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Autore: PartOfMe    06/08/2014    1 recensioni
Dal testo:
"Legò il mio sguardo al suo, il suo al mio.
Io e lei, lei ed io.
Solo noi, su quella panchina rossa che risaltava e ravvivava un po’ il parco sommerso dalla neve."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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MAYBE




-Potrei sentire mille, duemila nomi, ma solo con il tuo i brividi tornerebbero a ricoprirmi la pelle- dissi.
Lei, al mio fianco, su quella panchina colorata in mezzo al grigio panorama che regnava nell’inverno di quella città, si girò e accennò un sorriso. Il suo bellissimo sorriso. Allungò un dito e mi accarezzò le labbra, tracciandone poi il contorno con una delicatezza stuzzicante.
Si avvicinò piano e appoggiò la sua bocca alla mia e mi lasciai trascinare.
Non era certo il nostro primo bacio ma fu così sincero, così lungo che quasi lo sembrava.
Si scostò dopo qualche secondo, lentamente, come se avesse avuto paura di distruggere quell’intimità creatasi.
Legò il mio sguardo al suo, il suo al mio.
Io e lei, lei ed io.
Solo noi, su quella panchina rossa che risaltava e ravvivava un po’ il parco sommerso dalla neve.
Attimi che duravano ore, sguardi che facevano l’amore.
Mi avvicinai di nuovo, lei si ritrasse.
Non capivo.
Lei restava ferma,come se fosse indecisa.
Continuavo a non capire.
Appoggiai la schiena alla panca, ancora un po’ confusa sul perché avesse rifiutato quel bacio.
All’improvviso si mise a cavalcioni su di me, mi serrò con l'indice e il medio le palpebre e sussurrò delle parole che dentro di me gridarono e si dimenavano, facendomi male allo stomaco e straziando il mio cuore. Ma dopotutto era piacevole.
-Ti Amo.
Non lo aveva mai detto, ci consideravamo amiche anche se ci piacevamo, o così ci eravamo dichiarate.
Avvampai di colpo e cercai il suo collo per lasciarle una scia di baci fino sotto al lobo.
Lei piegò leggermente la testa verso sinistra e io le afferrai i fianchi e la strinsi a me. Mi cinse la vita e iniziò a muovere le mani sulla mia schiena facendomi sussultare dal piacere di averla così vicina.
La sentivo per la prima volta davvero mia. Mi sentivo per la prima volta davvero sua.
Cercai di nuovo i suoi respiri e le lasciai un bacio a fior di labbra. Mi spostai appena e la guardai negli occhi.
-Ti Amo- risposi.
Si, era vero. Non avevo dubbi, non avevo paure. La amavo davvero.
Sorrise, arrossendo un po' per l'imbarazzo. Era ancora più bella con quelle gote rosee sulla sua pelle bianca.
Spostai le mie mani, ancora appena sotto la sua schiena, sul collo e la strinsi in un abbraccio.
Un abbraccio che voleva dire molto di più di un bacio, molto più di una carezza, molto più del sesso.
Lei mi prese le mani e ancora sorridente me le strinse.
Cercai di trovare le parole giuste da dire, visto che lei con il suo sguardo aveva già parlato.
