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Autore: Ysis Donahue    11/09/2008    2 recensioni
"È questo il motivo principale per cui vi seguo;sicuramente anche per l'aspetto e il look (per la maggiorparte tuoi!!!),ma la verità è che tu, con i testi delle tue canzoni..."
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giovane moro si stiracchiò sul sedile dell’autobus, poi si girò per controllare se il suo gemello o un altro dei suoi amici fosse sveglio. Un russare percepibile nonostante l’I-pod tenuto quasi a stecca gli rispose però eloquentemente. Sospirando il ragazzo si girò e cominciò a tamburellare sul vetro del finestrino con le lunghe dita ornate da curatissime unghie nere. Visto che i posti con la migliore vista sulla costa italiana erano occupati dai suoi amici, il cantante decise che, invece di osservare le interessantissime colonne di cemento che s’innalzavano oltre il vetro, avrebbe guardato le macchine che passavano affianco al tour-bus. Notò un paio di Fiat, una Micra, un Fiorino scassato e una Mercedes. Quando la vide le labbra gli s’incurvarono in un sorriso affettuoso. Erano molti mesi che non tornava nella sua patria e un po’di nostalgia lo coglieva di tanto in tanto. Gli faceva piacere vedere una cosa che veniva dal suo stesso paese. Stava per distogliere lo sguardo, quando un lampo bianco catturò la sua attenzione. Aguzzò lo sguardo e vide una ragazza suppergiù della sua età dormire con l’ipod alle orecchie. Il bagliore bianco che aveva visto altro non era che la semplice canottiera che indossava. “Ecco qualcosa d’interessante da fare…” pensò. Sebbene Tom sostenesse che fosse da maniaci morbosi, adorava spiare di nascosto le persone e farsi un’idea di loro. Si mise quindi comodo sul sedile e cercò di distinguere i lineamenti della giovane e di farsi un’idea del suo carattere. Impresa tutt’altro che facile, visto che due terzi abbondanti del viso della ragazza erano coperti da una lunga, foltissima chioma nera e che l’autobus era più alto rispetto alla macchina. Quello che riuscì a distinguere non fu molto: un orecchio con due orecchini, un viso dalla forma regolare, un occhio truccato di nero ed un elegante sopracciglio pure nero. “Eddai muoviti, nessuno dorme immobile su una macchina!!” Pensò il ragazzo. Come se l’avesse sentito la giovane sussultò impercettibilmente, poi si stiracchiò ed aprì gli occhi. Che guardarono fuori per vedere il paesaggio e si scontrarono con la fiancata del bus. Si sgranarono quando lessero il nome sulla fiancata del veicolo e rischiarono di schizzare fuori quando, sbirciando nei finestrini, distinsero in maniera netta ed inequivocabile il profilo di Bill Kaulitz e della sua criniera leonina che la salutavano sorridendo. La ragazza usò tutta la sua determinazione per non piangere e darsi un contegno. Alzò quindi la mano dalle unghie sanguigne e rispose al cenno, pensando che il cuore le sarebbe esploso da lì a poco. Poi, con un coraggio che non sapeva da dove venisse vista la sua epica timidezza, indicò l’mp3 che le pendeva dal collo e fece segno a lui sorridendo. Bill inarcò un sopracciglio, poi capì e fece un sorriso meraviglioso, che rischiò di fare impazzire la giovane. Fece segno alla ragazza di aspettare un secondo, poi tirò fuori il suo blocco per gli appunti, scrisse “Hi, how are you? What’s your name?” e lo attaccò al finestrino. La giovane prese a frugare nella Eastpack antracite che aveva ai suoi piedi e ne trasse un blocco ed una matita interamente nera “Fine, thanks. I never had a so beautiful awakening. My name is Isabella. Have you a pc with Internet on the bus? ” “Yes, sure. Why?” “Because chatting like this it’s hard. If you have a msn address we’d talked easier” “Good idea!!” Disse lui e scarabocchiò il suo indirizzo. La ragazza sorrise per il complimento e gli diede il suo. Poi materializzò quasi dal nulla un notebook e, con la rituale sequela di Madonne, gestacci e botte, riuscì a collegarsi. Bill nel frattempo era riuscito ad impossessarsi del suo pc, tenuto in ostaggio dal fratello addormentato, e si collegò. Mentre si nascondevano per parlare un po’in privato pensavano a cosa dirsi. Alla fine il cantante prese l’iniziativa e cominciò a battere un messaggio

“Piacere di conoscerti Isa (posso?), sono contento di averti incontrata. Non sapevo più cosa fare per ammazzare il tempo;-). E poi incontrare una fan è sempre un piacere, ammesso che non si tratti di una di quelle pazze maniache!!!” Non era particolarmente fantasioso, ma non pensava che la giovane ne avrebbe fatto una tragedia

“Il piacere è mio!!!!Figurati, quando ho visto il tour-bus pensavo di dormire ancora!!!Non posso credere di essere DAVVERO a pochi metri da voi…è fantastico!!!” “Sono originale quanto una pallina antistress, adesso si disconnette!!!Mi sento come se avessi solo mezza parte sana del cervello!!!!!!!!!Non posso credere che sto veramente chattando con Bill Kaulitz!!!” Pensò la ragazza, quasi in preda ad una crisi isterica.

