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Autore: DuerreWayland    08/08/2014    1 recensioni
Warning: dead!character
Da quando Kurt è morto, Blaine si sente congelato nel tempo, incapace persino di ammetterlo, ma, sopratutto, non riuscendo a fare a meno di incolpare una persona..
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Nuovo personaggio | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, premetto che questa è la prima fanfiction del genere che scrivo, e che questa.. cosa si è scritta da sola, e che fa piangere anche me, quindi.. non lo so. Se mi faceste sapere che ne pensate, ve ne sarei grata. Un bacio, 
Ronnie. 

 






Azzurro, ma non azzurro. Era oceano in tempesta, un vortice infinito di angoscia che popolava  i miei sogni tutte le notti. Quell’ultimo sguardo che conteneva così tante cose, quell’ultimo sguardo che chiedeva, pretendeva, dava, dava tutto. Tutto quello di cui era capace, tutto quello che possedeva me lo aveva regalato in quell’istante.
 


Prenditi cura di lui, dicevano i suoi occhi.
 


Ti prego, proteggilo dai suoi demoni, diceva la tempesta.
 


Ricordati di te stesso, ricordati chi sei, diceva l’azzurro.



Quel colore amorevole, quella luce che era riuscita a coccolarmi, seppur in quell’attimo atroce.
 


Ricordati di me, diceva infine una lacrima lungo la sua guancia. Una sola. Una sola.
 


E come potrei non pensarti, amore mio, quando tutto la mia esistenza gravitava intorno ai tuoi occhi? Come faccio solo a guardarlo in faccia? Come faccio ad affrontare tutti i giorni per il resto della mia vita guardandolo crescere? Mi sei stato strappato via.
 


La promessa di una vita insieme.
 


La prospettiva di una vita vuota.
 


Eppure tu sei sempre tu. Sei sempre stato tu, anche nel momento in cui hai deciso che la tua vita contava molto meno di tutto il resto. Eppure io non riesco ad odiarti per quello che mi hai fatto. Ha i tuoi stessi occhi. Rivedo te e quella luce tutti i giorni, quando lo vedo bussare alla mia porta con quello sguardo carico di speranza, con quell’azzurro così vivo, così intenso, mentre mi guarda in una muta preghiera.
 


Non ci riesco, Kurt.
 


Non riesco a guardarlo.
 


Non ci riesco, se penso che è tutta colpa sua.
 


Perché lo è, non osare rimproverarmi. Lo so che mi stai guardando, le braccia conserte e l’espressione accigliata, lo so che se fossi qui mi urleresti contro.
 


Ma tu non ci sei, perciò non azzardarti a biasimarmi, perché è colpa sua.
 


Tuo padre vuole togliermi la tutela. Vuole strapparmi anche lui. Ma a me non importa. Anzi, forse credo che sia meglio per tutti, forse credo che la cosa migliore sia che io rimanga solo. Non sono stato capace di proteggerti, non sono stato capace di chiederti di sposarmi, di fare con te la metà delle cose che avevo intenzione di fare, ed ora non sono capace di crescerlo. Non chiedermelo. Non posso.
 
 
 
 
 
 



Un’altra notte, un altro giorno, un altro tramonto da quando sei andato via. Jeremy mi guarda ancora, ma non parla. E io non faccio nulla per cambiare la situazione.
 


È colpa sua.
 


È colpa sua.
 


È colpa sua.
 
 
 
 
 
 


Lo sento piangere, ma non mi importa. È giusto che pianga. È giusto che soffra, per quello che ti ha fatto, è giusto che alzi le braccia al cielo, urlando il tuo nome. Io chiudo gli occhi e reprimo le lacrime. No, non ho ancora pianto, e Sebastian dice che forse dovrei. No. Se piangessi sarebbe come dirti addio. Sarebbe come ammettere che non ci sei più, e io non sono pronto per questo.
 
 
 
 
 


Papà..”
 


Io non sono il tuo papà. Vai via.
 


Papà..?”
 


Io non sono il tuo papà.
 


Santana deve essere andata via da poco, perché non sembra molto tardi. Non saprei nemmeno dirlo. Puoi stare tranquillo, c’è qualcuno ad occuparsi di lui.
 


Papà-“
 


La voce viene rotta da un singhiozzo. Sento i suoi passi leggeri allontanarsi, e poi una serie di cigolii. Decido di alzarmi.
 




