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Autore: MarziQueen    06/08/2014    3 recensioni
E se Regina avesse messo da parte la paura e fosse entrata in quella taverna in cui si diceva che ci fosse la sua anima gemella? Se si fosse fatta avanti? La sua vita sarebbe stata diversa e circondata dall’amore e dalla serenità, che tanto cercava. Forse avrebbe avuto il suo lieto fine anche lei.
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Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina Mills, Robin Hood, Trilli
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The man with the lion tattoo.
Chapter I. Lion tattoo

Trilli aveva portato Regina davanti una taverna, dove, secondo lei, si nascondeva il suo vero amore. Era stata gentile con lei: l’aveva aiutata pur sapendo che fosse la regina e, soprattutto, che fosse la figlia di una donna così spietata come Cora. In fondo, la fatina aveva visto solo del bene in lei e, per poterla rendere felice, l’aveva condotta in quel posto.
Regina era nervosa, molto nervosa. Spostava lo sguardo dall’interno della taverna a Trilli e viceversa. Era emozionata, al trovarsi davanti agli occhi quello che sarebbe stato il suo vero amore. Il suo respiro era leggermente affannato e il suo cuore batteva come se volesse uscire fuori dal petto.
‹‹ Guarda! È l’uomo con il tatuaggio di leone›› aveva detto la fatina indicando un uomo seduto e di spalle, che sfoggiava sul braccio un tatuaggio raffigurante un leone.
Regina era curiosa. Quell’uomo sarebbe stato il suo vero amore… con lui sarebbe andata finalmente bene, avrebbe finalmente conosciuto la felicità, dopo tanto tempo passato nella tristezza. Ormai Daniel faceva parte del suo passato, non c’era più. Era morto e con lui, la felicità di Regina. Ben presto, però lei avrebbe riavuto la sua felicità, toltale con così tanta ferocia. Non doveva avere paura e anche se l’avesse avuta, avrebbe tentato comunque. E se le cose fossero andate bene, quel tizio l’avrebbe aiutata, in qualche modo.
Trilli rivolse un sorriso di congedo e se ne andò, lasciando la donna sola. Lei d’altro canto, doveva presentarsi il più naturale possibile. Perciò si prese di coraggio, trasse un respiro profondo e, con il cuore che palpitava all’impazzata, aprì la porta della taverna.
Ciò che le si presentò davanti era uno spettacolo a dir poco disgustoso. Una taverna scura e piena zeppa di uomini ubriachi che bevevano e ridevano come scalmanati. Quello non era l’ambiente per una regina.
La fanciulla si guardò intorno, muovendo gli occhi disperatamente. Quello che aveva davanti era un postaccio e aveva un po’ di timore a entrare. Avrebbe preferito uscire e lasciar perdere tutto quanto, pur di non addentrarsi in quel locale.
Ma se non fosse entrata, non avrebbe avuto il suo lieto fine e l’idea di trovarsi davanti il suo vero amore la eccitava davvero tanto, oltre a intimorirla un poco.
Fece un passo in avanti e si chiuse la porta alle spalle. Dopodiché si avvicinò al tavolo dove era seduto quell’uomo, che, magicamente, sembrava affascinante anche da dietro.
Ma, vedere una ragazza così bella e vestita di quel bianco così puro doveva essere davvero raro per gente frequentante una taverna, tanto che, il tizio che sedeva allo stesso tavolo dell’uomo tatuato, guardò Regina e scoppiò in una fragorosa risata.
‹‹ Ma guarda chi si vede… ›› commentò quell’uomo, facendo sobbalzare la fanciulla e guardandola come se fosse una specie di prostituta pronta a concedersi a chiunque.
Regina trasalì al suono di quella voce stridula e fastidiosa.
Il tipo con il tatuaggio sul polso si girò e la vide. E lei vide lui. Era un bell’uomo, dai capelli color castano chiaro e gli occhi di un blu intenso.
Non è male-, pensò Regina, compiaciuta, che rimase come incantata da quel tipo e, dopo un poco, gli sorrise. Lui ricambiò, mostrando tutta la sua bellezza in quel gesto.
‹‹ Avanti ›› continuò quell’altro, biascicando le parole, ubriaco ‹‹ Unisciti a noi ›› e scoppiò a ridere fragorosamente, suscitando attenzione dalle persone intorno, i cui occhi si puntarono su di lei. La fanciulla interruppe il contatto visivo fino a quel momento avuto con il tipo tatuato e sobbalzò, sentendosi non poco osservata.
‹‹ Shh.. non la spaventare. Io sono Robin.. Robin Hood ›› si presentò, porgendole educatamente la mano.
Lei sorrise. ‹‹ Io mi chiamo Regina ›› e gli porse anche lei la mano. Il tizio la prese e la baciò, posandovi sopra un leggero bacio.
‹‹ E’ davvero un onore conoscervi. Volete bere qualcosa? ›› chiese Robin, senza smettere di guardarla negli occhi. Regina annuì, timidamente.
Se ne andarono in un altro tavolo, collocato in un angolo della taverna, lontano da occhi indiscreti e molto più intimo.
Lui le portò un boccale di birra e lei ringraziò, sempre sorridendo radiosa.
I due cominciarono a parlare. Parlarono delle loro vite, dei loro sogni, delle loro speranze, senza smettere di guardarsi e di sorridersi a vicenda.
Finalmente Regina si sentiva felice. Perché si trovava davanti quello che secondo Trilli sarebbe stato il suo vero amore e perché lui non sapeva chi lei fosse, nessuno sembrava saperlo lì dentro e ciò la confortava. Per la prima volta dopo tanto tempo, stava bene, libera da ogni pensiero, libera da sua madre che le diceva cosa fare e come comportarsi e, soprattutto, libera da quel castello che costituiva la sua casa e al contempo la sua prigione.
Forse quello era un nuovo inizio, chi lo sa..
   
 
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