Capitolo 2
Capitolo Due
10 Febbraio, 2015
Giorno 18 dell'Operazione Artista Torturato
Shezza non è ancora riuscito a trovarmi un ragazzo adatto. Shezza ha deciso che è colpa mia.
“Sei terribile nel chiacchierare.” ha deciso Shezza
“Tu sei tremendo nello scegliere-degli-uomini-compatibili nella serata.” ho detto.
Shezza l’ha ignorato. “Stasera resterò con te per la parte delle chiacchiere.”
“Non pensi che sarà piuttosto imbarazzante? Avere un terzo incomodo?”
“Ho bisogno di dati. Mi assicurerò di trovarti un candidato mediocre così da non rovinare le tue possibilità con un buon uomo.”
“Un brindisi.” ho detto.
Avete mai provato a flirtare con qualcuno mentre qualcun altro sta seduto dietro di voi e prende appunti ed emette piccoli grugniti colmi di giudizio dopo praticamente ogni frase? Ero pronta per rovesciare la mia pinta sulla testa di Shezza.
E alla fine il tipo che si supponeva dovessi abbordare ci ha guardato e ha detto “Quindi state pensando ad una cosa a tre?”
Il ricordo della faccia di Sherlock a quella domanda è il mio bene più prezioso.
***
“Cos’è questo?” chiese Sherlock quando Janine tornò a casa con la scatola.
Janine gli sorrise raggiante e disse “È una Wii.”
“È un’affermazione in francese?” [1] disse Sherlock, alzando un sopracciglio.
“Non fare il coglione.” fece Janine avvicinandosi alla televisione. “È una console per videogiochi.”
“Perché non fai già cose abbastanza inutili?”
“Che stai facendo adesso?” chiese Janine.
Sherlock guardò la finestra aperta su Twitter sul computer di Janine. “Sto rintracciando la posizione di uno spietato rapitore di cuccioli usando solo la mia conoscenza dei tassi di decomposizione di diverse specie di aghi di pino.”
“Stai gestendo i tuoi Pensieri di Londinesi Vuoti su Twitter, vero?”
Sherlock guardò gli ultimi tweet che aveva inviato. Devo andare in questo Starbucks o in quest’altro? Come potrò mai prendere una decisione? Oh, le scelte di questo mondo complesso!
Disse “No, non è vero.”
“Rapitore di cuccioli, Sherlock?”
“Beh, valeva la pena provare.” disse Sherlock e cancellò accuratamente tutta la cronologia del suo broswer prima di chiudere il portatile.
Janine tirò un po’ in fuori il televisore così da poterci sbirciare un attimo dietro. Dopo essersi crucciata un momento si voltò verso Sherlock, che sollevò le sopracciglia in sua direzione.
“Sherlock.” disse “Lo sai come fai a essere un genio?”
“Sì.”
“Puoi provarlo collegando la Wii per me?”
“Non sono mai stato d’accordo sull’avere un sì o un no o un forse o un magari in questo appartamento. Guardi già troppa tv così come sta/è.”
“Non sai come collegarla, vero?”
“Certo che so come collegarla.”
“Provalo.”
Sherlock sospirò. “Non ho bisogno di—”
“Va bene ammettere che non sai le cose quando le cose non le sai.”
“Janine.” sbuffò Sherlock, in piedi. “Onestamente. Ti stai comportando come se questa fosse una questione di fisica quantistica. Ci sono un numero limitato di fili che possono essere connessi ad un numero limitato di prese. Fatti da parte.
***
18 Febbraio, 2015
La nostra televisione è bloccata su un programma chiamato Fisica Oggi. Shezza insiste nel dire che intendeva assolutamente farlo.
Una notizia sicuramente correlata: ho deciso che Shezza offrirà cinquanta sterline a chiunque verrà qui e farà funzionare nuovamente il nostro sistema d’intrattenimento.
Commenti
Correzione: offro cinquanta sterline e un Noon gratis. –Shezza
È una Wii. –J
***
L’e-mail era di Mike Stamford. Era arrivata di punto in bianco e l’oggetto era “Hai visto questo?” e John pensò che forse era una qualche sorta di video ridicolo di YouTube e si chiese come mai, improvvisamente, Mike lo contattava solamente per un gatto che affettava una banana o qualcosa del genere.
John cliccò sulla mail e la aprì, curioso. Diceva, nella sua interezza:
Ciao John – spero che con te vada tutto bene! Ho letto questa storia su internet oggi e ho riso fino alle lacrime. Tutti quanti al lavoro pensano che sia uscito di testa, quindi la condivido con te così che tu possa concordare con me che è assolutamente esilarante.