Jeremy è in punta di piedi su una sedia, mentre cerca di abbassare la botola che porta in soffitta. So che Santana ha riposto lì tutta la tua roba, ma non ho controllato. Per me è ancora come se tu abitassi questa casa, e niente delle cose che sono nella nostra stanza deve essere toccato.
 


Lo vedo salire, il volto rosso per lo sforzo, e rimango paralizzato a guardare, la paura che possa farsi male. Alla fine ci riesce, e lo vedo accostare la botola.
 


Non so perché lo faccio, forse non dovrei.
 


Forse non dovrebbe nemmeno importarmene.
 


D'altronde è colpa sua.
 


Salgo in soffitta e rimango in un angolo.
 


Jeremy è inginocchiato davanti alla finestra. Il volto rosso e congestionato dallo sforzo, i piedi scalzi e le manine giunte, mentre osserva il cielo.
 


“… stanotte ho fatto di nuovo lo stesso sogno. Era tutto buio, all’inizio…”
 


-Jeremy la strada è pericolosa, rimani vicino a papà.
-Ma papà va piano, e io non vedo l’ora di arrivare!
-Stai tranquillo piccolo. Sai che facciamo? Dai una mano a me e una a papà, così facciamo muovere quel pigrone.
-Pigrone a chi!
 
 


“… ma poi all’improvviso ho sentito un rumore fortissimo e tutto si è fatto di nuovo scuro..”
 



-Jeremy, piccolo vieni qui!
-Papà, papà, una coccinella.
-Jeremy spostati da lì!
 
 




“…Non riuscivo a respirare bene e mi veniva da tossire…”
 





-Blaine! La macchina!
-Kurt, no!
 
 
 




“…E poi tanto bianco, la voce di una signorina gentile e tante punture..”
 





-Jeremy sta riposando. È riuscito per un pelo a evitare l’urto delle due auto, ma è caduto sbattendo molto forte la testa. Ora è sotto sedativi  e, probabilmente, si risveglierà non ricordando nulla dell’accaduto.
-E il signor Hummel?
-Mi dispiace, signor Anderson.
 
 
 




“Papà.. perché papà non mi parla? Mi ricordo che dicevi sempre che papà era buono come il pane, anche se non capisco perché, io papà non posso mica mangiarlo. Però tu sei andato via, e papà è sempre chiuso nella vostra stanza, e non capisco perché. ”
 





-Da quello che gli inquirenti hanno potuto ricostruire, il giovane si è ritrovato coinvolto in un incidente frontale di due auto, provocato da un cinquantatreenne sotto l’effetto di stupefacenti che è andato a scontrarsi contro un taxi. Kurt Hummel è morto per salvare un bambino di appena cinque anni, che diversamente sarebbe morto sul colpo. La comunità intera si stringe intorno ai suoi affetti.
 




“Papà ho fatto il cattivo? Te lo giuro, sto facendo il bravo come ti ho promesso. Vado a scuola e faccio i compiti senza litigare con le maestre, e poi a casa sto buono buono insieme a Santana, senza disturbarlo mai.. eppure non mi parla..”
 
 




-Mi raccomando, cucciolo, fai il bravo e non far arrabbiare papà.
-Va bene, promesso.
 
 
 




“..tu dicevi sempre che quando eri piccolo e volevi parlare con la tua mamma andavi a guardare le stelle. E che nella stella più bella e più luminosa avresti trovato lei.”
 




-Cerco mia madre ovunque, e la sento costantemente vicina, ma quando ne ho un disperato bisogno, mi basta guardare le stelle, e lei è lì accanto a me.
 




“Perciò- oggi ho litigato di nuovo con Samantha. Mi dice che sono un piagnone, ma non è vero! Io sono forte, vero papi?”
 





-Mi dispiace, signor Anderson.
 
 


-Morto.
 
 


-Blaine!
 
 


-Sei un idiota, ma ti amo da morire.
 
 


-Dobbiamo proprio andarci, al parco?
-Lo abbiamo promesso a Jeremy.
-Sì, ma potremmo occupare il nostro tempo in maniera più.. proficua.
-Se fai il bravo, stanotte Jeremy dorme a casa di Brian.
 
 
 


Morto per salvare un bambino.
 
 
 


Non ce l’ha fatta.
 
