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Autore: Katiya    13/09/2008    1 recensioni
Ciao a tutti! Piccola premessina. Questa fic è stata scritta da una mia amica,dalla mia amica. Ed io l'ho solamente riportata identica e spiccicata su questo sito^^. "Nella vita ci sono tanti piccoli gesti che vengono apprezzati da noi più di quanto un grande gesto. Un abbraccio da parte del nostro moroso,un bacio da nostra madre oppure da nostro padre,un sorriso,una parola detta al momento giusto,una risata. Ma il gesto che io più ho apprezzato è stata una stretta di mano. Una stretta di mano data da una persona che sarà sempre al mio fianco,che non mi abbandonerà mai. Una persona che ci sarà sempre,anche quando non dovrà esserci. Una persona che nei momenti difficili,mi prenderà per mano, e mi porterà via....."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Nella vita ci sono tanti piccoli gesti che vengono apprezzati da noi più di quanto un grande gesto.
Un abbraccio da parte del nostro moroso,un bacio da nostra madre oppure da nostro padre,un sorriso,una parola detta al momento giusto,una risata.
Ma il gesto che io più ho apprezzato è stata una stretta di mano.
Una stretta di mano data da una persona che sarà sempre al mio fianco,che non mi abbandonerà mai.
Una persona che ci sarà sempre,anche quando non dovrà esserci.
Una persona che nei momenti difficili,mi prenderà per mano, e mi porterà via.

Tutto ebbe inizio il primo giorno della prima superiore.
Una scuola nuova,persone nuove e possibili amici nuovi.
Tutte cose che io detestavo,essendo stata bocciata alla prima Liceo.
Quella scuola sembrava un altro mondo ed io mi sentivo un alieno atterrato su un mondo strano.
In disparte osservavo la gente,osservavo amici,che separati da un estate ricca di avventure,correvano a salutarsi l'un con l'altro...come un rito.
Ragazze tutte simili che si salutavano con cordiali,quanto superficiali baci sulle guance...stessi capelli,stessi vestiti,stesso trucco.
Sì mi sentivo un pesce fuor d'acqua.
Soprattutto quando vidi chi erano i miei futuri compagni di classe.Quelle persone con cui avrei passato cinque anni della mia vita.
Insignificanti.
Come insignificante fù il giro che ci fecero fare per la scuola,mostrandoci le classi mezze fatiscenti,i laboratori,le palestre e l'aula di musica.
Fù quest'ultima che mi impressionò.
Non per la fatiscenza del loco,che era simile alle altre aule già viste,ma per la ricchezza di strumenti raccolti sotto la polvere in quella stanza angusta.
Strumenti imprigionati da teli di plastica,come se essi potessero proteggerli dal tempo e dall'usura.
E lì rimasi,mentre gli altri s'avvicinavano alle macchinette,pronti a spendere e spandere in cose dannose per la salute e per il portafoglio,ad osservar un arpa,imprigionata nella sua prigione di plastica.

Ma non ero sola.
Mi accorsi dell'altra persona solo quando questa mi prese per mano e mi disse poche,quanto semplici parole:
"Lasciamoli riposare".

Con queste due parole iniziò la nostra amicizia,iniziò il nostro percorso educativo insieme.
Iniziò il periodo più bello della mia vita.
Perchè Lei era tutto tranne che insignificante.Partendo dall'aspetto fino a giunger all'anima.
Quell'anima debole e artistica intrappolata in quel corpo forte.
E quella stretta di mano che mi salvò dal mio stesso cervello malato.
Quella stretta di mano che mi condusse verso la maturità e verso ciò che sono.

Quella stretta di mano accompagnata dal suo sorriso solare e luminoso che mi accompagnarono anche il primo giorno in facoltà.
Quella stretta di mano che apparteneva ad una persona d'animo fragile.Una persona che amava la musica classica,viveva per la musica.
In Lei vi era sempre una strana tristezza,una malinconia strana che lei mascherava con freddezza e impassibilità.
Come quel nero volutamente forzato che gli ricopriva il corpo.
Come quel tatuaggio che si fece durante l'ultimo anno di superiori...quando io tenevo la mano a lei...quando il suo viso era una maschera di dolore.
Quella lacrima nera tatuata con maestria sotto l'occhio destro.
Mille perchè...ma quella lacrima era,sempre e sarà su quel viso.
Quella stretta di mano che apparteneva ad una persona la cui frase preferita era 

*Essere allegri non significa necessariamente essere felici, talvolta si ha voglia di ridere e scherzare per non sentire che dentro si ha voglia di piangere.*

Quella frase di Jim Morrison che l'accompagnava sempre.
Ecco.
Fù la persona che era dietro la stretta di mano che mi salvò...e che tuttora mi salva.
Noi due ci salviamo dalla tristezza del mondo.

E tutto partì da una stretta di mano tra due ragazzine di fronte a degli strumenti dormienti,mentre intorno a loro il mondo cambiava.



-----------------------------------FINE------------------------------

Ciao a tutti!Questa breve fic la dedico alla mia migliore amica,all'unica persona a cui veramente tengo.
A ricordarle da dove tutto è incominciato e ad ricordarle una cosa...
Che avrò sempre bisogno della sua stretta di mano...che quella è la mia droga^^
Dedicata a Katiya
   
 
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