Saluti,
Mike
C’era un link dopo il nome di Mike e John ci cliccò sopra, curioso.
Il link lo portò a una pagina web con un'intestazione a lettere cubitali, L’amante di Sherlock Holmes inizia un nuovo blog. John sgranò gli occhi davanti a quel titolo. Gli servirono diversi minuti per elaborarlo. Poi lesse il post. Due volte.
Ricordate quando Janine, la ragazza di Sherlock Holmes, disse a tutti i tabloid che la volevano ascoltare quale favoloso ed eccitante amante fosse quel detective col cappello a-volte-vivo-a-volte-morto? Bene, Janine è tornata e sta condividendo in maniera decisamente eccessiva le proprie imprese con Shezza, solo che questa volta tutto è orientato a trovarle un nuovo ragazzo. La vita sessuale a Baker Street sembra essere complicata e sensuale come sempre! Date un'occhiata al blog di Janine per tutti i dettagli sulle loro uscite al pub insieme. È una gran bella lettura. Questo Sherlock Holmes, eh? Non è felice se non ha qualcuno lì fuori che blogghi ogni sua mossa! Beh, non ci da fastidio! Siamo felici che John Watson sia stato sostituito così argutamente, in modo da poter avere informazioni sul nostro detective col cappello da caccia.
Alla sua terza rilettura del breve articolo, John pensava che avrebbe potuto stilare una lista dei dettagli che la sua mente aveva focalizzato. Janine? Vita sessuale a Baker Street? Uscite al pub? Argutamente sostituito? Shezza?
John, quando cliccò sul link che portava al blog di Janine, disse a se stesso che non era infastidito.
Mary fece capolino nella stanza. “John?”
“Sì.” fece John senza distogliere lo sguardo dal blog di Janine. La signora Hudson lo commentava. Sherlock chiamava se stesso Shezza. Il mondo intero aveva perso la testa?
“Ti ho squillato per avvisarti del prossimo paziente, non hai sentito?”
“Sapevi di questo?” chiese John all’improvviso.
“Che cosa?” Mary entrò nella stanza, guardando con curiosità lo schermo del computer.
“Lo sapevi che Janine è… qualcosa… con Sherlock?”
“No, pensavo fosse andata a finire male. No? Voglio dire, ha venduto ai tabloid tutte quelle bugie su di lui.”
“Beh.” osservò John, non potendone fare a meno. “Una cosa che sappiamo è che Sherlock non porta rancore.”
***
23 febbraio, 2015
Giorno 31 dell'Operazione Sexy Agente di Cambio
Dopo una discussione che potrebbe o meno aver coinvolto un’ingente quantità di vino (se avete scelto “potrebbe”, avete vinto!), Shezza e io abbiamo raggiunto di comune accordo la decisione che il problema riguarda qualunque pub.
“I pub favoriscono un bere sragionato,” ha detto Shezza, rovesciando vino dal proprio bicchiere mentre lo agitava avanti e indietro.
“Pensavo avessi detto che dovessi bere sragionatamente per trovare qualcuno di accettabile.”
“Frequentare qualcuno non è un'attività sragionata.” ha detto Shezza. “Ti serve la ragione per incontrare qualcuno. Aspetta. È così? Le persone usano la ragione quando escono per un appuntamento?”
“No, di solito no.” ho detto, rovesciando io stessa un po’ di vino. “E questo è il dannato problema che hanno tutti, no?”
“Sì” ha detto Shezza, manifestando il suo accordo spargendo altro vino. “Le persone non ragionano abbastanza! I loro microscopici, piccoli cervelli. Minuscoli cervelli. Quanta potrà essere faticoso usare una cosa piccola come un cervello ordinario? Eppure alla gente non importa! Odio la gente.”
“Anch’io.” ho detto.
“Non vuoi davvero uscire con una di queste persone, vero?”
“Beh, non voglio uscire con delle *persone* persone. Voglio uscire con delle *buone* persone. Persona. Lo sai.”
“Sai dove trovi buone persone?” ha detto Shezza.
“Online?” ho immaginato.
“Nei parchi.” ha detto Shezza.
Cosa che non mi aspettavo, ma decidemmo di dare un’opportunità al parco.
Certo, stavamo entrambi soffrendo i postumi della sbornia, ed era di gran lunga troppo luminoso per me perché riuscissi ad aprire gli occhi e guardarmi attorno in cerca di qualcuno.
Alla fine Shezza disse “Cosa ne pensi di uscire con le oche?”
Ho detto “Non penso sia una buona idea.”
Shezza disse “Di chi era l’idea?”
Ho detto “Tua.”
Lui disse “Sicuramente non è stata mia.”
