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Autore: Lady Cheshire    14/08/2014    1 recensioni
Seconda classificata al contest: §°Un fiore per ogni personaggio°§ di Scarlett.Brooks
Non tutti credono negli spiriti, nella magia...
Elise non ci crede, ma si vede costretta a ricredersi, quando essa le si para davanti. Realtà e fantasia sono separate sa una linea sottile che, spesso, può essere attraversata con facilità, magari con il semplice aiuto di un fiore...
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico, Sovrannaturale
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Capitolo 1

Flox: Anime unite

Calla: Modestia

Fiordaliso: Beatitudine solitaria

Camomilla: Forza nelle difficoltà

Giglio: Regalità

Viola: Valore modesto

Ogni fiore, nel giardino di Elise Shepherd ha un significato, un messaggio importante usato per parlare, sorridere, per dire parole che ti muoiono in gola. Lei li coltiva da sempre, con amore e dedizione, ogni giorno insieme al giardiniere, sin da quando era bambina e viveva in quella casa con suo padre e le sue sorelle. Elise è di salute fragile, i suoi polmoni non funzionano come dovrebbero. Qualsiasi sforzo troppo intenso potrebbe causarle un arresto respiratorio, così nessuno si è mai avvicinato troppo a lei, se non i suoi famigliari.

