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Autore: Dante98    09/08/2014    0 recensioni
Libro semi-serio sulla mia prima "relazione" ,tanto per cambiare sfortunata,con una ragazza.Omaggio a Remarque.
Genere: Malinconico, Romantico, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Niente di nuovo sul fronte Manoela. Basato su fatti realmente accaduti alla mia persona dal Luglio 2013 all ’Agosto 2014.I nomi sono stati cambiati per questioni di privacy.I diritti,su questo manoscritto e sulle sue eventuali entrate,sono tenuti della persona di Riccardo Sorrentino Questo libro non vuol essere né un atto d'accusa né una confessione. Esso non è che il tentativo di raffigurare un ragazzo il quale – anche se sfuggì alla friendzone– venne distrutto dall’amore. I Sono a riposo, 2078.4 chilometri dietro il fronte.E per fronte intendo l’unica persona con cui vorrei passare del tempo.La mia vita è sempre stata così.I Compagni della mia “città”,9.000 anime, abitano “lontano” da casa mia(quei caini non mi vengono mai a chiamare),i bar sono lontani da casa mia,la scuola è lontana da casa mia,il teatro è lontano da casa mia,la libreria è lontana da casa mia,insomma è sempre tutto lontano.Tranne la scuola media,anche se ci mettevo lo stesso tempo che ci metto ora,al tempo a causa delle scrorribande con gli amici ora a causa del pulman 9.Manoela,se andava tutto bene, la vedevo una volta a settimana,due nel migliore dei casi.Invece il suo attuale moroso abita nella stessa città,frequenta la stessa scuola,stanno nella stessa classe e,molto probabilmente, stanno nello stesso banco!Ma non ho scritto questo libro per lamentarmi(tecnicamente l ’ho fatto anche per questo)ma per raccontarvi una storia,la mia storia.La Storia di Carmelo Emanuele Riccardo Ferrentino Sorrentino I,il mio nome completo,detto “Il Muro” “The Wall” “Dante” “Cocca” “Naso” ,per ragioni di comodità verrò chiamato Dante nel racconto.Non so di preciso dire quando tutto sia iniziato,se quando DoppiaM,compagno di teatro,per organizzare un ’uscita a mare ci ha fatto scambiare i numeri,e così io e Manoela ce li siamo scambiati;oppure in una notte di uno dei week-end più stranianti della mia vita.Partirò dalla seconda ipotesi.Giorno imprecisato di Luglio del ’anno scorso,i Memorial di Alfredino e Guido appena finiti,nel primo avendo raccolto un solo glorioso punto,record eguagliato anche quest’anno nel secondo invece ben quattro.Venni svegliato da Mio Fratello,che chiameremo Cannoniere,che mi invitò ad andare a Salerno con lui.Peccato che si dimenticò di dirmi che dovevo prepararmi a trascorrere un week-end fuori in una casa a Pastena.Ergo il mio vestiario fu anche il mio pigiama,tattica che riproposi in gita “per svegliarmi già vestito”,e il mio costume fu anche mia mutanda,e le mie riserve finanziere di soli venti euro.Quando entrai in macchina trovai gli altri due compagni di viaggio:CapARap e il Pelle.Col primo avevo un certo legame,eravamo saliti assieme su un furgone-camioncino-carro allegorico durante la festa dopo la partita Italia-Germania e quindi c’era una sorta di legame,se pur fatto di lamiere arrugginite e tifosi unti e bisunti madidi di sudore.Il secondo,beh ci vorrebbe un libro separato per descriverlo,e a dirla tutta non voglio scrivere il mio primo libro sul Pelle.Così ci mettemmo in viaggio,cullati dalla collezione di musica casuale di mio padre,si passava dai Daft Punk a Gigi D ’Alessio passando per I Camaleonti e Eminem per arrivare a Ludovico Van. Arrivammo in quel di Pastena verso le ore 12:00 e subito ci buttammo a mare.Non prima però di aver sentito mille raccomandazioni e istruzioni su come tagliare i tramezzini oppure sul non dover dar da mangiare ai pesci,o quella più stupida”Non affacciatevi dalla finestre se no cadete e da quest’altezza può essere fatale!”.Eravamo al piano terra.La giornata al mare trascorse fra “Brasile”,un tipo di sette si schiaccia giocato alla Brasiliana,cioè con panza al vento e con gesti tecnici mai visti sui verdi campi,e facendo discussione sul Rap,in cui io non facevo altro che annuire in silenzio facendo commenti del tipo “Si,è bravicchio”oppure”Beh però si è venduto”.In tutto questo si fecero le quattro del pomeriggio e non avevamo ancora mangiato,ergo decidemmo di salire.L”ultimo a farsi la doccia fu CapARap e si lamentava costantemente di non trovare un adattatore per la presa per il phon,ripensandoci non poteva usare i nostri?!?!?!?!?Ma va beh,dicevo,per spirito di fratellanza o per qualche auto-lesionismo che ci faceva fare tutto più tardi quel giorno.Ci mettemmo staccare tutte le prese della casa.Io ne staccai soltanto una,collegata ad una sorta di scatolino inutile.Che Allah mi perdoni per quel gesto.Alla fine CapARap decise di asciugarsi i capelli con un nostro phon.Andava tutto liscio,malgrado il letamaio che avevamo prodotto in casa anche se non avevamo aperto il frigo,nessuno di noi immaginava la catastrofe.Pelle andò in bagno,mentre CapARap aveva già iniziato a tagliare i panini.Pelle tornò pronunciando un aforismo,uno dei suoi tanti aforismi,che rimase nella storia:”Wagliù”,pausa lunghissima e piena di suspense,”eggià fatt nu strunz.”Riso generale.Subito ci precipitammo a vedere il prodotto del genio.Non ridevamo più.Nell ’acqua nera che quasi usciva da fuori,galleggiava un siluro nero come la pece.CapARap,si coprì il volto e uscì con un urlo d ’indignazione,Cannoniere cacciò un bestemmione altissimo mentre a me si infiammò la faccia e rimasi pietrificato sia per terrore,per l’imminente fuoriuscita di liquidi,sia per un misto di stupore e ammirazione,fare un pezzo così non è roba da tutti!Solo il Pelle rideva,pure io avrei riso al posto suo.Il guaio l lo aveva fatto lui,ma gli stronzi che dovevano ripulire tutto eravamo noi.Si crearono due partiti d’azione.Uno che era per costituirci alla “legge” guidato dal ’impavido CapARap e l”altro guidato da me e Cannoniere,che era per l’inssabiamento e la pulizia.Il Pelle non era schierato,anzi mentre si discuteva lui era andato calmo calmo a mangiare i “paninetti di cioccolato”,una delle tante marche di quarta categoria che ci accompagnarono in quel week end.Si decise di rompere il siluro in due e di andarlo a gettare fuori,mentre intanto io e Davide preparavamo i panini,si erano fatte le sei di pomeriggio e dovevamo fare ancora colazione e pranzo.Pelle e Cannoniere andarono a comprare gli sturalavandini,ne comprarano due uno piccolo e inutile e uno lungo e poderoso,furono ovvi scherzi sulla forma fallica dei due.Io pulivo a terra e spazzavo,malgrado fossi il più piccolo quei cari compagni mi davano più responsabilità;CapARap preparava i panini,in rigoroso silenzio,non si doveva disturbarlo diceva;ebbi il coraggio di mangiare uno solo di quei panini malgrado la fame lacerante,menomale.Pelle e Cannoniere tornarono e tirammo a sorte per chi toccasse la rottura e il trasporto del ’artefatto, uscì Cannoniere.In tutto fece tre viaggi e alla fine del terzo svenne per la troppa puzza sul divano.Ora toccava rimuovere l’acqua,iniziò CapARap col lo sturalavandini lungo e poi finì il Pelle,che per non so quale diavolo di ragione utilizzò quello piccolo con una foga tale da schizzare tutta la parete.Che figlio di….Toccò a me pulire e lì mi accorsi di una cosa.La misteriosa presa che avevo staccato era quella dello sciacquone .Menomale che mi mossi subito e feci cadere la colpa su CapARap,non vedo l”ora che leggerà questa parte.Rimessa a posto tutto andò bene.Pranzammo alle nove,scendemmo alle undici.Con noi scesero anche “Il Fortunato”,l ’unico uomo che ha avuto due incidenti gravi mai per colpa sua e che rischia costantemente l ’infortunio a causa dalle sue gambe da stambeccho,e “La chiave”,si quel doppiosenso,giocatore di Yu-gi-comme diavolo si scrive oh che ha avuto amplessi ovunque,una volta anche su un tetto.Cenammo a mezza notte e mezza.Finirono a tutti i soldi,e mi rimasero solo quattro euro,con cui dovevamo pagarci da soli il ritorno.Ci incamminammo verso Salerno e all ’una e mezza arrivammo a Salerno,peccato che ci dovemmo mettere subito in cammino,non prima che il Pelle formulasse uno degli enigmi più strani del genere umano:”è meglio na pecora nera,o na nera a pecora?”Arrivammo a Pastena di nuovo alle tre e decidemmo di fare un falò in spiaggia.CapARap era addetto al fuoco,chiedeva insistentemente legno secco e non umido con aria da dotto,inutile dire che fu tutto inutile e ci accontentammo di accendere qualche giornale.Ritornarono i discorsi della mattina.E verso le cinque rincassammo.Io e Pelle ci mettemmo a giocare a pallone mentre CapARap sentiva musica e Cannoniere cercava di dormire.Malgrado fossimo tutti brilli,stanchi morti,schifati e puzzolenti,non avrei mai potuto immaginare un week-end migliore quando mi svegliai quella mattina.Alle sei feci uno spuntino mentre gli altri andavano ai letti.Un paninetto al cioccolato con dentro “LA GRAN MANZO”la carne peggiore che abbia mai mangiato.Presi anche la bottiglia di vinello canterino con l ’intenzione di finirla e mi misi sul divano a poltrire.CapARap e Cannoniere dormivano abbracciati nel letto matrimoniale mentre io e Pelle nella stessa stanza ma in letti separati.Pelle si accorse della mia assenza, e mi raggiunse sul divano.Io tornai in camera da letto e lui mi raggiunse di nuovo.Allora tornai sul divano e lui mi seguì di nuovo,tutto questo per circa sette volte,finchè non lo chiusi dentro la camera da letto.Sentirlo sbattere contro la porta fu una goduria.Mentre sorseggiavo il vino,ricordate questo particolare amici miei,mandai un messaggio a caso.Erano le sette e tranta.Lo inviai a Manoela,mia compagna di teatro che a dirla tutta,come tutte le persone importanti della mia vita,quando l ’ho conosciuta all’inizio mi stava abbastanza antipatica.Comunque inviai questo messaggio e lei stranamente rispose.Il testo non me lo ricordo né la sua prima risposta poi le chiesi:”Come mai già sveglia?”