Fanfic su artisti musicali > Ed Sheeran
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Autore: Ronismine    05/08/2014    0 recensioni
Un giorno ti svegli così, e ti viene voglia di scrivere. Scrivere su cosa? Questo è sempre stato un problema per me; avere tutte le capacità ma non avere le idee giuste non aiuta mai, soprattutto se per scrivere devi avere TANTE idee. Così ho deciso che se non ero un persona abbastanza interessante da poter scrivere su di me, avrei scritto su un’altra persona. Ed eccomi qui, accompagnata da un po’ di musica, a parlare di Eddy, conosciuto come Ed Sheeran. a parlare di lui, a parlare di NOI e di quanto lui mi abbia salvata, in tutti i modi in cui una persona possa essere salvata.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Sheeran
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho sempre avuto una fissazione per i capelli rossi, ma ero anche dannatamente timida, quindi non gli rivolsi la parola. Ma lo fissavo in modo discreto. Anche se dubito che esista un modo per fissare discretamente una persona.
-Mia prendi il solito?- una voce grossa, priva di qualsiasi forma di gentilezza, mi riportò alla realtà.
E fu in quella occasione che il rosso si girò verso di me. Cercai di apparire disinvolta per quanto mi era concesso, e con un cenno della testa annuii. Bill era un signore sulla cinquantina, ex cuoco parigino fallito e attuale barista inglese senza alcun voglia di lavorare. Ma nonostante tutto, era una persona a modo, che dava importanza a noi ragazzi, clienti abituali. Non come i vecchi che, dopo aver vissuto una vita che non valeva la pena d’essere vissuta, si vendicano chiamandoci “gioventù bruciata” e buttarci i secchi d’acqua o le mollette del bucato dai loro luridi balconi.
A passo svelto e indeciso avanzai fino al bancone, pagai e presi di fretta il sacchetto.
Diedi un’ultima occhiata al rosso e uscii. Non mi attraeva niente di lui, sembrava sbadato e oltre i capelli, non era niente di che.
Arrivai a scuola poco prima del suono della campanella. Cherilyn era seduta su una panca e si alzò al mio arrivo.
-Alla buon’ora- disse con il suo tono gradevole e rassicurante. Cheilyn, per gli amici Cher, era una delle poche quattordicenni londinesi che si comportava perfettamente da quattordicenne londinese. Non credo di aver mai sentito una sola parolaccia fuoriuscita dalla sua bocca. Aveva i capelli castani sempre raccolti in una coda di cavallo, che non transigeva fuoriuscite di ciuffi o roba simile, degli occhi verdastri e una pelle chiarissima. Ogni cosa o gesto che faceva era così elegante che nemmeno la moglie del principe d’Inghilterra avrebbe potuto renderla più raffinata. Aveva charm, in poche parole.
Davanti alla sua figura slanciata e piatta io potevo benissimo scomparire. Non ero affatto un tipo elegante o sportivo, portavo sempre i capelli sciolti e spettinati, spesso mi finivano davanti agli occhi a mandorla, ma così a mandorla che potevo spacciarmi per indiana e nessuno ci avrebbe fatto caso. Okay forse è un po’ esagerato. Ero bassina e le parolacce con me erano all’ordine del giorno. Non ero volgare, ma avevo molta MOLTA poca pazienza.
-Scusa, non ho sentito la sveglia- mi sono scusata
-Non fa niente, vuoi un elastico per caso? Così stai più comoda!- lo diceva tutti i giorni, non lo faceva con cattiveria o per vanteria, era sinceramente preoccupata per la mia comodità. Un’altra delle sue qualità: altruismo a tutto gas!
-No Cher, non lo voglio oggi e non lo vorrò domani e nemmeno dopodomani. Lo sai, ho una specie di allergia verso gli elastici e fermagli-
-E si vede cara, vabbè te la farò passare io questa tua “allergia”, ora andiamo- aveva un accento forzatamente britannico, ma non era sgradevole, anzi, era il suo marchio di fabbrica.
