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Autore: Emmy_Cr_    13/08/2014    6 recensioni
Quando Arthur si svegliò, la prima cosa di cui fu consapevole fu il raggio di sole che gli stava incenerendo la retina.
La seconda venne in coda al tentativo di alzarsi per chiudere le tende per bene: il braccio di Francis.
Si voltò lentamente nell'abbraccio caldo, facendo con grazia e calma per non svegliare il biondo che, contrariamente a quanto credeva, era come un bambino mentre dormiva.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams, FACE Family/New Continental Family, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie ''cause FACE family is the rule'
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Il mattino ha l’oro in bocca


Quando Arthur si svegliò, la prima cosa di cui fu consapevole fu il raggio di sole che gli stava incenerendo la retina.
La seconda venne in coda al tentativo di alzarsi per chiudere le tende per bene: il braccio di Francis.
Si voltò lentamente nell’abbraccio caldo, facendo con grazia e calma per non svegliare il biondo che, contrariamente a quanto credeva, era come un bambino mentre dormiva.
Il braccio che gli cingeva la vita era ben saldo, sopra le lenzuola.
Il viso, mollemente appoggiato alla spalla dell’inglese era rilassato come il resto del corpo, ancora nudo dalla notte prima, steso di pancia.
Inghilterra, aggrottando le sopracciglia, pensò distrattamente alle lenzuola macchiate da mettere a lavare, dal tappeto da spolverare e, dato che Francis, la stupida rana, era riuscito a farcelo venire sopra, anche il muro da rimbiancare.
Fu mentre era preso a ricordare gli eventi del famigerato muro che il braccio si strinse ancora di più a lui e lo attirò verso il petto caldo.
  • Non starai pensando a cose da casalinga isterica vero Lapin?
Arthur si girò verso quella voce raspante di sonno ma ancora dannatamente sexy.
In un moto di dolcezza si girò verso di lui e si accoccolò al suo petto.
  • Sto pensando al muro, quella roba non va via!
La voce stizzita salì da qualche parte sotto il suo collo, insieme alla lingua dispettosa che, dal basso verso l’alto aveva cominciato a vezzeggiare la pelle candida.
Francia mugolò compiaciuto afferrando i fianchi del compagno e tirandoselo addosso.
Con le mani scese sulle natiche, stringendole e tirandolo verso di sé, facendo scontrare i bacini.
Francis dava il meglio di se quando era a sedere con Arthur sulle gambe, proprio come ora.
Si guardarono, dopo un gemito piuttosto acuto dell’inglese, negli occhi e neanche si resero conto delle bocche che si avvicinavano.
Si ritrovarono semplicemente allacciati in un bacio mozza fiato dove le lingue si abbracciavano, combattevano, giocavano tra loro.
Le mani di Francis calarono ancora e ribaltarono il compagno sul letto in una sola mossa.
Arthur, ritrovandosi la rana in mezzo alle gambe, stava per dire qualcosa di contrariato ma la bocca di Francis glielo impedì nuovamente.
Riprese lo sfregamento, riprese il bacio, ripresero i gemiti.
Le mani dell’inglese erano impegnate in una lotta corpo a corpo con i capelli biondi del francese, le gambe erano serrate in una morsa sui suoi fianchi.
Tutto, tutto in quella posizione sembrava dire mio.
  • Arthùr, je t’aime, je t’aime, je t’aime…
Il biondo stette ad ascoltare quella litania di ti amo fino a che non lo zittì con un altro bacio, stavolta più dolce e carico degli altri.
Mugugnò qualcosa di indistinto.
  • Mon amour, non riesco a capirti, puoi ripetere?
  • I love you too…
Non fece in tempo a finire che un colpo di bacini più forte gli fece buttare la testa all’indietro.
  • F-Francis, non nhha, n-non ce la faccio p-più, fai qualcosa!
  • Ohh oui oui chérie
E l’avrebbe fatto, quel qualcosa.
E con piacere.
L’avrebbe fatto se non che la porta si spalancò malamente ed Alfred entrò correndo, trascinandosi dietro il piccolo Matthew, e saltando sul letto.
  • Andiamo al luna park! Avevate detto che oggi andavamo al luna park!
Le reazioni che seguirono l’ingresso furono varie.

Arthur cacciò un urlo decisamente poco virile e si nascose nell’armadio trascinandosi dietro il lenzuolo.

Francis, che era sopra di lui, venne sbalzato a terra, fortunatamente per i bambini di pancia, proprio vicino ai pantaloni della tuta che, la sera prima, il suo inglese aveva scaraventato lontano.

Alfred, essendo più grande, guardò malizioso l’armadio, non capendo però buona parte dei fatti.

Mentre Matthew si era messo a sedere sulle coperte ammonticchiate malamente alla fine del letto, stringendo a sé Kumajirou.
  • Allora? Andiamo al luna park?
Il viso dolce di Canada si volse verso il suo papa che si sentì sciogliere alla vista di quegli occhioni viola.
Il viso determinato di America si volse verso il suo daddy che, guardandolo dall’armadio, si sentì dannatamente fiero, anche per quel suo cipiglio leggermente arrogante.
Papa e daddy si guardarono per qualche secondo.
  • Vestitevi, tra dieci minuti in salotto.
Arthur aveva detto si, e quando Arthur diceva si, c’era sempre da divertirsi.
Alfred si catapultò giù dal letto, diede un bacio di sfuggita all’inglese e corse fuori urlando qualcosa a proposito dell’otto volante.
Matthew rimase un momento lì a guardare i genitori.
  • Matt? C’è qualcosa che non va mon petit?
Il piccolo scosse la testa, diede un bacio ad entrambi, recuperò l’orso e fece per andarsene.
All’ultimo si girò.
  • Scusate se vi abbiamo interrotti mentre vi facevate le coccole…
E se ne andò, seguendo il fratello.
 
 
PERORIAMO LA CAUSA FRUK!
Sono qui, di nuovo direte voi, ebbene si, di nuovo! Yeah! Musichina alla Horatio Cane.
Volevo ringraziare chi ha letto e chi recensito la mia storia precedente, spero che questa possa piacere!!
Bacionissimi EM&C!!
  
  
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