.Lei rispose:”All ’accademia navale ci svegliamo a quest’ora,sono a Livorno,tu invece?.”.”Mai andato a dormire,è stata una giornata abbastanza strana.Ti dico che ho pranzato alle nove,cenato a mezza notte e mezza e fatto uno spuntino misto di dolce e salato alle sei.””Addirittura XD.Racconta.”E iniziai a raccontare,ci salutammo alle nove.Non potevo mai immaginare cosa sarebbe successo a causa di quei pochi messaggi,ma se tornassi indietro non cambierei nulla.Se oggi sono quel che sono,è anche merito di quest’esperienza,e senza quei messaggi questo libro non esisterebbe.Il sole filtrava dalle finestre,era il momento d ’entrare anche in quel giorno.Presi una pentola e un cucchiaio e suonai con tutta la forza urlando :”Il giorno è sorto!Il giorno è sorto!”Gli insulti che mi tirarono addosso erano come canti di galli per me. II Numeri,non so che verità sanno dare i numeri.Nel preciso istante delle 09:34 del 02/08/2014 l”Operazione Margine di Protezione ha prodotto 1.481 palestinesi a 61 israeliani.In un rapporto di circa 1 israeliano ucciso ogni 24 palestinesi.Non penso che Hamas sarebbe contrario a invertirlo.I numeri non possono dirti tutto l’orrore,la brutalità e la sofferenza,come anche invece le cose belle di un dato periodo.Proprio oggi,alle ore 06:37 mi si è rotto il bracciale che mi aveva regalato Manoela.Mi ero addormentato da poco,colpa della sempre onnipresente insonnia estiva,ed ad un tratto mi sveglio all’improvviso.Gli mancavano pochi giorni per fare un anno,ma i numeri anche in questo caso non danno giustizia.Prima mi sarei arrabbiato e mi sarei subito messo in moto per ripararlo.Ora invece no,reagisco con un insofferenza e lo guardo melanconico. Il silenzio fa sì che le immagini del passato non suscitino desideri ma tristezza, una enorme sconsolata malinconia.Non so se lo farò riparare da altri,potrebbe essere un segno,anche se io non credo in queste cose.Forse dovrei iniziare a dimenticare,forse.Ricordo quando mi regalò quel braccialetto.Me lo strinse così forte che non mi arrivava il sangue al polso,ma a me andava bene così.All’inizio lo odiavo,ma poi ci ho fatto l’abitudine.Lo guardavo e pensavo a lei,era come una sorte di talismano che mi ha accompagnato durante quest’anno.Il fatto che poi quest’anno sia stato un pessimo anno,è un altro discorso. III Di come poi lottammo per l ’ultimo paninetto di cioccolato,del :”Puort coccos” del Pelle a Cannoniere mentre andava in cucina e di come ,sempre Pelle,spese gli ultimi 4 euro rimasti per comparsi un caffè e portare a noi tre thè alla pesca e di come tornammo a casa;beh è storia ormai detta e ridetta.Una di quelle storie che si raccontano all’infinito mentre si è seduti al bar con gli amici,con la felicità nella voce e con gli occhi un po’ sognanti.Ripensandoci,non sono mai stato in un Bar con Manoela.Come ho fatto?!?!?Se ripenso che,solo il mese scorso,sono stato al Bar,più volte con “O Marzian”,abitante di Rocca noto per essere sempre fuori posto e sempre con un dannato sorriso stampato in faccia e una risata nella voce,mi viene da chiedermi come abbia fatto Maoneala neanche una volta a venire a scendere(o salire non l ’ho mai capito) a Rocca e a venire al Bar.Scrivo Bar con la lettera maiuscola,perché con esso indico “L ’Incontro” il bar per antonomasia.Non che sia il miglior bar,anzi.Un grassone pelato e burbero minaccia di cacciarci ogni volta,un mio compagno è anche bandito;alle volte devi attendere il servizio per diverse ore prima che si ricordino di te;le cameriere ti vogliono sempre fregare e se non hai lo scontrino in mano ti fanno pagare di nuovo;nota positiva,c ’è una cameriera di cui siamo tutti follemente innamorati,tante le scommesse per ottenere il suo numero,tutte miseramene fallite.Conta anche che la vediamo stare con tipi così tamarri da avere i tatuaggi sulle canotte e che stanno tutti nell’esercito,altrimenti come spiegare il kaki onnipresente?E se gli chiedi per esempio se leggono di Lovecraft,ti rispondono:”Na sacc,sta marc e miezz.”Insomma,andiamo nel posto ,penso,peggiore di Rocca.Perchè ci andiamo sempre?Chi lo sa.Forse perché anche noi siamo i clienti peggiori di Rocca.Una sorta di auto-punizione cosmica per farla breve.Ritornando a noi,Io e Manoela iniziammo a sentirci sempre più spesso.Una volta le chiesi anche di uscire insieme,ovviamente non in quel senso.Dove trovai il coraggio di chiedere con così tanta spavalderia,non me lo spiego tuttora.Non ero mai uscito solo con una ragazza.Pensavo di essermene dimenticato,invece ricordo perfettamente come eravamo vestiti entrambi.Lei aveva una maglia bianca con una sorta di disegni riguardanti la marina,short jeans e scarpe basse e nere.Invece io,maglia bianca con ingranaggi,sacca della nike con libri di matematica,pantaloncino nero a strisce e scarpe verdi.Chissà perché ma sembravo sempre fuori posto e in disordine rispetto a lei e al suo mondo.Sembravo quel fulmine che per un po’ entra nella vita di tutti noi e per la gira sotto sopra.E per un po’ lo fui davvero.Invece lei mi appariva sempre giovane,fresca e solare.Forse perché lei dormiva le notti che io,già iniziavo,a pensarla.Ritornando a noi.Passeggiamo un po’ in giro per Pagani,e lei mi rivelò che mentre era all’Accademia Navale a Livorno ,un ragazzo le aveva regalato una rosa,e lei era indecisa sul da farsi.Ovviamente mi disse di non rilevare a nessuno quel segreto,soprattutto al ragazzo,che ci raggiunse poco dopo.Mantenni la promessa .Il suo ex ragazzo,che è così importante ,e contemporaneamente insulso, nell’economia del romanzo che mi scoccio di affidargli un nome,era vero tordo.Avere una ragazza tanto bella e intelligente,e vederla e parlarci così poco,Manoela lamentava soprattutto questo con me.Iniziammo a sentirci dal mattino alla sera,ma la vera rampa di lancio della nostra “relazione” fu il ritorno dalle rispettive vacanze.Io le regalai degli orecchini a forma di peperoncino,che stranamente come tutte le cose che gli ho regalato,non indossava quasi mai,mentre lei mi regalo il sopraccitato braccialetto.Me lo legò al braccio il 3 Settembre.Pensai che sarebbe durato una settimana,mai avrei potuto immaginare quante ne avremmo passate insieme.Io e il braccialetto. IV Avevo molte speranze nella stagione 2013-2014,e come potevo non averne?Ero riuscito a superare indenne la scuola,malgrado ad inizio Maggio mi davano per spacciato con quattro materie da recuperare.Avevo vinto il campionato con la Rocchese,una squadra che tutti davano da metà classifica.Insomma avevo il vento in poppa.Illuso.Ma procediamo con calma.L’input maggiori al rapporto tra me e Manoela fu il fatto che ci conoscemmo in due periodi strani delle nostre rispettive vite.Lei si stava lasciando col suo ragazzo,io mi stavo lasciando dalla mia Rocchese.Proprio la Rocchese,quella per cui avevo rischiato i debiti,quella per cui a volte a pranzo non mangiavo,quella per cui mi sono anche rotto la testa rimanendo stoicamente in campo e quella per cui ho acceso le migliori risse.Come è successo?Vi spiego dall’inizio.Dopo aver vinto dominando il campionato provinciale 2012-2013,perdendo anche un carissimo amico nel tragitto(Questo libro è anche per te Guido),ci apprestavamo a fare i regionali.Avevamo vinto il campionato l ’anno prima grazie al cuore e a due motivazioni:quella di vincerlo per Guido e quella di vincerlo per andare a fare il provino a Crotone.Fui davvero stupito quando al primo allenamento di Settembre trovai solo quattro