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Autore: pickingupwords    14/08/2014    3 recensioni
"Non era sbagliato evitare qualcuno per paura di leggere odio nel suo sguardo, non era sbagliato aver paura di poter scoppiare in lacrime davanti a lei per quanto stesse male.
Non era sbagliato tener lontana Lydia da un mostro come lui.
Era solo quello, Stiles.
Era solo un mostro."

"Lydia non sapeva, non aveva mai saputo.
Non aveva mai saputo i suoi sentimenti per Stiles, non aveva mai saputo usare i suoi poteri da Banshee, non aveva mai saputo come comportarsi in situazioni difficili, non aveva mai saputo dire di ‘no’ a Jackson e non aveva mai saputo dire ‘addio’ ad Aiden.
Aveva perso due fidanzati e la sua migliore amica.
Era distrutta.
Ed era sola."
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lydia Martin, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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listen



















Se qualcuno l’avesse vista in quel momento, probabilmente l’avrebbe descritta con una sola parola: sola.
Lydia Martin aveva perso tutto, ogni cosa, ogni affetto, ogni persona a cui volesse un minimo bene.
Era esclusa.
Isolata.
Inutile.
In equilibrio precario.
Stanca.
Persa.
Sola.
Come aveva potuto la reginetta di Beacon Hills ridursi in quel modo?
Allison era morta e da quel momento era morta anche una parte di lei, da quel momento Lydia non sapeva più dove andare a sbattere la testa, dove sbagliare e dove far giusto, dove ridere e dove piangere, dove correre per un conforto. Perché prima, se insieme ad Allison c’era anche Stiles, ora non c’era più nessuno dei due. Dopo la scomparsa della sua amica, era sparito anche quel qualcosa che tenesse davvero uniti lei ed i suoi amici.
O meglio: che tenesse unita lei ai suoi amici.
Si era chiusa in se stessa, mentre Scott e Stiles si erano dati completamente alle due nuove fidanzate per dimenticare ed avere un aiuto sperando di riuscire ad andare avanti. Escludendola quasi completamente da quello che dopo anni erano riusciti a costruire insieme. Forse li faceva affetto non vedere che alla risata -ormai spenta- della ragazza non si unisse quella di Allison, forse vedere Scott le ricordava troppo l’amica, forse vedere Stiles le faceva tornare alla mente quello che aveva confessato ad Allison poco prima che lei morisse.
Le aveva confidato che provava qualcosa per Stilinski.
Amore? Amicizia? Attrazione?
Non lo sapeva nemmeno lei.
Di un fatto era certa: vederlo con Malia ogni giorno nei corridoi la turbava e non poco. Quando sentiva la risata della ragazza avrebbe voluto prenderla a schiaffi.
Perché lei era felice?
Perché Malia aveva quello che Lydia ormai aveva perso? Una migliore amica, l’amore della sua vita –o, almeno, adolescenza-?

Perché stava vivendo la vita che sarebbe dovuta essere sua di diritto?

Dopo tutto quello che aveva passato, dopo tutto quello che avevano superato insieme, lei era rimasta senza nessuno.
Era colpa sua? Forse.
Era colpa degli altri? Non lo sapeva.
Lydia non sapeva, non aveva mai saputo.
Non aveva mai saputo i suoi sentimenti per Stiles, non aveva mai saputo usare i suoi poteri da Banshee, non aveva mai saputo come comportarsi in situazioni difficili, non aveva mai saputo dire di ‘no’ a Jackson e non aveva mai saputo dire ‘addio’ ad Aiden.
Aveva perso due fidanzati e la sua migliore amica.

Era distrutta.
Ed era sola.
 
 ***
 
Il suo colore preferito era il rosso, lo era sempre stato. Il rosso delle rose, il rosso del rossetto, il rosso dei fili che dominavano sul suo muro, il rosso delle fragole, il rosso cremisi, il rosso della passione.
Il rosso dei capelli di Lydia.
Che in realtà era un ‘biondo rosso’, ma era sempre una sfumatura del colore.

Era il colore di Lydia.
Lydia era rosso.

