Era perfetto. Il piano che lei e Katniss avevano ideato per sconfiggere i Favoriti doveva funzionare. Per forza. Dopo che l'aveva salutata, Rue si era arrampicata su un albero come uno scoiattolo, per controllare che non ci fosse qualcuno nei dintorni e, subito dopo, aveva iniziato a muoversi da una pianta all'altra.

Mentre si avviava verso il primo fuoco che doveva accendere, ripensò ai giorni passati, quando era stata chiamata durante la Mietitura e dopo, quando aveva salutato la sua mamma e i suoi fratellini piangenti. I giorni passati a Capitol City erano stati sia belli che brutti. Belli perché per una volta in tutta la sua vita si era sentita piena e riposata, brutti perché aveva vissuto ogni giorno con la consapevolezza che non sarebbe tornata a casa. Sì, infatti, prima o poi lei sarebbe morta e, se questo serviva per far vincere Katniss, sarebbe morta anche con un sorriso sulla faccia. Già, Katniss. Il tributo che aveva notato per primo. Le era subito sembrata simpatica, anche con quell'aria truce, soprattutto per la spilla che indossava, che le ricordava tanto casa. E, anche se si trovavano nell'Arena, i pochi giorni che aveva passato con lei le erano sembrati stupendi. A furia di riflettere, Rue era arrivata al primo fuoco, che accese. Immediatamente, scappò via e, poco dopo, accese anche il secondo.

Successe mentre stava raccogliendo legna per fare il terzo fuoco; li sentì. Veloce si arrampicò su un albero, appena in tempo, infatti pochi attimi dopo vide comparire Cato e il ragazzo del Distretto 1. Rimase appollaiata su quell'albero per un'infinità di tempo, intanto che i due ragazzi setacciavano il territorio tra i due fuochi. Per rassicurare Katniss, fischiò il motivetto che il nonno le aveva insegnato e subito le ghiandaie imitatrici presero vita. Cato se n'era andato già da un bel pezzo, a seguito di un'esplosione che Rue sentì in lontananza, ma il tributo dell'1 era ancora in giro per i boschi. Passò tutto il pomeriggio così, appollaiata sull'albero, in attesa che il Favorito se ne andasse. Quando calò la sera, decise di scendere: aveva fatto passare molto tempo, quindi il ragazzo avrebbe potuto già essere andato via, e poi Katniss si era sicuramente preoccupata. Strisciando tra gli alberi, Rue fece per incamminarsi verso il loro punto di ritrovo quando sentì un fruscio e, un attimo dopo, venne intrappolata in una rete. 

Rue urlò, un po’ sorpresa di ritrovarsi bloccata, un po’ spaventata per quello che sarebbe potuto succedere. Pochi secondi dopo, apparve il ragazzo del distretto 1, una lancia in pugno.

“Finalmente sei scesa, stupida ragazzina!”

Esclamò sottovoce il ragazzo.

“La tua amica ha fatto saltare in aria tutte le nostre provviste, ma  ora pagherà per questo, sappiamo che vi siete alleate! Ed ora chiamala, se no morirai di una morte lenta e dolorosa!”

“Katniss! Katniss!”

Un urlo, le scappò dalla bocca. Sapeva che non avrebbe dovuto farlo, che stava facendo esattamente il gioco del ragazzo dell’1, ma ormai la paura le aveva attanagliato le membra.

Un altro urlo, stavolta proveniva da Katniss. La sentiva, era vicina. Infatti, pochi minuti dopo la vide entrare nella piccola radura, stravolta, con l’arco in mano. Felice di vederla, Rue allungò una mano verso di lei e sussurrò il suo nome ma qualcosa di appuntito le si insinuò nella pancia: la lancia.

I momenti che seguirono, apparvero a Rue distanti e confusi…. Ma sapeva che, prima di andarsene, doveva accertarsi che la sua morte non fosse stata inutile.

Alla fine, dopo essersi fatta promettere da Katniss che avrebbe vinto i Giochi, le rivolse un’ultima supplica, “Canta”.

E, sulle note della canzone della sua amica, Rue si addormentò.