dei miei vecchi compagni di squadra:Pocho,Wes,Campetto e Ferraioli.Il resto il mister li aveva cacciati,chi per non troppa bravura,chi perché “non era adatto ai regionali”.Domi,Lucariell,Cicc,Pierri,Valerio e tanti altri,tutti via.Non ci potevo credere,loro meritavano quel provino,loro avevano vinto il campionato,non quei maiali ,tronfi e incapaci di Siano,che anzi avevamo anche battuto in campionato. Non ci stavo a vedere capitano uno appena arrivato,non ci stavo a vedere i miei amici fuori dalla squadra;non ci stavo.Gli andammo a parlare io,Pocho e Wes.Fu un lungo discorso,in cui però il mister si mise le mani sulle orecchie.Diceva che volevamo troppo e che dovevamo essere buoni con i nuovi arrivati.Decisi di abbandonare la squadra.Feci da solo questa scelta,il Pocho voleva seguirmi ma il padre lo bloccò durante il processo.Fu una scelta difficile,ma non potevo scegliere altro.Non esiste l ’opzione C.O è bianco o è nero.Ci illudiamo che ci sia sempre una terza via,ma non è vero.Bisogna solo scegliere cosa si è disposti a perdere.Il Mister si dimostrò doppiamente ipocrita,continuò a cercarmi e fece chiamare a casa anche il presidente.L ’ultima volta che l ’ho visto era verso Aprile,ha avuto addirittura il coraggio di chiamarmi “Traditore”,gli stavo per dare un pugno ma mio fratello mi fermò.Ora lo evito,il perché è che non potrei controllare la mia reazione.Fu in questo clima che iniziai a sentirmi spesso con Manoela.Ci raccontavamo l ’uno a l’altro,e malgrado non fosse ancora iniziato il corso di teatro,ci vedevamo qualche sabato sera.A pensarci che strano.Sapete sentivo che mancava qualcosa se per un giorno non parlavo con lei oppure non la facevo ridere.Non dormivo bene se non la facevo ridere;era la mia missione quotidiana farla ridere.E questa non era la cosa migliore.La cosa migliore è che era lo stesso per lei.Una volta passammo anche un pomeriggio intero in collegamento via web cam.Poi mi chiedono perché preferisco l’Inverno all’Estate. V Ora seguitemi bene perché si entra nel vivo.Era iniziato il corso di teatro.Ovviamente alla presentazione,sia per dimostrare ai novizi quale fosse il nostro stile sia per fare un certo effetto,mi presentai con i miei occhiali alla Lennon,con la felpa di Berlino ,la maglia di Liverpool e la cavigliera a causa di qualche pseudo infortunio.A quegli occhiali “O Filosofo”,altro mio grandissimo compagno noto per aver un cugino nel Milan,se se,e per voler fare sempre la morale alla fine di qualcosa,e Wes,quel buono che aiuta le vecchiette ad attraversare e recupera il pallone ai bambini,nota la sua frase detta dopo aver passato il pallone ad alcuni ragazzini :”Wagliù crescete sempre con un pallone in mano.”Si erano fatti le migliori foto con quegli occhiali ottenendo centinaia di mi piace,senza neanche citare il fatto che fossero miei e che li avessi “presi in prestito per provarli” da un venditore ambulante calabro.Quando dicevo ai miei amici che scendevo con lei loro mi squadravano e mi dicevano:”Una ragazza?Levati quel taglio inguardabile e vestiti decentemente!”.Tutti chi più chi meno.Vorrei allegare delle foto,ma non posso.Non è che poi loro si vestano meglio,Zezza alla festa d ’ieri di Rino ne sa qualcosa,niente di meno lo avevo scambiato per un animatore o un cameriere.Comunque io le criticavo il fatto che si vestiva troppo dark,la chiamavo la Darkettona,mentre lei criticava a me il fatto che oscillavo fra due estremi:o mi dovevo vestire come uno che avesse votato Savoia al referendum del 46 oppure come il peggior attivista di sinistra,col mio inseparabile scalda-collo rosso sopra ogni indumento.Se questi fossero i veri problemi poi.Passamo anche la notte di Halloween,a dire il vero non avevo molta alternativa(i miei compagni non sono i migliori nell’organizzarsi),andammo ad una festa organizzata dal suo attuale ragazzo.Lo chiameremo Basket.Ecco ora parte lo sfogo.Non posso pensare che lei sta fra le mani di un dannato brufoloso giocatore di basket.I sono “Il Muro”dannazione,ho rotto :un piede,tre caviglie e sette setti nasali!Ho interrotto la carriera di “Zucchero e Miele”,che ora è un mio compagno di vita e d”avventura,anche se a volte si riaccende la rabbia(ad esempio,una volta mi chiese:”Dante andiamo al 2A?””No è lontanissimo mi scoccio,andiamo all’Incontro”.Neanche il tempo di iniziare ad incamminarmi che sento un qualcosa di metallico e freddo premuto dietro la mia schiena.Una voce mi dice da dietro.”Cammina”.Durante tutta la nostra permanenza all’2A tenne il coltello sul tavolo.)Insomma io sono quello che ha fermato “L ’Orlando Fuorioso”.Ecco perché non demordo.Va bene perdere una ragazza,ma non perderla con un giocatore di Basket!Comunque,in quel giorno la vidi anche per la prima volta piangere,prima di andare al corso di teatro che precedeva la festa.Non le feci uscire neanche una lacrima.Ora vi racconto.Disse:”Perché si deve comportare così…lui er.”E iniziò a singhiozziare,le dissi mentre le prendevo le mani e mi stringevo più forte a lei:”Manoela,non riesco a vederti così.Non posso vedere una ragazza così bella piangere.”Smise subito,e mi ringraziò di cuore.Chissà se si sarà chiesta in tutto questo tempo se ci sono ancora per lei.La risposta è ovvia.Ritornando a noi,in quella sera mi “abbracciò”,più che altro si aggrappò a me a protezione di alcuni cani cha abbaiavano minacciosamente,ma tant’è;e mi urlò nelle orecchie.Uno dei momenti migliori di sempre. VI Questa è la prima sessione notturna di scrittura che faccio,ed è anche la prima senza musica.Sono solito,infatti,trincerarmi alla Bäumer nella mia stanza,chiudendo la porta a chiave e con la musica a palla nelle orecchie.Voglio scrivere questo capitolo,prima di perderlo nel sonno.La cosa bella di scrivere una storia poco distante nel tempo è che la storia si può evolvere ancora durante la stessa stesura del romanzo,cosa che ho scoperto oggi.Quattro Agosto.Oggi,aspettando l ’arrivo del libro maledetto “Alle Montagne della Follia”,che sto cercando da tre anni su e giù per tutte le biblioteche,bancarelle e librerie d ’Italia senza averlo mai trovato,sono andato a fare rifornimento di libri alla Feltrinelli.A Rocca c ’è la Mondadori ma io sono uomo di principio e non finanzio il maleficio.Con me è venuto anche Cannoniere,con l’intenzione di comprare vestiti però.Solo di libri avrò speso quasi una cinquantina d ’euro in ques ’Estate.Comunque arrivati a Salerno e dopo essere stati “fermati” da “una simpatica coppia di venditori”,mio fratello sentivo l ’urgente bisogno di andare in bagno.Io,che non ce la facevo a sentire lui e “gli onesti mercanti” che si lamentavano,insistetti per andare al bar di una galleria.Mi viene da pensare al libro di Camilleri”Il Diavolo certamente.”.Dico io fra tutti i giorni dell’Estate,fra tutti i momenti della giornata,fra tutte le città in cui andare,fra tutte le vie di Salerno,fra tutti i bar del Corso,dovevo incontrare Manoela proprio in quel bar?!??!Ci siamo incrociati mentre io entravo e lei usciva.Sarà stato un attimo,ma dopo mi sentivo come il povero Müller squarciato da un razzo nell’addome.Mi girai ls segui per un po’,ma dopo si andò a sedere ad un tavolo.Quel cane del suo fidanzato mi vide.Non penso di aver mai visto un espressione più sorpresa e compiaciuta della sua.Sembrava dire agli altri commensali:”Ehi guardate chi c ’è!Perchè non vieni a salutarci,cosi ti mostro come sta bene Manoela senza di te?”