La
preoccupazione di Adam
Kairi era
rimasta nella sala da pranzo con Belle a parlare.
La
donna era molto preoccupata e si portò una mano al viso.
“Adam
sicuramente non sarà d’accordo con questa cosa, anche se io sono solo felice di
potervi essere d’aiuto. Qui le cose ormai vanno bene, gli Heartless
non si vedono più da dopo che Sora, Paperino e Pippo ci hanno aiutati l’ultima
volta e l’incantesimo della strega è stato spezzato. Io non servo, però…”
“Però
non sai se Adam sarà felice del tuo compito, vero?” le chiese la ragazza. Lei
annuì.
“Purtroppo
è sempre molto apprensivo e benché ormai lui sappia che non corriamo più alcun
pericolo continua costantemente a controllare ogni angolo del castello per
assicurarsi che gli Heartless non tornino. Anche
quando lo rassicuro non mi ascolta. Non so più cosa fare, questa per lui è
diventata un’ossessione” spiegò tristemente.
Kairi
mise una mano sulla sua sorridendole dolcemente.
“Sono
sicura che andrò tutto bene. Sora è andato a parlarci, risolverà tutto lui” le
disse.
Come
evocato da quelle parole il castano apparve alla porta della sala da pranzo,
con la testa bassa e sospirando.
“Mi
dispiace, ma non ha voluto ascoltarmi” commentò tristemente.
Belle
chiuse gli occhi, preoccupata.
“Sta
tornando ad avere lo stesso carattere aggressivo di prima e questo mi spaventa.
Non riesce a combattere da solo la sua oscurità, lo sappiamo bene tutti e tre,
e io non posso lasciarlo ora. Mi spiace, davvero” decise, alzandosi e uscendo
dalla stanza e lasciandoli soli.
Sora
si abbandonò su una sedia e poi appoggiò la testa tra le braccia che aveva
incrociato sul tavolo, depresso.
“Non
sono nemmeno in grado di convincere Adam che Belle con noi è al sicuro. Sono
una frana” commentò.
Kairi gli
si avvicinò.
“Non
buttarti giù, Sora. Non hai mai fatto così, tu di solito combatti fin quando le
persone non cedono! Che ti succede?” gli chiese. Il ragazzo la guardò.
“Non
lo so” ammise.
Era
da un po’ che si era accorto di essere cambiato: dopo che Riku
aveva avuto la nomina come mastro Keyblade lui si era
sentito tremendamente triste. Non voleva dare a vedere la tristezza che provava
nel capire che, nonostante il suo impegno, Riku era
il meglio anche in quello, ma non poteva però cancellarla. Lui la provava e questo
era un dato di fatto che non si poteva discutere. Si sentiva semplicemente un
inetto.
“Ascoltami,
come ho detto prima a Belle, andrà tutto bene! La minaccia Heartless,
almeno in questo mondo, è stata sconfitta, quindi non dobbiamo preoccuparci di
questo, sono sicura che…”
Ci
fu un rimbombo che fece tremare le stoviglie sul tavolo e poi una specie di
ringhio.
“Oh
no” esclamò il castano, alzandosi di scatto e correndo fuori da lì. Kairi lo seguì.
Nell’ingresso
c’era Tockins con in braccio il piccolo Chicco
tremante, accerchiati dagli Heartless.
“Maledizione!”
sussurrò Sora, evocando il Keyblade.
Si
lanciò verso i nemici, ma una volta davanti a loro il suo cuore fu assalito dai
dubbi.
“Potresti
non esserne all’altezza, no? In fin dei conti hanno scelto un altro mastro Keyblade, non tu. Magari non sei nemmeno un vero eroe, sei
solo una specie di pedina, ci hai mai pensato?” sussurrò una voce nella sua
testa.
Cadde
in ginocchio con le lacrime agli occhi e un peso sul petto.
“Sora
no!” esclamò Kairi, saltando davanti a lui e
brandendo la sua spada.
Iniziò
a fendere l’aria, colpendo gli Heartless e facendoli
sparire in piccole nuvole di fumo nere e proteggendo anche Tockins
e Chicco.
Da
quando aveva il Keyblade si sentiva più forte e
sicura di sé, era come se tramite quello potesse finalmente dimostrare ai suoi
amici di essere alla loro altezza, di non dover essere tenuta da una parte per
paura di farle del male.
Sentì
un boato dietro di sé e si voltò spaventata.
Adam,
munito di una spada argentata, era arrivato di corsa, infuriato.
“ANDATEVENE
DAL MIO CASTELLO!” gridò in direzione dei nemici, uccidendoli.
Aveva
uno sguardo spaventoso, era come se nei suoi occhi ci fosse ancora quella
Bestia che era stato un tempo.
