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Autore: Bluesun    07/08/2014    4 recensioni
Una raccolta di momineti familiari sulla coppia GajeelxLevy, nonchè mia coppia preferita xD
Inizia tutto dal momento in cui si crea la famiglia vera e propria, ovvero dalla nascita del primo figlio e poi a seguire. Ne si vedranno di belle.
Altri Paring che ogni tanto possono apparire sono: Nalu e Gruvia e forse anche Elfever, Jerza e Mila.
AVVISO: I personaggi che compaiono nella storia sono stati inventati insieme a Banana-Chan, una mia cara amica.
Spero che vi piaccia.
Buona lettura :)
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil/Levy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Drago Custode


Era da due ore intere che non faceva altro che andare avanti e indietro per quel lungo e bianco corridoio. E non era il solo.
Forse era destino, forse il caso o forse le loro compagne si erano messe d’accordo su quando partorire. Sì dà il caso che entrambi aspettavano la stessa cosa ed entrambi attendevano preoccupati e ansiosi l’esito delle situazioni.
Chi lo avrebbe mai detto? Entrambi i famigerati e potenti Dragon Slayer di Fairy Tail sarebbero diventati padri di lì a poco.
Ormai se lo chiedevano tutti. Due coglioni come loro come hanno fatto a sistemarsi e tirar su famiglia? E soprattutto, che padri e che esempi mai saranno per i loro figli?
Tutti se lo chiedevano, tutti. Imbranati, impacciati, infantili, stupidi e casinisti come erano non era un mistero il perché di questi dubbi. Eppure era successo.
E adesso si trovavano lì, a percorrere in avanti e indietro quel corridoio spoglio munito solo di qualche sedia e di un paio di tavolini con riviste.
Quel giorno però in quel monotono corridoio era riunita un’intera gilda, anzi, la più famosa gilda di tutto il regno di Fiore: Fairy Tail.
L’allegria, però, del famoso gruppo di maghi era stata sostituita da ansia e attesa e il silenzio regnava sovrano. Solo il rumore dei passi dei due probabili neo-genitori risuonava incessante e con loro anche qualche sospiro di rassegnazione.
“Natsu” sospirò Erza incrociando le braccia al petto “Gajeel” continuò con un altro sospiro.
“Davvero! State calmi” proruppe Grey con tono agitato. Tutto quel movimento gli dava alla testa.
“Grey-sama ha ragione! Anche Jluvia pensa che dovreste calmarvi” avanzò anche la maga dell’acqua regalando poi un sorriso al mago del ghiaccio.
“Andrà tutto bene” rincalzò il Master sorridendo divertito alla scena.
Mai avrebbe pensato che un giorno sarebbero stati tutti lì in quella situazione.
“LO SO” gridarono all’unisono i due Dragon Slayer ricevendo in risposta un sonoro “Shhhh” da parte del resto delle persone.
“Ma come posso stare calmo….” borbottò in visibile difficoltà il roseo mentre si passava una mano fra i capelli e increspava le labbra interrompendo così anche il suo camminare.
“… in una situazione del genere!” finì la frase il moro puntando agitatamente la porta dove poco prima sparirono le due ragazze.
“E poi perché....” riprese il Dragon Slayer del Fuoco riniziando a camminare
“Non hanno voluto che si andasse con loro?” finì nuovamente il Dragon Slayer del Ferro riprendendo, anch’esso, la camminata.
Il resto dei maghi non poterono sopprimere un sorriso: i due Dragon Slayer, i due draghi che meno andavano d’accordo, che molte volte combattevano fianco a fianco in una sfida continua, che di più si capivano ma di meno si sopportavano, adesso, si finivano persino le frasi.
“Andrà tutto bene, all’inizio è così ma p…” iniziò Alzack sfoggiato l’aria di chi ci è già passato ma venne interrotto subito dall’urlo repentino dei due soggetti più vecchi della gilda, Macao e Wakaba, che subito lo zittirono con un: “Ma se correvi come un indemoniato chiedendo ogni due minuti come stava la tua bella!”