.Mi venne il fiatone per un po’,il tipo del bar mi guardava come un soccorritore guarda un ferito in un incidente,mi offrì un bicchiere d’acqua.Poi presi una crema di caffè.Fu lo sbando di pochi secondi.Poi uscì accompagnato da mio fratello.Una compagna di teatro presente lì mi saluto,fatto stranissimo lei di solito non mi salutava mai,e io risposi con un tono della voce basso,forte e freddo.”Ciao.”Voltandomi per qualche secondo.Non so perché alzo questa sorta di “corazza gelida”,mi era già successo con Manoela ma ne parlerò dopo,forse per impedire reazione accompagnate da poco galateo.E per poco galateo intendo iniziare a respirare come un toro in una corrida,avvicinarmi al tavolo lentamente,prendere il suo tipo per il colletto e dargli un sonoro ceffone e urlare in faccia ad Manoela:”Sai Manoela,mi risulta un tantino difficile dimenticarti se ti trovi proprio nel cazzo di bar in qui quel caino di mio fratello va a pisciare proprio in questa fottutissima giornata.Quindi vi saluto ,fottutissimi falsi cosmopoliti del kaiser.”Si direi proprio del kaiser,dopottutto questo libro è anche per Remarque.Eppure ,che strano,una parte di me voleva vederla,un’altra evitarla.La verità è che neanche io so cosa voglio. VII Il modo in cui sta procedendo così speditamente questo libro è qualcosa di spettacolare.Mi sembra che l’ho cominciato ieri,invece sono passati già sei giorni dal 31 di Luglio.Ritornando alla narrazione della storia. C ’è stato un periodo di Novembre in cui ,prima di ogni lezione di teatro,andavo sempre a casa sua.Casa sua è qualcosa di orribile.Io sono per gli spazi ariosi ,o in mancanza di questi, ambienti rustici per lo più fatti di legno che danno quella sensazione di baita,mentre invece casa sua era bassa,compatta e con poche finestre.La camera sua era un tributo al colore rosa.Pareti rosa,trapunte dei letti rosa e rifiniture sui mobili rosa.Una piccola finestra che lasciava filtrare poca luce e alla parete appesi numerosi premi e attestati.Su una piccola scrivania c ’erano un diario e vari libri scolastici,inoltre aveva una piccola libreria in cui aveva qualche volume di poco conto.Quelli più importanti li teneva nel salone,credo.Anche fra le nostre stanze c ’è una differenza abissale.La sua è la classica stanza da “teen-ager” del XXI secolo,la mia sembra più la stanza di uno scrittore squattrinato,il che è strano visto che ho un modesto patrimonio personale di più di 1500 sacchi,del XIX secolo.Lei alla parete ha appesi premi vari,io ho:un poster inneggiante al provare tutte le birre del mondo,un articolo di giornale in cui compaio,alcune mappe di videogiochi,un quadro con tutti i nodi navali,un immagine dei Daft Punk,un biglietto di Napoli-Arsenal,l’autografo di Christian Maggio,una caricatura fattami a Parigi,il mio nome scritto in cinese fatto ad Roma,un orologio-birra completamente inutile e una foto di me da piccolo con un sombrero scattata ad Innsbruck.E questo solo sulla parete del letto.L ’altra invece è una struttura di legno in cui ci sono cataste di libri soprattutto ma anche altre anticaglie:Pesos ungheresi degli anni quaranta,una rivoltella d ’epoca e un cappello d ’alpino appartenuto a mio nonno.Su un ripiano,il ripiano del 2012-2013,ci sono invece i miei due paia di scarpette utilizzate in quel campionato,una bottiglia di Granger,la lupa romana in marmo e un super santos con un panama in testa.La mia scrivania,la cui lampada è decorata da un ciondolo siculo,da una sciarpa del Napoli e dal mio scacciapensieri,è stracolma di libri al momento.Per lo stretto spazio non so dove mettere i miei libri e non mi fido di metterli nella libreria di casa.Ritornando ad Manoela,la sua casa era all’ultimo piano e io mi facevo sempre tutti gli scalini di corsa,rischiando sempre di farmi male visto il pessimo stato di questi,e arrivando sempre con un fiatone abilmente trattenuto per fare la figura dell’instancabile.Ad aprire o veniva lei o la sorella.Sulla sorella discorrerò,soprattutto perché ci sono personaggi più importanti nell’economia del romanzo.Manoela veniva invece ad aprirmi avvolta in una coperta tigrata. È una cosa stranissima come quella coperta la facesse sembrare ridicola e dolcissima allo stesso tempo.Per colpa sua facevo sempre tardi a teatro,e malgrado fossi uno che odiasse far tardi(ero il primo ad arrivare agli allenamenti e l ’ultimo ad andarmene)ma questo non mi importava un accidenti quando ero con lei,avrei potuto anche solare la lezione di teatro se ciò significasse rimanere tutto il pomeriggio con lei.Parlavamo di tutto,dagli argomenti più intelligenti a quelli più stupidi.Dalla mia delusione per l ’ondata di violenze in Egitto a seguito della Primavera Araba,al fatto che avessi confuso più volte il peluche di una zebra chiamandolo giraffa.A teatro le cose andavano benissimo e per il resto tutto bene.A Rocca mi concedevo escursioni notturne piene di urli e corse a perdifiato con “Messico” il mio compagno più pazzo e eccitato,in tutti i sensi;a Pagani mi concedevo uscite notturne piene di discorsi più o meno profondi e di lunghe passeggiate.Inoltre in quel periodo stavo iniziando a far aumentare i miei risparmi,fino a potermi permettermi tutto quello che un ragazzo della mia età può permettersi.Ridevo quando molti miei compagni dicevano che dovevano aspettare ancora molto tempo per comprarsi un determinato oggetto,mentre io lo potevo comprare,senza chiedere un nichelino ai miei genitori,in qualsiasi momento.I soldi non solo il fine,ma il mezzo.Non penso che i soldi facciano la felicità,sono quello che possono comprare che la fanno.Lentamente,però,stavo già iniziando a provare qualcosa per lei.E come non avrei potuto?Il semplice parlare con lei era per me qualcosa di orgasmico e il suo fisico era solo un extra alla sua meravigliosa intelligenza.Criticavo il fatto che si mettesse sempre gli stesse vestiti,una maglietta aderente che risaltava perfettamente le forme del seno e un pantalone anch’esso aderente che era perfetto per le sue curve,solo per farglieli mettere sempre. VIII Verso Dicembre ho raggiunto il mio apogeo in questa pessima stagione 2013-2014.In quei giorni si svolse il famoso provino di Crotone,doveva essere il 20 Dicembre credo,e io ero incazzatissimo.Sia perché il Pocho non era potuto andarci e mi dispiaceva per lui,sia perché avrei dovuto esserci io e il vecchio team lì.Mi trovavo a Pagani,c’era anche mio fratello,che in contatto con Ebagua per coordinare le azioni del gruppo di ultrà che avevamo messo insieme per l”AutoGestione.A me fu chiesto di trovare una banana gigante,il perché non mi è mai pervenuto ma io ero uno dei membri più rappresentativi degli “Ultrà della B”,io sono pure del corso D figuratevi,e quindi chiamai subito Manoela.Lei mi chiese spiegazioni,e io le dissi che le avrei spiegato tutto se mi avesse fatto entrare a casa sua,lei disse no e io le chiesi se mi avesse fatto entrare pagando il pegno di qualche regalo.Lei rispose forse.Rubai di soppiatto una cartolina di Parigi dalla segretaria dello studio di mio padre ,Manoela ama Parigi ed io gli parlavo spesso del mio soggiorno lì,e ci scrissi in uno spazietto libero “A Manoela” e “presi in prestito” qualche cioccolatino squagliato da un bar.Mi aprì.Fu subito rapita dalla cartolina e quando vide quel piccolo “A Manoela” fra tutti quei nomi scoppiò a ridere.Amavo la sua risata.La mise in bella mostra nel salone.Passammo tutto il pomeriggio a guardare Neko TV,canale italico-giapponese.La sera andammo alla pizza del teatro.Fu una delle serate più belle dell’anno;facemmo una lunga tavolata e anche vecchi volti del teatro vennero.Fu bellissimo quando fu Manoela a venire da me e non io da lei per scambiarci qualche parola.Malgrado ciò, era un po’ abbattuta a fine serata,la riaccompagnai anche a casa.Disse che era triste per il fatto che stesse facendo soffrire Basket,che le ansimava dietro da circa quattro anni.Le scrissi il messaggio più smielato che io abbia mai scritto:”So che mi prenderai in giro a vita per questo messaggio Manoela.Oggi i miei ex-compagni di squadra sono andati a fare il provino a Crotone.Pensavo sarebbe stata una pessima giornata ,invece sono sicuro che sono stato molto meglio a stare tutto il pomeriggio con te a guardare la TV che ad andare a Crotone a fare quello stupido provino.”Lei si rincuorò subito:”Oh grazie Dante,è bello quando le persone un po’ fredde come te si dimostrano dolci.”Di due episodi mi sono dimenticato e li scriverò ora.Il primo è che quando il suo ragazzo la piantò in asso,io stetti a telefono con Manoela per circa due ore e mezza,incurante delle cazziate di mio padre per il troppo spendere soldi,per fargli sentire che le ero vicino.Come teneva a me?Diceva che potevo riattaccare se mio padre si arrabbiava troppo.Non l ’avrei mai fatto.Il secondo invece fu una serata passata a Salermo.Una serata da ricordare.Ci tenemmo tutto il tempo a braccetto,mentre quel eunuco di Basket ci guardava con aria invidiosa,io facevo finta di mordermi il braccio per staccarmi da lei affinchè lei mi stringesse più forte.Passeggiamo assieme per Salerno.Io sfottevo le vecchiette nelle loro pesanti pellice chiamandole “Yeti”.Lei mi guardava con una finta aria ammonitoria e poi scoppiava a ridere.Passeggiamo così tanto e non ci staccammo praticamente mai.Dovevate vedere come si preoccupava quando mi trattenevo sulle rotaie fino ad un attimo prima che passasse il treno.Sulla via di ritorno per Pagani,un signore alticcio sparava giudizi a zero sulla mia generazione.Di solito sarei scoppiato in una risata per ridicolizzare le sue affermazioni ma mi trattenni per non portare un qualsivoglia fastidio a Manoela.Ad un certo punto Manoela voleva cambiare vagone e per sbaglio urtò il signore .Rispose a malo modo.”Sta attenta ragazzi!”Disse a Manoela;lei si stava per scusare ma la interruppì.Nessuno parla così ad un mio compagno/a.Gli dissi con calma:”Signore si calmi,qua stiamo tutti stanchi.”Stavamo cambiando vagone quando mi disse da dietro:”Se si stanc vatta a dorm:”Persi il mio aplomb e mi girai di scatto indicando il mio “osso iliaco” dopo un lungo gesto con la mano destra e urlai:”E tu adduormt ngopp a stu cazz!”