Sono riuscita a
postare prima del previsto (sono proprio orgogliosa di me stessa!!!).
Come avevo detto
l’azione sarà rimandata, ma spero dal
prossimo capitolo di poter dare il via all’avventura dei nostri amici.
Mi fa piacere che siate riusciti ad aspettare tanto e che, dopo questo,
abbiate commentato lo stesso; spero di saper soddisfare la vostra
curiosità, anche se alcune volte ho dei cali.
“Il blocco
dello scrittore” per così dire.
Al prossimo
capitolo.
Baci…Baci…Rain!!!
6. Il Popolo dell’Alba dei Poteri.
“ Io non sono una Terrestre!”
Le parole di Videl rimasero a
lungo sospese nel silenzio che s’era creato subito dopo.
Sul volto dei presenti,
esclusi quelli della ragazza, di suo padre e di Gohan, si alternavano
espressioni incredule, sorprese e impaurite.
Vegeta aveva
l’espressione terrorizzata, il corpo scosso da brividi quasi
impercettibili, la bocca spalancata e gli occhi sgranati; Pan
era immobile, la faccia contorta in una smorfia tra l’orripilato e
l’impaurito; Mr Satan aveva abbassato gli occhi, sconfitto, e aveva
stretto le mani in pugni così stretti che le nocche erano diventate
bianche. Si era morso il labbro inferiore per impedirsi di urlare…per non
venire meno alla promessa fatta alla figlia pochi giorni prima.
Tre giorni prima.
Il sole splendeva alto nel
cielo di Stan City, e tutta la città era tranquilla.
Ehm…quasi tutta…!
“ NO! NON PUOI
FARLO!” l’urlo che scosse le fondamenta di tutta la città
era quello del campione del mondo: Mr Satan in persona! “ COME ACCIDENTI
TI È VENUTA UN’IDEA SIMILE?!”
La sua rabbia era rivolta
verso la figlia che, senza scomporsi, era seduta davanti a lui che sorseggiava
una tazza di thè fumante; non sembrava turbata o spaventata dalla
reazione del padre, d’altra parte…se l’era aspettato!
“ Papà.”
Lo richiamò posando la tazza sul tavolino davanti a lei. “ Abbassa
la voce, per favore. Non voglio che ti multino per disturbo della quiete
pubblica.”
Gli occhi del padre
s’iniettarono di sangue e parve che la sua furia fosse arrivata al limite.
“ SPIEGAMI COSA DIAVOLO
AVEVI IN MENTE IN QUEL MOMENTO!” ordinò senza mezzi termini
sbattendo le mani sul tavolino, facendo rovesciare le tazze con il loro
liquido.
“ Mi pare di avertelo
gia spiegato non appena abbiamo iniziato questa conversazione.” Disse con calma.
“ E
COME TI È VENUTA UNA COSA SIMILE?” sbraitò ancora. “
PERCHÈ VUOI FARE UNA COSA IMPOSSIBILE?”
Quella domanda, Mr Satan non
avrebbe mai dovuto farla, non alla figlia per lo meno, ma questo la capì
solo quando la ragazza lo incatenò con il suo
sguardo.
Le labbra si assottigliarono
e gli occhi divennero due fessure, occhi freddi come
il ghiaccio che solo una persona, prima di lei, aveva avuto.
“ Perché?”
sussurrò freddamente. “ Perché? Lo
faccio anche, e soprattutto, per tua nipote. Si, papà, lo faccio per Pan, perché non n’è posso più di
vederla spenta, apatica, senza più quella luce birichina negli occhi. Ecco perché lo faccio: perché voglio che mia figlia
torni a sorridere davvero!”
Mr. Satan era un uomo alto,
ben fatto, capace di far paura a chiunque, ma in quel momento sembrava un
granello di sabbia davanti alla figlia che, alzatasi in piedi, pareva
più grande di lui benché fosse magra e
dall’aspetto fragile.
- Sei proprio come
lei…- si ritrovò a pensare in campione guardandola tremando; si
lasciò cadere sul divano senza più
forza, la sua furia di prima era scomparsa davanti a quella della figlia che,
anche se più contenuta, faceva molta paura di lui.
“ Papà.”
Lo chiamò abbassando lo sguardo. “ Ti prego…non dire nulla
agli altri, e non fare scenate sabato. Ti chiedo solo
questo…nient’altro…”
E lui non potè che annuire sconfitto!
Tempo presente…
Mr. Satan guardò la
figlia con apprensione, sulla sua fronte colavano lente ma
inesorabili piccole goccioline di sudore freddo, segno che aveva paura.
- Non so cosa tu abbia in
mente, ma la rivedrai.- pensò il campione sospirando senza farsi vedere.
