente, ma sapeva di dover uscire, prima o poi. Eppure Kagami pareva intenzionato a parlare con lui, e non sarebbe stato Kuroko a fargli cambiare idea. – Lo batteremo. Batteremo Akashi. – affermò con convinzione, e Kuroko non poté fare a meno di sorridere: era questo che gli piaceva di Kagami, dopotutto.

– Sì.

Rimasero zitti per un po', lo sguardo di Kagami perso fuori dalla finestra, quello di Kuroko che indugiava sul profilo del ragazzo. – Ci sono alcune notti che mi piacciono più di altre. – rivelò Kuroko a bassa voce. – Sono quelle che... sembrano non dover finire mai.

Kagami si voltò verso di lui, ghignando. – Questa è una di quelle?

– Può darsi.

Kagami sembrò pensarci su. – Non sarebbe male. Una notte che continua all'infinito. Per te poi, che sei come un'ombra, sarebbe il tuo habitat naturale! – ridacchiò.

– Non pensi che alla fine ti mancherebbe il sole? – chiese Kuroko, fissandosi le mani.

– E a te? – ribatté Kagami, fissandolo sbieco.

– Forse, ma non so se ci farei troppo caso. – rispose subito Kuroko. – Non c'è solo il sole che illumina, no? – Lo guardò fisso. La sua luce.

Kagami impiegò solo un istante prima di sorridere. Sorrise, quel suo sorriso così grande e sincero che a Kuroko faceva quasi male, tanto era bello. – Ben detto!

L'altro sorrise a sua volta, facendo leva sulle braccia per alzarsi. – È meglio che vada, ormai si è fatto tardi.

Non voleva andarsene, non voleva proprio, ma sarebbe stato scortese rimanere ancora, dato l'orario. La sua luce però fece un'espressione a metà fra il sorpreso e il deluso che lo colpì peggio di uno schiaffo. Fu solo un istante, poi Kagami sfoderò il suo solito sorriso, ma Kuroko l'aveva visto, e tanto bastava. – Ok, ti accompagno alla porta...

Raggiunsero l'ingresso in silenzio, e Kagami aprì la porta senza una parola. – Allora... ci vediamo domani?

Kuroko guardò fuori. – Certo che fa freddo... è proprio Inverno, eh?

Siamo stati amici per tutto il tempo. Quella frese continuava a rimbalzargli in testa, intimandogli di non fare gesti sconsiderati. Ma erano così vicini...

– Già. Fa freddo. – confermò Kagami, ma non sembrava intenzionato a chiudere la porta tanto presto. E Kuroko non sembrava intenzionato ad uscire.

 

– Kagami-kun? – chiamò Kuroko dopo un po'.

– Mh?

– Quando hai detto che siamo stati amici per tutto il tempo... – iniziò, guardandosi i piedi.

Kagami lo guardò di sbieco. – C'erano anche gli altri. – disse con ovvietà.

– Ah.

Rimasero a guardarsi per un lasso di tempo indefinito, e Kuroko rabbrividì leggermente quando una folata di vento più fredda delle altre lo raggiunse. Non sapeva bene come interpretare la frase di Kagami -lo sapeva, lo sapeva, ma non voleva sperarci troppo- quando Kagami sospirò. – Kuroko, sei vestito troppo leggero per uscire così. Ormai è tardi, ti prenderai un raffreddore.

L'altro lo fissò, interrogativo. – Non ho nient'altro. – disse, come scusandosi.

– Non ho niente da prestarti, i miei vestiti ti starebbero larghi. – ragionò Kagami, grattandosi la testa. – D'altra parte è essenziale che tu sia in forma contro il Rakuzan.

Kuroko si strinse nelle spalle, confuso. – N-non so cosa farci. – Pensava che sarebbe impazzito dal troppo sperare. Ma Kagami lo fissava con un pizzico di ilarità negli occhi e non era la prima volta che tra di loro passavano certe allusioni. Ce n'erano stati tanti, di momenti come quelli. Momenti che portavano Kuroko a sperare, tutte le volte. E in quei momenti sembrava davvero che Kagami parlasse una lingua che solo lui poteva capire, che solo lui poteva ascoltare. Allora Kuroko prese il coraggio a due mani e lo fissò negli occhi, fisso, l'angolo della bocca sollevato in un sorriso appena accennato. – Cosa suggeriresti, Kagami-kun?

Sapevano già come sarebbe finita, quando Kagami rispose sorridendo a sua volta. Non c'era notte abbastanza buia perché loro non potessero brillare: luce e ombra, dopotutto, erano da sempre fatti l'uno per l'altro. E a chi serviva un sole, quando certe notti non chiedevano altro che essere vissute fino in fondo?

Resta qui.

 

 

 

 

* * *

 

 

 

Angolo autrice:

La scena del manga in cui Kagami e Kuroko si salutano sulla porta di casa Kagami è la mattina dopo, cos'avevate capito?
E niente, questa è la primissima cosa che scrivo sul fandom di Kuroko no Basket, anche se spero di tornare presto con un progetto più impegnativo. Spero di non aver fatto casino coi personaggi e che la storia vi sia piaciuta, anche se davvero, è un cosino da niente. Se mi lasciaste un commento ve ne sarei grata.
Un abbraccio!
Emma

  
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