Un’altra breve risata si diffuse nell’aria. L’ilarità dei compagni però non dava segni di successo e i due neo-genitori continuavano a camminare in avanti e indietro alternat, incontrandosi ogni poco nel mezzo.
“Su ragazzi dovete aver fiducia! Oltre ad essere le vostre donne sono anche maghe di Fairy Tail” continuò il master ormai più divertito che impaurito dalla situazione.
“Esatto! Possibile che affrontate i peggio mostri di Zeref e non sapete affrontare il parto delle vostre ragazze?” aggiunse Macao mostrando un dolce e divertito sorriso ai due che per poco non lo incendiarono e schiacciarono con lo sguardo.
“NO, OK?” gridarono di nuovo all’unisono ricevendo, di nuovo, lo stesso “Shhhh” da tutta la gilda.
“Ormai avete scavato un solco nel pavimento, datevi una calmata” riprovò Grey scoccando uno sguardo preoccupato ai loro piedi.
Tuttavia la sua preoccupazione non venne nemmeno percepita dai due che, imperterriti, continuavano a camminare domandandosi di tutto e di più.
Perché non sono stati accettati dalle loro ragazze ad andare con loro?
Perché erano così agitati?
Cosa avrebbero fatto non appena li avessero chiamati?
Come stavano adesso le due ragazze?
Erano già nati?
Il loro futuro?
E il nome??
Ormai persino del fumo usciva dalle loro orecchie, troppi pensieri per due che come loro non erano abituati a far funzionare così tanto il cervello.
A un certo punto, però, un gemito.
La situazione si fermò, la camminata venne interrotta, le chiacchiere, le risate e tutte le domande che svolazzavano nell’aria tacquero e un decina di sguardi si posarono sulla porta che poco prima aveva inghiottito le due giovani donne.
Un gemito solo. Un pianto di un bambino.
Uno soltanto.
Ormai l’aria si faceva pesante tanto che la situazione era insostenibile.
Grida e rumori di passi veloci si sentivano flebilmente.
“E’ nata” urlò una donna mentre il rumore di una corsa seguiva subito dopo.
“Qui abbiamo un grosso problema!” si sentì poco dopo.
I respiri dei due draghi si fermarono mentre lentamente si voltavano per guardarsi preoccupati.
Poi il silenzio. Un silenzio che durò vari minuti, interrotto solo dal piangere di un bambino. Uno soltanto.
“La ragazza è svenuta” si sentì una voce.
“Povera donna” un'altra voce.
“Dobbiamo dirlo al padre” e un’altra ancora.
I respiri si strozzarono, le risate che prima si sentirono adesso si erano disperse nell’aria come ricordi.
Andava veramente tutto bene?
La porta si aprì lentamente mentre un dottore ne usciva fuori. I Draghi restavano fermi immobili percossi da mille emozioni.
Paura, follia, egoismo… speravano di non essere il padre della brutta notizia.
“Il Signor Natsu Dragneel?”
Silenzio. Gocce di sudore scivolavano sulle guance con la speranza di non trasformarsi in lacrime.
“Sono io” affermò seriamente il rosato prima di avanzare di un passo.
“Complimenti, è diventato padre di una bellissima bambina”
In quel momento Gajeel sbiancò completamente mentre a Natsu scappò un gigantesco sorriso che subito scomparì non appena notò il viso preoccupato del dottore.
“Signor Redfox….. Mi dispiace veramente tanto ma…Sua figlia invece non ce l’ha fatta. E’ nata morta”
In quel momento a Gajeel cadde il mondo addosso. I ginocchi cedettero e cadde al suolo. Lo sguardo si perse sulle mattonelle bianche mentre la testa cadde in avanti priva di anima.
Jluvia e Mirajane corsero immediatamente verso di lui, chinandosi anche loro e posando le loro mani sopra le sue spalle ricacciando indietro le lacrime che di lì a poco avrebbero seguito quelle del moro.
“Sono veramente addolorato” continuò il dottore abbassando lo sguardo verso il mago che ormai dava sfogo al suo dolore piangendo silenziosamente.
