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Autore: Iansom    11/08/2014    3 recensioni
La morte di Damon è stato un duro colpo, tre mesi non possono bastare a cancellare quel dolore...ma nemmeno le speranze si affievoliscono ed un improbabile trio, forse, ha trovato la soluzione.
Spero vi piaccia :)
Buon compleanno, Setsuna
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alaric Saltzman, Damon Salvatore, Enzo, Stefan Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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In the arms of Angel
Per te.
Che sei speciale, che mi fai ridere anche quando non ne ho voglia, che mi aiuti a non mollare.
Per te, unica, amica impeccabile.
Persona stupenda.
Per te, Setsuna, sperando che questo piccolo pensiero possa farti felice. Anche se in anticipo ti auguro un felicissimo compleanno, amore mio.

E soprattutto auguri dal tuo Damonuccio.
 
Era la solita storia da tre mesi ormai.
Per un fugace istante quando sorgeva il Sole e abbandonava il mondo dei sogni un lieve sorriso colorava le sue labbra... che puntualmente spariva l'istante dopo, non appena realizzava cosa era accaduto, chi aveva perduto.
Stefan si ritrovò sommerso dall'accecante luce del Sole che filtrava prepotente dalle grandi finestre; il volto cupo rivolto verso il soffitto, lo sguardo spento di chi ha perso tutto.
Le lenzuola scompigliate da una lunga notte segnata da incubi lasciavano scoperto il suo torace nudo.
Un altro lungo ed interminabile giorno aveva inizio.
Si alzò di scatto scostando rudemente le lenzuola e andò dritto verso il bagno.
Non si guardò allo specchio osto sopra il lavello.
Aprì il getto d'acqua rigorosamente gelato, si spogliò completamente ed entrò in doccia.
Tutti gesti meccanici che si ripetevano ogni dannatissima mattina, come un automa.
Andava avanti perché doveva, perché arrendersi sarebbe stato un affronto al sacrificio di suo fratello.
Ma la verità era che desiderava non svegliarsi più, mettere fine a quel dolore straziante con cui era costretto a convivere.
Ci aveva pensato in più di un'occasione: salutare l'Alba senza il suo prezioso anello; era il modo più semplice per non sentire più nulla.
Perché il tempo non guarisce certe ferite, non colma il vuoto di una persona amata.
Perché l'eternità senza Damon, sangue del suo sangue, la sua spina nel fianco era una tortura continua.
Ogni volta prometteva a se stesso di non pensarci per non crollare, ma puntualmente i ricordi gli facevano visita.
Cosa avrebbe dato per una delle sue battute al vetriolo, fuori luogo e sempre a suo discapito.
Per vederlo scolarsi il suo bourbon davanti al camino, accigliato e perplesso.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per averlo ancora tra i piedi, in quella casa ormai troppo grande e piena di ricordi devastanti, per averlo nella sua vita, punto.
E mentre l'acqua gelida lambiva ogni parte del suo corpo, Stefan si ritrovò a pensare a quanto fosse ingiusta e schifosa la vita.
Non era un ipocrita, era il primo a dire che Damon non era un Santo, aveva collezionato più errori di chiunque altro, ma si era redento.
La sua corazza di odio era stata scalfita, la parte migliore di lui era tornata a galla.
Si era sacrificato per persone che spesso lo avevano ferito, non ci aveva pensato un attimo a barattare la sua vita per quella degli altri.
Dopo un secolo di sofferenze, delusioni e inganni aveva finalmente conosciuto l'amore vero, quello ricambiato, forte, immenso... E poi?
E poi ancor prima di godersi la felicità meritata era morto, lasciando Elena nella disperazione più nera.
'Non doveva andar così'.
Senza nemmeno accorgersene si ritrovò a colpire le mattonelle con un pugno così violento da distruggerle come se fossero fatte di burro.
No, non poteva andare avanti così.
Chiuse in fretta l'acqua ed uscì e senza nemmeno asciugarsi si coprì al volo con un asciugamano in vita per poi tornare in camera.
Rimase piuttosto interdetto quando vi trovò Enzo a Rick.
Che ci facevano quei due insieme? Non si sopportavano.
Anzi, a dirla tutta Enzo non sopportava nessuno a parte Caroline e soprattutto odiava lui.
Quindi perché era li?
"Che sta succedendo?"
"Non potevamo perderci l'occasione di vederti nudo e gocciolante ed eccoci qui, Stefan".
Rispose con un bieco sorriso il corvino, comodamente stravaccato sul letto come se fosse casa sua.
In cerca di una risposta seria il giovane Salvatore guardò Alaric, in piedi davanti alla finestra.
"Io e questo idiota qui abbiamo parlato".
"Felice per voi". Rispose indifferente Stefan. Non era dell'umore adatto per le visite, senza contare che la presenza di Enzo lo irritava ulteriormente.