Ho detto “Hai detto che s’incontrano buone persone nei parchi.”
Lui disse “*Io* non incontro buone persone nei parchi. *Le altre persone* incontrano buone persone nei parchi. Mi è uscita male. Siamo nel posto sbagliato. Dovremmo andare all’ospedale.”
Ho detto “Non siamo *così* sbronzi.”
Shezza ha detto “Sicura che non vuoi un appuntamento con un’oca? A quella piaci.”
“Ho detto “Non puoi dedurre qualcosa dalle oche.”
Shezza ha detto “Non mettere nulla di tutto ciò nel tuo blog.”
Commenti
Non ho versato vino, non ero sbronzo, non era una mia idea, e ti ho detto di non mettere questa cosa nel tuo blog. –Shezza
Così J ha scoperto che non reggi l'alcol? –Greg
Chi sei? –Shezza
Avrebbe dovuto firmarsi Godfrey. –J
Oh, naturalmente. –Shezza
Non è vero che non reggo l'alcol. –Shezza
***
Erano secoli che John aveva avuto intenzione di passare a trovare Sherlock. Era una di quelle cose che più tempo passavi senza farlo e più ti sembrava strano farlo, e ora gli sembrava che, non importava quando sarebbe passato in Baker Street, sarebbe stata comunque una cosa incredibilmente imbarazzante da fare. Non sapeva neanche come aveva fatto a rimandare così a lungo. Ultimamente sembrava che la sua vita fosse fatta di mesi che passavano in un battito di ciglia, colmi di nursery da tinteggiare e di seggiolini per auto da confrontare.
Sicuramente non decise di passare in Baker Street perché non riusciva a togliersi dalla testa il fastidioso blog di Janine. Passò da quelle parti perché qualche volta è bello fare visita ai vecchi amici. Era solo una cosa carina che la gente carina come John Watson ogni tanto fa.
In più, decise che era un po’ preoccupato per Sherlock. Nel blog di Janine, niente sembrava tipico di Sherlock Holmes. O Janine stava diffondendo altre bugie in giro su Sherlock o a Sherlock non dispiaceva passare il tempo ai pub e farsi chiamare “Shezza”. Nome che John aveva sempre sentito usare in merito ad uno Sherlock strafatto, quindi sì, era decisamente il caso di dare una controllata a Sherlock. E John riconobbe la fitta di senso di colpa perché avrebbe dovuto farlo molto prima. Sherlock, ricordò a se stesso, era perfettamente in grado di prendersi cura di a se stesso, l’aveva fatto per due anni senza l'interferenza “Watson”.
La signora Hudson aprì la porta. Dal 221B fuoriuscì un inconfondibile rumore di urla.
“John!” esclamò la signora Hudson con un piacere tale da confortare un po' John. “Che bello vederti.”
“Come sta, signora Hudson?” chiese e le baciò la guancia, cercando di non essere distratto dalla discussione in corso di sopra.
“Oh, lo sai. L’anca mi dà ancora un po’ fastidio, ma Janine mi sta insegnando lo yoga. Mi sta facendo decisamente bene.”
“Già.” disse John, fingendo che Janine non fosse proprio la ragione per la quale era andato lì. “Stanno, um, litigando?” tentò di sembrare neutrale, né disturbato né lieto della cosa.
“Oh bontà divina, no!” ridacchiò la signora Hudson. “Non litigano mai, quei due, non seriamente. Non nel modo in cui litigavate tu e Sherlock.”
John voleva dire che non era vero, ma era vero che c’erano state volte in cui John era così frustrato da Sherlock che avrebbe voluto lanciarlo attraverso un muro. Ma non aveva importanza, pensò John. Non voleva certo dire che l’amicizia di Sherlock e Janine era migliore dell’amicizia avuta con lui. Non c'entrava niente quale amicizia fosse la migliore. Non era una competizione.
“Dovresti salire.” continuò la signora Hudson “Sarà felice di vederti.”
John voleva dire Naturalmente sarà felice di vedermi, ma non ne era così sicuro. Esitò sulle scale, ascoltando le urla sopra la propria testa, e poi pensò che si stava comportando come un idiota. Fece un sorriso rassicurante alla signora Hudson, dal momento che lo guardava come se avesse perso la testa, e infine si diresse su per le scale.
Pensò che da un momento all’altro Sherlock avrebbe riconosciuto il suo passo sulle scale e la discussione sarebbe finita, ma le voci continuarono a punzecchiarsi a vicenda. La signora Hudson aveva torto, pensò John. Era sicuramente un litigio.
