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Autore: The_Dauntless    13/08/2014    1 recensioni
"Da quando era tornato al Distretto 12, dopo la fine della guerra, Haymitch Abernathy non riusciva a trovare una ragione valida per continuare quella sua esistenza insignificante. Si trascinava ogni mattina fuori dai suoi incubi raccapriccianti, colmi di teste mozzate da asce sporche di sangue e ragazzine urlanti, solo per scoprire che non vi era alcun conforto nello svegliarsi, e che avrebbe dovuto affrontare nuovi incubi nella vita reale"...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bimba Mellark, Bimbo Mellark, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Da quando era tornato al Distretto 12, dopo la fine della guerra, Haymitch Abernathy non riusciva a trovare una ragione valida per continuare quella sua esistenza insignificante. Si trascinava ogni mattina fuori dai suoi incubi raccapriccianti, colmi di teste mozzate da asce sporche di sangue e ragazzine urlanti, solo per scoprire che non vi era alcun conforto nello svegliarsi, e che avrebbe dovuto affrontare nuovi incubi nella vita reale, e in quel caso l'unica soluzione era sprofondare nell'oblio dell'alcool e lasciare che il numero delle bottiglie superasse quello dei ricordi, che ormai gli impedivano di percepire la realta', come una densa coltre di fumo che si era interposta tra lui e cio' che lo circondava.

Vagava per l'intera giornata fra le case del villaggio dei Vincitori, completamente ubriaco, e a volte si spingeva fino al Prato o alla piazza, dove i nuovi abitanti del Distretto, o quelli che avevano avuto il coraggio di tornare alle loro case bruciate, stavano cercando di ricostruire un futuro che i bombardamenti di Capitol City avevano spazzato via senza remore anni prima.

Le sue scarpe calciavano via dal selciato la cenere e la polvere che lui sapeva che nascondevano un cimitero all'aperto, ed ogni passo era una coltellata dolorosa al cuore. A quanti massacri aveva assistito da quando era entrato nell'Arena, o meglio, da quando era nato? Quanti ancora ne avrebbe dovuti sopportare? Haymitch era stanco, troppo stanco per continuare a vivere. Una grigia sera di novembre, barcollante per le quantita' d'alcool assunte e in preda allo sconforto, aveva anche tentato di farla finita, ma quel dannato ragazzo, come aveva apostrofato Peeta in quel frangente, aveva spalancato la porta di casa sua, sempre troppo fredda e troppo vuota anche se fosse stata piena di gente e fosse andata in fiamme, con espressione dura ed accusatoria, l'aveva messo a letto con aria paterna, e aveva pure gettato tutto l'alcool che aveva trovato sul suo percorso. Peeta doveva avere il cuore d'oro o la pazienza d'acciaio, per ostentare ancora la ferrea volonta' di trascinarlo fino al suo letto almeno tre sere a settimana e convincerlo a non mollare tutto. ''Cerca di restare vivo, Haymitch'' gli aveva detto una sera, dopo averlo trovato privo di sensi vicino la recinzione ed averlo trascinato in camera sua. Avrebbe voluto rispondere che quella era la sua battuta, ma la sua mente fragile non riusciva formulare alcun pensiero di senso compiuto.

Spesso la sera andava a cena dai Mellark, e allora era costretto ad immergersi in quell'armonia familiare che riusciva, anche se per poco tempo, a spazzare via gli incubi. Niente alcool in quelle sere, i figli di Katniss e Peeta erano dei validi sostituti dei superalcolici. Il maschio era ancora un po' intimidito da lui, ma la ragazzina dalla treccia scura, che sapeva essere dolce come suo padre e indisponente come sua madre, adorava saltargli addosso e strillargli ''zio Haymitch!'' nelle orecchie quando meno se lo aspettava, anche se quando se ne andava gli schioccava un rumoroso bacio sulla guancia irta di barba non fatta. Haymitch in quelle sere si trovava a pensare che forse poteva ancora considerarsi parte di una famiglia, dopotutto.

E quando la sera del suo compleanno, il primo da quando era tornato al 12, a mezzanotte in punto, senti' bussare alla porta di casa e aprendola trovo' la piccola Prim, intirizzita dal freddo, con un cesto carico di dolcetti fatti da lei ed un gran dipinto che lo ritraeva, urlandogli '' Buon compleanno zio Hay!" penso' che si, aveva ancora una famiglia. E scorgendo dalla finestra Peeta affannarsi nel rincorrere il figlio piu' piccolo attorno al tavolo e Katniss ridere alla loro vista, felice come mai l'aveva conosciuta, capi' che c'era ancora una ragione per continuare a combattere ogni giorno, una ragione per restare vivo.

 

   
 
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