Rosso passione, rosso amore, rosso vivo.
Mentre la ragazza che dormiva accanto a lui, nel suo letto, in quel momento, era azzurro.
L’azzurro del cielo, dei suoi occhi quando si trasformava, delle sue parole che dopo averle dette galleggiavano nell’aria e restavano lì, sospese, senza che lui le afferrasse davvero. Malia non era amore, non era passione. Malia era compagnia, compagnia per non sentirsi troppo solo e troppo in colpa. Era così che si sentiva: in colpa.
Era stato lui la causa della morte di Allison.
Se non fosse stato per lui, nulla di quello che era successo sarebbe accaduto.
Ma Stiles era sempre stato l’imbranato, lo sciocco, lo sfigato.
Chi altro, se no, si sarebbe fatto impossessare da un demone?
Chi se non lui?
Si odiava per quello che aveva fatto e causato.
Si sentiva così stupido.
E solo.
Aveva Malia, è vero, ma Malia era appiccicosa, arrogante, a volte anche maleducata, nervosa, ansiosa, sarcastica, sì, ma spesso faceva battute di cattivo gusto. Però Malia era anche dolce, innocente, piccola, un po’ imbranata e sola. Era sola come lui.
C’era Kira per lei, la sua migliore amica, è vero anche questo. Purtroppo Kira era spesso troppo presa da Scott, però, per dar conto alla ragazza.
Così rimanevano loro due.
Uno era diventato la casa dell’altra e viceversa: combaciavano, si trovavano, erano in sintonia.
Però lui non era innamorato. Era sbagliato?
Era un errore stare con qualcuno che non amava?
Era un errore aver allontanato Lydia in tutti i modi possibili perché guardarla in faccia lo faceva solo vergognare? Perché incrociare i suoi occhi gli faceva venire in mente l’urlo che lui le aveva causato quando aveva capito che la sua migliore amica era morta? Era davvero sbagliato?
No, non lo era.
Non era sbagliato evitare qualcuno per paura di leggere odio nel suo sguardo, non era sbagliato aver paura di poter scoppiare in lacrime davanti a lei per quanto stesse male.
Non era sbagliato tener lontana Lydia da un mostro come lui.

Era solo quello, Stiles.
Era solo un mostro.

 
***
 
 
Un rumore assordante alla porta d’ingresso lo fece svegliare di scatto, si stropicciò gli occhi, mentre il bussare non cessava.
Sbadigliò e uscì dalla sua stanza, piano; più si avvicinava più il rumore si faceva penetrante, più sentiva qualcuno respirare velocemente al di là di quel pezzo di legno, più sentiva dei singhiozzi farsi forti, più il suo passo accelerava, finché si trovò a correre verso l’ingresso e aprire di scatto.
Lydia lo guardava, un braccio ancora sospeso pronto a colpire la porta. Aveva gli occhi lucidi e i capelli spettinati: era in vestaglia e fuori si gelava.
Stiles la guardò per qualche secondo, sconvolto.
Il fiato della ragazza era corto, fragile.

-Lyds.

