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Autore: winchestersimpala    15/08/2014    25 recensioni
“Figlio di puttana!” gridò lei, gettando le proprie mani all'aria.
Dean era dall'altro lato della stanza del motel, restava dietro il tavolo sulla difensiva.
“Di che diavolo stai parlando?” rispose in collera.
“Dovevo proprio saperlo da Sam,” la ragazza indicò il più giovane dei Winchester che stava tra i due. “che hai quasi ucciso una persona innocente durante il piantonamento oggi? [...]"
ATTENZIONE: QUESTA NON E' UNA STORIA ORIGINALE, MA UNA FEDELE TRADUZIONE DI UNA ONE SHOT TROVATA SU TUMBLR.
TUTTI I DIRITTI VANNO ALL'AUTORE.
Genere: Dark, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Ottava stagione
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ATTENZIONE: QUESTA NON E' UNA STORIA ORIGINALE, MA UNA FEDELE TRADUZIONE DI UNA ONE SHOT TROVATA SU TUMBLR.

TUTTI I DIRITTI VANNO ALL'AUTORE.

 

 

Autore: livelaughloveboo (tumblr)

Avvertimenti: Imprecazioni.

 

Nota dell'autore: Bene, la canzone che stavo ascoltando mentre scrivevo questa one shot, infinitamente lunga, era “The Draw” dei Bastille. Dio, li amo così tanto. La voce di Dan Smith è così... wow. Non posso nemmeno trovare le parole adatte per descrivere il suono prodotto dalle sue angeliche corde vocali.

 

(una parte della nota non è stata tradotta, poiché tratta un'altra one shot).

 

 

Non possiedo Supernatural, i personaggi, o la canzone utilizzata come ispirazione. Non possiedo nemmeno la gif.

 

 

* * * *

 

Commenti maliziosi, litigi, vistosi disaccordi, e accese discussioni aumentarono nel giro di due settimane, fino a quando esplosero definitivamente. Uno di loro avrebbe detto qualcosa sottovoce, mentre l'altro avrebbe reagito negativamente. Questi punti diventarono peggiori solo quando il marchio di Caino si stabilì dentro Dean.

 

I due, di solito, erano in grado di tenere le loro discussioni per se stessi e di non coinvolgere altre persone, ma questa volta era diverso. Questa volta c'erano grida ed urla e insulti e anche molte altre cose.

 

“Figlio di puttana!” gridò lei, gettando le proprie mani all'aria.

Dean era dall'altro lato della stanza del motel, restava dietro il tavolo sulla difensiva.

 

“Di che diavolo stai parlando?” rispose in collera.

“Dovevo proprio saperlo da Sam,” la ragazza indicò il più giovane dei Winchester che stava tra i due. “che hai quasi ucciso una persona innocente durante il piantonamento oggi? Ero lì con voi due! Come diavolo è possibile che non abbia sentito nulla a riguardo?” Chiese lei, l'ira le bolliva nel sangue e le scorreva nelle vene.

 

“Perché non sono affari tuoi!” rispose Dean, urlando così forte che la sua voce profonda vibrò per tutta la stanza. Lei indietreggiò visibilmente per il tono della sua voce, ma si riprese immediatamente. Se ne accorsero entrambi i fratelli, ma Dean non aveva intenzione di scusarsi.

 

“Non sono affari miei? Ora ti dirò che cosa 'non sono affari miei'.” disse lei, tirando fuori frasi riguardo a cosa non fossero affari suoi. La sua voce cresceva ad ogni parola. “Scoprire che la persona che di solito capeggia durante le cacce più importanti si trasforma in un adolescente esaltato senza la capacità di pensare prima di premere il grilletto e sparare! Prima a Kenosha, adesso qui? Dean, che cazzo c'è di sbagliato-”

 

“No, adesso mi ascolti. Io non devo, in nessuna circostanza, dare ascolto a te!” ruggì Dean. Fece un passo vicino a lei. “Tu non sai nulla su questo! Tutto ciò che fai è tenere gli occhi incollati su quei tuoi libri quando stai rintanata qui e poi fare la superiore quando lasciamo questa fottuta stanza! Il tuo livello di inesperienza fuori di qui è incredibile!” Indicò la finestra, bagnata dalla pioggia che cadeva in quell'istante. Quelle erano bugie, ma lui era troppo infuriato per rendersene conto.

 

“Ragazzi,” Sam cercò di interrompere la discussione, ma venne ignorato da entrambi.