E la cosa fu confermata dalla prima frase chiara che John sentì, Sherlock che esclamava “Perché l’hai fatto? Avevamo un piano! Avresti dovuto solamente attenerti al piano!”
E Janine rispose con “Mi dispiace ma ero impegnata con l’uccello assassino che è arrivato dopo di me!”
John si fermò sul pianerottolo. Uccello assassino?
“Non è un uccello assassino.” ribatté Sherlock, aspro.
Suonava così tanto da Sherlock, pensò John, sollevato, e riprese a camminare.
Poi Sherlock aggiunse, “È una tartaruga con le ali! È ovvio!”
John sbatté le palpebre e si fermò di nuovo. Perché questo decisamente non suonava da Sherlock.
“E il piano era che te ne occupassi tu!” continuò Sherlock. “Io ero impegnato con la nuvola che lancia quei cosi rossi con le punte.”
John finalmente raggiunse la porta, e fissò scioccato la scena che si trovò davanti. Janine era seduta sulla scrivania mentre Sherlock era seduto sul retro della propria sedia, ed entrambi fissavano il televisore, sul quale sembrava stessero… giocando ad un videogioco.
“Il tuo era un piano orribile.” Janine disse a Sherlock “Ora siamo morti entrambi. Dovevi occuparti tu dell’uccello, avevi le pallottole.”
“Era una tartaruga con le ali, e non avevo le pallottole, avevo la palle di fuoco.”
“Oh.” disse Janine, girandosi in modo da poter prendere un bicchiere di vino accanto a lei sulla scrivania “Sei improvvisamente un esperto sulla terminologia di—” Janine lo vide in piedi sulla soglia e disse, sorpresa “John.”
John iniziò a salutarla.
E Sherlock cadde dal retro della sedia.
Sia John che Janine lo guardarono sorpresi, mentre lui si alzava immediatamente e si raddrizzava la giacca e disse “John. Ciao. Buongiorno.”
John inclinò la testa verso di lui, confuso. Si sentiva come se fosse entrato in qualche versione al contrario del 221B. Niente di tutto ciò aveva minimamente senso, per lui. “Ciao.”
“Non sapevo saresti venuto.” disse Sherlock “Hai detto che saresti venuto?” prese il suo cellulare dalla tasca e lo guardò. “Non hai scritto.”
“No, avevo semplicemente voglia di passare di qui.”
“Oh.” fece Sherlock e sembrò confuso.
“Vino?” offrì Janine, appoggiandosi alla scrivania in modo da poter prendere la bottiglia.
“No, John preferisce il tè.” disse Sherlock, prima che John potesse dire qualsiasi cosa, e infine si affrettò in cucina.
John guardò Janine e si sentì a disagio. “Non volevo interrompere.”
Janine si strinse nelle spalle e sorseggiò il suo vino. “Non stavamo andando da nessuna parte. Le sue strategie con la Wii sono spazzatura.”
Sherlock riapparve in cucina e disse “C’è un esperimento in corso sul tavolo che non posso muovere.”
“Andate da Speedy.” suggerì Janine.
John pensò che quella era una brillante idea, dal momento che voleva allontanarsi da questo strano 221B che non sentiva più come una casa. “Sì” concordò.
Sherlock annuì e prese il cappotto.
John seguì Sherlock giù per le scale, fin dentro Speedy, presero i loro tè e si sedettero in silenzio. John guardò Sherlock agitarsi armeggiando con lo zucchero e provò a ricordarsi di come parlavano di solito, in continuazione, senza che fosse mai stato imbarazzante.
“Allora, come stai?” disse John, finalmente, e poi volle prendersi a calci per quanto suonasse stupido.
“Bene.” fece Sherlock, armeggiando ancora con lo zucchero.
John rimase in silenzio per un po’, provando a pensare a qualcosa da dire che non fosse Hai lasciato che una donna si trasferisse a Baker Street e scrivesse un blog su di te?
Sherlock disse “E come stanno Mary e la bambina?”
“Entrambe bene.” fece John “Entrambe in attesa che finisca, penso.”
“Finisca cosa?” chiese Sherlock senza capire.
John alzò le sopracciglia notando questa insolita confusione “La gravidanza.”
“Non è ancora finita?”
“No” disse John. Non era sorpreso che Sherlock non si fosse preoccupato di ricordarsi la scadenza. Ma… “Non pensi che ti avrei chiamato per dirtelo se la bambina fosse nata?”
Sherlock si strinse nella spalle e guardò la persona che si era appena avvicinata al bancone. “È un azionario, sai. Si veste come un barbone solo perché pensa di sentire casualmente dei buoni consigli. È così stupido, non funziona.” Sherlock sorseggiò il tè.