.Il signore scattò mi prese per il collo graffiandomi la guancia destra e dicendo:”Io non me facc sfott a nu mucchus!”Stavo per rispondere con una ginocchiata quando fui trascinato in un altro vagone del treno da alcuni adulti presenti là.Cercai un’altra carica ma fui bloccato.Sapevo che mi avrebbe scassato di botte se la rissa si fosse evoluta,ma ciò non bastava a fermarmi.Alle volte si tratta di dimostrare a se stessi che si può fare qualcosa.Il gruppo di Manoela mi guardava stupefatto,parlando a bassa voce e indicandomi.Manoela mi controllava la ferita.”Sta sanguinando” ,disse,”dopo andiamo a casa mia e ti disinfetto.””Non è niente”risposi io.”Perché lo hai fatto?”mi chiese.”Quello ti ha mancato di rispetto.Non potevo permetterglielo.”La ferita la sentivo più morale che fisica,il non aver potuto contrattaccare e fargli almeno un graffio era un vero disonore per me.Poi pensai e dissi a Manoela:”Ehi,almeno questa volta mi sono fatto male per proteggere qualcuno.”Sorrise leggermente.C’era anche Basket lì ed era rimasto pietrificato tutto il tempo non muovendo un dito e non dicendo una parola.Quella checca aveva paura di sporcarsi i guanti di pelle.Ero un po’ alticcio quella sera e dissi a Manoela che il giubbino grigio in cui si trovava gli istava benissimo.Lei fu piacevolmente sorpresa chiedendomi come mai quel complimento,io le rammentai che avevo bevuto.Mi sorrise di nuovo.Uno di quei sorrisi in qui uno ci si perde.Tornammo a casa e mi disinfettò la ferita.Momento magico.Capì.Mi ero innamorato di lei.Ma esitai a dirglielo.Diesteso sul letto mentre lei si struccava dicendomi che una donna era invecchiata di quarant’anni per non essersi tolta il trucco per un anno, io pensavo che lei si sarebbe potuta anche non mettere il trucco per un anno e sarebbe stata bellissima lo stesso,pensai che non volevo incasinarla ancora di più la vita con questa rilevazione.Come Annibale che dopo Canne non prese Roma ,io così feci con Manoela.Ditemi vi sembra giusto per un piccolissimo momento d’esitazione,perdere tutto quello che si è guadagnato in così tanto tempo? IX Avete presente quella sensazione di vuoto che ti prende quando hai finito qualcosa di bello?A me succede spessissimo,dopo che faccio qualche cazzata da ricordare,dopo che ho finito di leggere un buon libro,o dopo la fine di un campionato o del corso di teatro.Sai quel senso di vuoto che ti paralizza finchè non entri in un altro giorno e ti fa pensare:"A cosa serve la mia vita ora?" Quest’Estate mi sarà successo un sacco di volte di provare quel senso di vuoto.Sarà perché l’Estate era troppo corta e le notti troppo lunghe per dimenticare Manoela.Ma anche per il fatto che ho comprato un numero spropositato di libri.La Feltrinelli di Salerno è campata su di me quest’Estate.Provo nostalgia quando finisco un libro,perché so che non potrò mai rileggere i protagonisti con gli occhi della prima volta.Non leggerò mai più di Poirot e dei passeggieri dell’Orient Expressa,o di Braümer e Lussu sui fronti della Grande Guerra,oppure di Andreas che viveva sotto i ponti di Parigi come l’ho fatto la prima volta.Sul vuoto vorrei fare un excusus narrativo.Vi ricordate quando accennai agli “ultrà della B” di cui facevo parte.Beh è ora di parlarvene.Noi Rocchesei,quando andiamo fuori,dobbiamo portare sempre un po’ di Rocca con noi,nel senso che portiamo i nostri modi nel resto dell’Agro senza pensare alle conseguenze.Due grandissimi estimatori di questa teoria siamo io e il mio compagno Ebagua.Ebagua diede il meglio di se in quell’autogestine.”Quelli della C” ci rubarono l’idea della curva e ne fecero una loro,comandata da “Mattia” e alcuni suoi affiliati.Lo stato maggiore della nostra era formato invece da Ebagua,capo coro e direttore supremo,Me,reclutatore incitatore e capo in seconda, e Osky,voce più alta del coro e rissaiolo ufficiale .L ’ultimo giorno dell’autogestione,quello dopo la giornata passata interamente con Manoela,c’era la finale fra la 4B e la 5C.Ci preparammo.Mi misi una sciarpa dell’Avellino a mo’ di Kamikaze sulla fronte e mi dipinsi sul volto a colori rossi due B.Ebagua aveva un maglioncino blu,la faccia quasi tutta rossa,un casco sulla testa allacciato e gli occhiali da sole.Osky solo il casco,non allacciato ovviamente,le protezioni sono per vigliacchi disse.Gli altri erano conciati più o meno su questa direttiva.Il Pelle aveva reperito qualche trombetta.Eravamo pronti alla guerra.Facemmo anche uno striscione.”Tutto o blocc sit o pezzot”.Poesia.Mentre lo stavamo rifinendo però comparve la vice-preside.Urlò che per noi l ’auto-g estione era finita.I trecapi,e altri tenenti, furono rispediti nelle rispettive classi.Essendo l ’unico della 2D,fui portato da solo nella mia classe con due “carcerieri” che controllavano il corridoio.Il telefono era scarico.Non sapevo se Ebagua e gli altri fossero riusciti a fuggire o no.Durante la mia prigionia,CapARap venne a dormire nella mia classe.Un saluto quasi accennato e si addormentò subito,non poteva immaginarsi quello che si sarebbe perso.Decisi di evadere.Una persona “robusta” passò,mi nascosi dietro di questa e poi mi gettai nel bagno.Uscì dalla finestra e andai verso la palestra.Entrai nel lato sbagliato .Non so se per miopia altrui o per abilità mia,riuscì ad uscire da quella curva senza essere visto.Uscì al centro del campo.Fra i due inferni ,deridendo quelli dietro di me e con quelli davanti che ululavano per darmi il benvenuto.Mi fischiò qualche bottiglia vicino.Mi avvicinai alla panca principale.Ebagua mi diede una mano per farmi salire e iniziammo i cori.Ad un certo punto comparvero anche delle rudimentalipercessioni.Ci fu un incursione nemica contro Osky.Lo volevano far cadere da un tappetino in alto.Non ci riuscirono,ma a me diede fastidio la viltà del gesto.Quindi decisi di rispondere in modo ancora più vile.Dove presi il coraggio per fare quello che feci,non lo so.Forse per proteggere un compagno,o perché odio quelli dell ’ultimo anno che si credono sempre superiori ai nuovi,e soprattutto a quelli di fuori.Fatto sta che mi gettai al suolo e feci lo sputo più grande e colosso della mia vita.Qui la storia diventa mito e ci sono diverse versioni.C ’è chi dice che ne ho preso solo uno,chi tutti e tre,c’è chi dice che l’ho preso in faccia,chi sulle scarpe,chi sui vestiti.Ho sentino e raccontato così tante volte questa storia che alle volte non ricordo neanche io la verità completa.Credo però che presi un certo “Raimondi” in pieno volto.La reazione fu repentina.Fui caricato da tutti e tre.Mi portatorno a centro della palestra agitandomi i pugni minacciosamente vicino al volto.Molti dicono che in quei momenti dicevo:”Colpiscimi!Colpiscimi!”.Dopo lo sbigottimento iniziale fummo separati.I restanti trenta minuti,furono pieni di domande,e di miei sorrisi strafottenti a quelli della C.I miei compagni dovettero portare negli spoglaitoio.Sul mio gesto si erano formate due posizioni:la prima,e più seguita da tutta la scuola,era che fossi una testa di cazzo inrispettosa,la seconda,seguita da pochi come Ebagua,Osky e Recchia,era che avessi fatto il gesto più giusto e più leggendario della storia della scuola.Ci fu un grande via-vai di persone nel bagno.Tutti a chiedere e a domandare.Io mi sentivo al settimo cielo.Adoravo che le persone parlassero,e soprattutto sparlassero di me.Dopo un po’ si riformarono le curve e iniziò la partita.Essa fu un furto con netti favoreggiamenti nei confronti della C.Una volta Osky caricò la curva nemica da solo,io lo volevo fermare e indovinate un po’?Pensarono che la volessi caricare anche io solo con Osky.Inutile dire che la valutazione superficiale mi fece infuriare e ,di reazione,caricai la curva con Osky.Ebagua diede il meglio di esse,urlando a ogni fotografa che cercava di fare fotografie alla curva:”FAI UNA FOTO QUA!”