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Autore: bluevertigo185    14/08/2014    1 recensioni
"Erano passati mesi, ormai, da quei tragici accadimenti. Ora, alle porte di Settembre, la cittadina di Mystic Falls si era reimmersa nella tipica monotonia velata di squallore che sempre l'aveva caratterizzata. Intanto, per i suoi abitanti, le ferite che i recenti avvenimenti avevano lasciato facevano fatica a rimarginarsi. Tentando -seppur difficilmente- di andare avanti, la vita procedeva tranquilla (anche fin troppo) per l'intera comunità sovrannaturale del paesino georgiano e tutti sembravano aspettare un qualcosa che li avrebbe destati da quel comatoso sogno.
[...]
Anche quel giorno si ritrovava distesa sul letto, immersa nei suoi pensieri. Un altro inconcludente pomeriggio trascorreva tranquillo. O quasi.
Gli occhi socchiusi, il respiro regolare, e il desiderio che la sua vita subisse un cambiamento diventava sempre più grande.. ma non si aspettava minimamente che la suddetta svolta sarebbe arrivata proprio in quel preciso istante. [...] Dalla sua bocca uscì un annoiato “Pronto?”, e per tutta risposta le giunse una frase che la fece immobilizzare.
Un accento -che, anche se si fosse trovata nel bel mezzo delle campagne londinesi, bendata, ed in mezzo a mille interlocutori, avrebbe riconosciuto di certo- fece capolino dall’altra parte del telefono.
“Hello, Caroline”.
*FanFiction ambientata nella sesta stagione*
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Caroline\Klaus, Klaus, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 https://www.youtube.com/watch?v=RB-RcX5DS5A

Erano passati mesi, ormai, da quel giorno e da quegli accadimenti che, a detta dei diretti interessati, erano trascorsi troppo velocemente ma avevano portato con sé una scia negativa che si sarebbe protratta per molto tempo.
Ora, alle porte di Settembre, la cittadina di Mystic Falls si era reimmersa nella tipica monotonia velata di squallore che sempre l'aveva caratterizzata. Intanto, per i suoi abitanti, le cicatrici che i recenti avvenimenti (la "faccenda" con i Viaggiatori, l'Altro Lato e la sua disintegrazione e, non ultimo, le perdite subite) avevano lasciato facevano fatica a rimarginarsi. Tentando -seppur difficilmente- di andare avanti, la vita procedeva tranquilla (anche fin troppo) per l'intera comunità sovrannaturale del paesino georgiano e tutti sembravano aspettare un qualcosa che li avrebbe destati da quel comatoso sogno.
Il sorriso di Elena, sotto gli occhi preoccupati degli amici, iniziava gradualmente a ricomparire sul suo volto -segnato da una leggera nota di malinconia.. Ma,almeno, era un inizio-.
 Gli accadimenti dei mesi passati l'avevano travolta come un fiume in piena, portando via i pochi pezzi di una vita felice che stava iniziando a formarsi. La perdita della persona amata e della sua migliore amica erano state come una pugnalata in pieno petto. Ogni giorno si tormentava, interrogandosi su cosa fosse successo, se l'Altro Lato si fosse effettivamente distrutto, e se Bonnie e Damon fossero davvero, irrimediabilmente, del tutto... andati.
Nella sua mente riviveva continuamente quegli istanti: quando, seduta sul sedile anteriore della Camaro era andata consapevolmente incontro alla morte stringendo la mano di Damon; quando, una volta arrivati nell'Altro Lato dopo l'attentato ai Viaggiatori, non l'aveva più trovato al suo fianco; quando era passata, seppur contro la sua volontà, attraverso Bonnie.. E la sua ansiosa attesa nel veder ricomparire quella massa di capelli corvini e quegli occhi di ghiaccio che non avrebbe mai più rivisto.
L'aldilà si era distrutto, trascinando con lui l'Ancora e il maggiore dei Salvatore, privando Elena di due tasselli indispensabili del puzzle che era la sua vita e della sua felicità.