Non poteva sopportare che uno come lui fosse tornato a vivere una vita che non meritava neppure, mentre suo fratello no. Inaccettabile.
"Risparmiati le battute, non sono il tuo forte".
Aveva già detto che non sopportava Enzo?
Be, la cosa era reciproca.
Nemmeno il corvino era felice di essere lì, come non lo era per aver chiesto l'aiuto del professore. Ma da solo non poteva farcela.
Stefan stava per perdere la pazienza e per evitare di andare nuovamente fuori di testa respirò a fondo.
"Stefan". Lo richiamò Rick. "Forse abbiamo trovato il modo di riportare indietro Bonnie e Damon".
"Ho trovato". Lo corresse Enzo. "Mentre tu facevi il professore all'Università io mi sono dato da fare".
Ma era insopportabile!
Sì, per Alaric non era stato facile tornare, affrontare la sua nuova natura da vampiro e tenere il passo, ma ce la stava mettendo tutta.
Jeremy ed Elena erano la sua priorità ed aveva accettato il lavoro all'Università come docente di Storia solo per tenere sotto controllo la Gilbert, che non riusciva a riprendersi da quella maledetta notte.
"Di cosa state parlando?" Immediatamente nell'udire quelle parole Stefan si animò di nuova speranza, sembrava un bambino davanti ad un negozio di giocattoli.
"Forse non é tutto perduto".
"L'altro lato é andato distrutto". Ricordò Stefan, diffidente.
Se si concedeva il lusso di sperare, sperarci davvero, per poi restarci fregato?Avrebbe anche potuto perdere definitivamente la testa, il suo cuore non avrebbe retto anche questo.
"Sono riuscito a contattare una strega". Enzo si alzò dal letto mettendosi seduto, scandendo parola per parola con estrema calma. "Damon é da qualche parte nell'Etere, ciò significa che possiamo riportarlo indietro".
"Ed anche Bonnie". Precisò puntiglioso Rick, ma ad Enzo della streghetta non importava un fico secco.
"Dettagli!" Lo liquidò con un gesto della mano. "Il problema però é che non abbiamo molto tempo prima che il suo spirito cessi completamente di esistere".
E come una tortura nella mente di Stefan iniziarono a vorticare immagini di suo fratello che lottava duramente per sopravvivere, che soffriva chissà quali pene.
"Nulla da dire?" Il corvino si rivolse a Stefan, andandogli in contro con un sorriso ironico e diabolico.
"Non mi fido di te". Fu la risposta che ricevette.
E se quello fosse stato un trucco? In fondo Enzo lo odiava e in più di un'occasione aveva dimostrato solo desiderio di vendetta.
"Considerando che mi hai già ucciso una volta... sono io a non fidarmi". Ringhiò l'altro.
"E lo rifarei ancora". Stefan assottigliò lo sguardo, ogni muscolo del suo corpo teso.
Scontro in vista!
Il primo a scattare fu Enzo, ma in un battito di ciglia Alaric si frappose fra i due, spintonando violentemente entrambi.
"E' così che pensate di salvare Damon?" Urlò. "Sono l'unico a cui importa davvero?"
"Come puoi fidarti di lui?" Stefan si sentì profondamente offeso dall'insinuazione del suo amico.
Damon era suo fratello, per l'amor di Dio! E se avesse avuto una misera certezza di poterlo salvare non avrebbe esitato un istante. Si sarebbe lanciato persino tra le fiamme dell'inferno.
Stefan era solo diffidente e poteva capirlo, ma Rick si era dovuto ricredere nei confronti di Enzo.
Non sarebbero mai diventati amici, ma su di lui una cosa l'aveva capita: a Damon ci teneva davvero.
Essere stati rinchiusi per cinque anni in una prigione di torture e crudeltà, essere trattati come bestie prive di sentimenti li aveva uniti in un modo che solo loro potevano comprendere.
Si erano fatti forza l'uno con l'altro.
E quando lui era dall'altra parte, anche se non lo avrebbe mai ammesso, era stato felice di sapere che il suo compagno di bevute avesse ritrovato un amico.
Per cui sì, Rick era assolutamente certo della buona fede di Enzo.
"Lui lo vuole tanto quanto noi, Stefan". Lo difese apertamente e la sua sicurezza inevitabilmente finì con il contagiare anche Stefan.
"Cos'altro ti ha detto questa strega?" Si arrese infine, senz aperò abbandonare l'ostilità.
Enzo si aprì gongolante in un sorriso da un orecchio all'altro. "Se non ti fidi che te lo dico a fare?"
Alaric era stato chiaro, niente violenza, ma gli fu impossibile non cogliere di sorpresa il bruno e mollargli un sonoro schiaffone dietro la nuca.
Ok, Enzo se lo meritava, non poteva negarlo. "La strega é stata chiara: l'incantesimo deve essere eseguito entro la prossima Luna Piena, ovvero domani. Dobbiamo recarci a San Francisco, é lì che si trova la strega".