.Mentre lo faceva si indicava il fallo;la faccia gli era rossa e le vene parevano come se gli dovessero schizzare fuori da un momento all’altro.Io e Ebagua divenimmo noti come “Il Lama” e “Il Cafone dalla maglia blu”.Il confronto si spostò ai piani superiori e ricordo di aver dato una testata a uno dell’ultimo anno,e dopo questo gesto scortato in una classe amica.Poi suonarono le undici e ce ne andammo di corsa.CI fecero capire che io e Ebagua non eravamo,almeno per un po’, i benvenuti a Cava.Fummo banditi da un paese intero.Conosco gente bandita da negozi,da ristoranti o da determinate zone,ma mai da un paese intero.Che persona speciale che sono.Tornai a scendere la sera a Cava solo verso Aprile,quando Mattia disse a mio fratello che ormai non ne valeva più la pena di picchiarmi.Per fortuna i professori non vennero mai a sapere i diretti responsabili di tutto questo.Non avevo più un filo di fiato in corpo,ma ero al mio apogeo.Mi sentivo come il sole razzante cui tutto gira intorno.Mi sarei voluto dichiarare a Manoela il giorno dopo,ero pieno di orgoglio e eccitazione per il giorno prima,ma ero completamente senza voce.Non mi usciva un filo di voce dalla bocca.Per spiegare come era successo a segni ci misi un sacco di tempo e i miei compagni di teatro fraintesero molte volte.Decidemmo di farci,malgrado odi quella festività,i regali di Natale.Le mi regalo uno zainetto di Adventure Time,che tutt ’ora possiedo e considero uno dei miei portafortuna ,io le regalai una sorta di diario che spacciai per un “morisikeki” che era la cosa che lei voleva e che non ero riuscito a trovare(il caso vuole che trovai uno di questi libretti dalla Feltrinelli lunedì) e un cindolo.Mi abbracciò.Reagì in modo freddo, come mio solito,ma meno freddo del solito.La catastrofe avvenne qualche giorno dopo,insapettata come la mina a Casara Zebio. X La notizia arrivò secca,in modo quasi grottesco,prima di andare a giocare una partita.Lei mi mandò un messaggio:”Allora che ne pensi?”.Risposta da vero galantuomo:”Allora che?Cosa penso su cosa?”.Risposta sua:”Mi sono baciata con Carlo,allora secondo te ho fatto bene?”Dire dalle stelle alle stalle è riduttivo,direi più dalle stelle ad un concerto di Gemma del Sud.Gli chiesi perché si era baciata con uno che l”aveva ingannata,io son uomo d’onore e il trucco “Ehi esci con me per far ingelosire quella ragazza” lo consideravo,e lo considero tuttora insieme a tutti gli altri,una fesseroa ma funzionò con lei.Inoltre dov’era ,malgrado la conoscesse da quattro anni, stato in tutto quel periodo in cui lei è stata male?Della serie:ricordatevi,quando non consolate una ragazza c ’è un altro ragazzo che lo fa,e quel ragazzo è in FRIENDZONE!Litigammo per il fatto che lui non la meritasse ma ci riappacificammo subito dopo con la promessa di non litigare più.Fu il primo di tanti litigi,causati dal fatto che ormai per lei non esistevo più.”Oh Dante,mi sento strana se un giorno non parlo con te!”Le parole famose.Ormai ero diventato uno di quelli che si contatta nei momenti di disperazione assoluta.Uno di quelli a cui scrivi di doverti sfogare e la cui risposta arriva ovviamente dopo tre secondi,mentre la tua,malgrado avessi chiesto tua di parlare,arriva dopo una quindicina di minuti.Inutile dire che lei col piffero che mi rispondeva quando io le scrivevo durante le mie “crisi di futuro”,momenti in cui penso “Ma che diavolo ho fatto fino ad ora con la mia vita?”Ormai aveva uno schema fisso per rispondere:Hai tutta la vita davanti-Frase Fatta sul destino-Frase Fatta su i grandi della storia-Frase Fatta sui problemi-Non ce la faccio a vederti così.”Quest”ultima parte,è da interpretarsi non come un “Non riesco a vederti così,sto male se tu stai male”ma come “Non riesco a vederti,si proprio una noia”.In tutto questo i miei compagni,volevano che io dicessi la verita.Ecco alcuni consigli e sentenze dopo avergli detto la mia situazione.Recchia:Wua,ma cum cazz.Ti scegli sempre quelle impossibili. Pocho:Dovresti dichiararti con una premessa. Zezza:Ti capisco perfettamente. Wes:Vai e dichiarati.Senza pensarci su. Loch Ness:Sei mi figglio Messico:Sei una checca,io alla mia glielo detto(peccato che la “sua” abiti in piena Amazzonia).Le mie risposte erano:Non posso,la farei soffrire se mi dichiarassi-Ovvio che ti rifiutano,tieni più seno tu che loro-Ma ficcati un sombrero dove non sbatte il sole e dici I Love You.Non volevo dire ad Manoela che mi piaceva,perché rammentavo com’era stata dopo la confessione di Basket.Non volevo che stesse male per colpa mia.Altra decisione.Dovevo decidere se far soffrire lei e togliermi un peso o rimanere in silenzio e vederla nelle braccia di un altro relegato in Friendzone.Dannato auto-lesionismo.Non scendemmo più una singola sera assieme,ci vedevamo solo a teatro(e a dire il vero qualche volta saltava per stare con Basket) e non ci sentivamo più.Avevo,speravo avevamo,conservato un rito.Quello di dirci notte ogni notte.Io le scrivevo “Nochy”,all’Arancia Meccanica maniera,e attendevo sempre la sua risposta prima di andare a dormire.Il tempo iniziò a scorrere veloce.Vorrei aprire una piccola parentesi su un dato periodo.Quello dello spettacolo Checkpoint Charlie,del 15 Febbraio.Le due settimane precedenti,furono piene di prove è per un po’ mi parve di essere tornato ai vecchi tempi.I tempi del Napoli,il regista della compagnia,che dirigeva senza maglia e madido di sudore,i tempi di quando si provava da quando il sole nasceva ad oriente a quando sanguinava ad occidente e di quando passai un pomeriggio solo a teatro con Manoela per pura fortuna.La prima di questo spettacolo andò in scena il 18 Giugno 2013,tempi ruggenti.Una frase di Trainspotting qui sta a pennello. Sembrava veramente di essere tornati ai vecchi tempi, però in un certo senso era ancora peggio perché era servito a ricordarmi ancora di più quanto erano cambiate le cose.Vederla poi,dopo la fine dello spettacolo della mattina,andare ad abbracciare Basket,una vera sofferenza.Enfatizzata dal fatto che tutti erano all’oscuro.Una dramma nel dramma.Vero metatearto.In quel periodo,nel mio prendere con filosofia tutto,iniziai a suonare lo scacciapensieri.Se ero disturbato io,tanto vale far disturbare pure gli altri no?Suonarlo nel bus alle sette e venti prima di andare a scuola era una delizia.Tutti i miei compagni mi osteggiavano,tranne Messico,con cui facevo bellissimi duetti banjo-scacciapensieri.Suonare lo scaccipanensieri ti apre un mondo, soprattutto sui mezzi pubblici.Persone di ogni età ti si avvicinano raccontando i fatti più strani,ve ne dico solo due fortemente indicativi:Un signore abbronzato e con un sigaro mi si avvicina e dice che si ricordava quel suono,lo aveva sentito a L’Avana.Lo suonava qualche suo amico della mala vita del posto per avvisare gli altri se arrivava la polizia.Un altro signore,curvo e vecchio,mi si avvicinò dicendo che quello strumento era stato la rovina della sua vita;mentre lo suonava in strada camminando si era tagliato un pezzo di lingua,infatti mi mostrò anche la lingua tagliata a metà,e questo gli aveva fatto perdere lavoro,famiglia e soldi.Io ascoltavo e continuavo a suonare,guardandoli negli occhi e annuendo.Che ricordi.Con i miei amici passavo i giorni al Bar.Dopo lo spettacolo della mattina del 15 andai pure io al Bar,tutta la brigata scoppiò a ridere perché ero ancora completamente truccato.Tutti mi dissero,però,che stavo benissimo con la matita sotto gli occhi,tuscè. XI Penso sia arrivato il momento di scrivere un po’ di due elementi fondamentali nell’economia del romanzo.I miei compagni e Manoela.Dei primi scrivo perché mi sono stati molto vicino in questo periodo,e perché tutti mi scartavetrano i coglioni chiedendomi se li ho inseriti nel romanzo;della seconda ,ne voglio parlare,poiché la storia non sarebbe mai esistita senza di lei.Parliamo dei miei compagni.In primis,perché ci chiamiamo “compagni” fra di noi?Tendenza di politiche di sinistra?Anche ma non solo;voler rimarcare il rapporto fraterno fra di noi?Questo si,ma anche altro.Oppure semplicemente perché a dire “compagno” ci si mette meno tempo che a dire “migliore amico”.Il mio gruppo di compagni,è davvero variegato.In ordine ,ad cappocchiam, siamo:Io,Wes,Pocho,O Filosofo,Cannoniere,CapARap,Zezza,Zucchero e Miele,Ebagua,Loch Ness,Recchia,Campda,Turo,Messico,Fortunato, Mister e Topo.Vi parlerò di loro ad uno ad uno,visto che ci tengono a comparire,e che io tengo a metterli alla berlina davanti al lettore.Wes:Come già detto,un bravo ragazzo.Sempre disposto ad aiutare il prossimo e che cerca sempre la via diplomatica.