 



-La tua gelosia è immotivata! Smettila di fare il bambino e renditi conto che io non potrei lasciarti mai! Per niente al mondo potrei lasciare che mi separino da te. Tu sei mio, mio e di nessun altro.
 
 
 


-Un giorno ti sposerò
 
 
 


Il silenzio è rotto da un lamento disperato. Lacera l’anima, sembra la voce di un morto. La voce di qualcuno che ha perso un’anima, e che non riesce più a rimanere in piedi.
 


Jeremy si gira a guardarmi, gli occhi colmi di lacrime.
 


Azzurro. Di nuovo azzurro. Sempre azzurro.
 


Mi lascerai mai in pace, Kurt?
 


Sarò mai capace di dirti di no?!
 


Jeremy mi si avvicina, ed è in quel momento che mi rendo conto di essere in ginocchio. Il corpo mi duole tutto. Il bimbo continua inesorabilmente a venire verso di me.
 


“Papà..”
 


Mi rendo conto di stare tremando.
 



-Blaine.. lui non c’è più.



 
Non c’è più..
Non c’è più..
Non c’è più..
 



Jeremy mi appoggia una mano sulla guancia, e solo in quel momento mi rendo conto di stare piangendo. Che i singhiozzi che sento sono i miei, che sono io quello che non riesce a respirare, che sembra in apnea e che sembra un morto su due gambe.
 


Ed è così che mi sento, senza Kurt.
 


“Papà, non piangere, per favore.”
 


Jeremy mi abbraccia, e il mondo mi si sgretola addosso.
 


Kurt.
 


Kurt ti prego torna.
 


Tu non sei morto, non mi lasciare, ti prego, ti prego, ti prego.
 


Io non sono niente, senza di te.
 



Come faccio a crescere questa creatura meravigliosa senza di te?
 


Come faccio?
 


Ed è in quel momento che il bagliore della luna illumina la stanza. E io capisco.
 


“Mi dispiace, Jeremy. Mi dispiace così tanto. Non avrei mai dovuto comportarmi così.”
 


“Papà mi manca tanto, ma guardalo, è lì e brilla. Lo puoi vedere tutte le sere e parlarci. Io lo faccio sempre e mi sento meglio. Sento la voce di papà che mi risponde e mi dice di fare il bravo bambino e di essere paziente con te.”
 



-Sei un gran testone, Blaine Anderson.
-Per questo mi servi tu.
-Dio, a volte non capisco se sia Jeremy il bambino di questa famiglia oppure tu.
-Ti amo.
-Ti amo di più.
 
 



Jeremy mi prende per mano e mi accompagna alla finestra.
 


“Esprimi un desiderio, papà.”
 




-Vorrei essere più forte.
-Prendi la mia forza.
-Tu sei la mia forza.
-E tu la mia.
 
 


-Vorrei essere capace di dare di più. A te, a Jeremy, a me stesso. La mia vita finora è stata un totale fallimento, e mi sento come se non mi rimanesse più nulla da fare.
-Blaine, tu ci dai tantissimo di te stesso ogni giorno. Tuo figlio ti adora, e io ti amo da morire.
 
 



-Amore..?
Amore, stai piangendo?
-Jeremy è caduto dalle scale e, se non fossi arrivato tu, io sarei rimasto lì paralizzato a guardarlo.
-Tesoro, ti sei solo fatto prendere dal panico, è normale.
-No, non lo è, dannazione!
-Amore, vieni qui. Tu sei perfetto, perfetto. Non c’è nessuno al mondo a cui affiderei la vita di Jeremy, se non a te. Mi fido di te più che di me stesso, e so che saprai essere un padre splendido. Devi solo lasciare andare un po’ di tutta la paura che hai di non essere all’altezza.
 
 


E lì la vedo.
 


La stella più brillante, la più luminosa di tutte.
 


L’azzurro dei suoi occhi mi ha chiesto di continuare a vivere e di proteggere mio figlio.
 


E lì, davanti al blu infinito della notte, io finalmente prometto di farlo.
 


E sono quasi sicuro di vedere uno scintillio tutto per me. Come se Kurt mi stesse finalmente dando il bentornato alla vita.
 


Come se ancora una volta mi stesse dicendo che ha fiducia in me.
 


Come se fosse fiero di me. Di noi.
 


Come se ci stesse dicendo che ci ama.
 
   
 
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