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Autore: cin75    05/08/2014    9 recensioni
Il ricordo di qualcuno o di qualcosa può rimanere ancorato alla memoria di una persona.
Jensen e il suo amore sembrano, invece, essere stati cancellati dai ricordi di Jared.
O forse no!!!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Jared non aveva ancora mandato giù la litigata che aveva avuto con Jensen.
Erano passati due giorni da quando era successo  e ancora non si erano chiariti e la cosa non era da loro. Ma per quanto il giovane ci tenesse a che la loro serenità fosse ristabilita, il fatto che il compagno, dopo 5 anni  di relazione, avesse dimenticato di prenotare per il loro anniversario, dopo che lo aveva avvertito numerose volte, gli faceva rabbia.
E quella mattina gli era venuta fuori anche un infelice frase. Troppo infelice.
"Se ti sei stancato di me, sei vuoi chiudere con me, dimmelo!!, ci metterò poco a rimpiazzarti!! Non credere che passerò il mio tempo a struggermi per te!! "
Jensen lo aveva guardato ferito, offeso. Litigare sì. Ma quello era colpire basso. Quello era far male e per quanto come ogni coppia normale avessero avuto i loro momenti "no", nessuno dei due si era mai spinto oltre un certo limite.
Jared sapeva che Jensen aveva sbagliato e sapeva anche di aver passato quel limite sbottando in quel modo. Ma per la miseria erano 5 anni. Come aveva potuto dimenticarsene!!??

Erano talmente in rotta che il povero Clif, l'autista della loro società, era costretto a fare due viaggi per portarli a casa. Accompagnava prima Jensen, poi tornava a prendere Jared.
Ora però, Jared, era stanco. La rabbia gli si era sbollita e Jensen gli mancava terribilmente. Gli mancava la sua voce dolce quando gli parlava anche di una cosa stupida. Gli mancava discutere con lui dei pezzi d’arte di cui si occupavano. Gli mancava vedere il suo sguardo perplesso davanti ad un opera che doveva essere un cimelio importante quando invece in realtà sembrava il disegno del piccolo Tom, suo nipote. Lui era l’antiquario esperto. Jensen, invece, era il coordinatore responsabile della loro galleria d’arte. 

E poi, gli mancavano le sue mani sui suoi fianchi, le sue labbra sulle sue. Del suo corpo unito a quello di Jensen. Di quella calda presenza dentro di lui. Sentiva la mancanza del suo respiro accanto al suo viso la sera prima di addormentarsi e la mattina appena sveglio. Da quando avevano litigato l'unica cosa che si erano sfiorati erano le loro schiene nel letto.
Disse a Clif di accelerare. "Puoi andare un po' più veloce, amico ?!"
" Si, ma c'è abbastanza traffico a quest'ora!"
"Vedi quello che puoi fare. Devo tornare al più presto a casa. Devo risolvere una situazione molto importante!!"
"Era ora!!" esclamò sinceramente compiaciuto l'amico. E sorrise quando dallo specchietto retrovisore vide sorridere anche Jared.
Lo lasciò davanti al loro appartamento. Era sera, ormai. Quasi le nove ed era buio. Jared entrò in casa convinto di trovarci Jensen ad attenderlo. Sapeva che il compagno, anche se arrabbiato, lo aspettava sempre, prima di andarsene a letto, un secondo dopo avergli visto chiudere la porta. Ma quella sera non fu così. La casa era completamente al buio e Jensen non c'era.
"Jensen?!" chiamò a bassa voce temendo per un attimo che forse il ragazzo stesse dormendo sul divano, ma quando andò a vedere, si accorse a malincuore che anche il divano era vuoto. "Non c'è!!"
Andò in cucina e niente.
Più velocemente entrò nello studio. Ancora niente.
Nella stanza degli ospiti. Niente.
Una specie di panico cominciò a tormentargli lo stomaco.
Non poteva essersene andato. Non poteva averlo lasciato. Non per una litigata così stupida. Non poteva essere finita così. Non ci poteva credere.

