Ho letto da qualche parte che basta una scelta a segnare il proprio destino.
La mia scelta è stata di non lasciare sola Katniss Everdeen e di essere con lei.

Something whispers in my ear and says
That you are not alone

La prima volta che l'ho vista, Katniss non sapeva ancora che avevo chiesto io di essere lo stilista del Distretto 12.
Vidi nel suo sguardo una certa freddezza e nervosismo, ma come biasimarla? Stava per essere mandata al macello con altri ragazzi, non avrei potuto vedere altro nei suoi occhi.
Era convinta di essere sola, di dover affrontare il ridicolo e le burle di Capitol City con chissà quale orrenda idea per il corteo trionfale.
Come se mi avesse sfiorato il pensiero di mandare lei e l'altro ragazzo, quel Peeta che avevo affidato a Portia, nudi e dipinti totalmente di nero!
Solo più tardi Katniss comprese che non le avrei mai fatto una cosa del genere e si affidò, seppur riluttante, alle mie mani.
Le stesse mani da cui nacque la ragazza di fuoco che tutta Capitol City ammirava.
 

Non lasciai sola Katniss nella Camera di Lancio, come avrei potuto?
Convincere i Pacificatori che la spilla della ghiandaia imitatrice non poteva essere usata come arma non fu facile, ma ci riuscii e fui io stesso ad appuntargliela addosso.
Per tranquillizzarla con un tacito gesto di tranquillità e, al tempo stesso, per ricordarle di avere lo stesso coraggio che la spinse a offrirsi volontaria al posto della sorella.
«Se mi fosse permesso scommettere, scommetterei su di te» dissi prima di lasciarla entrare nell'Arena.
Nonostante quella lontananza fisica, non smisi di esserle accanto.
 

Scesi dal treno che ci portava attraverso il Tour della Vittoria e vidi Katniss che mi dava le spalle indossanto un lungo abito nero. Le posai una mano sulla spalla e lei si voltò, mostrandosi a me mentre piangeva.
Strano, eppure sembrava una ragazza così forte.
«Scusa, Cinna, è solo che io non sono come te» disse tra i singhiozzi: «Ricordi? Proprio tu mi hai detto che non lasci mai che le tue emozioni si riversino sul lavoro».
Cercai di consolarla, ma davanti ai miei occhi Katniss si trasformò in una ghiandaia imitatrice. Mentre spiccava il volo verso la luna piena, io mi svegliai.
Mi sedetti sul letto e accesi la luce sul comodino. Vidi il pacco contenente l'abito da sposa di Katniss che Capitol City aveva scelto per lei e mi alzai.
 

I due Pacificatori ai miei lati mi tengono fermo, mentre il terzo comincia a picchiarmi.
Uno, due, tre colpi alla testa sempre più feroci e forti.
Riesco a malapena a sentire Katniss che picchia contro il vetro del cilindro, quello stesso vetro che mi impedisce di sentirla urlare contro i Pacificatori che, ora, mi stanno prendendo per le braccia e trascinando via.
Un ultimo pensiero nella mia mente lucida si rivolge a Katniss mentre le nostre strade si separano per sempre.
Non sei sola, Katniss, io sarò con te.

You are not alone

Ho letto da qualche parte che basta una scelta a segnare il proprio destino.
La mia scelta è stata di non lasciare sola Katniss Everdeen e di essere con lei.
Sempre.
Il mio nome è Cinna e questa è stata la mia storia.





Note dell'Autrice
Sono tornata. Di nuovo.
Il tema del quinto e ultimo turno del contest di visbs88 - che ringrazio per l'organizzazione e per tutto quanto - era Michael Jackson. Sorte volle che avevo appena letto La ragazza di fuoco e, riascoltando You are not alone dopo secoli, l'ho collegata al rapporto tra Cinna e Katniss.
Non ci sono altri dettagli perché non ho ancora letto l'ultimo libro della trilogia, anche se mi sono autospoilerata alcune cose (faccio pena, lo so!). Le ripetizioni all'inizio e alla fine sono volute.
Il banner che vedete in alto l'ho fatto io.
Concludo ringraziando visbs88 per aver indetto il contest e invitando chiunque noti OOC, strane presenze (?) o altro a farmelo sapere.
Alla prossima,
Triz