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Autore: REAwhereverIgo    09/08/2014    0 recensioni
La battaglia per difendere la luce e ritrovare il vero Kingdom Hearts è ormai vicina. Non si può più sfuggire al destino, questo i possessori del keyblade lo sanno bene. Ma cosa succederà a Ventus, Xion e Roxas? È davvero inevitabile una nuova guerra?
Una nuova alleata sarà chiamata a lottare per il predominio della luce. Ma è davvero questo ciò che vuole?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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La preoccupazione di Adam

Kairi era rimasta nella sala da pranzo con Belle a parlare.

La donna era molto preoccupata e si portò una mano al viso.

“Adam sicuramente non sarà d’accordo con questa cosa, anche se io sono solo felice di potervi essere d’aiuto. Qui le cose ormai vanno bene, gli Heartless non si vedono più da dopo che Sora, Paperino e Pippo ci hanno aiutati l’ultima volta e l’incantesimo della strega è stato spezzato. Io non servo, però…”

“Però non sai se Adam sarà felice del tuo compito, vero?” le chiese la ragazza. Lei annuì.

“Purtroppo è sempre molto apprensivo e benché ormai lui sappia che non corriamo più alcun pericolo continua costantemente a controllare ogni angolo del castello per assicurarsi che gli Heartless non tornino. Anche quando lo rassicuro non mi ascolta. Non so più cosa fare, questa per lui è diventata un’ossessione” spiegò tristemente.

Kairi mise una mano sulla sua sorridendole dolcemente.

“Sono sicura che andrò tutto bene. Sora è andato a parlarci, risolverà tutto lui” le disse.

Come evocato da quelle parole il castano apparve alla porta della sala da pranzo, con la testa bassa e sospirando.

“Mi dispiace, ma non ha voluto ascoltarmi” commentò tristemente.

Belle chiuse gli occhi, preoccupata.

“Sta tornando ad avere lo stesso carattere aggressivo di prima e questo mi spaventa. Non riesce a combattere da solo la sua oscurità, lo sappiamo bene tutti e tre, e io non posso lasciarlo ora. Mi spiace, davvero” decise, alzandosi e uscendo dalla stanza e lasciandoli soli.

Sora si abbandonò su una sedia e poi appoggiò la testa tra le braccia che aveva incrociato sul tavolo, depresso.

“Non sono nemmeno in grado di convincere Adam che Belle con noi è al sicuro. Sono una frana” commentò.

Kairi gli si avvicinò.

“Non buttarti giù, Sora. Non hai mai fatto così, tu di solito combatti fin quando le persone non cedono! Che ti succede?” gli chiese. Il ragazzo la guardò.

“Non lo so” ammise.

Era da un po’ che si era accorto di essere cambiato: dopo che Riku aveva avuto la nomina come mastro Keyblade lui si era sentito tremendamente triste. Non voleva dare a vedere la tristezza che provava nel capire che, nonostante il suo impegno, Riku era il meglio anche in quello, ma non poteva però cancellarla. Lui la provava e questo era un dato di fatto che non si poteva discutere. Si sentiva semplicemente un inetto.

“Ascoltami, come ho detto prima a Belle, andrà tutto bene! La minaccia Heartless, almeno in questo mondo, è stata sconfitta, quindi non dobbiamo preoccuparci di questo, sono sicura che…”

Ci fu un rimbombo che fece tremare le stoviglie sul tavolo e poi una specie di ringhio.

“Oh no” esclamò il castano, alzandosi di scatto e correndo fuori da lì. Kairi lo seguì.

 

Nell’ingresso c’era Tockins con in braccio il piccolo Chicco tremante, accerchiati dagli Heartless.

“Maledizione!” sussurrò Sora, evocando il Keyblade.

Si lanciò verso i nemici, ma una volta davanti a loro il suo cuore fu assalito dai dubbi.

“Potresti non esserne all’altezza, no? In fin dei conti hanno scelto un altro mastro Keyblade, non tu. Magari non sei nemmeno un vero eroe, sei solo una specie di pedina, ci hai mai pensato?” sussurrò una voce nella sua testa.

Cadde in ginocchio con le lacrime agli occhi e un peso sul petto.

“Sora no!” esclamò Kairi, saltando davanti a lui e brandendo la sua spada.

Iniziò a fendere l’aria, colpendo gli Heartless e facendoli sparire in piccole nuvole di fumo nere e proteggendo anche Tockins e Chicco.

Da quando aveva il Keyblade si sentiva più forte e sicura di sé, era come se tramite quello potesse finalmente dimostrare ai suoi amici di essere alla loro altezza, di non dover essere tenuta da una parte per paura di farle del male.

Sentì un boato dietro di sé e si voltò spaventata.