Sopraffatto dai quei pensieri corse di sopra dove si trovava la loro camera da letto e vi entrò come una furia aspettandosi, terrorizzato, di trovarla vuota delle cose di Jensen.
“Jensen ??!!” chiamò allarmato dall’assordante silenzio della stanza, ma non appena oltrepassò la soglia si trovò investito dalla luce calda di poche candele sparse sui mobili. Si avvicinò al letto, incuriosito da un biglietto appoggiato sul cuscino e da un piccolo astuccio che lo teneva fermo.
“Oh mio Dio!!” Le mani cominciarono a tremargli e il respiro si affannò. Nella sua mente tormentata pensò che quello fosse un biglietto d’addio e che nello scatolino ci fossero le chiavi di casa.
Aprì il foglietto e lo lesse:
                                           
 “Amore mio, amore mio prezioso…” fu invece l’incipit del messaggio.“…. per quanto in questi giorni, per noi, sembri sia più facile azzannarci che amarci, il mio cuore , la mia mente, tutto me stesso, non possono negare ciò che comunque è  e rimarrà sempre vero e assoluto: Ti amo. Ti ho sempre amato. E ti amerò per sempre!! ….”
 
“Oddio!!” mormorò emozionato Jared continuando  a leggere.
 
“…Credo, anzi, sono certo, di aver cominciato ad amare quando mi sono innamorato di te. Il sole è diventato più   brillante da quando lo guardo attraverso il meraviglioso luccicare dei tuoi occhi.  Ogni rumore è diventato musica da quando il suono della tua voce accompagna ogni mia giornata.  Ogni sensazione, ogni emozione diventa pura estasi se ci sei tu a condividerla con me. Ogni mio respiro diventa vitale per me, se sei tu a respirare al mio fianco….”

“Oh mio Dio!!” continuava a ripetere il giovane, ormai, completamente travolto dalla bellezza di quella dichiarazione. Dove avrebbe potuto trovare le parole o solo i gesti per poter ricambiare l’immenso amore che anche lui provava per Jensen. Deglutì, per costringersi ad ingoiare le lacrime di gioia che sentiva bruciargli gli occhi e continuò a leggere.
“….Ti amo, ti ho sempre amato e ti amerò per sempre!!
 E in nome di questo amore che mi toglie il fiato ogni volta che ti guardo.  In nome di questo amore che mi innalza fino al Cielo quando sono con te e mi scaraventa a terra quando non ci sei.                                                                    In nome di questo amore che mi fa tremare ogni volta che mi tocchi come solo tu sai fare:
SPOSAMI !! ”

Quando gli occhi di Jared arrivarono e si fermarono su quell’ultima parola, iniziarono a non distinguere più bene le parole. L’emozione aveva preso completamente il sopravvento su di lui, lasciandolo senza fiato.
Aprì il piccolo scrigno che aveva cominciato a tormentare mentre leggeva e quando vide il prezioso cerchietto di oro bianco brillare al suo interno, riuscì solo a sussurrare l’ennesimo “Oh mio Dio!”
"Mio Dio!!!" sembrava che il suo cervello avesse perso la facoltà di formulare altro.
“Spero tanto che Dio ti suggerisca di dirmi di sì!!” fece la voce di Jensen alle sue spalle.
Il giovane si voltò. Guardò il compagno in piedi, poco distante da lui. Non lo aveva visto quando era entrato in camera, preso com’era dalla paura di essere stato lasciato. Nella stanza non si era curato di guardarsi attorno, e poi la sua attenzione era stata catturata dalla lettera e dal cofanetto sul loro letto.

