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Autore: AliNicoKITE    13/08/2014    4 recensioni
Dal testo:
''Ares li percorse con lo sguardo uno a uno: Ermes che giocherellava con i suoi inseparabili braccialetti a forma di serpente, uno rosso corallo l'altro azzurro, Apollo che sorrideva, come se la scena gli ricordasse tempi migliori, Artemide che lo fissava non proprio entusiasta dell'uscita, Zeus esaltato, Poseidone che continuava a infastidire Ade, sempre torvo, per poter usare la sua moto al ritorno.
Era un bel gruppo il loro, lo sapevano, ed erano certi che avrebbero superato tutto quello che stava accadendo assieme. Ares doveva loro molto, e si sentì in dovere di ricambiare.
-Ok ragazzi vediamo di passare una serata indimenticabile. Parola d'ordine Zeus? Suggerimenti?
Il ragazzo in questione sorrise malandrino. Il luccichio dei suoi occhi non faceva presagire niente di buono.
-Parola d'ordine in arrivo: RIMORCHIARE.
I ragazzi esultarono.
Ares si girò, sorrise, e spalancò in un gesto teatrale le porte del Dionisus.''
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Gli Dèi
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 2
Parola d'ordine: R.I.P. JOYSTICK
(storia della morte di una povera consolle)
ERMES
 
