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Autore: Smora    11/08/2014    2 recensioni
Perché non tutti i padri nascono quando nasce loro figlio.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bulma, Trunks, Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La fioca luce della lampada illuminava quel tanto che bastava a scorgere il disordine assoluto che regnava nella stanza. La mancanza di ordine tuttavia non era una condizione insolita per quel particolare ambiente, ma questa volta oltre ad i soliti libri e vestiti sparsi per tutto il pavimento si poteva scorgere ai lati del letto mucchi e mucchi di fazzolettini da naso usati che formavano delle piccole montagnole bianche, quasi fossero dei cumuli di neve. La scrivania era ingombra di tazze semivuote che odoravano di tè alla frutta o di brodo di pollo, mentre su entrambi i comodini avevano trovato posto le piccole scatoline multicolore che contenevano diversi tipi di pillole e compresse. Non avezza alla malattia, Bulma giaceva a letto senza forze con una pezzuola sulla fronte incandescente. La pelle pallida e sudata e gli occhi cerchiati di nero nascondevano alla perfezione la florida bellezza che la donna solitamente esibiva con vanto.

Era sempre stata una ragazza sana, nel pieno senso del termine. Sia fisicamente che mentalmente non aveva mai patito più di qualche raffreddore e il suo spirito allegro e solare non era mai stato scalfito dalle prove a cui la vita l'aveva sottoposta.

Vegeta si era reso conto che qualcosa non andava solamente quando perso nei suoi pensieri aveva udito distintamente il pianto del figlio. In quelle occasioni sapeva per esperienza che Bulma accorreva senza indugio, per raccogliere il bimbo tra le braccia assecondando ogni suo bisogno o capriccio. Da cinico sayan tuttora non capiva come una donna indipendente e orgogliosa come Bulma potesse trasformarsi nella più servile delle schiave, quando si trattava di suo figlio. Nonostante fosse una fiera dormigliona era capace di alzarsi dal letto anche dieci volte per notte per accudire Trunks, e non si scocciava nemmeno di cambiargli il pannolino o di pulirgli quel nasetto moccioloso, cose che lui trovava assolutamente degradanti e disgustose. Ma il pianto questa volta continuava in tonalità sempre maggiore e nessuno in tutta la casa sembrava badarci.

L'urlo acuto del bambino sembrava ora perforare i timpani di Vegeta che oltremodo infastidito si era soffermato a cercare l'aura della terrestre, trovandola più bassa del normale. Con passo spedito e con collera crescente si era recato verso la camera che sapeva appartenere a Bulma ma appena fuori dalla porta sentì un tonfo sordo.

La donna giaceva a terra respirando affannosa mentre cercava la forza di rialzarsi.

-Che diavolo ci fai li a terra?Non senti il rumore insopportabile che proviene dalla stanza di tuo figlio?

Non ottenendo risposta il principe dei sayan si fece più vicino.

-Ti avverto che comincia a darmi sui nervi!

La donna lo guardò con gli occhi lucidi di febbre, supplicandolo con lo sguardo e lui pur senza volerlo comprese.

Si chinò sulla giovane con cui aveva condiviso molte e molte notti e passate le braccia sotto il suo esile corpo la sollevò dal pavimento per poi deporla dolcemente sul letto.

Lei non ringraziò ma pretese ancora con voce lieve.

-Vai da Trunks. Sono certa che sta bene perché mia madre si è presa cura di lui prima di uscire. Ha solo bisogno di vedere qualcuno accanto.

Vegeta sgranò gli occhi. Mai gli era stato chiesto anche solo di avvicinarsi al bambino.

-Ti porto da lui.

E già si era chinato per raccoglierla nuovamente.

-No ti prego!Sono malata e non voglio che stia male anche lui. Se mi porti da lui sicuramente si ammalerà. Te ne prego – disse prossima alle lacrime – Vai tu!

 

I pochi metri che lo separavano dalla stanza del bambino gli ricordarono la strada che era obbligato a compiere quando veniva convocato da Freezer stesso e il senso di turbamento e di incertezza non era poi molto diverso da quello che provava allora.

Aperta la porta il vagito fastidioso si era fatto talmente molesto da far desiderare a Vegeta di strapparsi le orecchie, ma forte del suo coraggio si era comunque avvicinato alla culla.

Trunks avvertita la presenza di qualcuno aveva per un attimo cessato di piangere per poi puntare i piccoli occhietti celesti in direzione della figura che aveva di fronte.

I due si scrutarono come fossero su un campo di battaglia prima di uno scontro cruciale, studiandosi a vicenda per capire le intenzioni dell'avversario e valutando la prossima mossa.

Trunks ereditato il carattere socievole della madre colpì per primo e senza distoglier lo sguardo allungò una manina in direzione del padre. Vegeta come ipnotizzato aveva quindi proteso anch'egli una mano e il bambino lesto gli aveva stretto l'indice con tanta forza da poter spezzare il dito ad un comune terrestre.

Una scossa elettrica pervase il corpo di Vegeta che non riuscì a reprimere un sorriso; non il suo solito ghigno malefico o sadico e nemmeno il sorrisetto strafottente che riservava a Bulma durante le loro brevi dispute, ma un sorriso caldo fiero e amorevole, il sorriso di un padre. E per la prima volta si accorse che suo figlio era reale, che era suo e che avrebbe potuto volergli bene almeno quanto aveva amato il Trunks del futuro.

Rimase a fissarlo ancora per qualche minuto, permettendogli di giocare con le sue mani, poi si era diretto verso la porta e l'aveva guardato un ultima volta, pregustando il giorno in cui avrebbe iniziato ad allenarlo.

  
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