Lo guardò con gli occhi lucidi dall'emozione che quelle splendide parole erano riuscite a trasmettergli.
"Come...cosa....che..." balbettava mentre Jensen gli si faceva vicino lentamente, camminando con la sua solita camminata sexy che pareva farlo muovere a rallentatore.
"Se magari ci metti un verbo e un soggetto a tuo piacimento....forse ti viene fuori una frase sensata, amore mio!!" disse scherzando.
"Jensen, quando hai deciso di..."
"Decidermi al grande passo?!" ironizzò. Il giovane annuì.
"Quando ho avuto paura di perderti!" confessò. Evidentemente, pensò Jared, quella litigata doveva aver fatto più danni di quello che pensava. "Ma non voglio che tu fraintenda!", ci tenne a precisare Jensen. "Non te lo sto' chiedendo a causa della nostra lite. Lo avevo già deciso tempo fa, ma trovare quell'affaretto mi ha incasinato letteralmente la vita!!" spiegò sorridendo e invitando il compagno a guardare meglio l'anello. Jared colse il suggerimento. Posò lo sguardo più attentamente sul semplice gioiello e si accorse, con sua immensa meraviglia, che tanto semplice non era.
"Santo cielo!!!!, questo è ....questo è l'anello che volevo acquistare a quella manifestazione benefica, quando noi…. Mi piaceva l'intarsio celtico. Le linee intrecciate senza inizio né fine. L'idea che ciò che era unito in vita lo sarebbe stato anche dopo la morte, mi ha sempre affascinato." sussurrò sottovoce. "Ma non ci riuscii. Ci fu un offerta molto alta e lasciai stare. Come hai fatto ad averlo?!" chiese sinceramente sorpreso.
"Rintracciarlo è stata dura. Convincere chi l'aveva acquistato a vendermelo, un impresa. Ma la mia innata bravura negli affari e la promessa di qualche buona dritta su delle antichità da collezione, mi hanno dato una mano!!" disse orgoglioso e con aria saccente.
Poi, tornò serio.
“Dimmi che lo vuoi anche tu , Jared!?” domandò quasi intimorito ma con tono dolce, guardando il compagno ancora profondamente emozionato. I suoi occhi brillavano tanto erano lucidi di felicità mentre il verde smeraldino, quasi ipnotico, degli occhi di Jensen sembrava tenerli sospesi in un limbo fatto di attesa e speranza . “Dimmi che vuoi passare il resto della tua vita con me!?” chiese ancora, non avendo ricevuto alcuna risposta.
Jared non gli rispose. Si limitò a posargli le mani calde e tremanti intorno al bellissimo viso. Annullò lo spaziò tra di loro e si unì a Jensen con un bacio colmo di un amore, di quell’amore che riusciva a provare solo per lui. Congiunse le loro labbra in una maniera così profonda  e intima che entrambi poterono sentire le loro anime incontrarsi e completarsi in un esplosione d’amore incondizionato.

Senza mai smettere di baciarlo, Jared spinse gentilmente il compagno verso il letto. Lo fece sedere e si inginocchiò tra le sue gambe, facendo aderire i loro corpi. Si scostò solo un po’ per cominciare a sbottonargli la camicia e a sbottonare la sua per lasciare che la pelle di entrambi trovasse sollievo nel toccarsi.
“Voglio passare tutta la mia vita con te, Jensen!” disse aprendogli un bottone. “E voglio passare con te, anche quella che verrà dopo!” fece sbottonandosi anche lui. “ E voglio trascorrere con te la mia intera eternità!” e ancora. “…e la mia intera esistenza!” e ancora. “Fin quando non saremo parte dell’infinito!” finì.
Jared lo baciò sancendo quel giuramento d'amore eterno con una dolcezza e una poesia che Jensen amava infinitamente perchè sapeva che il compagno, un anima romantica e gentile, solo a lui e a lui solo riservava le frasi più belle che potevano descrivere un amore.
"D'inverno e d'estate. Da presso e da lontano, fin ch'io viva e più in là!" gli sussurrò ancora sulle labbra prima di lasciarsi andare all’amore di Jensen.
E ormai erano nudi e stesi sul letto. Abbracciati.  Avvinghiati. Stretti uno nell’abbraccio dell’altro. Persi uno nel corpo dell’altro. Jensen si muoveva con passione e potenza, assaggiando con baci voraci e vogliosi le labbra, il collo, il petto di Jared mentre Jared in estasi per le sensazioni che il compagno sapeva donargli e il piacere che gli stava offrendo, si lasciava conquistare  con ogni affondo, con ogni spinta. Si inarcava e si protendeva verso il corpo del compagno e più lui si offriva , più Jensen si perdeva nell’amore che provava per Jared.
Quando sentirono che i loro corpi non resistevano più alle fatiche di quell’amplesso così tanto meraviglioso da sembrare struggente, si abbandonarono uno all’amore dell’altro, confidando estasiati il loro amore al piacere che li aveva trovati e sconfitti.

