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Autore: toniag    09/08/2014    1 recensioni
Era un giorno di pioggia.
Mickey adorava i giorni di pioggia. Si sentiva a suo agio tra le gocce che cadevano a tratti su di lui.
Sì, la pioggia gli metteva tranquillità.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era un giorno di pioggia.

Mickey adorava i giorni di pioggia. Si sentiva a suo agio tra le gocce che cadevano a tratti su di lui.
Sì, la pioggia gli metteva tranquillità.

Stava tornando a casa dopo il suo turno al Rub'n'Tug e ad aspettarlo c'era Ian.
Ian era in piedi, tra le sue braccia Yevgeny, e mormorava quella che sembrava essere una ninna nanna mentre lo cullava dolcemente.
Mickey abbozzò un mezzo sorriso e si buttò sul divano, guardando Ian baciare la piccola tempia di Yevgeny prima di metterlo nella carrozzina.
Poi si sedette accanto a lui, sfiorandogli il ginocchio col suo. 
Lo sentì sospirare, mentre coi denti andava a mordersi freneticamente il labbro inferiore.

Era nervoso, Ian lo sapeva. 
Non che Mickey fosse una persona tranquilla.
Ma era un giorno di pioggia, e Ian sapeva anche quanto questo bastava a renderlo più sereno.

'Che succede?' chiese Ian guardandolo negli occhi, preoccupato.
Mickey distolse immediatamente lo sguardo, scuotendo un po' la testa.
Esprimersi a parole non era mai stato il suo forte, ma era Ian. 
Si fidava di Ian.

'È solo che..' disse quasi come un sussurro. 'Cazzo.'
Fece un altro respiro, mentre Ian lo incitava ad andare avanti.
'Non so come fai. È che.. Io riesco a malapena a guardarlo.' Con la mano fece un gesto veloce, indicando la carrozzina in cui dormiva Yevgeny.

Per alcuni istanti, ci fu solo silenzio. Non c'era bisogno di altre parole. Si sentiva solo il rumore della pioggia che batteva a tratti regolari sui vetri. 
Entrambi stavano rivivendo nella loro testa quella mattina di un anno prima.

Ian. Mickey. Terry. Colpi.
Pistola. Ancora colpi. 
Colpi sul corpo. Colpi sul viso.
Colpi.
Telefono. Svetlana. 
Stupro. Pistola.
Lacrime negli occhi di Ian. 
Lacrime negli occhi di Mickey.

Non era facile.
Fu Ian a rompere il silenzio. 
Con un braccio cinse le spalle di Mickey, baciandolo appena sul viso rigato dalle lacrime.
'Hey, hey. Va tutto bene'.
Gli prese il viso tra le mani, raccogliendo una lacrima col pollice. 
'Sai, è stato difficile anche per me all'inizio. 
Ma guardalo. È solo un bambino. Il tuo bambino. È tuo figlio, Mick. Non è colpa sua. Lo sai questo.'
Le dita di Mickey si intrecciarono a quelle di Ian, allontanando le sue mani dal viso. 
'Lo so che non ha colpe. Lo so, cazzo. Ma, non ci riesco.' 
Continuava a mordersi il labbro.

'Vieni qui', disse Ian alzandosi dal divano e continuando a tenergli le mani' tirandolo a sè.'
Si posizionarono davanti alla carrozzina, e Ian allungò una mano verso Yevgeny.
'Lo so che significa, so come ti senti in questo momento.' 

Mickey guardava a tratti il bambino, il modo in cui il suo pancino si muoveva a tratti regolari, la sua espressione pacifica sul volto. 
'Sai perchè io riesco a guardarlo? Lo sai? È esattamente come te. Mi ricorda te.'
Mickey fece un mezzo sorriso. 'È biondo.'
Ian, sorrise piano. 'Sì, sarà anche biondo, ma ti assomiglia più di quanto tu riesca a immaginare.'
L'espressione poco convinta di Mickey lo fece parlare di nuovo. 
'Guardalo. Guarda i suoi occhi, sono azzurri come i tuoi. Lo sai, vero? Guarda la sua bocca, e il suo naso. È identico a te, Mick.'

Mickey si fece un po' più coraggio, e allungò una mano sul volto del bambino, accarezzandogli lievemente il viso. Un piccolo sorriso gli illuminò il volto.
Ian si sentì più rilassato, e di tanto in tanto gli diceva cose come 'Stai andando bene.' o 'Vedi, non è difficile.' tenendosi appena a distanza.
Erano i primi momenti di Mickey con suo figlio, e non voleva interferire.
Poco dopo, la bocca di Yevgeny si aprì appena e, dopo un piccolo sbadiglio, si svegliò. Le sue braccia erano tese in avanti, in cerca di qualcuno che lo prendesse in braccio.
Ian lo prese. Mickey non era pronto a prenderlo, lo vedeva da come lo guardava. 
Ma andava bene, perchè adesso lo sguardo non era più di disprezzo, quanto di preoccupazione.
Mickey si avvicinò un po' di più verso di loro, guardando Yevgeny che gli stava sorridendo. 
'Ah, dimenticavo. Guardagli le sopracciglia. Guardalo. Guarda come le muove. È decisamente un piccolo te.'


Era un giorno di pioggia, e Mickey finalmente sorrideva.
Erano piccoli passi che faceva, grazie a Ian, verso suo figlio.

Era un nuovo inizio.
  
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