Intanto Stefan, nonostante patisse come non mai la perdita del fratello, cercava di darlo a vedere il meno possibile, dedicando le sue giornate al sostegno di Elena che, nonostante ripetesse di voler restare sola, ogni giorno si trovava a dover aprire la porta della sua camera a Stefan, presentatosi davanti l'uscio con un barattolo di gelato. Le premure del ragazzo nei suoi confronti accrescevano l'affetto che provava per lui, e si chiedeva spesso dove il suo ex trovasse quella forza per dare sostegno agli altri quando lui era il primo a soffrire.

La residenza Salvatore era rimasta disabitata da un bel po’. Tutto in quella casa sembrava urlare il nome di Damon a gran voce, ed Elena e Stefan avevano deciso di trovare alloggio a casa di Caroline, che era larga e spaziosa, e con loro anche Tyler -non più ibrido-, Jeremy e Matt. Non ultima delle motivazioni era stato l'improvviso bisogno di affetto, dopo le tragedie trascorse. Forse, dicevano, sarebbe stata la buona occasione per dedicarsi tempo e attenzioni a vicenda: azioni che erano state fortemente ostacolate dalle continue vicende e peripezie che si erano trovati ad affrontare da cinque anni a questa parte.



Caroline, dal canto suo, sentiva di osservare la sua esistenza scorrere come se fosse soltanto una spettatrice. Dopo le tragedie affrontate, sapeva che riprendere in mano le redini della sua vita e non scivolare nella più completa apatia sarebbe stato difficile.
La mancanza di Bonnie si faceva sempre più sentire: la sua scomparsa era stata dilaniante, e dopo settimane e settimane passate in uno stato confusionale, sperando che fosse solo un brutto sogno o di poter tornare indietro nel tempo, la bionda iniziava finalmente a prendere coscienza della perdita subita. E Damon.. Non c’era mai stata chissà quale chimica tra loro, ma un po’ gli mancava anche lui.
Nonostante tutto, ogni giorno trovava la forza di combattere contro sé stessa, o meglio, contro la parte di lei che avrebbe voluto semplicemente accasciarsi alle sofferenze e farsi trasportare da loro, aspettando che “il tempo sistemasse tutto” , come da proverbio. E, così combattendo, dentro di lei si stava accendendo un fuoco che, di lì a poco, avrebbe scaldato tutto il gelo circostante. Un fuoco paragonabile ad un disperato desiderio di reazione, di diventare di nuovo protagonista della sua vita, di riprendere di nuovo in mano sé stessa; il desiderio di scavare nei meandri di tutte quelle sofferenze e ritrovarci la vecchia Caroline, sorridente, spensierata e vitale.


E anche quel pomeriggio si ritrovava distesa sul letto, immersa nei suoi pensieri.
 Un altro inconcludente pomeriggio trascorreva tranquillo. O quasi.
Gli occhi socchiusi, il respiro regolare, e il desiderio che la sua vita subisse una svolta  diventava sempre più grande.. ma non si aspettava minimamente che questa sarebbe arrivata proprio in quel preciso istante.
Il cellulare riposto sul comodino trillò, facendola sobbalzare. Sporse un braccio verso il mobile, recuperò lo smartphone e sbloccò telefonata, portandosi il telefono all’orecchio, senza neanche curarsi di guardare il display per sapere in anticipo chi fosse a cercarla.
Dalla sua bocca uscì un annoiato “Pronto?”, e per tutta risposta le giunse una frase che la fece immobilizzare.
Un accento -che, anche se si fosse trovata nel bel mezzo delle campagne londinesi, bendata, ed in mezzo a mille interlocutori, avrebbe riconosciuto di certo- fece capolino dall’altra parte del telefono.
Hello, Caroline” .






spazio dell'autrice:
salve salvino!
vi avverto già in partenza: non scrivo da tempo, sono abbastanza arrugginita ><'' 
btw, piacere di conoscervi!
che dire su di me? Amo alla follia TVD -nel caso non si fosse già capito ahahhahaa-  e sono una Delena e una Klaroline CONVINTISSIMA. (Vi ho già dato le basi per capire l'identità del misterioso inglese dheehehe...anche se, ok, ammetto di essere stata scontata come un abito col 70% di saldi.)
Che sto dicendo? Parlo a vanvera sodklsasdoiankcxsioakl
Niente, godetevi il capitolo (per quanto possiate riuscirci è.è) e alla prossima!
bluevertigo185
 
  
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