(Una volta,rincorso da un tale che lo voleva picchiare,si girò di scatto e disse,facendo scomparire il collo e alzando le mani:”No,no mò emma chiarì!).Stranamente è stato con un sacco di ragazze carine in passato,poi ha perso il tocco. Pocho:Non penso di aver mai chiamato Pocho col suo vero nome,ormai anche il padre lo chiama così.Il perché ?Perchè non è che lui è uguale al Pocho,lui è il Pocho.Buon compagno,molto legato alla lealtà.Forse un po’ troppo pavido ma ehy?Lui è il Pocho e ha degli obblighi. O Filosofo:Lo conosco da una vita.L’ho visto passare da essere un “konami player” con capello alla Beatles a essere uno spara bugie,a Rocca non consuma mica ma quando va in vacanza fa faville,ovviamente senza testimoni, o almeno così dice.Ha due fisse:i capelli e quella di toccarsi il naso mentre respira velocemente.Tira constantemente la pancia. Cannoniere:Che dire di lui,è mio fratello.Uno di quei fratelli che entra nella tua stanza in piena notte e ti guarda per un po’ mentre dormi,e che dopo che ti sei svegliato scoppia a ridere e ,oltrettutto,quando gli chiedi il perché del gesto il giorno dopo nega di averlo fatto.Insomma un fratello nella norma. CapARap:Lo conosco approfonditamente da poco.Compagno d’insonnia e di tifo su carri allegorici.Amante degli orologi lussuosi e dei macchinoni.Episodio da ricordare il suo cinque anni fa “Io,cinque anni fa,ho mangiato un simmenthal.Da allora lo schifata”.Giusto cinque minuti dopo chiese una simmenthal a Cannoniere con non nonchalance .Inutile dire che fu malmenato. Zezza:Ero indeciso che soprannome dargli,Zezza o Fissa.Le sue fisse sono qualcosa d”Impressionante, e ve lo dice uno che sta scrivendo un romanzo su una sua fissa.Ho visto ragazze con meno tette di lui.Ottimo compagno,anche se ha passati nel mondo dell”Infamia.Una volta ci lasciò fuori perché la madre gli aveva detto che potevano salire solo tre persone sopra,fra queste tre c”erano anche lui e suo fratello. Zucchero e Miele:Amore e Odio.Non mi ha mai perdonato per avergli infranto il sogno di fare il calciatore.Io non gli ho mai perdonato di avermi rotto il setto nasale con un pugno in piena piazza cavense.Quindi ci comportiamo normalmente.Malgrado l”aspetto grosso,è un bonaccione.Una volta si lamentava della nostra disposizione al bar dicendo che la gente non poteva passare.Che dannato di filantropo Ebagua:Il suo vecchio soprannome era “Camisa”,ma ora non lo vedo in camicia da un po’.Le avrà bruciate tutte.Se io e lui stiamo troppo assieme in un determinato posto succede qualcosa di spettacolare.Vedesi auto-gestione.Suo fratello è l ’esatto opposto.Ebagua si scusa se gli esce di bocca qualche termine in lingua napoletana,il fratello se gli esce in lingua italiana Loch Ness:Di solito non mi chiama mai.Non per cattiveria,è che al perduto al tempo la R e il mio (vero)nome inizia per quella lettera.Sostine di essere il padre di tutti noi poiché è nato nel 95,tra poco la prendo pure io la patente e lui non ancora iniziato i corsi.Una volta tentò di pronunciare “Fuori al Rostro” mentre ordinava una pizza.Il cameriere non capì niente e pensando che fosse uno scherzo chiuse Recchia:Persona atipica,ti dimostra il suo affetto ricoprendoti d”insulti.Leggendario scroccone,i debiti con mio fratello sono inquantificabili. Campda:La vita di mio fratello,almeno per un po’,poteva essere definita così.Piscina-Palestra-Campda.Una volta mio padre gli disse:”Devi iniziare a pensare a qualcosa che non sia Piscina,Palestra o Campda!”.Figlio di Mel Gibson,è a dieta da non so quante decadi e ha trascinato anche mio fratello in quel baratro fatto di kiwi e farro. Turo:Il cosacco,ha origini dell”Est.Ora vive al Nord ma in Estate scende da noi.Buon compagno,finchè non inizia a giocare a FIFA.Se perde è capace di gettarti le tue scarpe dalla finestra,storia vera. Messico:Follia,il mio compagno più pazzo.In questo momento potrebbe essere in un container in viaggio per il Guatemala e io non sarei stupito di ciò.Una volta,per paura di andare in bagno,la fece in una bottiglia e la gettò dalla finestra.Ama tutti i paesi del modno,ma odio Rocca e l”Italia.Si meriterebbe un libro solo sulle sue imprese,ma mi limiterò a dire che una volta ha morso un cane che voleva morderlo.No-sense Fortunato:Una vita da mediano.Dopo aver speso un sacco di tempo su Habbo per guadagnare crediti al fine di comprare il motorino,quest”Estate è caduto da quest”ultimo.Giusto il tempo di tornare in forma per rifarsi subito male cadendo da un pedalò e sbattendo di testa.Un soprannome come metafora di vita. Mister:Ieri mi ha assillato constantemente chiedendomi se l’avevo messo nel romanzo.Spero che quel dannato appassionato di programmi di cucina ora sia contento.Una volta gli dissi di fermarsi visto che mi dovevo allacciare le scarpe.Quando mi alzai lo vidi scomparire correndo dietro l ’angolo.Perchè?Non l ’ho mai saputo Topo:Insistente fratello di Zezza.Noto per la sua singola partecipazione ad una nazionale giovanile in tempi ancestrali e per ilfatto che sembra uno di sei ann.Se scendi con lui diventa il tuo consigliere più fidato,per poi scomparire e non chiamarti più per i prossimi sei lustri.Alcuni amano il Rap,altri lo odiano.Alcuni si vestono indie,altria caso.Alcuni amano il calcio,altri tifano per la loro sacca.Cos’abbiamo in comune?IL BAR.Quando ci avviciniamo il “boss” del locale si mette le mani nei capelli, o meglio lo farebbe se li avesse.Occupiamo quattro tavolini come minimo è alle volte chiediamo solo due o tre bevande in quindici.Il nostro sogno però è quello di occupare tutto il bar è ordinare un singolo e pieno di significato “caffè”.Con amici così vi faccio immaginare come sia io.Egocentrico,lunatico,ambiguo,fedele con un po’ pizzico di sindrome di Napoleone.Ho anche una mia fobia.Una fobia che mi fa odiare la fine di ogni anno ma sorvoliamo,Ora è arrivato il momento di parlare di lei.Il solo pensiero mi provoca una strana sensazione,un misto di sofferenza e felicità.Mi verrebbe voglia di correre da lei ,prenderla,e urlarle in faccia quando mi sia cara.Ah,inveco sono qui a urlare muto mettendo nero su bianco.La conosco da due anni,da quando ho cambiato corso di teatro.Il primo anno era una compagna di teatro normale,solo dopo è diventata LA compagna di teatro.Capelli ricci e neri.Occhi grandi e marroni,alcuni dicono come quelli di una bambola di porcellana,ma a me non piace questo paragone.Le bambole sono fredde e guardano distanti,mentre invece quando quegli occhi mi guardavano,accompagnati poi dal quel bellissimo sorriso,mi si accedeva qualcosa dentro.Volto lentigginoso,la faceva sembrava più giovane di quanto fosse.Io invece,con il mio lasciare crescere i miei peli facciali,sembro dieci volte più vecchio.Il suo odore me lo ricordo,qualcosa di simile alla vaniglia.Chissà qual’è il mio?Tecnicamente al momento potrei rispondere a questa domanda,visto che nella mi stanza sono una quarantina di gradi e potete ben immaginare.Il fisico non è perfetto,ma come già detto è solo un extra.Adoro parlare con lei.L ’intelligenza ha avuto su di me un effetto sempre pornografico.Se è per questo adoro anche litigare con lei,sia su cose strettamente personali che sulle nostre idee diverse.Che bello al tempo,per pura casualità ci mandavamo i messaggi di scusa allo stesso tempo.Io amo il confronto duro e rabbioso,sono uomo di agorà io,lei no.Una delle nostre tante differenze.Lei era quella ansiosa,io quello più a sangue freddo.Adoravo anche vederla arrabbiata.Sbuffava facendo alzare in aria i suoi ricci che poi ricadevano dolcemente sul suo visto.Lei più volte mi diceva che ero il suo migliore amico,io le rispondevo chiedendole come avevo fatto a cadere così in basso.Lei è quella che vuole una vita tranquilla con la sua anima gemella,io sono quello che vuole una vita che deve essere ricordata.Quando sai che alla fine della tua vita non ti ricorderai più di nulla,devi fare in modo che gli altri si ricordano al posto.Lei si rattristava per i suoi problemi d’amore,io mi rattristavo per l ’indifferenza della nostra generazione di fronte alla questione meridionale.Adoro la sua risata.Era come se il falla stare bene facesse stare bene me. Manoela ama i libri,non l ’avrei portata a Londra quest’Estate.Ma alla Feltrinelli di Salerno, oppure nella polverosa biblioteca di mia nonna o le farei vedere la mia scrivania, cosparsa interamente di libri. So che può sembrare meno romantico di una vacanza a Londra,ma per me sarebbe una cosa bellissima. Solo io lei e il silenzio per stimolare la fantasia.Le parlerei di Kafka,Remarque,Bonaparte, Macchiavelli,Cerè,Lovecraft, Dostoevskij,Erasmo e tanti altri.Leggeremo e creeremo una sorta di legame silenzioso ineguagliabile.Non avremo detto una parola,eppure saremo legati più di qualsiasi altri.Molti mi hanno detto che là fuori ci sono diecimila Manoela e diecimila “Londra”,ma non ci sarà mai più questa “Manoela” e quella “Londra”.E dire che dovevo organizzare io il suo diciottesimo compleanno. XII La storia va veloce,e ci ritroviamo sul finire di Maggio.Il Napoli aveva vinto la Coppa Italia da poco,ma era una coppa sporca di sangue.La scuola era sul finire e io cercavo ,disperatamente,di conquistare la promozione.Un Maggio nella normale.A Pagani le campagne elettorali volgevano al termine.Io le seguivo,non tanto per il risultato che ho sempre considerato scontato,ma per il mio amore venale per il mondo della politica in generale.Quello fatto di uomini in giacca,cravatta e ventiquattrore