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Autore: Haruyoshi    10/08/2014    1 recensioni
Dal testo- Avrei dovuto affrontare la realtà molto tempo fa (...)
Mi ricorda lei.
(...) mi ricorda Prim
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bimba Mellark, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Non sono mai riuscita a fare i conti con questo luogo,sin da dopo la rivolta. Il campo è una distesa pianeggiante che sembra estendersi all'infinito, delimitato da un disadorno recinto bianco, l'entrata è costituita da un umile cancello anonimo. Ma tutti sanno che posto è questo,ed a nessuno fa davvero piacere venire, nonostante la piacevole brezza che soffia nei dintorni,ed il verde che ricopre il terreno: vedono tutti, vedo io, solo le steli bianche,che si innalzano solenni e cupe per tutto il campo, con i loro atroci epitaffi incisi nella pietra : il ricordo delle vittime della rivolta e di Capitol City. 
Mi faccio strada oltre il cancello e mi fermo qualche passo dopo la soglia. Peeta, la mano stretta in quella di nostra figlia, mi guarda, diversi metri più indietro. Percepisco il suo sguardo apprensivo, forse sta riconsiderando la sua brillante idea di farmi venire qui. Be', è tardi, genio, per tirarsi indietro.
Scuoto il capo. Sono io ad essere in ritardo: avrei dovuto affrontare la realtà molto tempo fa.
Prendo un respiro e muovo qualche altro passo, lentamente, poi sento Peeta raggiungermi, mi volto appena per scrutare la sua figura salda, gli occhi fissi su di me, chiarissimi alla luce del sole mattutino: riesco a leggerci dentro e l'amore ,che è così manifesto in quelle iridi azzurre. Mi spiazza. Accanto a lui, una bambina con gli stessi occhi,mi sorride goffamente. Qualcosa che ha preso da me. Eppure è così piccola e fragile ed indifesa.
Mi ricorda lei. 
Ed è un attimo: avverto un'ondata di affetto misto a dolore investirmi nei confronti di quella piccola,nuova creatura da proteggere; le rivolgo un fugace sorriso in risposta, e riesco a voltarmi un attimo prima che le sia possibile notare le mie lacrime.
Mi ricorda Prim.
Avanziamo fra le lastre e ci fermiamo davanti ad una pietra identica a tutte le altre. 
I caratteri incisi svettano contro il bianco della stele:
"Primrose Everdeen"
Quello che mi resta, di ciò per cui avevo combattuto, è una lapide senza tomba. 
Avverto a malapena le dita di Peeta intrecciarsi alle mie, e c'è silenzio e non so,forse vorrei che non ci fosse,perchè in questo modo riesco fin troppo bene ad ascoltare i pensieri che rimbombano nella mia testa, insieme all'inestinguibile eco di quella bomba. Perchè siamo venuti qui? Non ho bisogno di guardare quest'inutile sasso per ricordarmi che lei è morta, e non servirà neanche a farmi stare meglio. Forse volevo dimostrare a me stessa di aver superato anche questo. Ma è una bugia. Alcuni tipi di dolore non passano mai, alcune ferite non guariscono. Guardo Peeta, ricambio distrattamente la sua stretta,ma con lo sguardo lo supplico di andarcene. Ora. Ti prego, ti prego, ti prego. Voglio che questo silenzio finisca.
Lui non si muove per qualche istante,e mi sembra di scorgere una sorta di energia nel suo sguardo. Ma credo che non possa competere con le lacrime nel mio, perchè la vedo estinguersi subito dopo. E stiamo per andarcene, quando, pochi metri più avanti, Peeta si accorge che Willow è rimasta indietro ,a fissare con quel suo sguardo innocente la lapide di mia sorella.
E lei, le spalle ancora verso di noi, esaudisce le mie preghiere.
Spezza il silenzio. E la sua voce si diffonde per tutto il campo,limpida e soave, così leggera che sembra soffi con il vento.
La melodia che intona parla di quiete, addio e ricordo.
Alla fine nè io nè Peeta osiamo aggiungere una parola,ma io sto ancora singhiozzando quando mia figlia ,lo sguardo insolitamente vispo e dolce al contempo, estrae dalla tasca una mazzetto stropicciato di primule, e le deposita delicatamente accanto alla lapide. 
 
Forse ho ancora qualcosa per cui combattere.
Qualcuno per cui continuare a vivere.
 
 
  
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