“Ehm, grazie!!! ^//^ Vorrei farti una domanda: Perché ti piacciamo? Sai, è interessante vederci dall’altra parte dell’obbiettivo!!!” Pure quello era un motivo, ma in realtà più che altro voleva scoprire qualcosa in più su quella ragazza…malgrado la sua sensibilità non riusciva a percepire distintamente nulla del suo carattere, solo vaghe sensazioni che lo stuzzicavano. Si dispose ad aspettare la risposta, torturandosi un’unghia.

“Beh, una mia amica un giorno mi ha fatto vedere una tua foto che mi è molto piaciuta e allora ho cominciato a scaricare canzoni e vostre foto, senza però interessarmi particolarmente al significato dei testi.” Esitò, non sapeva se fosse pronta a parlare di quello. Sarebbe stato come riaprire un baule colmo fino all’orlo, che minacciava di sommergerla di pensieri vecchi e rotti, di tristezza e disperazione. Si chiese se avrebbe resistito e se lui avrebbe capito e non l’avrebbe giudicata. No, LUI l’avrebbe capita, ne era certa. E poi in un certo qual senso glielo doveva.Ancora indecisa guardò verso il giovane e lo vide mentre si torturava un’unghia ed aspettava la sua risposta. Sorrise dolcemente poi sospirò e continuò, seppur con molto sforzo, a scrivere e ricordare “Poi ho avuto un periodo nero, molto nero. Un periodo in cui per me c’ero solo io…e la musica. Tra le tante canzoni del Net mi sono imbattuta proprio in Spring Nicht ed è diventata la mia fonte di energia. Se sono triste o giù, basta che senta anche solo i primi accordi e subito mi tiro su. Quasi sempre” Aggiunse, per essere totalmente sincera. Inviò il messaggio ed aspettò e sperò, col cuore in gola, che lui rispondesse.

Bill lesse il messaggio, sgranò gli occhi e si voltò a fissare la giovane. Non avrebbe mai detto che potesse essere o essere stata depressa. Una strana malinconia s’impadronì di lui e, quando rilesse le parole di quella che oramai considerava sua amica, sentì un dolore al petto, come se fosse lui a provare quei sentimenti.“E quelle volte in cui non trovi sollievo in Spring Nicht come fai?”

“E’successo solo una volta…se mi accadesse nuovamente non saprei come fare. Comunque anche quella volta sei stato tu a salvarmi…quel giorno ero veramente a terra e il suicidio mi sembrava l’unica strada. Stavo sentendo Spring Nicht e quando mi sono accorta che neanche lei mi calmava ho come perso la testa. Dovevo morire, era destino. Mentre disponevo tutti i dettagli del mio suicidio stavo surfando sul Net e mi sono imbattuta nel testo inglese di Spring Nicht. Sai, io non so il tedesco e avevo sempre pensato che il titolo significasse tipo “Primavera Proibita” o qualcosa del genere.Quando ho capito il senso del titolo e ho letto il testo mi sono messa a piangere; sembrava scritto apposta per me. Ed era arrivato proprio al momento giusto. Una volta di più mi avevi salvato e, come se non bastasse, mi avevi donato un pezzo di anima. Una luce pulsante, un’energia vitale eterna che ora vive in me e mi fa andare avanti. E’questo il motivo vero percui vi sento e vi seguo. Sicuramente anche per la musica, il look e l’aspetto(soprattutto tuoi, ad essere sincera!!!)eccetera. Ma il vero motivo è che tu, con i testi delle tue canzoni, mi insegni e mi spingi a vivere. Non fraintendere il mio discorso, non lo sto dicendo perché sto chattando con te o perché voglio chissà cosa. Lo dico a te ,per la prima ed unica volta in cui intendo parlarne, perché ai miei occhi sei solo tu che ne hai il diritto. Volevo semplicemente farti sapere quanto tu sia importante per me, volevo essere capace di darti un po’di quella serenità che tu hai donato a me. Perciò, se ti senti solo, stanco, stufo di tutti gli aspetti più pesanti dell’essere Bill Kaulitz, cerca di pensare a me e a tutte le persone che con il tuo canto salvi, hai salvato e salverai ancora. Non mollare. Spring Nicht.

Bill lesse e rilesse quel messaggio migliaia di volte, provando ogni volta di più un senso di gratitudine e di commozione crescente verso quella ragazza. Lo salvò per non dimenticarlo e poi si mise a battere la risposta “Non riesco a trovare parole per ringraziarti delle tue. Non credo ne esistano. Sono commosso” scrisse, asciugandosi una lacrima “quello che mi hai fatto ora è il più grande, il più bello, il più importante complimento di tutta la mia vita. Il mio sogno, il motivo per cui ho cominciato a cantare, era semplicemente quello di urlare al mondo che c’ero e quello che pensavo. Ora il mondo sa che esisto e la mia nuova meta è toccare il cuore delle persone, donargli quella serenità che tu mi ringrazi di averti fatto scoprire. Grazie per avermi dato un nuovo obbiettivo. Voglio che tu mi faccia una promessa: se sarai nuovamente depressa, o felice e sola o se vorrai parlarmi di qualsiasi cosa scrivimi e fallo. Ti aiuterò in tutti i modi. Questa è una promessa: Dann spring ich fur dich. Non affrontare più le cose da sola.

La ragazza pianse quando lesse queste parole e si girò per guardare Bill. Stava cantando quell’ultima strofa, la loro promessa. Si avvicinò al vetro e gli indirizzò un bacio “Vielen Danke” sussurrò al ragazzo.

“Bitte” rispose lui, con un sorriso ed un bacio.

   
 
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