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Autore: _DangerDays_    14/08/2014    5 recensioni
Alexandra. Una ragazza molto ragionevole,che vive in un paesino pieno di storie. Qualcosa porterà anche Alex a credere a queste storie. Certo,forse non finirà bene per lei... Ma alla Casa non importa.
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Un giorno,questo principe che vi abitava sentì delle voci che lo chiamavano,che gli dicevano di scendere nei sotterranei. Egli scese,senza poter controllare i propri muscoli. Nei sotterranei,si dice,trovò una corda poggiata su uno sgabello. Fece un cappio e si suicidò. A questo evento si susseguì il suicidio della cugina,andata lì per il funerale. Nello stesso posto,e,misteriosamente,con la stessa corda.
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Buona Lettura!
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il richiamo della Casa.

C'erano strane storie che circolavano in quel paesino sperduto nel nulla. Storie di fantasmi che tenevano rinchiuse anime,storie di lupi assetati di morte... E soprattutto la storia della Casa.
Con una parola Alexandra avrebbe descritto queste storie... cazzate. Anche se l'ultima storia da me citata la incuriosiva molto.
Si diceva che molto tempo fa,quella Casa fosse nel fiore dello splendore.
Un giorno,questo principe che vi abitava sentì delle voci che lo chiamavano,che gli dicevano di scendere nei sotterranei. Egli scese,senza poter controllare i propri muscoli. Nei sotterranei,si dice,trovò una corda poggiata su uno sgabello. Fece un cappio e si suicidò. A questo evento si susseguì il suicidio della cugina,andata lì per il funerale. Nello stesso posto,e,misteriosamente,con la stessa corda. Poco dopo,la Casa andò in rovina,perchè nessuno ci voleva più abitare,dopo aver sentito le raccapriccianti testimonianze che due persone uscite vive da quella Casa,avevano raccontato della voce.
Ovviamente, i fatti storici andarono molto diversamente; la casa stava andando in rovina e il principe, per evitare di perdere tutto, si suicidò. Quando la cugina lo vide, decise che senza amante e senza soldi non aveva senso continuare a vivere, così lo seguì. Forse scappò, ma perché la storia dei due amanti non venisse a galla, la dettero per suicidata
Alexandra,che era una ragazza molto ragionevole,credette ai fatti storici,non avendo una spiegazione per quel fenomeno paranormale della voce. Ma la curiosità c'è in tutti.
Quel giorno,Alex si trovò a giocare a obbligo o verità con una combriccola di suoi amici. Quando toccò a lei,scelse obbligo.
-Ti obbligo a... mettere almeno un piede nella Casa,visto che non credi alle storie- deglutì. Inspiegabilmente,aveva paura.
-Oh,certo,va bene- la sua migliore amica la guardò,come a dire "ne sei sicura?" e lei annuì impercettibilmente. "Non c'è nulla da temere in una stupida leggenda di un paesino sperduto nel nulla" disse,per rassicurarsi. Erano nel portico. Si alzò con una fermezza che disarmò l'amico del suo stupido sorrisino da deficiente. Prese a camminare sul marciapiede,e quando arrivò alla meta,la guardò con una sorta di strano sguardo. Aprì il cancelletto,che cigolò,con estrema lentezza stava per poggiare un piede sulla soglia del grande giardino adiacente alla Casa,gli amici che la guardavano preoccupati. Quando posò il primo piede,si fece coraggio,e per dimostrare di non aver paura,poggiò anche il secondo piede. Dopo qualche attimo di tensione,scoppiò in una risata liberatoria. Come aveva solo pensato che quella casa potesse essere pericolosa. Si affrettò a girarsi,e uscì ridendo. Un solo capello della sua folta chioma rossa si impigliò al cespuglio. E Alexandra non sapeva ancora i pericoli di quella Casa.
Notte uno.
Alexandra non riusciva a prendere sonno,un dolore alla testa la assaliva,non riusciva a toglierlo. Aveva provato con medicinali,camomilla,ma nulla. Poi un rumore. Un rumore di pioggia. tic tic tic. Un piccolo rumore,insistente. Decise quindi di alzarsi per andare a guardare quella nuova pioggia. Le era sempre piaciuto guardarle. Si affacciò alla finestra,e quello che vide per poco non le fece cacciar un urlo. Acqua da tutte le parti. Acqua strana solo in due punti del paese. Solo in due piccole parti. Acqua rossa,bagnava la grande Casa alla fine della strada. Acqua rossa bagnava la sua casa. La sua. Si fece coraggio e aprì la finestra. Si bagnò le mani con quella strana sostanza. La assaggiò con la punta della lingua. E la ritrasse all'istante. Era sangue. Stavolta urlò,più forte che mai. I suo genitori sembrarono non accorgersi dell'urlo della figlia. All'improvviso sentì qualcuno che si avvicinava svelto dietro di lei. Prese ad ansimare. Urlò,qualcuno le si avvicinò. E poi tutto rosso.