Ares inviò il messaggio. Questa fu la piccola causa.
Le conseguenze invece contarono un bernoccolo, un ennesimo furto di bici nella grande New York, un tentato omicidio fratricida e, per finire in bellezza, la scomparsa di un joystick di ultima generazione.
Ma andiamo con ordine: il bernoccolo.
Ermes Mercurius Stoll cadde sonoramente dalla sua amata amaca ''da soffitta'' per colpa di un messaggio. O meglio, per colpa di una suoneria anche troppo rumorosa: gli AC/DC non erano quello che si definisce ''un dolce risveglio''.
Mentre le note di 'back in black' terminavano sfumando, il povero ragazzo si tirò su massaggiandosi la fronte; peccato avesse dimenticato che la sua stanza era in realtà una soffitta, pertanto sbattè la testa su una trave del tetto. Un urlo beduino squarciò l'aria seguito da qualche imprecazione.
-MA PORC....
-ERMEEEEEES, DEFICENTE CHE NON SEI ALTRO!
Il diciassettenne in questione fu improvvisamente lucido e presente alla situazione.
-Merda.- sussurrò.
Ermes aveva tanti difetti e contava varie disavventure nella sua misera e breve vita, ma poteva vantarsi di una cosa: il numero delle volte in cui era stato in una centrale di polizia non sarebbe mai riuscito a eguagliare la quantità innumerevole di persone che aveva tentato di prendersi cura di lui, senza successo.
Era a quota 52, ma la numero 53 sembrava destinata a superare ogni record.
Il ragazzo segnò sul suo calendario una piccola nota: ''Miss Janine Corteses: 37 giorni raggiunti''.
Chissà, magari sarebbe riuscito ad affezionarsi e lei avrebbe incominciato a prendersi cura di lui. Sarebbero diventati una famiglia.
Ermes stava per ridere pensando a quanto stupido era il suo pensiero.
Passi pesanti ruppero la quiete delle cinque del pomeriggio nel placido quartiere in cui vivevano.
La porta della soffitta si aprì, ed Ermes capì di non avere via di scampo.
Occhietti piccoli, sguardo assassino, capelli unti 24 ore su 24, fisico più che obeso, muscoli nelle braccia superiori alla media delle donne di 56 anni: ecco a voi Janine Corteses.
-TU.- cominciò.
-Io.-replicò Ermes sorridendo.
-Sì, Janine, credo di poter essere me stesso.-scherzò giocherellando distrattamente con i suoi capelli ricci. Era sicuro che un osservatore attento potesse vedere il rivolo di sudore freddo che gli percorreva la fronte.
-NON MI INTERROMPERE.
-Agli ordini.-disse facendo il saluto militare.
-NON SCHERZARE CON ME!
-Che cosa ho fatto di male stavolta?-chiese in tono piagnucoloso e fintamente innocente. L'ansia cresceva, ma il suo status di attore sopraffino gli imponeva di mantenere una più o meno credibile facciata.
-CHE COSA HAI FATTO? CHE COSA HAI FATTO?
-Sì, che cosa ho fatto mi sembra una domanda legittima.
Janine assunse una tinta violacea ed Ermes capì di aver esagerato.
-Ok Janine, scusami per la suoneria, è un messaggio..-incominciò a dire scusandosi. Patetico.
-Un messaggio di uno di quei delinquenti che frequenti!Hai svegliato metà vicinato! Sono le quattro del pomeriggio, stanno riposando. Sei un ingrato Mercurius, un ingrato! Io, che ti ho preso in casa..
-Ti ho dato vitto e alloggio e i soldi per la scuola...-ripercorse mentalmente il ragazzo. Stava diventando noiosa!
-Ti ho dato vitto e alloggio e i soldi per la scuola!
-Ecco appunto.
-Hai passato il limite.
-Ti meriti una punizione da ricordare.-completò Ermes nella sua mente.
-Ti meriti una punizione da ricordare.-sbraitò Janine.
Ermes si preparò al colpo.
-Non userai più Sferraglia!
Il mondo crollò addosso al ragazzo.
-NO.- sussurrò.
-SI'.-esultò invece Janine, conscia del potere che aveva quella punizione.
-Non puoi togliermi anche la mia Sferraglia Janine, ti prego...
-Non si discute.
Ermes sapeva di aver perso. La resa era inevitabile, la sconfitta palese.
-Per quanto?-chiese solo. Sperava solo che il tono grave gli concedesse un'aria più distinta, da generale costretto a chiamare la ritirata.
-Fino all'inizio dell'anno scolastico.
-E' solo tra sei giorni.-obbiettò stupito. Rilassò leggermente le spalle.
-Sono abbastanza da impedirti di uscire.
-USCIRE!-pensò colto da un improvviso déjà-vu.-IL MESSAGGIO!
Appena Janine uscì a passo di marcia dalla soffitta, corse ad osservare il display del telefono.
Ares:Stasera usciamo...
Esultò, preparandosi per andare da Apollo e Art. Era una tradizione: se uscivano, appena saputa la notizia Ermes avrebbe corso dal suo migliore amico e dalla rispettiva gemella per chiacchierare. Solo dopo sarebbero andati dai Grace, il secondo storico punto di incontro.
Fu pronto in cinque minuti: non si preoccupava dei vestiti, lui. La classe era qualcosa che stava da qualche parte tra i capelli ricci e il sorriso da ladro, non di certo nelle sneaker distrutte o nella maglietta con il logo della Coca-cola ormai sbiadito.
Gli restava solo da prendere Sferraglia e... ah già, Janine l'aveva sicuramente già bloccata con tanto di triplo catenaccio.
La sua povera, piccola bici... La bici regalo di sua madre Maia. La sua Sferraglia.
Fu la decisione di un momento: riprese i suoi attrezzi. O meglio, l'attrezzo: una tenaglia grande come il suo avambraccio capace di uccidere qualsiasi lucchetto.
I suoi vecchi istinti da ladro gli tornarono utili: calarsi dalla grondaia non era mai stato così facile, persino con lo zaino e le tenaglie. Atterrò con un balzo e corse verso il portabici... trovandolo vuoto.
Fece una smorfia: Janine lo aveva battuto. Gli parve persino di vederla sorridere alla finestra.
Sorrise anche lui: in fondo, aveva trovato semplicemente qualcuno della sua stessa pasta. Poteva essere... un nuovo inizio. Una nuova famiglia dopo la morte di sua madre. O forse non doveva illudersi. Saltò il cancelletto agilmente per non far rumore e si incamminò cercando una nuova vittima. Dopotutto sarebbe stato solo un ennesimo furto di bici nella grande, crudele metropoli. Che male c'era? Nessuno. Se solo non si fosse accorto di chi fosse la bicicletta rubata.
******
Artemide
-Attento caprone, coprimi!Stavo per essere uccisa dal cecchino cavolo!
-Stai calma Art voglio solo completare l'obbiettivo..
-IO devo completare l'obbiettivo! ABBASSATI A ORE SEI, DIETRO DI TE!
-Dove ca..volo sono le ore sei?!?!?! MA PORCA..... MI HANNO COLPITO!
-Ti avevo avvisato, scemo! ORA COPRIMI !
-Ma voglio prendere il kit di pronto soccorso...
-COPRIMI!
-NO.
-Apollo!
-Art sto per vincere, lasciami fare...
-IO sto per vincere. COPRI L'ALA DESTRA VELOCE!
-Ma mi manca pochissimo... Poi sono io il più grande, dò io gli ordini!
-Ancora con questa storia no, ti prego! Dai che ce la faccio....DAI,DAI,DAI...
-Sorellina ti ha squillato il telefono cinque minuti fa, ti avverto..
-Non mi deconcentrare!
-Sorellina...
-STO PER VINCERE STAI ZITTO!
-Suonano al campanello....
-Cosa???
-Suonano al campanello. ART IL GIOCO ATTENTA!
-NOOOO. BRUTTO SCEMO, HO PERSO!!!
-Posso farcela anche io...NO,NO, NO ART IL JOYSTICK NO, NON LANCIARLO!! Art... la consolle no,no,no, NON GIU' DALLA FINESTRA!
CRASH!
-COSI' IMPARI, DEFICENTE!
-ART IO TI UCCIDO LA MIA PLAYSTATION ! IO TI UCCIDO!
-TANTO E' COLPA TUA!
-LO DIRO' ALLA MAMMA!
-BAMBINO!
-ESAGERATA!
-Ragazzi scusate mi fareste entrare? Scusate se interrompo il vostro scannamento fratricida eh...
Ermes era appeso alla grondaia dell'appartamento dei gemelli Solace e fissava non senza un certo stupore la povera Playstation 4 nuova di zecca ormai sfracellata al suolo.
 
 
 
 
Nota dell'autrice:
Ok, spero che abbiate riso almeno la metà di quanto lo ho fatto io mentre scrivevo questo capitolo perché ne varrebbe già la pena... Ermes è uno stronzetto irriverente ma lo amo e Art? Che si incavola perché ha perso? XD la best! E' un po' OOC lo ammetto ma di solito sarà meno isterica ve lo prometto.
Ringrazio le tre persone che hanno recensito (un grazie speciale a Frazelshug, ormai di casa), LE CINQUE PERSONE DELLE PREFERITE, LA PERSONA CHE HA MESSO LA STORIA NELLE RICORDATE E LE QUATTRO DELLE SEGUITE GRAZIE MILLE!!!
Al prossimo capitolo in arrivo i Grace come promesso... preparatevi però ad un ritardo perché devo scrivere il tredicesimo capitolo di After All...
UN ABBRACCIONE MEGA
AliNicoKITE


Edit 07/11/2016: ho aggiustato degli obbrobri.
   
 
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