Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: DanzaNelFuoco    07/08/2014    4 recensioni
Crossover: "Thor", avvenimenti post "The Avengers", non tiene conto di "Thor: The Dark World".
Loki, dopo aver tentato di distruggere la Terra, viene esiliato dal padre in un luogo di pace e perfezione assoluta. Non sa, perso nel proprio risentimento e dolore, che a non molta distanza si trova un regno prospero e felice, la cui regina condivide lo stesso freddo dono, Elsa.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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4 - Cliché
 
Quando Elsa costruì una scala di ghiaccio su un burrone Loki la guardò come se fosse pazza.
"Io su quel coso non salgo." le fece, imbronciato. Non le aveva ancora perdonato di essere stata così sensata prima, né di averlo praticamente trascinato fuori dal palazzo e dalla città di corsa.
"Non siate timoroso. Fidatevi di me."
Fiducia era una cosa che aveva dato a ben poche persone nella sua vita e nessuno gli aveva dimostrato di meritarla. Eccetto sua madre.
Elsa salì i primi gradini di corsa per poi fermarsi ad aspettarlo.
"Allora?"
Loki la guardò dubbioso prima di afferrare il corrimano. La sua mano cominciò a tingersi di azzurro. Lentamente cominciò a salire. Non aveva paura, non della salita per lo meno - non sarebbe stata una caduta del genere a ucciderlo -, ma a spaventarlo era il fatto che stava abbassando sempre di più e sempre più facilmente la guardia con quella donna.
"Allora?" lo spronò lei e Loki la raggiunse in pochi secondi.
"Posso sapere dove stiamo andando?" chiese, sbuffando come un bambino. In quel momento aveva molto poco del Dio degli Inganni.
"Lo vedrete." gli sorrise enigmatica.
La visione gli apparve sugli ultimi gradini, dove la neve ricopriva tutto. Un piccolo angolo di inverno perenne su cui si ergeva un meraviglioso castello di ghiaccio.
"Cosa...? Come...?" per una volta Loki era rimasto senza parole.
"Bello vero? L'ho fatto io!"
Loki la guardò meravigliato. "Voi?"
Elsa gli sorrise. "Io con i miei poteri. Sono convinta che potreste farlo anche voi."
"Non sono in grado." disse, alzando nuovamente lo sguardo sul palazzo.
Non aveva previsto tanto potere in quella ragazzina, l'aveva sottovalutata.
"Non siete in grado o non volete esserlo?"
Doveva essere un dono di famiglia, prima Anna e poi Elsa, mettere il dito nella piaga e rigarcelo dentro. Anche se effettivamente Elsa gli aveva dato problemi sin dal primo momento in cui l'aveva incontrata. Era così facile fare finta che non ci fosse niente, poi arrivava lei a porre le domande giuste -domande a cui lui non voleva rispondere-  ed era costretto a dirsi la verità -una verità che non voleva vedere.
"Non..." era la prima volta che Loki si trovava senza parole. Così infinitamente adulto -subdolo, astuto, calcolatore- e così infinitamente bambino -capriccioso, volubile, vendicativo.
Elsa lo guardò con aspettativa, come se non avesse capito che Loki non avrebbe mai risposto. Sapeva che avrebbe ceduto, non avrebbe saputo completare la frase - o non lo avrebbe voluto - e avrebbe accettato di usare i suoi poteri. In fondo lo voleva anche lui.
Se la gente non ti guardava come se fossi diversa da loro, una sorta di strega buona che comunque aveva ghiacciato Arendelle per giorni provocando una quasi carestia -se il raccolto fosse rimasto sotto la neve solo un giorno di più sarebbe morto o marcito e i cittadini sarebbero morti di fame- quel potere ti riempiva le vene e ti drogava di euforia.
Elsa conosceva quella sensazione di potere, di poter distruggere tutto e tutti, quella sensazione di cattiveria che la spaventava nel momento stesso in cui se ne inebriava.