Dopo vari secondi di puro silenzio, interrotto dai singhiozzi dei compagni, Gajeel Redfox si rialzò aiutato dalle due ragazze e si avvicinò al dottore.
“Posso vederla?” riuscì a pronunciare tenendo pur sempre la testa bassa.
“Ne è sicu…” non finì la frase che il moro esclamò un determinato “Sì”.
Silenziosamente il dottore gli avvolse un braccio intorno alle spalle spingendo delicatamente il corpo quasi privo di anima del Drago di Ferro.
“Mi segua allora”
Lo accompagnò in una stanza spoglia e bianca munita di diversi attrezzi da parto e di alcune ciotole piene d’acqua e una miriade di asciugamani colorati di blu o di rosa.
C’erano due infermiere, una con il sorriso dolce e tenue che teneva un fagottino roseo in braccio. Un fagottino rumoroso e movimentato. Il fagottino che lui avrebbe tanto voluto.
L’altra invece aveva un sorriso capovolto, uno sguardo triste e gli occhi lucidi. Il suo fagottino, anch’esso roseo, purtroppo, non si muoveva e non produceva alcun suono.
“E’ il padre?” chiese con una flebile voce la donna, avvicinandosi al dottore.
Il dottore annuì e la donna porse il fagotto al moro.
“Mi dispiace tanto” aggiunse infine lasciando che il Drago prendesse la bimba priva di vita.
Lo sguardo rosso, inondato dalle lacrime, percorse tutto il profilo della minuta figura, bianca come il latte e dai lineamenti dolci. Assomigliava molto alla madre.
“Ehi” sussurrò con voce spezzata mentre le passava un dito sul mento.
“Dici che non ero pronto? Che sia il destino ad aver scelto se potevo o non potevo farlo?” iniziò a parlare all’immobile bambina difronte a lui, tenendo un tono dolce e amorevole percorso però da una udibile tristezza.
“Lasciamolo solo” pronunciò piano il dottore, spingendo fuori le due ostetriche che piano piano iniziarono a piangere.
La porta si chiuse lasciando l’uomo ad abbracciare la sua piccola e il silenzio cadde non appena la figlia dei suoi amici lasciò la stanza.
“Avrei tanto voluto provarci. Avrei voluto dimostrare a tutti che sarei stato un ottimo padre. Avrei seguito l’esempio del mio che, anche se drago, era un padre perfetto” aggiunse sorreggendo il fagottino su un braccio e circondandolo con l’altro, lasciando ricadere le punte delle dita sulla piccola testolina percorsa da corti e morbidi ciuffetti neri.
“Avrei voluto portarti nella mia foresta natale, ti avrei insegnato a combattere, ti avrei insegnato a correre…. Ma soprattutto ti avrei insegnato a volare”
Le lacrime scorrevano sulle sue guance, mentre gli occhi vermigli si appannavano di quell’acqua salata che continuava a fuoriuscire velocemente.
“Papà me lo promise sai? ‘Ti insegnerò a volare’ mi disse. Ero emozionato dall’idea di volare in senso figurato che non ne capì il vero significato. Ma adesso l’ho compreso” continuò stringendo sempre di più la piccola a se e lasciando scorrere i polpastrelli nei fini fili d’ebano.
“Volare nel domani. E’ questo che ti insegnerei. Volare come un drago in quel cielo infinito di mille colori chiamato futuro. E’ questo che voleva insegnarmi il mio drago…” finì tristemente lasciando scivolare le ultime lacrime sul volto della piccina.
Il silenzio si fece sempre più pesante, interrotto dai sussulti e dal respiro pesante dell’uomo.
“Ti prego, proteggila al posto mio…. Metallikana” finì in un sussurro avvicinando il volto alla bambina e schioccandole un dolce e leggero bacio sulla testolina.
Una richiesta silenziosa, una supplica. Chiedeva al suo drago, scomparso ma ormai dato per morto, di proteggere al posto suo la sua creatura.
E rimase così, abbracciato alla pargoletta di cui mai avrebbe conosciuto il colore degli occhi mentre calde e silenziose lacrime continuavano a scorrergli sul volto.