Scoppiò a piangere davanti a lui, che non aveva idea di come comportarsi, fino a quando non gli venne in mente la cosa più naturale del mondo: l’abbracciò stringendola a sé, così forte, che Lydia pensò per un momento che andasse tutto bene.
Chiuse gli occhi e le baciò la testa, senza chiedere, senza fare domande: era lei, era Lydia, era il rosso e stava male.
Non avrebbe detto nulla, non avrebbe interrotto il suo pianto, non avrebbe fatto un passo falso.
In silenzio, la sollevò da terra e la prese in braccio, come se fossero stati sposa e marito appena usciti dalla chiesa, chiuse la porta con un calcio, mentre lei gli stringeva la maglia e continuava a far scorrere lacrime amare sulla sua spalla.
Rientrò in camera e la fece stendere sul letto, con delicatezza, le rimboccò le coperte e lei cominciò a calmarsi, sentendosi finalmente protetta.
-Scusa.
Sussurrò e Stiles sgranò gli occhi.
-Per cosa?- le chiese con voce dolce, dubitativa.
-Per essere venuta qui.
Sospirò addolorato a vederla in quella condizioni. –Perché sei venuta qui, Lydia?
-Perché ho avuto un incubo- rispose asciugandosi le lacrime. –Non sapevo dove andare, mia madre ha il turno di notte, io ero sola e…
-E’ tutto okay- la rassicurò Stiles, non potendo ancora credere che Lydia fosse davvero lì, di fronte a lui, davanti ai suoi occhi.
Lydia Martin.
Quanto gli era mancata.
Nel frattempo la ragazza si sentiva così stupida ad essere andata da lui, ad essersi arresa, ad essere corsa a chiedere aiuto.
A lui. A Stiles Stilinski.
All’unica persona che probabilmente sarebbe stata in grado di curare la ferita ancora aperta nel suo cuore dopo la scomparsa di Allison.
Voleva piangere ancora, ma si trattenne.
-Che incubo era?- si decise poi a chiedere lui, accucciandosi al letto, in modo da essere all’altezza di Lydia.
-I soliti che abbiamo, Stiles- rispose con voce flebile e terrorizzata.
Gli vennero i brividi, ricordava bene quegli incubi.
-Perché mi hai lasciata sola?- gli domandò poi, lo sguardo perso nel vuoto.
Stiles inarcò le sopracciglia. –Cosa?
-Perché mi hai lasciata sola?- ripeté questa volta puntando gli occhi nei suoi.
-Io… Io non…

-Ho perso la mia migliore amica, Stiles! Ho perso quello che era il mio fidanzato! Ho perso tutto e tu non c’eri!

Era un’accusa.
Un’accusa forte che lui incassò con un pugno nello stomaco.
-Nessuno c’era!- continuò, finalmente pronta a buttar fuori tutto il suo dolore. –Né tu, né Scott, né Kira. Sono sola, Stiles. Cosa ho fatto per meritarmi questo? Perché mi state tagliando fuori da tutto? Perché tu mi stai tagliando fuori da tutto?
Lo scrutò in cerca di qualche segno in risposta: non ce ne furono.
-E’ Malia, vero?- chiese scuotendo la testa.
Qui il ragazzo fece dei suoi occhi due fessure. –Cosa c’entra Malia?
-Sei troppo preso da lei per ricordarti che esistono anche altre persone su questo pianeta, non è così?
Stiles la guardò. –Non potrei mai dimenticarmi di te, Lyds. Mai.
-A me sembra che tu l’abbia fatto.
-Tu non sai niente- affermò amaro alzandosi ed iniziando a girovagare per la stanza, innervosito da quell'affermazione. –Tu non sai niente- ripeté.
-Che dovrei sapere?- si sedette e lo guardò.
L’immagine del sogno che aveva fatto tempo prima dove Lydia era lì con lui, a consolarlo quando credeva di essersi svegliato gli attraversò la mente. Avrebbe voluto dirle che l’amava. Si rese conto di quanto l’amasse solo in quel momento. Aveva sempre amato Lydia Martin, era un dato di fatto.

Ma mai l’aveva amata come stava facendo in quel momento.