Dopo l’amore, erano rimasti per un po’ in silenzio, a fissarsi negli occhi innamorati,  a sorridersi  finalmente dopo giorni di occhiatacce e malumori.
Le mani che continuavo a cercarsi e ad intrecciare le dita.
I baci leggeri, sfuggevoli, a volte solo accennati.
Le carezze sfiorate sui visi ancora accalorati.
Le gambe legate ancora per evitare di allontanarsi troppo e troppo in fretta.
I “Ti amo” sussurrati in respiri silenziosi, così timidi da essere sentiti solo dai loro cuori vicini.

Quando, poi, la più completa serenità tornò nella loro vita e in quel momento, fu Jared ad allontanarsi solo un po’ dal corpo di Jensen. Lo baciò con un bacio veloce che avrebbe lasciato insoddisfatto il più timido degli amanti.
“Alzati!! Andiamo….vestiti!!” disse mentre si tirava su.
“Cosa??…no…non voglio….voglio stare qui…voglio….te …..ancora!!” rispose malizioso mentre cercava di riportare sul materasso, accanto a lui, il corpo magnifico del giovane compagno.
“E mi avrai, ancora e ancora e ancora…” promise sorridendogli prima di baciarlo sulle labbra invitanti. “Ma adesso, no! Adesso ci vestiamo e usciamo a festeggiare. Io e te!” e non diede tempo e modo a Jensen si protestare, perché si era già infilato nel bagno e poco dopo, il maggiore, sentì lo scrosciare della doccia. Infondo Jared aveva ragione. Dovevano festeggiare e lo fecero. Uscirono, andarono a cena non in un ristorante di lusso, ma in un bistrot che adoravano.
Il “Peccato di gola”.

Passarono una magnifica serata e mentre tornavano a casa, guardandosi con occhi infuocati, e sfiorandosi con sguardi ammiccanti, si promettevano di concluderla anche meglio di come era iniziata.
Erano quasi arrivati sotto casa loro, che gli si avvicinò un tipo, uno dei tanti disperati che vivevano la notte.
“Ehi, amico…” fece rivolto a Jared. “…avresti qualche spicciolo per me.” Biascicò tendendo la mano sporca verso il giovane. Jared lo guardò con un misto di pietà e compassione e tirò fuori il portafoglio mentre Jensen lo guardò sorridente, amandolo ancora di più. Jared era così generoso, non gli interessava chi avesse davanti, se qualcuno gli chiedeva aiuto, lui era sempre pronto ad aiutare.
“Tieni, amico! Brinda anche per me!!” fece sorridendogli mentre gli metteva in mano una banconota da dieci dollari.
“Vediamo se con quello che hai nel tuo portafoglio firmato, mi ci posso comprare una intera cassa!!!” sibilò a quel punto il tipo che con un gesto improvviso fece scattare tra le sue mani un coltello a serramanico.
“Ma che caz….!” fece allarmato Jensen e d’istinto mise una mano sulla spalla di Jared per farlo fare più indietro e allontanarlo dalla lama, mettendosi tra il compagno e il coltello, mentre Jared, di contro, si trascinava di fianco il compagno perché arretrasse con lui.
“Ok! Stai calmo!!!” fece il maggiore. “Ti darò più soldi ma tu metti via quell’affare, ci stai!?” provò a contrattare visto che il balordo continuava a puntare la lama arrugginita contro di Jared.
“E’ sicuro che mi darai più soldi e mi prenderò anche i suoi. Ho tanto da festeggiare con i miei amici stasera!!” recitò ironico, mentre spostava lo sguardo dalle sue due vittime a qualcuno alle loro spalle. Fu Jared a voltarsi per primo, ma non fece in tempo a girarsi completamente che qualcosa di duro e freddo lo colpì in pieno. Non ebbe nemmeno il tempo di reagire al dolore. L’ultima cosa che sentì fu l’urlo terrorizzato di Jensen che gridava  spaventato il suo nome.
Poi tutto si spense.