Poi aveva quasi ucciso Anna e tutto quello che ne era conseguito le aveva insegnato che non c'è solo una faccia della medaglia. Tutti siamo buoni e cattivi, basta scegliere da che parte stare. Non sono importanti gli impulsi in un senso o nell'altro, ma come decidi di reagire. Lei aveva scelto di far sì che il suo potere costruisse castelli e procurasse acqua durante i periodi di secche in cui le spighe di grano sì afflosciavano disidratate. Aveva deciso di essere costruttiva, anche se avrebbe potuto seppellire tutto sotto un manto di neve eterna.
Loki la guardò seccato. "Non..."
Non cosa?
Non sono sicuro di poterlo fare.
Non poteva semplicemente ammetterlo.
Elsa lo soccorse, convinta di averlo già costretto ad annaspare abbastanza.
"Ho visto quanto potere si trova in voi, questa è un' inezia rispetto a quello che credo siate in grado di fare."
"E cosa credete che sia in grado di fare?"
Improvvisamente suonava pericoloso.
Non gli piaceva essere messo alle strette. Non da una ragazzina che aveva un centesimo dei suoi anni.
Elsa non si scompose. "Qualunque cosa."
Perché sembrava così patetica? Le sembrava di essere in uno di quei romanzetti rosa che le procurava la cameriera. Si sentiva impostata e... falsa.
Non era da lei comportarsi come un cliché riuscito male di un'eroina sofferta. "Qualunque cosa"? Da dove le era uscita? Non era così che si sarebbe voluta comportare.
Loki la fissò come soppesando l'opinione che aveva di lei. Poi so voltò verso il castello, esaminando le pareti di ghiaccio levigato che si innalzavano senza fondamenta dalla neve. La luce dipingeva meravigliose iridi con le sfaccettature degli intarsi che impreziosivano il castello. Le guglie sembravano voler raggiungere il cielo.
La ragazza aveva talento artistico.
Molto.
"Come pensi di aiutarmi a sviluppare i miei poteri?"
La sua voce uscì fredda e impersonale, solo il passaggio al più colloquiale "tu" poteva far intuire la profondità del cambiamento che Loki aveva deciso di intraprendere.
Elsa si riprese. Era ora di pensare ad aiutare quell'uomo.
Non sembrava tanto più grande di lei, ma si comportava come se fosse più piccolo, capriccioso, poi improvvisamente assumeva un tono saggio e adulto, come se avesse visto cose che lei nemmeno poteva immaginare.
"Direi di iniziare dal principio."
Loki la guardò sollevando un sopracciglio.
Quella frase poteva voler dire tutto o niente.
Non ci fu bisogno di chiedere chiarimenti, Elsa si sbrigò a spiegarsi.
"Pensavo che farti tornare blu potrebbe essere un buon inizio."
Loki si morse il labbro inferiore. Aveva deciso, perché esitava?
"D'accordo."
Elsa disegnò un arco nel cielo con la mano e lentamente la neve cominciò a cadere, andando ad accrescere la coltre che circondava il castello.
I minuscoli cristalli di acqua gelida si posavano su Loki fluttuando con grazia, lasciando sulla pelle dell'uomo un alone celeste che scompariva pochi secondi dopo che il fiocco si era sciolto.
Non che a Loki dispiacesse non essere ancora diventato un mostro blu, ma il procedimento stava diventando un po' lungo. Se avessero continuato a quel ritmo prima di avere un risultato notevole sarebbe stata notte.
"Non si potrebbe velocizzare un po'?"
Elsa sbuffò, guardandolo male.
"Oggi ho sfruttato molto i miei poteri, non credo di poter creare un'altra tempesta di neve come quella di prima. Motivo per cui l'unico modo perché la cosa sia più veloce è..." la voce le si spense, perdendo l'acidità appena trovata per la critica.
"Cosa?"
"Niente. Rassegnati. Ci vuole il tempo che ci vuole."
Elsa guardò via.
Loki non si fece ingannare.
"Cosa?"
"Ecco... Se la pelle é in contatto con la neve è più facile, quindi..."
"Capisco."
Tutta la faccenda non le piaceva. Stava diventando ogni momento di più uno stupido di cliché da romanzetto. Ci mancava solo che lui cogliesse il suo suggerimento -cielo, no! Detto così sembrava che lo stesse istigando!- e si togliesse la camicia.
Loki slacciò i polsini della camicia nera e arrotolò le maniche lasciando scoperti gli avambracci.