Come si fa..come si chiede ad una persona di stare insieme senza sembrare troppo superficiali e senza diventare Manzoni per formulare una semplice domanda?
Mi scappò un sospiro di disappunto per la mia mente che si era fatta così vuota tutto ad un tratto.
-Chloe..- iniziai, sperando che un fiume di parole uscisse dalla mia bocca proprio come era uscito quel "ti amo".
Alzò lo sguardo e si ridestò dai suoi pensieri accennando un "Uhm?"
-Chloe, tu sei..tu sei..-
Mi bloccai. 
No, avevo detto niente Manzoni.. Non potevo dire cosa era per me. Sarebbe stato troppo difficile da spiegare a parole..
-Io sono?- mi incitò. 
Ormai era fatta, dovevo solo parlare. 
-Tu sei tutto. Ma tutto tutto. Non è come nei film che poi si finisce solo a fare sesso, ci si sveglia con una sigaretta e ci si sente in capo al mondo solo per aver dichiarato un amore a pezzi nato dopo una storia drammatica. 
Oh, no. 
Tu sei tutto.
Sei il buio della notte e la coscienza che mi dice di non averne paura.
Sei la luna e sei il sole. 
Sei i brividi sulla mia pelle.
Sei il calore del fuoco.
Sei il freddo del ghiaccio.
Sei la parte della pioggia che mi bagna, mi sveglia e mi ricorda che c'è chi è messo peggio di me. Chi è come la pioggia, che deve cadere e non si alzerà davvero mai. 
Sei la parte della pioggia che mi ricorda che poi c'è il sole, e che il sole è per tutti.
Sei la mia adolescenza, il mio affetto, il mio amore, i miei pianti improvvisi di notte, i miei sorrisi davanti uno schermo.
Sei la distanza che brucia ogni volta che prendo il treno e vengo da te, per te, con te.
Sei il solletico che sento quando iniziamo a parlare e a scherzare sul nostro futuro, sulla nostra casa, sui nostri figli, sulla nostra vecchiaia alla riva di un lago.
Sei tutto ciò per cui mi preoccupo.
Sei l'unica parte importante che difenderei a mani nude al costo di non perderti, di non perdere tutto. 
Sei la mia principessa e io sono la tua serva.
Sei tutto. 
Chloe..tu..
Tu..-
Quelle parole non sapevo come dirle. 
La strinsi ancora e fissai il mio sguardo dentro al suo. 
La vedevo commossa da quel discorso. 
A quanto pareva con quella pseudo poesia avevo fatto colpo. Non sapevo bene neanche io da dove mi erano uscite quelle parole.
Deglutii la paura per la sua possibile reazione e sciolsi il gancio della mia collana. 
Gliela legai al collo. 
-Chloe, vuoi essere la mia fidanzata? 
Ecco. 
Ce l'avevo fatta.
A quel punto speravo solamente di non averlo solo pensato. 
Quando la vidi annuire debolmente ma convincente ebbi un tuffo al cuore.
Qualche lacrima di gioia mi solcò il viso e la baciai, con ancora più passione di prima. Senza quella lentezza straziante ma piacevole, ma comunque era un bacio meraviglioso. 
Il resto del pomeriggio passò velocemente e la sera, quando sentii di nuovo il rumore del fischio e le ruote pesanti sulle rotaie del treno, un pezzo di me si sentì improvvisamente vuoto.
Un pezzo di me era distante dal resto. 
No, cazzate, era con me. Eravamo legate dall'amore, non saremo mai stati distanti. Mai più.
 
