Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: IrAura    08/08/2014    1 recensioni
Lei è norvegese. Lui è in cerca di qualcosa. Di lei.
Terzo posto contest "Il giro del mondo in -anta ship"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray | Coppie: Puck/Quinn
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Casa
di ZiaWilma. Storia partecipante al concorso "Il giro del mondo in -anta ship" (http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10899805) con risultati in fieri.



 
 
 
La sognava ogni notte. Che fosse stata una giornata bellissima, di quelle vissute contro il vento, come piacevano a lui, o che fosse finita in un bar a specchiarsi dentro a un bicchiere, tre dita di scotch e due di polvere, non importava: finiva sempre a pensarla. Forse non ne sarebbe mai uscito. Forse non gli importava granché, di uscirne. Faceva differenza? Non molta. Non per lui.

Che lei fosse tutta sbagliata, lo sapeva bene. Una donna così non può essere giusta. Basta guardarla negli occhi una volta per rendersene conto. Basta guardarla negli occhi due volte per dimenticarlo, il giusto e lo sbagliato: c’è lei, solo lei. Il resto era da allora avvolto in una nebbia indistinta, umida, come quella che gli si era posata sulla pelle quel pomeriggio di Novembre.
 
Vorrei conoscer l'odore del tuo paese,
camminare di casa nel tuo giardino,
respirare nell'aria sale e maggese,
gli aromi della tua salvia e del rosmarino.
Vorrei che tutti gli anziani mi salutassero
parlando con me del tempo e dei giorni andati,
vorrei che gli amici tuoi tutti mi parlassero,
come se amici fossimo sempre stati. *
 
Aveva sentito dire che al primo incontro con l’anima gemella, i ricordi di ogni cosa ti si imprimono nella pelle, come i tatuaggi che gli coloravano le braccia. Per lui, non era andata così. In realtà, non riusciva a ricordare nulla di quelle ore, se non la sua voce. L’aveva collegata solo più tardi a un volto, a un sorriso, a un paio di labbra sottili, a un corpo pallido e nudo, premuto contro il suo su un letto caldo e disfatto.

Inizialmente, era stato solo rumore.. Il rumore delle sue labbra che sia aprivano e chiudevano, degli incisivi che strusciavano lentamente contro la punta della lingua, in un sussurro che era stato assordante, che gli aveva fatto esplodere il cervello. Voce. La prima da tanto tempo, forse da sempre, perché aveva capito di essere stato sordo per tutta la sua vita, prima che quel suono gli entrasse dentro i timpani, insistente, gentile solo in apparenza, fintamente delicato, ma con quelle dure note finali, un leggero graffio contro la gola, che annullava tutta la dolcezza e ti azzannava le orecchie, ti faceva rimpiangere di aver prestato mai attenzione a chiunque altro.

Non serviva sapere cosa avesse detto quel giorno, non l’avrebbe capito comunque. Non parlava nessuna delle lingue dei paesi che aveva visitato, e il norvegese, la lingua di lei, non avrebbe fatto eccezione.. Anche se lei faceva tutta l’eccezione del mondo. Incontrarla in quelle strade sconosciute, quelle di un paesino dimenticato nelle isole Lofoten, era stata una rivelazione profetica, quasi religiosa. Lei lo aveva guardato, ma non negli occhi.. Più a fondo, più dentro. Aveva toccato qualcosa che lui ancora non sapeva definire, ma di cui aveva scoperto l’esistenza nel momento esatto in cui quei fari gialli lo avevano fulminato. Boom. Naufragio.

Quando la pensava, la ricordava sorridente: le sue dita affusolate a sfiorare le proprie, callose e scure, alla ricerca di baci che sarebbero arrivati pochi istanti più tardi, ma apparentemente smarriti in un inverno troppo freddo. Le mani facevano l’amore al posto loro.
 
Vorrei con te da solo sempre viaggiare,
scoprire quello che intorno c'è da scoprire
per raccontarti e poi farmi raccontare
il senso d' un rabbuiarsi e del tuo gioire;
vorrei tornare nei posti dove son stato,
spiegarti di quanto tutto sia poi diverso
e per farmi da te spiegare cos'è cambiato
e quale sapore nuovo abbia l'universo.
*
 
Amava definirsi un nuovo Ulisse, lui. Di tutto ciò che aveva sentito a scuola, l’unica cosa che lo aveva davvero interessato erano i viaggi: scoprire terre meravigliose, dimenticate, nuove. Ma adesso, dopo averla incontrata, si sentiva più simile a Penelope, quando ogni sera, prima di dormire, si faceva e disfaceva, in attesa di lei. Era sempre stato facile, per lui, arrivare, andarsene, e dimenticare. L’aveva fatto milioni di volte, l’avrebbe fatto di nuovo, senza esitare.. Ma non con lei. Non riusciva a smettere di pensarla, nuda, abbandonata tra le lenzuola, con solo un leggero sorriso sul volto, conscia probabilmente di averlo rovinato per sempre.

E poi, a pochi istanti da quell’estasi che le aveva acceso gli occhi, c’erano state le lacrime. Le aveva osservate scendere, piccoli diamanti sulle guance arrossate, leggere, sì, ma cariche di dolore, risentimento, dense come quelle piogge norvegesi che avevano accompagnato il loro fare l’amore. L’acqua batteva sui vetri, quel pomeriggio, e seguiva traiettorie tutte sue: le gocce cadevano e le loro strade si incrociavano, come le loro dita. Aveva provato a spiegarglielo, lui. Che doveva andare. Che non poteva restare. Che l’orizzonte lo chiamava come un padre, il padre che non aveva mai avuto, e che lui doveva rispondere. E poi, era partito.
 
Vorrei restare per sempre in un posto solo
per ascoltare il suono del tuo parlare
e guardare stupito il lancio, la grazia, il volo
impliciti dentro al semplice tuo camminare
e restare in silenzio al suono della tua voce
o parlare, parlare, parlare, parlarmi addosso
dimenticando il tempo troppo veloce
o nascondere in due sciocchezze che son commosso.
 *
 
E ora, mentre camminava verso lei, quella canzone straniera nelle orecchie, e le sue meravigliose labbra intente non solo a pronunciare parole sconosciute, ma a dirle a qualcuno, a lui, si sentiva giusto, finalmente. Come se la sua vita avesse un senso. Come se fosse arrivato a casa.
 
"Jeg har savnet deg
", disse lei. E lui capì.

 








*Vorrei - Francesco Guccini
 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: IrAura