"Liv é stata chiara: non ci sono speranze". Meditò ad alta voce Stefan.
La bionda e quel bastardo del suo gemello erano la causa di tutto, ma non poteva negare che come strega fosse potente.
L'aveva minacciata più volte, pesantemente, ma sempre aveva detto di non poterlo aiutare.
Enzo sbuffò pesantemente. "Lascia perdere quella stronza, io parlo di una strega vera. Damon sta vagando in una dimensione senza nè spazio nè tempo e saremo noi a tirarlo fuori".
Le iridi nere del vampiro brillavano di una determinazione sconfinata, perché lui era certo di riuscirci.
Damon aveva mantenuto la parola e aveva trovato il modo di riportarlo indietro, cancellando i rancori e gli sbagli del passato, riconquistando la sua eterna riconoscenza.
"C'è solo un problema". Proruppe funereo Rick. "Non ci sono garanzie di ritorno. Nè per Damon e Bonnie... nè per noi".
Un secondo.
Il tempo di lasciar finire la frase al suo amico e Stefan rispose con un secco. "Facciamolo!"
"Sapevo che lo avresti detto". Sorrise l'ex cacciatore.
"Bene! Dato che i tre Moschettieri sono tutti d'accordo possiamo partire subito; San Francisco non é esattamente dietro l'angolo".
Finalmente poteva uscire da quella stanza. Enzo non desiderava altro.
Ma prima di uscire non potè fare a meno di voltarsi. " Ah, Stefan, mettiti qualcosa addosso! Non voglio che al suo ritorno Damon resti traumatizzato".
Che spirito di patata!
"Vi aspetto di sotto". Urlò infine, lasciando gli altri due da soli.
"Ci metto un attimo".
Rinvigorito da quella nuova speranza Stefan si avvicinò al suo armadio.
"Ascolta". Lo fermò Rick. "Nessun altro sa nulla. Al nostro ritorno faremo loro una gran sorpresa".
Un modo per manifestare il suo ottimismo, per esorcizzare la sfortuna che puntalmente sembrava perseguitarli.
Un cenno d'assenso da parte del suo amico e poi Rick si accinse a raggiungere Enzo.
Stefan aveva quasi paura a sperare.
E se avesse fallito?
Se arrivati in quella dimensione si fossero accorti che per Damon era troppo tardi?
Al diavolo!
Ce l'avrebbero fatta, sì.
Non temeva il pericolo: avrebbe affrontato anche la fine del mondo per quel testardo orgoglioso di suo fratello, per quell'eroe che avrebbe preferito morire altre cento volte piuttosto che essere riconosciuto come tale.
Un sorriso solare, il primo dopo tanto tempo gli illuminò il viso a quel pensiero e si ampliò quando pensò a come sarebbe stato dopo il loro successo.
Tutto sarebbe tornato a posto e lui avrebbe lottato con le unghie e con i denti per proteggere la felicità di suo fratello.
"Ti riporterò indietro, Damon. Non ti deluderò ancora, te lo prometto".
Non poteva sentirlo, ma lui aveva comunque bisogno di dirlo ad alta voce.
Aprì il suo armadio e prima che quell'idiota di Enzo salisse di nuovo afferrò la camica blu a scacchi e se la infilò.
Ad un tratto però un vento caldo fece oscillare le tende scure ed accarezzò la pelle del vampiro.
Impossibile! Le finestre erano chiuse...
No, non doveva far volare la sua immaginazione da sciocco sentimentale... Eppure era certo di non essere più solo in quella stanza.
Un forte aroma di ambra e muschio si disperse nell'aria ed il suo cuore morto parve scoppiare.
"Damon, sei qui? Ti prego..." Urlò guardandosi intorno freneticamente, alla ricerca di qualcuno che non avrebbe mai trovato.
Avrebbe riconosciuto il suo profumo ovunque...
"Un segno, Damon. Ti chiedo solo un segno". Lo implorò disperato.
Un minuto. Due... ma niente.
Frustrato e con il volto rigato dalle lacrime Stefan si voltò nuovamente verso l'armadio e fu allora che lo vide.
Lì riflesso nello specchio fissato sull'anta.
Così come lo ricordava, come era morto in quella dannata esplosione: jeans nero, camicia del medesimo colore e l'immancabile giacchetto di pelle.
Sorriso asimmetrico e gli occhi cerulei fissi in quelli del fratello.
Con il cuore in gola Stefan si voltò di scatto, ma Damon non c'era.
Tornò a fissare lo specchio, ma vi era solo la sua immagine riflessa.
Possibile che lo stress e la voglia disumana di riaverlo indietro gli avessero fatto immaginare tutto?
"Quella camicia fa schifo, mangia scoiattoli".
Un sussurro ma perfettamente udibile al suo udito e soprattutto al cuore del giovane Salvatore, che l'attimo dopo scoppiò in una fragorosa risata.
'Il solito stronzo anche da morto'.

 
  
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