-Pensi che per me sia facile guardarti negli occhi, Lyds?- le chiese, calmo. –Pensi che per me sia facile sapere che tu mi associ alla morte di Allison? Credi che io stia bene sapendo che è stata colpa mia? Pensi che guardare Scott non mi faccia venire un morso al cuore tutte le volte? Pensi che guardarti e vederti senza di lei sia facile per me? Credi che io riesca a sopportarlo?
Il suo tono si era alzato di domanda in domanda, investendo Lydia in pieno petto.
Quella scena le ricordò le parole che aveva detto quando l’aveva accusata di essere egoista, tempo addietro e le usò. –Mi avevi detto…- iniziò. –Mi avevi detto che se fossi morta saresti andato fuori di testa.
Stiles si bloccò sul posto, stupito che se lo ricordasse.
-Quando è morta Als io ho fatto così: io sono andata fuori di testa e non avevo nessuno. Se io fossi morta tu avresti avuto Scott, ma io non avevo più la mia migliore amica, Stiles. Io ero e sono sola. Io pensavo di avere te, di avere Scott. E invece non ho nulla. Non ti accuso di niente, non potrei nemmeno provarci, Stiles. Non hai nessuna colpa, tu. Non è stata colpa tua. Non è stata colpa di nessuno che Allison sia morta. Però lasciarmi da sola, quello sì, quello è stata colpa tua.
-Mi dispiace- fu l’unica cosa che il ragazzo riuscì a dire dopo qualche secondo di silenzio.
-Dispiace anche a me- sussurrò guardando altrove.
Avrebbe tanto voluto baciarla in quel momento, farla sentire al sicuro, abbracciarla e stringerla per sempre, per non lasciarla andare mai via.
-Hey- esclamò poi avvicinandosi a lei velocemente. –Hey, Lyds- la chiamò.
Si voltò verso di lui, guardandolo e sorridendo appena: non poteva far altro che sorridere di fronte a lui. –Hey Stiles.
Le labbra del ragazzo si incurvarono appena. –Andrà tutto bene- le strinse una mano nelle sue.
-Non se sarò sola.
-Non lo sarai.
Incrociò gli occhi del ragazzo per poi chiudergli e baciarlo, come aveva fatto qualche mese prima. In circostanze diverse, ma l’aveva fatto.
E Stiles trattenne il fiato anche per questa seconda volta.
Sembrò che tutto il mondo si fosse messo a posto, per qualche secondo, il tempo di un bacio. Il pericolo, gli incubi, i lupi mannari, le mille creature che ancora non conoscevano, ma che temevano, sparirono, per quei frammenti di secondi. Per quella scintilla.
Quando le loro labbra si separarono, i due si guardarono in silenzio.
-Hai trattenuto il fiato- osservò poi Lydia.
-Ancora?- chiese Stiles senza saper bene cosa dire.
Annuì.
Nessuno disse una parola. Si guardarono per secondi che sembrarono ore.
-Dormi con me?- gli domandò poi spezzando il silenzio.
Lui restò spiazzato. –Io… Okay, posso farlo, sì, posso farlo.
Si sistemò goffamente accanto alla ragazza, che lo guardava, stesa su un fianco, erano uno di fronte all’altra. In silenzio. Ognuno che ascoltava il respiro dell’altro.
-Puoi abbracciarmi?
Rimase spiazzato per qualche attimo, ma poi eseguì.
-Mi proteggerai?- fece Lydia di punto in bianco, il tono attutito dal contatto con il suo petto.
-Sempre, certo, sempre, Lyds- rispose sicuro Stiles.
-Mi amerai mai, Stiles?
-Ti amerò sempre. Sempre.
La ragazza lo strinse più forte a sé.

-E tu? Tu mi amerai mai, Lyds?
Un bacio in risposta.




 





flowers's hall.
ed eccosi qui!
in your face jeff davis!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
tutto perché mi manca troppo la stydia e mi mancano troppo questi due cuccioli insieme, anche solo come partners in crime. 
spero di non avervi fatto rigettare il pranzo di natale del 2006 con questa os, ma è stato un getto di idee improvviso che non ho saputo trattenere. 
quelle descritte /lydia che si sente sola, stiles che si sente in colpa, i ragazzi che si buttano nelle relazioni per dimenticare qualcosa/ sono solo mie interpretazioni dello show /anche se sicuramente ho ragione, tzè/ e dei comportamenti dei personaggi. trovo molto ingiusto il fatto che non si parli o non si faccia nemmeno un accenno ad allison e trovo davvero ingiusto che lyds sia sempre da sola e mai con il pack. 
spero di non aver fatto stralacionate grammaticali, ma si sa mai, in caso segnalate pure che correggo.
io ho controllato, ma sono orba, raga', okay che c'ho gli occhiali, ma comunque a volte dettaglini mi scappano. 
quindi ecco che ha partorito la mia mente malata.
un abbraccio ed un bacio sul naso.
rose.

/il banner è di mia creazione, se doveste usarlo, anche se non credo, date i crediti grazie/
  
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