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Autore: Lumos960    14/08/2014    2 recensioni
"Loro due, si che si amano. Ma sono strani, stare insieme è difficile per loro (passano più il tempo a litigare che a scambiarsi carezze e darsi baci), stare lontani era impossibile per loro due perché nonostante i litigi, i giorni passati a non parlarsi loro continuano ad amarsi e a cercarsi sempre in un modo o nell'altro per ritrovarsi ancora e ancora una volta stretti in quell'abbraccio senza fine."
-- Angela Perri
Due semi-dei. Lei, una bellissima figlia di Afrodite, testarda, intelligente e brava in tutto e per tutto, una miss perfezione. Lui, un figlio di Efesto, impacciato quando in giro c'era lei, ma a modo suo dolce e riusciva sempre a strapparle un sorriso, che lei nascondeva.
Arrivando al campo, lui quasi la colpi con una freccia, se non fosse stato per Chirone e la sera stessa le verso' il succo addosso.
Parlavano poco e niente fino a quando, un giorno, le loro labbra si unirono in un bacio dolce.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Love is a smile. Love is you.



Juliette Irina Trump e' figlia della dea Afrodite, la dea della bellezza, dell'amore. Juls e' di una bellezza unica, tipica delle figlie di Afrodite. Non molto alta, raggiunge appena il metro e settanta, i suoi occhi tendono quasi sempre verso il verde e non verso il marrone, il colore naturale dei suoi occhi. I suoi capelli sono lunghi e molto curati, mai un capello fuori posto e un sorriso sempre stampato sulle labbra, come se tutto fosse perfetto al mondo. Come se non ci fosse nessun'altro. Il suo carattere e' forte, deciso, determinato ma anche dolce a volte, simpatica e, in presenza di Leo, inizia a fare battute o a prenderlo in giro, ma in un modo dolce.
Nasce a Le Havre, in Francia. O meglio, viene abbandonata alla porta della casa che il padre ha in Francia, e da li lui se ne accorge di tutto. Era sua figlia e di una dea e ora doveva crescerla e prendersi cura di lei perchè quella ragazzina che agitava le mani verso il padre, richiedeva amore, attenzione e protezzione.
Leo Valdez era figlio di Efesto, il dio del fuoco, dell'ingegneria, e di Esperanza Valdez. Era un ragazzzo divertente, amico di Travis Stoll, con la battuta pronta e pronto anche a cadere ai piedi di quella figlia di Afrodite che quando passava lo faceva dimenticare tutto. Era molto più alto di Juliette, raggiungeva il metro e ottanta, aveva dei bellissimi capelli castano scuro e occhi dello stesso colore. Le sue labbra, Juliette sorrideva ogni volta che lo pensava, avrebbero fatto impazzire qualsiasi ragazza.


Era appena arrivata al Campo Mezzosangue dopo essere stata attacata da un mostro che nemmeno conosceva. Eppure aveva studiato mitologia greca per anni. Era anche stata ferita e aveva dormito per tre ore, svegliandosi poi con un terribile mal di testa, tanto che non riusciva nemmeno a vedere bene. Non che fosse una novità. Lei non era mai riuscita a vedere bene senza i suoi occhiali.
Appena si sveglio', trovo' accanto a se Chirone, il signor James Hendrick, suo "tutore." Era tutto troppo strano. Dopo un paio di minuti che aprì gli occhi la sua vista migliorò e non aveva più bisogno di occhiali. Appena riprese del tutto i sensi, Chrione le spiego' tutto, ogni singola cosa. Dove si trovava, cosa ci faceva la' e tutto il resto. Dopo che ebbe bevuto un po' di Nettare, per tornare del tutto in se, Chirone la portò a fare un giro del campo. 
Incontro' un bel pò di ragazzi e ragazze e Chirone la presentò a tutti mentre lei sorrideva raggiante. Poi le fece vedere le cabine, il campo di fragole ed infine il Pentagono. Li c'erano già delle persone che si allenavano e alla ragazza iniziarono a brillare gli occhi poichè sapeva usare la spada e l'arco. Quello era il posto per lei. Poi, successe tutto in un lampo. 
Un ragazzo che teneva in mano un'arco si girò per vedere chi fosse la ragazza e rimase imbambolato, scoccando però la freccia. Chirone la prese con una mano e la alzò, spostandola subito. Juls si mise la mano ovunque sul corpo, pensando che fosse morta, poi lanciò un'occhiata truce al ragazzo.
"Ma sei idiota o cosa?" Alzò le mani al cielo, fulminandolo con lo sguardo.
"Eh? Uhm...scusami bambola. Leo Valdez. Al tuo servizio." Il ragazzo sfoggiò un sorriso furbo, smagliante, mentre guardava la ragazza da capo a piedi.
"Di certo non voglio al mio servizio che tentano di uccidermi. Quindi no, grazie. Passo."

Detto ciò, la ragazza continuò a camminare insieme a Chirone, per poi sistemarla nella casa di Ermes. Non le dispiaceva ma c'erano troppe persone. Si sistemò accanto ad un ragazzo e sospirò. Avrebbe voluto essere a casa, insieme a suo padre e ai suoi amici, ma sapeva che non poteva sfuggire a ciò che era scritto dal fato, quindi doveva solo abituarsi a restare lì.
Quella sera, andò insieme agli altri a cena, parlando del più e del meno. Voleva farsi degli amici, di certo restare la' ed essere sola non avrebbe aiutato, cosi sorrideva un pò a tutti, ridendo e facendo battute. Appena si sedette al tavolo, fece ciò che fecero gli altri ragazzi: Offri del cibo agli dei e poi sussurrò.
"Chiunque tu sia, madre o padre, non rendermi la vita difficile ed accettami."
Detto ciò, le fiamme si innalzarono e ognuno inziò a parlare mentre il ragazzo che fino a poche ore prima la stava per colpire, le si avvicinò e le fece cadere del succo addosso, sui suoi pantaloni.
"Ma e' possibile?!" Disse guardandolo male mentre vedeva il ragazzo arrossire per la vergogna, per poi sfoggiare un sorriso.
"Scusa?"
"Non basta." Mormorò e sospirò pesantemente, scuotendo la testa.
"Ci si vede in giro allora, pupa. Ciao."
Il ragazzo andò via e Juls lo guardò, sbuffando. Ecco che cosi iniziò la sua vita al Campo Mezzosangue.
  
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