Serie TV > Teen Wolf
Ricorda la storia  |      
Autore: _eco    05/08/2014    2 recensioni
[Mrs.Martin/Lydia Martin] [post 4x07]
È l’inutile uccello del malaugurio di Beacon Hills. Niente di più. Non è un’eroina: è un qualche strano abominio della natura programmato per captare la presenza di cadaveri.
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Lydia Martin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hopeless
Se potete, leggetela ascoltando "River flows in you" di Yruma ♥
 

Natalie sbuffa, aprendo la porta senza curarsi di non far rumore, la valigetta da lavoro in una mano e l’inseparabile tracolla rossa di Lydia nell’altra.
- Lydia! – la chiama ancor prima di mettere piede nella stanza. – Hai dimenticato…-
Le parole le muoiono in gola nel momento in cui, dopo essersi abituata alla penombra della stanza, vede una figura appallottolata su se stessa, stesa di fianco sul letto.
Non sono nemmeno le sette di sera e Lydia sta dormendo, raggomitolata come un cucciolo indifeso, ciocche di capelli sparse a caso sul cuscino, il cardigan beige tutto stropicciato, così come la gonna bordeaux. Intorno a lei sono sparpagliati fogli, alcuni completamente bianchi, altri colmi di scritte, segni e schemi.
Non la osserva riposare tanto attentamente da tempo immemore. Essere una donna divorziata con il carico di portare avanti una famiglia dimezzata ti costringe a condurre un’esistenza frenetica, a volte distratta, a volte così piena da rivelarsi, alla fine, incredibilmente vuota.
Natalie sorride, quando si accorge che Lydia tiene i pugni chiusi mentre dorme, come faceva anche da bambina. Ogni tanto, muove impercettibilmente la testa, come se qualcosa dentro di lei la scuotesse e le impedisse di riposare tranquillamente. Sottili rughe le increspano la fronte. Sembra in preda a un qualche incubo.
Da bambina, almeno una notte alla settimana si svegliava di soprassalto per colpa di un brutto sogno, così tremendo che la maggior parte delle volte non aveva nemmeno il coraggio di raccontare.
Natalie quasi perde la presa sulla borsa, che poi abbandona sulla sedia girevole davanti alla scrivania. Ed è in quel preciso istante che il suo sguardo cade su un fascicolo di fogli su cui Lydia ha scritto frettolosamente “da buttare.” Si tratta di una raccolta di vecchi disegni, pezzi di carta su cui ha abbozzato temi da consegnare alle insegnanti o complessi calcoli matematici, pagine di diari che non è mai riuscita a riempire – perché è così: ti riprometti di aggiornare quotidianamente il tuo confidente di carta, ma alla fine non lo fai mai, e inizi un altro diario, e un altro, e un altro, e non finisci.
In mezzo a fogli stropicciati e post-it che hanno perso la capacità di rimanere incollati a qualsiasi superficie, Natalie trova un opuscolo che profuma ancora d’inchiostro appena stampato.
Per un attimo, dimentica di averlo scovato in un mucchio di carta straccia che sua figlia ha deciso di buttare via, e si concentra sul logo in alto a destra, sulle foto di un campus in cui ragazzi sconosciuti passeggiano con tracolle e borse e libri stretti al petto, sulle immagini di aule enormi, laboratori di chimica, microbiologia e fisica. Pensa a Lydia, pensa alla sua bambina che, un giorno, percorrerà quei cortili, quasi del tutto nascosta da spilungoni molto più alti di lei, i libri stretti al petto e il passo rapido per correre alla prossima lezione.
Poi, la grafia frettolosa di sua figlia la catapulta con violenza alla realtà.
Da buttare.
Perché mai Lydia vorrebbe gettare via l’opuscolo del college che sogna di frequentare sin da bambina?
Qualsiasi madre penserebbe che non ci sia nulla di preoccupante in questo, che non significa che la propria figlia abbia mollato. Ma Natalie, durante la sua affollata, frenetica, distratta, piena ma vuota, vita ha imparato anche a guardare dentro Lydia.
E la bambina che portava a casa voti altissimi, che rimaneva incantata davanti alla tv, seguendo documentari sicuramente alla portata di ragazzini più grandi, la ragazzina che ha iniziato a nascondere la propria intelligenza dietro vestiti firmati e atteggiamenti da oca, non avrebbe mai e poi mai deciso di buttare quell’opuscolo.
Non può permettersi di pensare che Lydia abbia in qualche modo rinunciato.
Perché, poi? Perché torna a casa sempre così stanca? Perché ha smesso di acconciarsi i capelli in maniera elaborata, limitandosi a lasciarli sciolti o a raccoglierli in una coda?
Perché ha deciso di saltare l’esame di domani?
Natalie sa che l’ha già svolto al primo anno, tuttavia è già successo in passato che Lydia abbia ripetuto più volte gli stessi test per ottenere risultati più soddisfacenti.
Esce dalla stanza in punta di piedi, l’opuscolo fra le mani.
Non le permetterà di buttarlo via. Non può perdere anche questo.
 