Adam, munito di una spada argentata, era arrivato di corsa, infuriato.

“ANDATEVENE DAL MIO CASTELLO!” gridò in direzione dei nemici, uccidendoli.

Aveva uno sguardo spaventoso, era come se nei suoi occhi ci fosse ancora quella Bestia che era stato un tempo.

Si girò verso Sora, ancora inginocchiato a terra, ed emise un respiro strozzato.

“Ti avevo detto di lasciare questo posto, mi pare. Ogni volta porti solo guai! Sono tornati gli Heartless non appena avete messo piede nella mia tenuta e inizio a pensare che siate voi a farli materializzare qua! Andatevene. Ora!” intimò.

Kairi si mise davanti all’amico, infuriata.

“Non trattarlo così!” esclamò. L’uomo la fulminò.

“Quando arriva al mio castello puntualmente saltano di nuovo fuori quegli stupidi Heartless! Non voglio sentire ragioni, dovete andare via di qui prima che mi arrabbi sul serio!”

“Ma noi abbiamo bisogno di Belle!” urlò la ragazza, sostenendo il suo sguardo.

“BELLE NON VERRA’ CON VOI! NON E’ AL SICURO AL DI FUORI DI QUESTE MURA!” le gridò Adam addosso.

“E a te chi lo dice?” gli domandò lei, arretrando un po’ per coprire ancor di più Sora.

L’uomo non riuscì a trovare una giusta risposta e si zittì, ancora col fiatone.

“Chi ti dice che noi non la proteggeremo? Che non ci metteremo in mezzo per salvarle la vita in caso di bisogno? L’abbiamo già fatto, c’eri anche tu alla Fortezza Oscura, ti ricordi? Belle non corre nessun rischio con noi, siamo tutti insieme!” cercò di rassicurarlo. Mise davanti a sé il Keyblade e glielo fece vedere.

“E poi noi Principesse siamo in grado di proteggerci da sole, lo sai benissimo. Belle te lo ha già dimostrato, dico bene? Lei è forte, non serve che tu le stia addosso. Io sono una Principessa e, per quanto i miei amici abbiano cercato di starmi vicino, solo io posso decidere cosa fare” gli disse. Abbassò il Keyblade.

“Ti prego, non farti sottomettere dall’oscurità anche questa volta. Combattila, Adam” gli chiese.

L’uomo arretrò di un paio di passi, poi si voltò.

“Andatevene” sussurrò semplicemente, per poi salire le scale e sparire nell’ala ovest.

Kairi sospirò tremante: che paura! Poi si ricordò di Sora e si voltò verso di lui, preoccupata. Gli si inginocchiò accanto.

“Sora, tutto bene?” chiese. Il ragazza annuì, ancora con le mani a terra.

“Scusami, non… non ho potuto usare il Keyblade” commentò tristemente, tirandosi su.

Si sentiva pesante e affaticato, come se un macigno stesse sulle sue spalle.

“Ma cos’è successo? Ti hanno per caso colpito?”

Lui scosse la testa e poi cercò di sorriderle per tranquillizzarla.

“No, figurati! Nessun Heartless può colpirmi, mi è solo girata la testa!” minimizzò. Kairi gli accarezzò un braccio.

“Sora, se ci fosse un problema… tu me lo diresti, vero?” gli chiese seria. Il ragazzo annuì.

“Certo. Fidati di me” assicurò. Lei strinse le labbra e poi sorrise.

“Va bene, l’importante è che ora tu ti senta meglio” commentò.

 

“Ascoltami, ti prego!”

“Belle, non c’è modo di farmi cambiare idea! Non va bene che tu ti esponga tutte le volte per salvare l’universo! È pericoloso!”

“Ma è la cosa giusta da fare, Adam, e tu lo sai! Hanno bisogno di me! Io non ho chiesto di essere una delle Principesse e anche io vorrei vivere una vita tranquilla qui al castello, ma non posso assolutamente rifiutare ciò che sono!”

“Belle, ma non capisci? Se ti perdessi un’altra volta io…”

L’uomo aveva preso Belle per le spalle e l’aveva guardata dritta negli occhi, disperato.

Abbassò la testa mestamente.

“Io non sono così forte” disse semplicemente.

Lei gli mise una mano sulla guancia, accarezzandolo.

“Lascia che io ti aiuti a sconfiggere queste tue paure, Adam. Lasciami dimostrare che anche io so proteggermi da sola. Fidati di me, per una volta” gli chiese dolcemente.

Lui le prese le mani.

“Scusami, ma non posso, non posso proprio” rispose.

Senza che Belle se ne rendesse conto le aveva stretto attorno ai polsi un paio di manette. Le guardò stupita.

“Ma che stai facendo?” chiese impaurita.

“Perdonami, Belle”

 

  
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