- È l’unico modo che esiste per salvarlo…-
Il silenzio regnava ancora
sovrano, me sembrava che nessuno dei presenti avesse
intenzione di romperlo.
“ Mamma…”
la voce tremante di Pan parve riscuoterli dai loro
pensieri.
“ Si?”
“ Stavi
scherzando…prima…” tentò di dire la ragazzina con la
gola secca. “ Non…non stavi dicendo sul
serio…vero…?”
Videl sospirò e scosse
la testa affranta. “ Purtroppo si.”
Pan crollò a terra, in ginocchio, con la testa tra
le mani e gli occhi spalancati che osservavano un imprecisato punto davanti a
lei.
“ Ma…allora
anche tuo padre non è un Terrestre…” disse Goten a mezza
voce.
“ No…lui è
un Terrestre.” Tutti la guardarono senza capire. “ Io…sono
una Terrestre soltanto per metà. Da parte di mia madre…non lo
sono.
“ Mia madre è
“ Allora è
vero…” sussurrò lui scuotendo la testa. “ È
tutto vero. Sia l’esistenza di quel popolo…sia che
“ Che
intendi dire, papà?” gli chiese Trunks scuotendolo per le spalle.
“ Anni fa, quando
ancora Freezer era vivo, conquistava e distruggeva
pianeti, oppure faceva prigioniere intere popolazioni che si diceva avessero
poteri particolari o speciali. Uno in particolare…gli interessava. Quello
che viene chiamato il Popolo dell’Alba dei
Poteri perché, nei secoli, il loro nome originale è andato
dimenticato…anche se alcuni dicono che non va pronunciato altrimenti
l’intero Universo esploderebbe.
“ Ricordo che Freezer
lo cercava assiduamente, convinto che esisteva anche se,
la maggior parte di noi, credeva fosse solo una leggenda messa in giro da
chissà chi. Lo ha cercato per anni, ma pare non
l’abbia mai trovato anche se, un giorno, arrivò un tipo dicendo
che
Dopo che Vegeta ebbe finito
di parlare, il silenzio regnò nuovamente sovrano.
“ Chi l’avrebbe
mai detto che quel popolo esistesse veramente, e che
anche la tua nascita non fosse un’invenzione…?!” fece il
principe ricolto a Videl che, in tutta risposta, alzò le spalle.
“
Papà…perché viene chiamato in
quello strano modo…?” chiese ancora Trunks.
“ Il Popolo dell’Alba
dei Poteri?” domandò retoricamente al figlio. “
Bè…” e il suo sguardo indugiò su Videl che, quasi
impercettibilmente, annuì con la testa. “ Viene
chiamato così perché si dice che da loro provengano tutte le
capacità particolari degli altri popoli.”
“ Ma…ma
che significa…?” chiese Tensing sconcertato.
“
Significa…” anticipò Videl. “ che anche alcune
capacità dei Sayan derivano dal mio popolo.”
Ma nemmeno così sembrava chiaro. “
Esempio…avete presente Yardrad, vero? Il popolo dal quale Goku ha imparato
il Teletrasporto…bè, quella capacità deriva da quello che viene chiamato il Popolo dell’Alba dei Poteri.”
“
Incredibile…” sussurrò alla fine Crili a testa bassa
pensando a tutto ciò ch’era stato detto;
anche gli altri erano increduli davanti a quella storia che sembrava quasi una
leggenda, una fiaba per bambini.
“ Detto
questo…” iniziò nuovamente Videl. “ il mio piano
consisteva proprio sul fare affidamento sui poteri di questo popolo per
riportare Goku a casa, ma per farlo bisognerà
raggiungere il pianeta su cui vive e chiedere aiuto a mia madre. Ho gia chiesto a Bulma se mi aiuta a costruire una navicella
che permetta di viaggiare così lontano, e, detto questo, io vi avviso
che non obbligo nessuno a venire, né ve lo sto chiedendo. Volevo solo
che sapeste quello che ho in mente. Nient’altro.”
E dopo queste parole, nessuno parlò più.
Il silenzio era carico di
domande, ma nessuno osava chiedere; troppi erano i segreti che erano gia stati
svelati, e in quel momento bastavano, in futuro si sarebbe visto.
Ma almeno il piano aveva avuto inizio.
Chissà come sarebbe
andata a finire quella storia!?
Spero di non
avervi deluso con questo capitolo, ma mi sono resa conto che, ultimamente, di
meglio proprio non sono in grado di fare; se alcune cose non vi sono chiare
potete chiedere pure, ma non preoccupatevi perché, nel corso della
storia, tutti i misteri saranno spiegati. Lo prometto!!!
Ora però la
pianto e vi lascio in pace (grazie a Dio ndVoi).
Baci…Baci…Rain!!!