Da uno solo, i pianti diventarono due.
All’improvviso un gemito si liberò fra le braccia dell’uomo che stupito si allontanò leggermente dal volto della piccola.
Le piccole e morbide labbra si incresparono e gli occhi si strizzarono di poco e poi scoppiò a piangere.  Un pianto a dirotto e a tutto volume.
La piccola prese a piangere a gran voce, dimenandosi un poco nelle braccia del padre che continuava ad osservarla stupito e ancora piangente.
“Ma…” sussurrò mentre un gemito lo percosse. Le lacrime cominciarono a rifluire sempre più velocemente e le mani gli tremavano.
“Che succede???” entrò di scatto il dottore, seguito a ruota da un’ostetrica e dal Master poco dopo.
“Ma….dottore…. la bimba..” sussurrò impaurita e sorpresa l’ostetrica mente le dita le coprivano le labbra.
“Ma…. È viva!” gridò molto meno fine il vecchietto di Fairy Tail, osservando la scena del padre piangente che ancora non si spiegava il fatto del perché sua figlia piangesse.
“Ma questo è un Miracolo!” gridò il dottore correndo subito a osservare più da vicino la pargoletta che continuava a piangere a gran voce.
“E senti che voce!” constatò poi mentre la osservava tenendosi gli occhiali sul naso.
Gajeel, rimasto in silenzio fino a quel momento, sorrise come non fece mai da molto tempo e stringendo ancora di più al petto il fagotto sussurrò un flebile “E’ viva”.
“Mi scusi ma dovremmo chiederle di darci la bimba, la richiameremo dopo aver accertato le sue condizioni. Non è mai capitato che un bambino non respirasse per più di cinque minuti e poi era vivo” continuò esaltato e sorpreso l’uomo in camice bianco mentre prendeva il fagottino e spingeva via il moro che tirato dal Master riuscì ad uscire dalla stanza.
“Non so cosa hai fatto, ma ci sei riuscito” gli disse il vecchietto battendogli una pacca sulla spalla ma ricevendo in cambio solo un peso da sostenere. Gajeel si sentì mancare all’improvviso e tra un urletto sorpreso del Master, svenne.
 
Si risvegliò poco dopo e focalizzò lo sguardo rosso su un bianco e grande sorriso.
“Gajeel-kun è sveglio!” urlò poco dopo la padrona di quel sorriso.
Si alzò un po’ stordito, portandosi una mano sulla fronte e risistemandosi la fascia che gli sosteneva i capelli.
Un forte mal di testa gli pulsava sulle tempie e gli occhi gli frizzavano, come se avesse pianto per più di due giorni. Poi comprese, capì la situazione e allarmato buttò i piedi giù dal lettino d’ospedale su cui posava.
“Ehy ehy! Calmo pezzo di latta!” lo richiamò divertito Grey che poi indicò con il pollice il lettino accanto al suo.
“Grazie a te stanno bene entrambe” finì poi il mago del ghiaccio.
Lo sguardò vermiglio si posò sulla scena davanti a se. In un lettino posava la maga degli spiriti stellari, che stringeva al petto una sorridente testa rosa che sbracciava verso i ciuffi biondi che per la prima volta non erano pettinati a dovere e ricadevano sparpagliati sul petto e le spalle della maga, poco sopra di loro, un agitato ma felicissimo Natsu le osservava e giocherellava con la figlia, muovendo il dito in avanti e indietro davanti agli occhi della piccina.
Scena tenerissima ma non era quella che si aspettava.
“Chiamalo chiamalo… papààà, siamo quiiii” un sussurro flebile e divertito, caldo e dolce, si levò da dietro le sue spalle mentre un gorgoglio felice lo seguì.
Si voltò lentamente e per poco le lacrime non ricominciarono a rifluire.