Si
girò verso Sora, ancora inginocchiato a terra, ed emise un respiro strozzato.
“Ti
avevo detto di lasciare questo posto, mi pare. Ogni volta porti solo guai! Sono
tornati gli Heartless non appena avete messo piede
nella mia tenuta e inizio a pensare che siate voi a farli materializzare qua!
Andatevene. Ora!” intimò.
Kairi si
mise davanti all’amico, infuriata.
“Non
trattarlo così!” esclamò. L’uomo la fulminò.
“Quando
arriva al mio castello puntualmente saltano di nuovo fuori quegli stupidi Heartless! Non voglio sentire ragioni, dovete andare via di
qui prima che mi arrabbi sul serio!”
“Ma
noi abbiamo bisogno di Belle!” urlò la ragazza, sostenendo il suo sguardo.
“BELLE
NON VERRA’ CON VOI! NON E’ AL SICURO AL DI FUORI DI QUESTE MURA!” le gridò Adam
addosso.
“E a
te chi lo dice?” gli domandò lei, arretrando un po’ per coprire ancor di più
Sora.
L’uomo
non riuscì a trovare una giusta risposta e si zittì, ancora col fiatone.
“Chi
ti dice che noi non la proteggeremo? Che non ci metteremo in mezzo per salvarle
la vita in caso di bisogno? L’abbiamo già fatto, c’eri anche tu alla Fortezza
Oscura, ti ricordi? Belle non corre nessun rischio con noi, siamo tutti
insieme!” cercò di rassicurarlo. Mise davanti a sé il Keyblade
e glielo fece vedere.
“E
poi noi Principesse siamo in grado di proteggerci da sole, lo sai benissimo.
Belle te lo ha già dimostrato, dico bene? Lei è forte, non serve che tu le stia
addosso. Io sono una Principessa e, per quanto i miei amici abbiano cercato di
starmi vicino, solo io posso decidere cosa fare” gli disse. Abbassò il Keyblade.
“Ti
prego, non farti sottomettere dall’oscurità anche questa volta. Combattila,
Adam” gli chiese.
L’uomo
arretrò di un paio di passi, poi si voltò.
“Andatevene”
sussurrò semplicemente, per poi salire le scale e sparire nell’ala ovest.
Kairi
sospirò tremante: che paura! Poi si ricordò di Sora e si voltò verso di lui,
preoccupata. Gli si inginocchiò accanto.
“Sora,
tutto bene?” chiese. Il ragazza annuì, ancora con le mani a terra.
“Scusami,
non… non ho potuto usare il Keyblade” commentò
tristemente, tirandosi su.
Si
sentiva pesante e affaticato, come se un macigno stesse sulle sue spalle.
“Ma
cos’è successo? Ti hanno per caso colpito?”
Lui
scosse la testa e poi cercò di sorriderle per tranquillizzarla.
“No,
figurati! Nessun Heartless può colpirmi, mi è solo
girata la testa!” minimizzò. Kairi gli accarezzò un
braccio.
“Sora,
se ci fosse un problema… tu me lo diresti, vero?” gli chiese seria. Il ragazzo
annuì.
“Certo.
Fidati di me” assicurò. Lei strinse le labbra e poi sorrise.
“Va
bene, l’importante è che ora tu ti senta meglio” commentò.
“Ascoltami,
ti prego!”
“Belle,
non c’è modo di farmi cambiare idea! Non va bene che tu ti esponga tutte le
volte per salvare l’universo! È pericoloso!”
“Ma
è la cosa giusta da fare, Adam, e tu lo sai! Hanno bisogno di me! Io non ho
chiesto di essere una delle Principesse e anche io vorrei vivere una vita
tranquilla qui al castello, ma non posso assolutamente rifiutare ciò che sono!”
“Belle,
ma non capisci? Se ti perdessi un’altra volta io…”
L’uomo
aveva preso Belle per le spalle e l’aveva guardata dritta negli occhi,
disperato.
Abbassò
la testa mestamente.
“Io
non sono così forte” disse semplicemente.
Lei
gli mise una mano sulla guancia, accarezzandolo.
“Lascia
che io ti aiuti a sconfiggere queste tue paure, Adam. Lasciami dimostrare che
anche io so proteggermi da sola. Fidati di me, per una volta” gli chiese
dolcemente.
Lui
le prese le mani.
“Scusami,
ma non posso, non posso proprio” rispose.
Senza
che Belle se ne rendesse conto le aveva stretto attorno ai polsi un paio di
manette. Le guardò stupita.
“Ma
che stai facendo?” chiese impaurita.
“Perdonami,
Belle”