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Autore: _Mae_    11/09/2008    4 recensioni
Ha ancora gli occhi chiusi. Mi ritrovo a pensare che ha un bel viso il capitano Ukitake della tredicesima compagnia. Sento il suo fiato caldo accarezzare leggero il mio mento e il mio collo e un fremito mi attraversa la schiena come una scossa.
Non è leale così!

[Kyouraku Shunsui / Ukitake Jūshirō]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[Kyouraku Shunsui / Ukitake Jūshirō]

 

 

 

 

 

 

Malato. Di nuovo. Stranamente la cosa non mi stupisce.

 

Mi fermo davanti la porta scorrevole.

Jūshirō!”

Un mormorio soffocato che prendo per un assenso mi risponde dall’interno, senza indugiare oltre la spalanco con poco garbo ed entro.

 

Il capitano della tredicesima compagnia Jūshirō Ukitake è adagiato su un letto, con un libro aperto posato sul petto e un sorriso che gli increspa le labbra.

Sembra così fragile, più pallido del solito con quei capelli grigio-argentei che si aprono sul cuscino come una corona bianca.

Viene voglia di proteggerlo. Non che ce ne sia bisogno davvero, naturalmente. Sorrido inconsapevolmente mentre mi perdo fissando i suoi occhi di cioccolato.

Mi fa posto accanto a sé e io, anziché sedermi, mi sdraio con una mano dietro la testa, nella posizione che assumo sempre quando sono rilassato.

“non riesci proprio a stare lontano da questo materasso per più di cinque giorni, eh Jūshirō?!”

Non risponde, è retorica, sa perfettamente che non c’è ne è bisogno. Sa anche quanto sono preoccupato, sono arrivato da lui esattamente 8 minuti dopo che lui ha iniziato a tossire sangue.

Con il capitano Unohana nei dintorni non rischia niente, ma io mi sento inutile ogni volta che lui si ammala, ed è più facile contare i giorni che sta bene piuttosto che il contrario, ve lo assicuro. E sentirmi inutile per Jūshirō-chan è una delle cose che odio di più al mondo.

 

Senza guardarlo inizio a giocare distrattamente con i suoi capelli, sono morbidi e setosi al tatto. Mettendo a posto dietro l’orecchio un’immaginaria ciocca scompigliata gli sfioro delicato il viso. Per farlo mi sono girato e lo vedo chiudere gli occhi in un brivido. Non sposto la mano, non ne ho voglia; lui gira il volto e la chiude tra la sua testa e il materasso, una pressione accennata ed è come se se la stesse imprimendo per poter rievocare la sensazione in un altro momento.

Ha ancora gli occhi chiusi. Mi ritrovo a pensare che ha un bel viso il capitano Ukitake della tredicesima compagnia. Sento il suo fiato caldo accarezzare leggero il mio mento e il mio collo e un fremito mi attraversa la schiena come una scossa.

Non è leale così! Lo penso un attimo soltanto prima di appropriarmi incerto delle sue labbra dischiuse.

Passa un attimo di sorpresa, per entrambi. Io credevo di sapermi controllare.

Poi la sua mano che era poggiata inerte accanto al corpo si sposta sulla mia nuca costringendomi ancora più vicino. Il bacio dolce che mi sarei aspettato dall’uomo che mi stava di fianco viene trasformato dal desiderio. Le lingue si assaggiano fameliche e vengo attraversato da un secondo brivido quando mi graffia con i denti. La necessità d’aria viene ignorata, le mie mani corrono frenetiche sulla sua schiena.

Mentre una parte di me si abbandona al puro piacere, continuo a preoccuparmi della sua condizione, sto attento a non fargli male e lentamente mi separo, poggiando la mia fronte contro la sua.

 

“Kyouraku” è un sospiro sulle sue labbra.

 

La porta si apre senza preavviso, con decisione e compare Abarai Renji. Non sono mai stato meno felice di vedere la sua strana testa rossa tatuata.

Mi tiro su di scatto, arrossendo come una bambino che è stato colto a rubare caramelle. In effetti,  era altrettanto dolce quello che avevo preso.

“Emh.. scusate. Volevo chiedere al capitano Ukitake dove fosse stata mandata in missione Rukia, perché il capitano Kuchiki non vuole dirmelo; ma ripasserò dopo”

Aveva detto tutto di un fiato, parlando rapidamente, con lo sguardo basso come se fosse stato lui quello colto in flagrante.

Jūshirō, sorprendentemente, gli rivolge un sorriso rilassato.

“no, non ti preoccupare Vicecapitano Abarai, ora va bene. Rukia è nel Rukongai, dalla famigli Shiba. Oggi è la ricorrenza della morte di Kaien, nessuna missione.”
Un’espressione di stupore si dipinge sul viso dello Shinigami della sesta compagnia, poi diventa confusione, e un pizzico di dispiacere per non esserselo ricordato, per averla lasciata sola.

“Oh. Grazie Capitano”

Con un inchino si congeda e chiude la porta alle spalle.

 

“Ti rendi conto” Inizia Jūshirō “Tutto il Gotei 13 saprà di noi quasi nello stesso momento in cui lo hanno scoperto i diretti interessati”

E mi baci a di nuovo, un pigro raggio di sole s’infiltra fra le nostre labbra mentre riprendiamo fiato, sorriso contro sorriso.

  
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