La testa azzurra della sua ragazza contrastava con il bianco monotono della stanza, il volto latteo e rilassato contrastavano con la situazione in cui si trovavano. Gli occhi stanchi ma anche pieni di una felicità e di un istinto materno si posavano dolci e sorridenti sulla bambina stretta al suo petto. Non piangeva ma sta volta mostrava segni di vita. Sorrideva sdentata e allegra, alzando le manine al cielo e stringendo le piccole e tozze dita verso la figura del moro che ancora stupito le osservava.
“Guarda tesoro, ha aperto anche gli occhi”
Per un bambino di quell’età era una cosa rara e strana aprire gli occhi eppure due stupendi occhi rosso brillante lo osservavano felici.
Si alzò piano, pregando che le ginocchia lo reggessero e si avvicinò alle due inchinandosi ai piedi del letto. Passò delicatamente il dorso della mano sul faccino paffuto della testolina nera che gorgogliò felice a quel tocco.
“E’ bellissima” sussurrò pieno di orgoglio non smettendo di osservarla nemmeno per un secondo.
“Ha i tuoi occhi” aggiunse poi lasciando scivolare per un millesimo di secondo le iridi sulla donna e poi di nuovo sulla bambina che intanto gli aveva catturato un dito e adesso lo osservava curiosa.
“Già, ma il colore è il tuo” sussurrò di rimando Levy con tono estremamente dolce.
Passarono diversi minuti così, ormai tutti gli occhi erano puntati su di loro. Fino ad ora avevano osservato l’operato del Drago di Fuoco ma adesso toccava a quello di Ferro che aveva compiuto persino un miracolo in più.
“Come la chiamiamo?” chiese infine il moro, inclinando la testa di lato e osservando la piccola nel tentativo di ciucciargli il dito.
“Volevo lasciare la decisione a te” rispose l’azzurra che incrociò lo sguardo con lui “Te lo meriti” aggiunse poi con un sorriso carico di gratitudine e felicità.
Passarono diversi minuti di silenzio, minuti nei quali tutti trattennero il respiro.
Non sapevano se essere impauriti o contenti della qualsiasi risposta che avrebbe dato il ragazzo. Speravano vivamente, alcuni di loro, che la piccola non si trovasse in difficoltà in futuro con il nome da lui scelto: Vite, ad esempio, o Chiave.
“Ana”
Il nome fu come un meteorite che si schiantò nella stanza in quel preciso momento.
“Derivato dal drago che ti ha protetto e che ti proteggerà sempre”
Tutti gli sguardi si trasformarono in sguardi curiosi ma nessuna spiegazione seguì le sue parole. Solo un pensiero, un pensiero che accese un dolce e raro sorriso sul volto del Drago di Ferro:
“Grazie, Metallikana”





Angolo Autrice:
Hola!
Ed eccomi qui con un'altra storia sulla mia coppia preferita xD
Ormai è d'obbligo.
La mia altra Long sembra abbandonata a se stessa ma credetemi, sto scrivendo sul serio.
Comunque, è la mia prima raccolta e ho deciso che si baserà sui momenti di vita di Gajeel e Levy e dei loro figli (chissà, magari ne faranno un altro)
La dedico a una mia cara amica che tutti i giorni mi fa spuntare sempre un sorriso.
E' bravissima a disegnare e oggi è spuntata con un nuovo disegno per me (Li ho attaccati tutti all'armadio.... mia madre si chiede dove sia finito l'armadio xD) ispirato a una probabile figlia di Gajeel e Levy e vi giuro che è tale e quale a quella che pensavo io.
Così ho detto: perchè non fare una raccolta su di lei?
Ed eccomi qua :D
L'aggiornerò ogni tanto, non c'è una data specifica e comunque se volete darmi un tema posso anche provare a scrivere su di esso. Non so magari "Ehi Bluesun che ne dici di descrivere una gita al mare della famiglia Redfox?"
Allora proverò a cimentarmi su di esso :D
Non mancheranno anche altri Paring, come vedete siamo partiti con la Nalu, altro paring che mi piace nonchè preferito della mia amica.
Va bhè basta, se continuo così alla fine faccio più lungo il commento che la storia lol
Grazie a tutti quelli che leggeranno e si va lasciate anche un commentino per sapere il vostro parere.
Bye!
   
 
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