Quando Sydney Wilson le chiede timidamente se potrà ripetere l’esame, Natalie annuisce, sorridendo.
E non lo fa solo perché, così come tutti gli altri, quella ragazza è improvvisamente guarita. Non lo fa solo perché pensa già al sollievo di poter uscire da scuola e respirare aria fresca.
Lo fa perché, in quegli occhi colmi di entusiasmo e fanciullesca speranza, rivede la sua bambina.
 
Lydia le corre in contro come se non la vedesse da giorni, come se fosse morta e poi ritornata in vita dopo un lungo periodo di agonia e spossante attesa.
L’abbraccia come non faceva da tanto, troppo tempo. Torna bambina, Lydia. Per un attimo, dimentica le voci nella sua testa e il giradischi che ronza di continuo e i fiori appassiti che ha tirato fuori dalla scatola di Meredith.
Si sente piccola. E un po’ patetica, anche; ma non importa.

Lydia è stesa a pancia in su, gli occhi sbarrati che fissano il soffitto. Non riesce ad addormentarsi, e, quando succede, non è mai un sonno profondo. Le voci la perseguitano. I volti la perseguitano. I numeri accostati ai loro nomi la perseguitano.
E la consapevolezza di arrivare sempre troppo tardi, anche quella la perseguita. Si rigira continuamente fra le coperte, sempre per tornare nella stessa posizione iniziale, la fronte rivolta al tetto.
Ed è quando si volta a destra, stendendosi per un attimo su un fianco, che il suo sguardo cade su un foglio di carta lucida rischiarato dalla luce della luna, accanto al quale si trova un post-it. La grafia è familiare, e non le ci vuole molto per capire a chi appartenga.
Molte volte ha tentato di imitare le “a” perfette di sua madre, le “z” eleganti e le “o” rotonde che sembravano tracciate con il compasso. Non che la sua grafia non sia ordinata e chiara. Molti insegnanti l’hanno lodata, perché, pur essendo mancina*, scrive nitidamente, ma Lydia ha sempre avuto questa divorante aspirazione alla perfezione più assoluta e, anche se non lo lascia mai trasparire, non è sempre pienamente soddisfatta di se stessa. Può fare di più. Può sempre fare di più. E allora perché non ci riesce? Perché continua a spargere preannunci di morte e spargimenti di sangue, senza essere concretamente d’aiuto?
È l’inutile uccello del malaugurio di Beacon Hills. Niente di più. Non è un’eroina: è un qualche strano abominio della natura programmato per captare la presenza di cadaveri.
Lydia accende il lumetto sul comodino e prende il post-it.
Io non lo butterei via.
Rilegge più volte le parole di sua madre.
E si chiede, nella penombra della sua stanza, se, oltre la Banshee, oltre il suo essere un corvo gracchiante che predice morte e sofferenza, ci sia ancora un brandello della vecchia Lydia, e se, indipendentemente da tutto, possa ancora permettersi il lusso di immaginarsi in una di quelle aule enormi. Di essere qualcosa che si avvicini alla normalità. 

Io non so che dire. Queste due mi hanno commossa in una scena di venti secondi. Sono bellissime ♥ E voglio più scene tra Lydia e sua madre, che ora ha un nome! Facciamo progressi ahahahah
Non so effettivamente da dove sia venuta fuori la storia del college. È solo che, quando ho visto la scena fra Natalie e Sydney, il modo in cui lei le sorride e le stringe il braccio mi ha fatto immaginare che lei abbia pensato a Lydia, nel mentre.
E per adesso vediamo una Lydia che ha troppi problemi per concentrarsi sulla scuola, quindi ho pensato che, in un momento di crisi, abbia persino voluto buttare l'opuscolo del college in cui vorrebbe andare.
I don't know ahah xD Fatemi sapere ♥
S.
*mi sono resa conto che Lydia aka Holland è mancina nella 3x15, quando scrive alla lavagna i simboli degli elementi chimici. E ho esultato perché lo sono anche io, ma lasciamo perdere questa cosa ridicola.

 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: _eco