Siamo arrivate in classe in perfetto orario, dopo qualche minuto è entrato anche Giulio, quel ragazzo di cui vi ho parlato nel capitolo scorso. L’ho salutato come con chiunque altro e niente, abbiamo parlato un po’, dopo si è affacciato dalla porta per vedere la sua… ehm… Amica. Bionda, occhioni azzurri, chili di mascara e un fisico modellato dalla natura in modo magnifico. Questo però non faceva di lei altro che un’oca senza precedenti.
Un bacetto sulla guancia e qualche occhiata dolce fu il massimo in quell’occasiona. Infondo si stavano solo sentendo.  Okay. 
Per la prima volta fui felice di vedere la professoressa di biologia arrivare.
Non era male come professoressa. Severa e scorbutica, ma sapeva spiegare.
-Bene ragazzi, oggi alle vostre poco sopportabili presenza, si aggiungerà una nuova aura in classe-
“Psss.” Mi girai. Era Giulio. -Sai che ho sentito? Che è cocainomane. Il ragazzo intendo. Tu lo conosci?-
-Mh. No. Perché dovrei conoscerlo? Sono già stupefacente di mio non ho bisogno di altri aiutanti-
Lo sento soffocare un gridolino sarcastico riguardo al mio ritenermi stupefacente. Lo spingo leggermente con il braccio.
Entrò il nuovo ragazzo. A testa bassa, quasi si vergognava di esistere. Riconobbi all’istante la chioma rossa.
Oddio. Era il rosso.
Credo che anche lui mi riconobbe, date che mi guardò per qualche secondo. Porco bue dov’era il mi compagno di banco quando serviva?
-Buongiorno. Sono Edward Sheeran-
-Qui dice anche un Cristpher, giusto Sheeran?- la prof era molto severa riguardo ai secondi nomi. Lei ne aveva quattro ed era sempre costretta a citarli tutti e quattro e si arrabbiava parecchio quando gli altri si vergognano a dirne solo due. Io mi chiamavo Marian Ros e forse ero l’unica che chiamava semplicemente Mia.
-Si, ehm, Edward Cristopher Sheeran- si corresse
Era così impacciato, quasi tenero. Non sembrava affatto un cocainomane. Dubito che lo fosse davvero.
-E quello si droga? Credo che mi abbiano detto una cazzata- di nuovo Giulio.
-Già. Lo credo anche io-
-Va a sederti accanto a Brown, Sheeran-  diamine.
Procedeva imbarazzato verso il mio posto, ero spaventata all’idea id avere un drogato accanto, ma non potevo certo dirlo apertamente.
-Piacere, Ed- la sua voce mi riporta alla realtà
-Oh, piacere Mia, ci siamo già visti al bar..- ho risposto
-Sì, ti ho riconosciuta dai capelli spettinati-
-Che hanno che non va?!- “Cher 2 la vendetta”
-Oh, no niente, sono carini…Naturali- ha detto, quasi per scusarsi.
-Cosa ci trovi di naturale?- ero meno sulle difensive e più sulla simpatica vicina di banco.
-Ricordi un albero- ha detto con un sorriso sincero, tenero e con aria di sfida allo stesso punto.
Ho riso leggermente e cercai di non entrare in paranoia col suo ultimo commento.
Però la frase di Giulio continuava a tornare nella mia mente “è cocainomane”
 


SPAZIO AUTRICE
Si mi sento forte ad autochiamarmi “autrice”. Bene la storia la sto inventando ora, quindi qualunque tipo di domande vi stiate facendo sappiate che me le sto ponendo anche io.
Dovete scusarmi ma i precedenti tentativi di pubblicare questo capitolo sono stati tragicamente falliti, devo ringraziare un recensore di cui ora non ricordo il nome, che mi ha fatto notare alcuni problemi nella pubblicazione del capitolo. Purtroppo la sua recensione è andata cancellata col capitolo, ma ne approfitto per esprimere la mia riconoscenza qui, grazie recensore! Mi auguro di aver soddisfatto le tue aspettative!
Spero davvero che vi piaccia. Se vi va, lasciatemi una recensione piccina piccina qui J
Ora devo andare alle giostre (yep!)
Tanti kiss!!
  
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