 
-Anni dopo-
 
 
Eccomi, di fianco a quella scatola di legno coperta di fiori. 
In quella chiesa in una strada della periferia della cittadina di Genova. 
Il silenzio che avevo in testa rimbombava.
Non sentivo nessun rumore, nessun suono, ma vedevo.
Vedevo le scene più belle della nostra storia passarmi e scivolarmi via tra la retina e il cristallino. 
Vedevo i suoi occhi castani, i suoi capelli bruni, il suo sguardo.. felice. 
Vedevo casa nostra, quella villetta a La Spezia che non era niente male.
Il giardino decorato con varie aiuole e l'azzurro dei Non Ti Scordar Di Me che regnava sul verde del prato.
Sentivo profumo di casa, di quando per sbaglio aveva bruciato tutto col barbecue, sentivo profumo di lei, la mia piccola e indifesa Chloe.
Ripassavano anche le immagini della nostra prima volta, a venti anni. Il suo corpo magro sopra al mio e il desiderio palpabile nell'aria.
E bum, bum, bum.
Ogni ricordo una lacrima.
Perché lei ora era li, in quella cassa decorata da fiori.
Ma che cazzo cercano di rendere bella una cosa così terribile? Così impossibile? Non lo accettavo. 
Mi alzai di scatto e uscii dalla chiesa.
Respirai l'aria con una profonda inspirazione e mi accorsi che lei non la poteva respirare.
Era intrappolata.
Tumore, fottuto tumore. 
Non capivo cosa avevamo sbagliato.
Eravamo religiose, eravamo generose, gentili, aiutavamo i vicini, abbiamo adottato un cane dal canile perché la sua vita venisse risparmiata, abbiamo amato tantissimo.
Troppo, forse.
Forse Dio era invidioso.
Forse i nostri soldi non erano abbastanza. 
Forse non è il pensiero che conta.
Forse eravamo odiate, anche se ci impegnavamo con ogni parte di noi. 
Forse eravamo troppo in disparte. 
Forse avevamo visto troppo Paradiso. 
Forse ci avevano mandato qualche maledizione perché eravamo lesbiche.
Forse vivevamo in una società troppo chiusa. 
Forse è morta lei perché io l'avrei seguita a ruota, mentre se morivo io lei avrebbe sofferto cercando di crearsi una nuova vita. 
Iniziai a camminare.
Forse un po' di pietà in effetti c'era. 
Forse abbiamo fatto scelte troppo veloci, troppo avventate. 
Forse abbiamo avuto troppi pochi problemi. 
Forse la nostra vita era troppo bella. 
Mi accasciai sotto un albero di casa. 
Forse, per la prima volta, il salvatore giusto ha trovato la principessa giusta.
Forse, per la prima volta, la metà della mela ha trovato la sua esatta parte complementare.
Forse era solo un caso.
Presi la corda e feci un bizzarro nodo per poi iniziare a scalare la quercia imponente davanti a me.
Forse doveva succedere perché il destino aveva deciso così.
Forse per salvare noi abbiamo distrutto altri e ora le conseguenze erano più gravi.
Forse davvero la morte era dietro l'angolo e la mia Chloe per sbaglio si era affacciata.
Forse è solo questo mondo troppo crudele. 
Forse siamo state stupide a farci una vita solo nostra. 
Forse eravamo troppo gelose del nostro stesso amore.
Forse eravamo troppo forti.
Forse eravamo troppo deboli.
Forse.
Forse. 
Non sapevo nulla.
Forse.
Hey Chloe, piccolina mia, sto arrivando.
Io ti amo ancora, spero anche tu.
Ti ricordi..me lo avevi promesso sotto le lenzuola poco prima di scoprire di essere malata.
Piccolina mia, sto arrivando.
Aspettami ancora un po'.
Ascoltami. 
Fallo. 
Aspetta. 
Sono qui. 
Le ultime lacrime solcarono il mio volto. 
Il ramo alto tre o quattro metri mi mostrava la stradina di sassi sotto di me.
Si avvicinava la polizia, la mia famiglia, i vicini, il cane. 
Ma lei no. 
La mia amata Chloe. 
Sentivo grida che mi chiamavano ma non mi avrebbero fatto cambiare idea.
Passai la corda sotto i miei capelli che avevo tinto di nero pochi giorni prima. Lei amava i miei biondi lunghi capelli così quando morì li tinsi di nero, colta dalla rabbia. 
Che gran cazzata.. 
Speravo solo che mi avrebbe riconosciuta una volta nell'aldilà.
Con un salto mi lasciai andare e nel giro di pochi minuti sentivo le forze lasciarmi. 
Non pensavo al mio come un suicidio, ma come ad un viaggio per cancellare la distanza. 
La distanza che avevamo sempre combattuto e non era mai stata un problema.
Io e lei. 
Il mio respiro stava sparendo. 
-Chloe piccola, ti amo, sto arrivando- sussurrai.
 Addio mondo crudele.
E intanto,mentre morivo, la mia anima correva perduta alla ricerca della mia principessa.  
Non l'avrei mai lasciata sola. 

Forse.
 





ANGOLO AUTRICE:
Beene, è la prima ff che ho postato e tralasciando il fatto che mi ero dimenticata di mettere l'angolo autrice direi che è andato tutto bene (?).
Voglio ringraziare tanto GD_foREVer che mi ha aiutata con il codice HTML (grazie Gi).
Passando alla fic posso dire che l'ho scritta in un momento di crisi totale (cosa che non interessa a nessuno) e che effettivamente non mi dispiace.. però sta a voi dirmi che ne pensate. Chiedo una piccola recensioncina da tutte le buon'anime che sono arrivate qui. Mi farebbe tanto tanto piacere :)
Ora mi tolgo dalle scatole, bye :)
PartOfMe
  
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