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Autore: SARETTA1985    08/08/2014    3 recensioni
Sara, una 19enne mandata a Vancouver che farà un incontro che le cambierà la vita
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi qui all’aeroporto di Vancouver…. Una neodiplomata appena lasciata ad fidanzato e caricata su un aereo che da Milano mi ha portata oltreoceano per “imparare meglio la lingua e fare esperienza” come affermano i miei.
E’ l’inizio di luglio e attorno a me c’è un sacco di gente affaccendata che corre tirandosi dietro le valigie ingombranti e rumorose per non perdere il volo che li porterà  in vacanza. Seduta sulla mia valigia blu e con le cuffie nelle orecchie sono assorta nei miei pensieri quando un uragano vestito di rosso mi scaraventa per terra.
“Sarettaaaaaaa!!” mi urla nelle orecchie quella matta che mi ha travolto. E’ mia zia Betty, sorella di mia mamma; si è trasferita a Vancouver per lavoro, è l’addetta “all’armadio”, come lo chiamo io, di una nuova serie televisiva che stanno per iniziare a girare e del quale non so assolutamente nulla.
Nemmeno il tempo di rispondere al saluto che inizia a parlare senza prendere nemmeno fiato “prendi la tua roba e andiamo che tra un’ora dobbiamo essere sul set a controllare che tutto sia a posto!”….”dobbiamo?” rispondo tra l’allarmato e il divertito.
“si certo…. Mica pensavi di venire qui e fare la turista vero?” dice guardandomi di sottecchi…. “certo che no! Figuriamoci” rispondo sarcastica “però devo ammettere che speravo almeno di avere un pò di tempo per abituarmi… sai.. il fuso orario..” la mia espressione speranzosa però non la convinse infatti mi gelò con un “sei giovane ce la farai sicuramente! Ora andiamo!”
 
Il macchina Betty non si risparmiò spiegandomi per filo e per segno il lavoro che dovevo aiutarla a svolgere…. Tenere in ordine i costumi di scena… consegnarli agli attori.. e tante altre cosine non proprio eccitanti. Dopo un tragitto non troppo lungo ma per niente rilassante finalmente arrivammo agli studio e fui subito travolta dalla frenesia che vi regnava…. Gente che correva a destra e a manca, mi sembrava di essere tornata in aeroporto, ma, al posto di trasportare valigie  c’era chi portava apparecchiature elettroniche, chi plichi di fogli o sedie e i più svariati oggetti di scena.
Pensavo di essere in una gabbia di matti ma mi ricredetti non appena entrai nella stanza adibita a “ripostiglio costumi”, non mi veniva in mente altro modo per definirlo visto il caos che vi regnava; quello era un girone dantesco non un manicomio!!
Vestiti sparsi ovunque e senza alcuna logica coprivano ogni superficie piana e non solo… mia zia era raggiante “eccoci qui! Il mio regno! . allora iniziamo! Raccogli tutte le camicie, i pantaloni e le magliette e piegale per favore… poi le dividi per taglia….” ero presa dallo sconforto più totale quando, a fermare lo sproloquio della zietta, arrivo un signore che subito si presentò “Ciao! Tu devi essere Sara, la nipotina di Betty! Io sono Eric Kripke , sceneggiatore e creatore di Supernatural, volevo darti il benvenuto nella crew”…lo guardai imbarazzata e gli strinsi la mano che mi porgeva “Buongiorno Mr. Kripke… graz-“ non riuscii nemmeno a finire la frase che mi sentii improvvisamente alzare da terra e stritolare in un abbraccio da orso. “ahh! ma che caz…” fu la prima cosa che dissi, o meglio gridai, per fortuna in italiano evitando una brutta prima impressione.

Appena rimisi piede a terra mi girai atterrita e decisamente sul piede di guerra (non sono mai stata una ragazza da baci e abbracci… e non mi piace che gli estranei mi tocchino) ma, non appena vidi chi mi stava davanti, tutta la rabbia scemò e mi sentii avvampare le guance che, sicuramente, avevano raggiunto un colore rosso acceso. “Hey! Io sono Jared!” mi disse questo ragazzo dal sorriso smagliante “ci-ciao… Sara” riuscì a balbettare finchè non mi trovai nuovamente stretta nell’abbraccio di quel ragazzo/orso “piacere di conoscerti Sara” mi disse in italiano con un accento che mi fece sorridere e storpiando il nome.
“bene bene, vedo che hai conosciuto la mia nipotina Jared… occhio a non romperla però” intervenne Betty accorgendosi del mio imbarazzo dovuto al secondo, invadente abbraccio stritolatore.
Quando mi lasciò e si mise al mio fianco per parlare con Betty ed Eric notai quanto fosse alto…. Rispetto al mio 1,70 era veramente un gigante! Stavo facendo queste considerazioni sentendomi veramente piccola quando avvertii una presenza vicino a me.. mi girai di scatto e mi sentii ancora più minuscola visto che, proprio attaccato a me, si era materializzato dal nulla un ragazzo, anche lui molto più alto di me, dalla bellezza abbagliante con due occhi verdi incredibili ed un sorriso che poteva sciogliere un ghiacciaio.
Rimasi a fissarlo imbambolata finchè non mi tese la mano “Ciao, Jensen”… dovevo sembrare una scema perché  si mise a ridere visto che non accennavo a muovermi; a quel punto venne in mio soccorso Jared che, con fare alquanto protettivo, mi mise un braccio attorno alle spalle e si rivolse all’altro “ah J, eccoti finalmente! Lei è Sara, la nipote di Betty….” Al contatto con il suo braccio e al suono della sua voce mi ripresi dal mio stato di trans e, finalmente, riuscii a tendere la mano per stringere quella di Jensen e a strascicare un semplice “Hey!”.
“così lei è la ragazzina che aiuterà con i costumi di scena, giusto?” chiese Jensen, come se io non fossi li presente, rivolto al ragazzo/orso che continuava a tenere il braccio attorno alle mie spalle. – ragazzina?? Ragazzina a chi?! Ho 19 anni!!- pensai con un moto di stizza e guardando con un poco di risentimento in quegli occhi verde smeraldo. Jared dovette accorgersi del mio irrigidimento al sentire quella frase detta in modo non troppo cordiale così, dopo avermi dato un buffetto sulla testa, detto un “Ciao “ragazzina”” e fatto l’occchiolino con un espressione dal quale non potei astenermi dal ridere,   prese il compare per un braccio per portarlo via con una scusa; non lo fece però abbastanza velocemente da evitare che io e Jensen  ci scambiassimo un’occhiata: la sua di derisione la mia di sfida. Gli avrei fatto vedere io chi è la ragazzina!
   
 
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