“È questo il genere di cose che deduci per Janine quando ve ne andate per i pub?” chiese John, e quasi trasalì. Era sembrato geloso?
Sherlock rimase silenzioso per un secondo. “È solo il genere di cose che deduco.” disse, infine, la sua attenzione nuovamente allo zucchero. Sembrava triste all’improvviso, il ché fece stringere un po’ il cuore di John.
“Sherlock, va tutto bene?” chiese John.
“Sto bene.” disse Sherlock, sbrigativo.
“Me lo diresti se fossi…” John sospirò. “No, dannazione, ovviamente non me lo diresti, l’hai già dimostrato.”
“Se c’entra la droga non ti devi preoccupare. Janine è un’ottima informatrice. Ed è sul libro paga di Mycroft.”
Le labbra di John si torsero, non poté farne a meno. “Ha diviso la parcella con te?”
Sherlock sbuffò. “È ovvio non conosci molto bene Janine.”
“E tu sì?”
“Ho finto di uscirci per un mese, John. Ho appreso alcune cose.” Sherlock sorseggiò di nuovo il suo tè; John non aveva ancora toccato il suo.
John disse “Pensi che vivere con lei sia una buona idea?”
“Perché non dovrebbe?”
“Ha venduto bugie sul tuo conto alla stampa, Sherlock.” John gli ricordò.
“Oh sì. Bugie terribili su quanto io sia una fantastica scopata. Dio mi aiuti, cosa mi farà la prossima volta? Dirà che sono una persona splendida con cui vivere? Un cuoco eccellente?”
“Va bene.” disse John. “Ho afferrato il punto.”
“Janine è a posto. Non ha intenzione di vendermi. Non è Moriarty.”
“Beh, sono sollevato nel sapere che Mycroft la controlla.”
“Sì.” disse Sherlock in tono illeggibile. “Perché il controllo di Mycroft è proprio a prova d'errore.”
“E questo cosa vorrebbe dire?” disse John sulla difensiva.
“Niente.” fece Sherlock e tornò nuovamente al suo tè.
“Come vanno i crimini?”
“I crimini?” fece eco Sherlock
“Sì. Hai del tempo per fare il consulente investigativo tra tornei di videogiochi e giri per pub?”
Sherlock inclinò la testa verso di John, gli occhi socchiusi, e John si chiese a disagio quanto insignificante dovesse sembrare.
“Vuoi seguire un caso?” gli chiese Sherlock.
“Continui ad averne? Pensavo che, forse, gli affari fossero evaporati dal momento che non mi hai telefonato in tutto questo tempo e hai sostituito il mio blog con un servizio d’appuntamenti.”
“Non ho sostituito il tuo blog con nulla.” fece Sherlock, bruscamente. “Il tuo blog esiste ancora. Tu non lo hai aggiornato.”
“Non avevo nulla da dire, ti pare?” ribatté John.
“Non sapevo volessi seguire un caso. Non mi hai mai dato segnali a riguardo.”
“Tutto d’un tratto avrei dovuto darti ‘segnali’ sul fatto che volevo ancora essere il tuo miglior amico? Ti ho detto che il mio matrimonio non avrebbe cambiato nulla.”
“Gli affari sono stabili.” disse Sherlock, cordialmente. “Hai una vasta scelta di casi. Hai ancora accesso alle mail. Scegline uno.”
John guardò Sherlock, calmo, freddo e composto. Fece un respiro profondo. Disse “Mi preoccupo per te.”
Sherlock disse “Sto bene.” fece una pausa. “Come stai tu?”
“Benissimo.” rispose John.
“Bene.” disse Sherlock, e sorseggiò di nuovo il suo tè.
NOTE TRADUTTRICE:
[1] Qui l’autrice fa un gioco di parole tra “Wii” e “We”, chiaramente intraducibile come gioco di parole in italiano, quindi ho dovuto pensare a qualcosa che ricordasse il suono “ui” (grazie _opheliac XD) e perciò ho optato per il “Oui”. Qui sotto i giochi di parole che l’autrice fa tra “Wii” e “We”:
Janine beamed at him and said, “It’s a Wii.”
“It’s a plural personal pronoun?” said Sherlock, raising an eyebrow.
“Don’t be a twat,” said Janine and went over to the television. “It’s a video game console.”
“Can you prove it and set up my Wii for me?”
“I never agreed to have a we or a she or a he or a they in this flat. You watch far too much telly as it is.”
Correction: I am offering fifty quid and a free Youu. –Shezza
It’s a Wii. –J
Sempre un enorme ed immenso grazie a Gojo per cui sennò questa stori non sarebbe leggibile! <3