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Autore: noemicastle    12/08/2014    2 recensioni
Non aveva mai perso la lingua in quel modo, di solito era un chiacchierone. Certo, solo con le poche persone che riteneva amiche, ma con qualcuno era veramente estroverso. Sentiva di aver trovato qualcuno con cui parlare sul serio, anche se dalle poche parole che si erano scambiati, aveva subito capito che, con la conoscenza, avrebbe ritenuto Shane simpatico. In effetti, non aveva ancora perso il sorriso.
"Seconda classificata al contest 'On the wings of the heart-beats'  organizzato sul forum"
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La musica si diffondeva per il teatro come se fosse un fiume in piena. Caleb sentiva scorrere su di sé le note del pianoforte, lo sfioravano nel modo in cui le farfalle si posano leggere su un fiore colorato. Si avvicinò cauto alla grande porta di legno massiccio, indeciso se entrare o no. Il suonatore, a giudicare dalla complessità del brano, doveva avere anni e anni di esperienza alle spalle. Caleb rabbrividì nell’aria invernale, un po’ per il freddo vero e proprio e un po’ per la forte emozione che gli provocava quella melodia malinconica. 

Spinse il portone verso l’interno, trovandosi in un’ampia sala tappezzata di una costosa moquette rossa sul pavimento, mentre le pareti dorate rimandavano a un lusso passato da circa un secolo e mezzo. L’aria sapeva lievemente di stantio e di polvere, ma Caleb fu distratto dalla fine di quella stupenda armonia. Si addentrò, spostando le cortine consunte dal tempo e spostò lo sguardo dal fondo della sala verso il palco. 

Su di esso c’era un pianoforte a coda nero fiammante, aperto per aumentare l’intensità del suono. Seduto sullo sgabello di fronte ad esso, c’era un ragazzo alto e moro, con indosso un maglione viola che risaltava il suo fisico asciutto, ma non smunto. Le sue mani avevano riattaccato a sfiorare i tasti dolcemente, quasi accarezzandoli, ma imprimendo alla musica una velocità inebriante. Non alzò la testa quando Caleb si sedette su una poltroncina a osservarlo; non alzò la testa nonostante il suo ascoltatore stesse sfogando la sua emozione con rumorosi singhiozzi. 

Solo alla fine del brano permise a Caleb di guardarlo finalmente in viso, dopo che egli ebbe applaudito con vigore. Sorrise al suo spettatore e s’inchinò, come per salutare un’enorme folla accorsa al suo spettacolo. Caleb non fece fatica a immaginarselo in un elegante frac nero, con gli occhi di tutti puntati su di lui e i fischi di acclamazione. 

Scese dal palco, avvicinandosi a Caleb, che nel frattempo si era asciugato le guance un po’ arrossate dalle lacrime.

“Mi dispiace, non sarei mai dovuto entrare…”

“No, scusami tu. Devo aver suonato talmente male che ti sei messo a piangere. Dopotutto non posso biasimarti. Comunque sono Shane.”

“Caleb.”

I due ragazzi si strinsero la mano amichevolmente. Caleb spostò il peso da un piede all’altro, indeciso su come proseguire, su cosa dire. Non aveva mai perso la lingua in quel modo, di solito era un chiacchierone. Certo, solo con le poche persone che riteneva amiche, ma con qualcuno era veramente estroverso. Sentiva di aver trovato qualcuno con cui parlare sul serio, anche se dalle poche parole che si erano scambiati, aveva subito capito che, con la conoscenza, avrebbe ritenuto Shane simpatico. In effetti, non aveva ancora perso il sorriso.

“Ti va di rivederci?”

Caleb alzò lo sguardo incontrando gli occhi di Shane, che scoprì essere castano scuro, e annuì, contento di aver ricevuto la soluzione così in fretta.
*********
“A cosa stai pensando?”

Shane si appoggiò di fianco a Caleb sul divano, osservando attento il volto del ragazzo e provando a capire cosa gli stesse passando per la mente.

“Al nostro primo incontro, a dire la verità. A come mi sei entrato dentro fino alle ossa e a come mi hai catturato sin dal momento in cui ti ho sentito suonare.”

Shane diede un lieve bacio a Caleb, che sorrise con ancora le labbra dell’altro incollate alle sue.
 
*********
Erano usciti diverse volte dal loro primo incontro a teatro, sempre come amici, tuttavia Caleb sentiva che negli ultimi tempi le cose erano cambiate. Prima di tutto aveva dovuto combattere con il desiderio sempre più forte di baciare Shane, di essere trasportato in un mondo concesso solo a loro due e soprattutto aveva dovuto chiarire a se stesso di non essere attratto dalle donne. 

Una sera decisero di andare a bere qualcosa insieme, sebbene Caleb fosse troppo agitato per poter gestire il sentimento sempre crescente che si stava formando dentro di lui. Non si ricordava quanti litri di camomilla avesse bevuto, a giudicare dal numero di tazze che si erano accumulate nel lavandino della cucina. Aveva presto capito che Shane per quella serata aveva altri piani e non una semplice bevuta tra amici.

Caleb si ritrovò schiacciato tra il muro e il corpo di Shane, incapace di ragionare o di formulare una frase sensata. Le labbra del moro erano morbide, ma decise allo stesso tempo. Il cuore di Caleb batteva allo stesso ritmo del cuore dell’altro, i loro respiri s’intrecciavano.

E chi l’avrebbe mai detto che il suo primo vero bacio avrebbe avuto il sapore della camomilla? 
 
 *spazio autrice*
Ciao a tutti, eccomi con una OneShot e di preciso con la mia prima Slash. Devo dire che non mi convinceva del tutto all'inizio, mi sembrava un po' banale e, in effetti, non posso dire di essere stata originalissima. Questa storia nasce per un contest, viene scritta di fretta e senza troppa passione, ma ha vinto il secondo premio e il premio per lo stile. Avrei potuto fare di meglio, perdonatemi se non vi sembra un capolavoro, ma datele una piccola chance.
A presto, Noemi 
  
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