E' la prima volta che la visione del sangue mi dà fastidio e m'impressiona,
è la prima volta che provo nausea.
Che strano, ciò che ho sempre voluto s'è avverato, la visione del tuo sangue
scorrere, il sogno che diventa realtà. Eppure l'ho trovato disgustoso, l'ho
trovato terrorizzante ma, soprattutto, l'ho trovato triste.
Ho sempre pensato che l'averti al mio interno fosse come l'avere un morbo, un
sudicio parassita che si nutre di me e sopravvive rubandomi la forza. E' forse
sempre stato così, stupida sorella senz'autonomia, senza vita o
autosufficienza. Sei stata impiantata nella mia coscienza e lì hai pervaso il
mio io: più tentavo di allontanarmi, più tentavo di sopprimerti, più crescevi
dentro di me e permeavi la mia essenza.
Vile.
In me hai trovato un nascondiglio e ora m'hai lasciato. M'hai usato e ora
abbandonato. Stupida sorella, adesso finalmente vedo il tuo sangue umano,
finalmente non mi appari più come serpente e, nell'unico momento in cui posso
afferrarti, ti ho persa per sempre.
Ho odiato Dio con tutto me stesso per essere stato la causa della mia follia, lo
detestavo e lo detesto perchè, per gioco, m'ha distrutto. Ti ha fatto nascere
debole e fragile, ha affidato la tua anima a me ed io sono stato costretto ad
accoglierla, ma in fondo già l'amavo. Il Creatore, poi, non contento di averti
privato di un corpo e di avermi privato di un'identità integra, che cos'ha
fatto? Ti ha resa a me inaccessibile. Così vicina eppure per nulla al mondo
accarezzabile. Ne sono impazzito, è vero, non ho retto alla forzata unione
iniziale e alla consapevolezza che non avresti mai potuto essere mia, solo mia.
Mentre la follia vinceva ogni mia minima resistenza, m'illudevo di possederti
impedendoti di uscire da questo labirinto. Ti volevo solo per me, stupida e
fragile, inutile com'eri eppure indispensabile.
Ti odio perchè ora sei lontana, perchè m'hai tolto la sola consolazione che
m'era rimasta: sentire il tuo profumo quando riprendevo coscienza, prendere il
tuo corpo di rettile in mano e accudirlo come il più prezioso dei tesori. Ti
odio perchè sei indifesa e debole, perchè non hai potere né nervo. Ti odio
perché non vorrei pensare o dire queste cose, ma sono in me spontanee e non
riesco a sopprimerle...
Ti odio perché ti amo.
Ti amo perchè da sempre è così, perchè sei me e allo stesso tempo sei così
diversa. Perché voglio solo difenderti e proteggerti, perchè nei sogni, unici
dove eri con me e non in me, io ero felice.
Hai mai capito che eri la mia ragion d'essere? Io sono un demone, io adoro la
morte, servo il terrore che attraverso le mie mani prende forma e attraverso le
mie labbra prende voce e ride, ma non era il tuo sangue quello che avrei voluto
vedere. Volevo salvarti da me, volevo amarti, volevo solo stare con te.
Dio sei contento, sei soddisfatto ora che anche in questo luogo così profondo
sì é attuato un tuo disegno? Sei forse felice ora che la mia duchessa è morta
per me?
Stupida, ecco cosa sei, una stupida perchè avresti potuto vivere. Se l'hai
fatto per amor mio sei ancor più stolta, dato che così io perdo di senso. E
ora chissà dove sei, nelle valli di Ade, forse, o forse polvere nell'aria. Ruba
il corpo di un mortale e torna da me, uccidi chiunque ti aggradi e
impadronisciti di lui, ma torna qui. Se non vuoi sporcarti le mani, perchè non
ne sei capace, lo farò io per te. Se vuoi un figlio, torna da me, fa che sia
mio e non un'illusione. 'Ché d'illusioni ho vissuto e sono morto, tu che eri la
mia illusione prediletta, dovresti saperlo bene.