e non quello di finti socialisti e rasta.I primi cambiano davvero il paese,i secondi fanno solo vedere di volerlo fare.Era il 23 se non ricordo male.Ero andato a vedere il comizio finale del candidato Grillo,in cui ho avuto modo di conoscere il famoso ex-euro parlamentare Andria,con cui ho scambiato anche qualche parere politico.Comunque prima stavo perdendo un po’ di tempo aspettando l”inizio della manifestazione.Ricordandomi che ero a Pagani,decisi di chiamare Manoela per fare un giro con lei.Disse di si.La restante mezz’ora la passai in contatto con Pocho e Wes,chiedendogli se dovevo dirle la verità o no.Alla fine scelsi per il si.Bianco o nero.Anzi dire più nero o nero.Fu un ’uscita assieme da soli dopo tanto tempo.Era da un po’ che non ci vedevamo soli.Era un po’ come i primi tempi,solo senza la bellezza degli imbarazzi.Alle volte tendiamo troppo a idealizzare le persone.Quante volte avevo guardato il cielo e avevo detto quasi sibillando:”Se guardiamo lo stesso cielo,in fondo non possiamo essere così lontani.”A cui subito dopo i miei amici avevano risposto con un veloce lancio di monnezza sul sottoscritto.Oppure di quando,in una delle cene di teatro,eravamo seduti a pochi centimetri ,ma sembrava che fra di noi ci fossero chilometri .Io guardavo perso,perso nella sua scollatura ma pur sempre perso.E ora era vicino a me e avrei potuto dirle la verità.Mi ricordo tutto come se fosse ieri.”Basta con gli scherzi Manoela.Provo qualcosa per te.Non te l’ho detto prima per mancanza di coraggio,poi per paura di ferirti.”Fu anche per lei una bella botta,rimase in silenzio ripetendosi sotto voce:”Non me l”aspettavo.”Quando finì il mio breve e conciso discorso disse:”Dante,dovresti saperlo,c”è Basket….””Lo so,lo so.Volevo solo liberarmi di questo peso”.Non ci guardavamo negli occhi.Dove trovai la freddezza e il distacco di fare quello che ho fatto,non lo so.”Ho un comizio che mi aspetta.”Feci per andarmene,mi bloccò per un braccio.”No,Dante..aspetta un attimo..io..”Ci sono vari momenti in cui mi sembra di sdoppiarmi,come se un altro me guardasse da fuori e mi giudicasse ad alta voce.Mi è successo quando chiesi alla Professoressa di greco quanto avessi preso all’interrogazione.Mi aspettavo un 4- e quando le rispose:”No,ti metto il quattro pieno.”In modo quasi meccanico mi uscì la risposta più fessa che un uomo possa dare.”Grazie.”L”altro me mi guardava schifato dicendo :”Mi fai schifo!Mi vergogno di essere te!”Mi successe anche quella volta.La scansai dicendo:”No.Io non sono quel tipo di uomo.”L ’altro me mi guardò e mi domandò:”E che tipo di uomo saresti tu?Quello che non è mai stato con una ragazza,quello che gode della sofferenza altrui,quello attaccato ai soldi e che soffre di megalomania?Perchè se la metti così non meriti neanche di essere chiamato “uomo”.”Non ho mai dubitato che l”altro ,essendo uguale a me,dice anche lui la sua buona dose di stronzate.Manoela mi chiese poi:”Ora come ci comporteremo?”.”Non lo so”,risposi,”e al momento non mi interessa.”Mi contattò sul telefono,dicendomi che qualunque fosse stata la mia scelta avrebbe continuato a volerle bene.Non sapevo cosa dire,ma Cesare mi venne in aiuto.”Alea iacta est”.Da quel momento in poi niente sarebbe stato più lo stesso fra di noi.Parlammo anche qualche giorno dpo,dopo il corso di teatro,più approfonditamente.Le dissi molto di più,dicendo tutto il mare che mi aveva fatto,come si era evoluta la situazione e come lei fosse cambiata.Parlai la maggior parte del tempo io,forse è qui il mio errore,ma qualche intervento lo fece anche lei.”Io sono maturata!E quando troverai una persona crescerai anche tu!Tutti cambiano,non si può continuare a desiderare o essere quello che si era o desiderava da bambini.”La mia risposta fu qualcosa di spettacolare,una cosa mirabile.”Tutti dovrebbero continuare a essere quello che sono sempre stati,o a desiderare quello che hanno sempre voluto.Cambiano,”crescendo”,hai perso una parte di te.Una parte di cui ero innamorato.”Ammise che si era comportata da stronza con me,inutile vittoria d ’orgoglio.Non avevo finito che lei se ne doveva andare ,di nuovo ad una festa.Questo mi fece capire e prendere una decisione.”Penso che non dovremmo più sentirci ,almeno per un po’.”Da lì è come se Manoela fosse scomparsa dalla mia vota.Ho goduto però quando l ’ho vista litigare fuori col fidanzato.Fui felice per un po’,l”orlgoglio era alle stelle.Insomma il mio ego andava come un treno.Però,quando si esaurì l ’orgoglio tornai a essere giù di morale.il destino però,doveva giocarmi un ultimo grottesco tiro.Quest ’anno abbiamo messo in scena il “Cyrano”,io modestamente interpetravo il protagonista.Rossana doveva farla una mia compagna di teatro,sfrotunatamente questa si assentò diverse volte e dovemmo sostituirla.Voi mi chiederete,chi l ’ha sostituita?Lei ovviamente.Una sofferenza.Dovevo recitare sul palco quello che ero nella vita vera.Pirandello sarebbe fiero di me.Dicevo tutte quelle parole dolci,non come Cyrano a Rossana,ma come Dante a Manoela.Ero sconfitto sia sul palco che sul campo.Finito lo spettacolo,e dopo aver ricevuto una sfilza di commenti mi misi a sorseggiare fuori dalla sala la bottiglia di vino rimasta a seguito della rappresentazione.Mentre sorseggio vedo Manoela uscire e baciarsi col suo ragazzo.Aveva una abito bellissimo quella sera,uno di quelli alla maniera cinese,che le rimetteva in risalto il corpo.Io contro avevo la camicia abbottonata alla buona e coperta di chiazze di vino.Tutto iniziò col vino,tutto finì col vino.Il cerchio si chiude..Quello che avvenne dopo è storia recente.Il Memorial di Alfredino,le invasioni estive,i corsi di recupero,le serate al bar,il secondo posto a Santa Maria a Favore,il Trentino,il mio primo romanzo e tutto il resto.Prima di raccontarla a te,caro lettore questa storia l ’ho raccontata a tutti i mieicompagni.C ’è chi ascoltava stupefatto,chi si lamentava della lunghezza e chi mi guardava con un sorrisetto,quasi a dire “C ’è cascato pure lui.”E ora sono qui a scrivere nel silenzio della mia stanza.Il silenzio fa si che i ricordi non suscitino desidere ma tristezza,un enorme sconsolata malinconia. XIII Ma come,dopo la frasona di Remarque ad effetto il libro non è ancora finito?Eh no,perché voglio raccontarvi un ultimo episodio che ho tralsciato.Perchè?Perchè sono un mulo testardo,e malgrado tutto,malgrado sappia di avere una possibilità su miliardo continuo a sperare.Never give up,just do it,insomma quei clichè là.Ad Messina trovai un ciondolo a forma d ’infinito.Pensai subito a lei.Decisi di comprarglielo.Come glielo diedi poi,è una cosa da manuale d”amore.Le dissi di chiudere gli occhi,e glielo appesi al collo.Li riaprì,era sorpresa e entusiasta della sorpresa.Mi guardò con quei suoi occhioni pieni di felicità.Dissi:”Appena l ’ho visto ho pensato subito a te.Così potrai guardarlo e sapere che ci sarò sempre per te.”Lei in tono scherzoso disse:”Deve essere molto difficile per uno come te dire queste cose.”Le dissi a denti stretti infatti.”Anche io ci sono sempre per te,anche se non lo dimostro.”(Di solito non è il maschio a dirlo alla femmina?!?!?)Mi diede due baci sulle guance e poi un lungo abbraccio.Non rifarò mai una cosa amorosa più spettacolare di quella.Manoela,se un giorno leggerai queste pagine,ricordati che io ci sono ancora per te,anche se con mille incertezze su quello che sarà,sempre se ci sarà,il nostro rapporto.Strano,ho grandi piani per il mio futuro remoto mentre quello prossimo è scuro,rivedrò di certo Manoela a Ottobre al corso,ma non ho uno straccio d ’idea al riguardo.So però cosa farò ora.Chiuderò il pc,stapperò una tre luppoli,e mi metterò sul balcone di casa mia a guardare nella direzione di Pagani.Ripenserò a Guido,alla Rocchese,ai Compagni,alla Primavera Araba,al mio libro e a Manoela,intensamente. Egli finì di scrivere il romanzo nell'agosto del 2014, in una giornata così calma e silenziosa su tutto il fronte, che il messaggio di risposta alle domande sulla questione si limitava a queste parole: "Niente di nuovo sul fronte manoela". Era appoggiato alla ringhiera con la testa avanti e si sporgeva , come se osservasse qualcosa. Quando lo notarono si vide che non doveva aver sofferto a lungo: il suo volto aveva un'espressione così serena, quasi che fosse contento di finire così. Dedicato a Erich Maria Remarque e Guido Raspantini Ringrazio per la collaborazione e il sostegno morale et fisico:Il mio gruppo di amici,la mia famiglia e altri che mi sono stati di sostegno e appoggio.Ringrazio infine lei,senza la quale questo romanzo non sarebbe mai nato Per info e domande:sorrentino1998@hotmail.it
   
 
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