Si svegliò urlando,suo padre che cercava di calmarla.
-È solo un sogno! solo un brutto incubo! UN INCUBO!- Alexandra smise di urlare. Respirò profondamente. - Calma,Alex,calma- Era solo un incubo. Solo un incubo. Un incubo terribilmente reale. Andò a sciacquarsi la faccia nel grande bagno della sua camera,e si preparò per la scuola,come se niente fosse. L'autobus si fermò e lei salì. D'istinto volse lo sguardo alla Casa. Urlò terrorizzata. Tutti si girarono a guardarla,e il guidatore fermò il veicolo. Lei indicò un punto sul pavimento dell'edificio,sconvolta. "Hai fatto un errore" c'era scritto con una sostanza rossa che lei riconobbe subito. Ma nessuno parve accorgersene. Nessuno tranne lei. Tutti si fecero una risata,e andarono dritti verso la scuola. Lei non parlò con nessuno,troppo occupata a terrorizzarsi per quello strano evento.
Notte due.
Questa volta non riusciva a prendere sonno per gli strani avvenimenti della giornata. "Sto impazzendo" si disse. Si alzò,e con passo silenzioso andò in bagno. Quando si sciacquò la faccia e alzò lo sguardo allo specchio,vide un'ombra dietro di lei. Voleva urlare,ma sapeva che se l'avrebbe fatto,una punizione l'avrebbe aspettata. Non sapeva bene da chi. E di nuovo i passi. I passi di quella corsa che aveva sentito anche ieri. E il desiderio di andargli incontro. Si girò e si avviò al corridoio. Una bellissima donna dagli occhi velati e i capelli neri come la pace vi era in fondo. Alexandra si avvicinò lentamente,come spinta da qualcosa. Arrivata vicino alla figura,rabbrividì. Si era tolta il velo che le copriva il viso. Dagli occhi vuoti e bianchi scendevano lacrime rosse. Aveva un segno attorno al collo,come di una corda. Nonostante la tenue luce della luna che proiettava l'ombra di Alex sul suolo,dell'ombra della donna nemmeno una traccia. Le si avvicinò,e la toccò. Una spalla. In quel momento Alexandra desiderò morire,pur di non soffrire più. Un dolore lancinante parti dall'esatto punto in cui la “mano del Mistero” la toccava,e si espandeva in tutto il corpo tramite le vene. Il cuore pulsava veloce. lei lo sentiva. TON TON TON TON. Urlò con tutto il fiato che aveva in gola.
E si svegliò. Suo padre le ricordò per l'ennesima volta che era stato solo un incubo. E se è questo a cui stai assistendo che è un sogno? disse una voce del tutto sconosciuta in lei.
Per tutto il giorno sentì questa voce che commentava dicendo che non era vero ciò che stava vivendo,che con una semplice corda, tutto questo stupido sogno sarebbe finito. Alex cercò per tutto il giorno di ignorarlo. E arrivata la notte non vedeva l'ora di addormentarsi,dopo due giorni. Ma non ci riuscì.
Notte tre. "Probabilmente questa è la fine del tuo sogno,Alex"
Si torturava le mani per resistere a quella voce. Fino a che il sangue le si gelò nelle vene. Non mi hai ascoltato con le buone. Ora tocca alle cattive aveva detto la voce. E subito un dolore lancinante sembrò spaccarle la testa. Di nuovo quella corsa. Più insistente. Si alzò contro la sua volontà,urlando.
Arrivò alla fine del corridoio,e un bambino le venne incontro. Aveva gli occhi iniettati di sangue e i vestiti laceri e strappati. La toccò e lei sentì di nuovo un dolore irradiarsi partendo da quel punto. Poi si trasformò in una donna. Una segretaria. Un segno al collo e vestiti laceri. Ancora la toccò,e a Alexandra sembrò di morire. Tutta una fila di persone le scorse davanti agli occhi. Persone morte che la toccavano. Finalmente aprì la porta e uscì. Si avviò a passo veloce nella Casa. Il cancello si aprì da solo,cigolando.
Una voce la fece immobilizzare.
Vieni.
Vieni.
È un bel posto. vieni.
Troverai quello che cerchi.

Ma lei non aveva altra scelta che seguirla. Non si poteva controllare. Mentre si avvicinava sempre di più alla porta,i capelli... le si “sciolsero”. Erano ancora rossi. Ma rosso sangue. Il sangue fluì dai suoi capelli,e le scese per la schiena. La voce continuava.
Arrivò in cantina. Nelle segrete. Una corda,su uno sgabello. La corda formò un cappio. Il cappio andò attorno al collo di Alexandra.
Probabilmente questa è la fine del tuo sogno,Alex.
E la ragazza,con terrore,si suicidò.

  
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