"Potrebbe andare bene?" chiese poi.
"Sì." annuì lei sollevata. Almeno non si era tolto nessun indumento.
Sfilò la casacca verde, rimanendo in maniche di camicia e la appoggiò a terra dopo averla piegata.
"Tranquilla, non toglierò nient'altro." ghignò.
Elsa si ritrovò a pensare che quello fosse uno dei momenti infantili. Perché doveva metterla in imbarazzo?
"Bene."
"Bene?"
Loki le si avvicinò. Elsa si torse le mani a disagio e annuì.
"Posso chiederti perché?" le sussurrò suadente.
Le guance della ragazza si imporporarono.
"No. E adesso concentrati."
Con un ghigno Loki si spostò, rimanendole comunque abbastanza vicino da rendere la propria presenza studiatamente pesante.
Aveva detto che si sarebbe vendicato, anche se doveva ammettere che all'inizio aveva pesato a sangue e budella, ma questo lo divertiva moltissimo. Vedere la ragazza mentre annaspava alla ricerca di qualcosa di adeguato da dire era una vera goduria.
E poi era carina.
Anche se aveva un centesimo dei suoi anni.
"D'accordo. Mi concentro."
Avvertì il cambiamento della pelle sotto il tocco leggero della neve.
Elsa vide diverse nuance di blu contendersi la pelle dell'uomo, dal fiordaliso al blu reale per fermarsi ad un blu ceruleo con ogni minima gradazione.
Dovette ammettere con sé stessa che quegli occhi iniettati di rosso erano inquietanti.
"Mi sono concentrato."
Nonostante l'apparenza, non era affatto sicuro di sé. I suoi tendini erano più robusti ed elastici, i muscoli troppo veloci. Si sentiva scoordinato e ancora non aveva mosso un dito. Era come se gli impulsi del suo cervello arrivassero sfalsati alle membra che agivano in ritardo o con movimenti convulsi.
Doveva fare pratica, si disse contraendo e rilassando nuovamente la mano destra.
"Ecco..."
Elsa non aveva un programma. Sul momento aveva improvvisato, seguendo l'istinto, ma ora non è che avesse proprio una lista da seguire, un ordine di cose da fare.
Pensò a come in lei fosse istintivo il ghiaccio.
Pensò ai momenti felici che aveva trascorso con la sorella e quelli più infelici di reclusione.
"Bene. I miei poteri sono collegati alle emozioni e da quanto ho potuto vedere anche i tuoi."
Loki la fissò stranito. Se avesse indossato un tailleur grigio invece che un lungo abito verde medioevale avrebbe potuto scambiarla per una delle tante funzionarie dello S.H.I.E.L.D. La sua voce era professionale e incisiva. Assomigliava davvero molto a Melinda May -non fisicamente, non aveva nulla della agente orientale-, nel suo perfetto tono burocratico -tono che Loki sospettava non avrebbe avuto se avesse saputo che sotto le spoglie del presunto agente di livello 8 Felix Blake si nascondeva una divinità norrena alla ricerca dei punti deboli dell'agenzia per distruggere la Terra.
"Continua." la invitò con un gesto.
Sospettava che quello fosse il momento in cui lei avrebbe dovuto sistemarsi gli occhiali sul naso o una ciocca nello chignon -se avesse avuto li uni o l'altro.
"Dovremmo riportare alla luce delle emozioni particolarmente forti. Possibilmente positive. L'ultima volta che ho lasciato alle mie emozioni negative di prendere il sopravvento ho gettato Arendelle in un inverno perenne." si lasciò sfuggire attirando la curiosità di Loki.
"Inverno perenne?"
"Resta concentrato."
"D'accordo, emozioni positive."
Non sarebbe stato facile.

N.d.A. 
Scusate il ritardo nella pubblicazione, in questo periodo la scrittura è un po' in secondo piano...
Grazie a tutti quelli che hanno recensito. 
Spero di non farvi attendere troppo con il prossimo capitolo, ma il blocco dello scrittore è più facile da accantonare che da affrontare, perciò sto solo aspettando Madama Ispirazione. 
A presto, DNF

 
  
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