Jensen, nell’attimo in cui aveva visto un secondo aggressore colpire Jared con una spranga di ferro alla testa, si era fatto prendere dal panico. Il compagno era caduto a terra come un pupazzo rotto e nel cadere aveva battuto ancora più pesantemente la testa contro il terreno lurido. Aveva cercato di raggiungere Jared, ma quello che li aveva fermati, lo afferrò per la giacca e lo strattonò violentemente tanto da farlo cadere all’indietro.
Sentì che lo stava brandendo per cercargli il portafogli, e lui cercava con tutte le sue forze di divincolarsi per poter raggiungere Jared. Lo vedeva inerme a terra mentre il compare di quello che stava su di lui, gli portava via tutto: soldi, cellulare, orologio e poi tentò anche con l'anello. Ma quell'ultimo oggetto non venne via.
Jensen gli vide strattonare e torcere duramente la mano e il dito per cercare di sfilarglierlo e imprecare perchè non ci riusciva.
“Figlio di puttana !!!...lascialo stare!!!” gridò furioso e in quella furia riuscì a colpire il suo aggressore. Lo prese in pieno viso, ma quel colpo scatenò solo le ire dei due balordi che cominciarono a malmenarlo dopo aver portato via tutto anche a lui. Solo le grida dei passanti che si erano trovati di fronte quella scena, fermarono il pestaggio subito da Jensen. Scapparono via, veloci, sparendo tra i vicoli bui.
Benchè dolorante il tutto il corpo e con il viso vistosamente segnato, Jensen cercò di arrancare il più velocemente possibile accanto al corpo di Jared. Il giovane gli dava le spalle e sembrava così rilassato in quella strana posizione.
Jensen lo raggiunse, lo chiamò, gli mise una mano sulla spalla per fargli sentire che gli era vicino.
"Jared...Jared..."
Poi, quando riuscì a tirarsi su o almeno riuscì a mettersi seduto accanto a lui, lo girò verso di sè.
"Oh mio Dio!!" mormorò spaventato e allarmato da quello che vedeva. Jared aveva un taglio vistoso sulla fronte dove era stato colpito e un altrettanto vistoso ematoma al lato con cui aveva sbattuto in terra. "Jared...rispondimi....ti prego....amore mio.....rispondimi.....piccolo....." continuava a balbettare a supplicare perchè Jared aprisse gli occhi. Ma il giovane non lo fece. I suoi occhi rimasero chiusi. Il sangue gli macchiava il volto paurosamente pallido. Il suo corpo giaceva rilassato nella stretta protettiva delle braccia di Jensen.
Respirava. Ma era tutto quello che Jensen riusciva a capire di quella tragica situazione.
"Signore...signore...come ...." fece la voce che già aveva sentito e che aveva allertato i due delinquenti e li aveva fatti fuggire.
"Vi prego chiamate un ambulanza!!" disse mentre continuava a sorreggere e a quasi cullare Jared. "Vi prego.....fate presto....lui...lui...."
"L'abbiamo chiamata....saranno qui a momenti....stia tranquillo andrà tutto bene....lui è...è..."
Jensen lo guardò stranito e quasi furioso da quell'allusione così infausta. "No!!" si apprestò a dire, stringendo ancora di più Jared al suo petto. "E' vivo.....lui è vivo...."
"Dio ti ringrazio!!" fece sollevato il giovane che li stava accanto. "Ecco!!! Sente??...l'ambulanza è qui. Vedrà andrà tutto bene!!"
"Jared...Jared...forza amore mio....resisti. L'ambulanza è qui. Ti aiuteranno. Ti prego....ti supplico...resisti!" continuava a ripetergli come una preghiera, mentre gli teneva la mano sulla ferita sanguinante che spostò solo quando glielo chiesero i paramedici che li presero in consegna per portare entrambi in ospedale.
   
 
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