La ragazza aveva passato la sua vita in silenzio, seduta nella sua stanza, guardando le sorelle crescere e salutarla, uscendo da quella casa pronte ad affrontare una nuova vita. Il suo unico conforto, è il suo giardino. Ma presto qualcosa sarebbe cambiato.
«Signorina Elise» la richiamò una voce dalla porta sul retro, comunicante con il giardino «Ci sono visite per lei»
«Visite? Per me?» domandò perplessa la ragazza all’anziana cameriera
«Si signorina, vostro padre è venuto a trovarvi» rispose la donna, sistemandosi una ciocca di capelli sotto la candida cuffia della divisa. Il viso della ragazza si illuminò in un sorriso, abbandonò il cespuglio di rose che stava potando e corse in casa, sollevando la lunga gonna dell’abito che la faceva sentire terribilmente goffa.
«Padre!» esclamò allegra, guardando l’uomo in piedi in centro al salotto, la postura rigida e le spalle large.
   «Elise, figliola, vieni a salutare tuo padre» disse l’uomo con un sorriso caldo e la ragazza si affrettò ad abbracciarlo. Poteva sembrare un uomo austero e burbero, per via dei lineamenti spigolosi e dei baffi perfettamente curati, ma sapeva essere anche una persona socievole e allegra, quando voleva.
«Che gioia rivedervi, siete tornato da uno dei vostri viaggi?» domandò emozionata la giovane, convincendo con entusiasmo il padre a sedersi sul divano.
   «Si, giusto ieri sono sceso dalla nave»
«E ditemi, avete già visitato le mie sorelle? Avete loro notizie?» chiese fremente Elise, che a stento riusciva a stare seduta composta. Il padre era sempre distante, per cui le sue visite erano come giorni di festa.
   «Ancora no Elise. Mrs Harris, può portarci del tè per favore?» domandò l’uomo all’anziana cameriera che, con un sorriso, asserì servizievole e sparì in cucina
«Allora padre, dove vi hanno portato questa volta i vostri affari?»
   «Una donna non dovrebbe interessarsi a certi argomenti» disse sconsolato l’uomo, oramai stanco di combattere con la curiosità della sua figlia più giovane
«Vi prego padre, visitate luoghi straordinari nei vostri viaggi…»
   «E va bene. Sono stato in Oriente figlia mia, e ti posso giurare che non esiste luogo più misterioso del Giappone. Sono persone estremamente controllate e riservate» disse l’uomo mentre la signora Harris tornava in soggiorno portando del tipico tè inglese e biscotti «Anche la hanno l’abitudine di bere il tè sai? Seppur in modo molto diverso»
«Deve essere un luogo meraviglioso padre» disse la giovane con occhi sognanti
   «E dovresti vedere che curiosi vestiti indossano, ne ho portati alcuni in dono per le tue sorelle» aggiunse estraendo dalla una sacca, un curioso indumento di seta color rosa pallido «Li chiamano kimono, o qualcosa del genere…»
«E’ davvero bello padre…» sorrise lei, accarezzando la stoffa sottile di quella che a lei sembrava tanto una vestaglia da notte.
   «Ma non è questo il mio dono per te, piccola mia» proferì l’uomo sorridendole «Tu non hai mai amato collezionare capi di vestiario come le tue sorelle…»
-Mi sarebbe anche piaciuto, se avessi avuto poi l’occasione di usarli- pensò con rammarico la ragazza mentre il padre prendeva un altro sorso dalla tazza
   «Per te, ho qualcosa di diverso… vieni, dovrebbe essere pronto» concluse l’uomo, alzandosi e facendole cenno di seguirlo nel suo giardino «Ora chiudi gli occhi»
Lei ubbidì e lui la aiutò ad uscire oltre la soglia e, dopo qualche passo, la fece fermare delicatamente.
   «Ecco, aprili pure Elise, questo è il mio regalo dall’Oriente»
«Santo cielo… padre è splendido! Ma come avete fatto?» domandò la giovane ammirata, guardando l’albero che, seppur ancora spoglio, svettava nel suo giardino vicino ai cespugli di camomilla
   «Segreto Elise» sorrise l’uomo «Ora è spoglio, ma quando fiorirà regalerà uno spettacolo meraviglioso, e i suoi frutti sono dolcissimi»
«Che specie è?» chiese lei girando intorno all’albero e accarezzandone la corteccia
   «E’ un pesco. Ne ho esportati parecchi, pare ci sia una grande richiesta direttamente per il giardino di Sua Maestà… e ho pensato di portane uno anche alla mia piccola amante dei fiori»
«Padre, vi ringrazio infinitamente… Non potevate rendermi più felice» sorrise la ragazza, posando per sbaglio la mano su una corda che avvolgeva l’albero. Era bianca e rossa, e portava appesa una tavoletta di legno con dei simboli «Padre, che cos’è?»
   «Non so dirtelo Elise, ma l’uomo che mi ha aiutato a caricarli sulla nave mi ha detto che in Giappone queste corde sono… degli auguri di buon auspicio, o qualcosa di simile. Puoi toglierlo se vuoi»
«No…»  replicò la ragazza sorridente «Perché togliere la possibilità di un po’ di buona sorte?»
   «Ora devo rimettermi in viaggio, Londra è lontana, ma tornerò a breve con un medico per visitarti» disse l’uomo, rientrando seguito dalla ragazza
«Come desiderate» mormorò abbattuta, passando al padre il soprabito
   «Sorridi piccola mia, tornerò in meno di un mese a farti visita, promesso» le disse lui baciandola sulla fronte
«Non vedo l’ora di vedere i fiori del pesco» sorrise la ragazza mentre l’uomo usciva
   «Elise, sono felice di vederti tanto entusiasta ma… non restarci male, se non fiorisce. Esiste la possibilità che non sopravviva al travaso e il viaggio è stato molto lungo»
«Sono sicura che fiorirà padre… Ora andate, il viaggio è lungo»
   «Ci vediamo presto piccola mia» la salutò l’uomo, chiudendosi la porta alle spalle, lasciando Elise sola, ancora, nel silenzio. Quando uscì in giardino, trovò la signora Harris ad ammirare il nuovo arrivato.
«Qualcosa non va signora Harris?» domandò la ragazza raggiungendola
«Assolutamente signorina, ma anche io aspetto di vedere come saranno i fiori di questo albero… E’ molto sottile… però lei potrà stare tranquillamente sotto la sua ombra, una volta che sarà pieno di foglie»
«Chissà se è vero…» disse la ragazza sfiorando la corda, forse era solo un’impressione, ma per un istante un brivido le percorse la schiena, come se avesse toccato qualcosa di potente «Che è un augurio di buon auspicio»
«Non so dirvelo signorina… Ma nel mio paese si crede che simboli simili a questi richiamino il popolo fatato, i quali possono aiutarti o farti i dispetti, dipende dalla condotta della persona» sorrise l’anziana, come se quelle parole le riportassero alla mente dolci ricordi
«Le fate?» chiese perplessa la giovane
«Si, nel mio paese si dice che esistano sul serio, anche se nessuno ha le prove della loro esistenza… Ma infondo, perché non credere a piccole creature che portano fortuna?» domandò con un sorriso sospingendo Elise verso la porta «Sta calando la sera signorina, è meglio rientrare»
«Si… si è meglio» asserì la ragazza, lanciando ancora un ultimo sguardo al tronco esile dell’albero, ai rami sottili e intrecciati, protesi verso l’alto come ad abbracciare il cielo.

 
  
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