Lei fece un passo verso Dean, erano vicini. I due erano così vicini che i loro respiri arrabbiati si incontravano e si mescolavano l'uno con l'altro.

“Forse sono così 'inesperta' perché qualcuno non mi lascia uscire da questa stanza senza di lui se non per fare delle ricerche o per il cibo! Ti ricordo che ho cacciato a lungo prima di incontrarti, Dean Winchester!” Lei puntò il suo dito contro il petto di Dean, guardando dritto nei suoi occhi verdi che girarono furiosamente. Lui la guardò di traverso, era come se il suo tocco lo avesse in qualche modo turbato.

 

“A me non sembra affatto! La tua capacità di buttare all'aria ogni nostro singolo piano – anche il più semplice – mi fa esplodere la testa! Non riesci a fare nulla di corretto.” replicò il ragazzo.

 

Lei stava ribollendo di rabbia, ringhiò al fratello maggiore. “Ritira quello che hai detto.” lo disse con una voce bassa, profonda, che grondava veleno mortale.

 

“Ragazzi, per favore.” Sam ci provò un'altra volta, ma nessuno dei due gli diede ascolto.

 

“Non c'è nulla che tu possa fare per farmelo fare.” commentò lui con lui stesso tono della ragazza.

 

Poi lei fece l'impensabile. Sollevò la sua mano e diede un forte schiaffo in pieno volto a Dean. Così forte che sul lato destro del suo volto si poteva vedere un segno rosa scuro.

 

Quando si voltò ancora verso di lei, Dean vide un accenno di risentimento negli occhi vitrei di lei, ma se ne andò in fretta, non appena se ne accorse.

Lei stava respirando affannosamente e si rese conto dell'impatto che le parole pronunciate da Dean avevano avuto su di lei.

 

Lui si allungò verso di lei e le prese il braccio, cercando di scusarsi.

“Senti, io-”

 

“Lasciami andare, lurido bastardo” e liberò il braccio dalla presa di lui. “Puoi tornartene dritto all'inferno” bisbigliò non appena si allontanò da lui. Si precipitò fuori dalla stanza del motel e corse fuori, sotto la pioggia che cadeva.

 

Dean rimase lì, senza parole. Si limitava a guardare fuori dalla porta aperta, come se lei avesse dovuto rientrare da un momento all'altro perché si era dimenticata il cellulare o qualcosa di simile. Ma lei non lo fece. Passarono cinque minuti – forse dieci – ed i piedi di Dean erano ancora incollati al tappeto della stanza. Sammy doveva esser stato preso alla sprovvista, dal momento che non fece altro se non guardare fuori dalla porta.

 

Poi il tempo scosse Dean. Prese la sua giacca e le chiavi oltrepassando il fratello e andò velocemente fuori dalla stanza. Doveva trovarla. Non poteva perderla. Non sapeva cosa avrebbe fatto senza di lei al suo fianco. Era come se uno dei suoi peggiori incubi stesse diventando realtà.

 

Appena iniziò a camminare sotto la pioggia, pensò a tutti i luoghi in cui la ragazza sarebbe potuta andare. Non poteva essere andata molto lontano – di questo ne era sicuro. La biblioteca era chiusa e l'unico altro luogo in cui sono stati per un po' di tempo in quella città dimenticata da dio era il piccolo ristorante a pochi isolati dal motel. Poteva essere lì. Doveva essere lì – la conosceva troppo bene.

 

Camminò di buon passo verso il diner e guardò attraverso la finestra, cercandola prima di entrare. Vide la ragazza che stava fissando in modo assente un bicchiere di soda, il suo indice seguiva il contorno della cima del bicchiere distrattamente. Dean aprì la porta ed entrò nel chiassoso diner. Prese uno sgabello abbastanza lontano da lei, in modo tale che lei non lo notasse e corresse via, ma in modo che lui potesse tenerla d'occhio. Doveva pianificare cosa dirle quando si sarebbe confrontato con lei.

 

Una cameriera si avvicinò a lui e gli chiese se voleva qualcosa. Sul suo badge c'era scritto il suo nome, Gloria, e teneva in mano una brocca di caffè appena fatto.

“Un caffè, grazie.” rispose lui. Non sapeva per quanto tempo sarebbe rimasto seduto su quello sgabello di pelle, aspettando il momento perfetto per parlare con la ragazza. La cameriera gli riempì la tazza e gli sorrise prima di tornarsene al bancone.

 

La cameriera – Gloria – si fermò al tavolo della ragazza. Dean sentì la anziana signora chiederle se il suo amico stava bene, visto che la ragazza era rimasta molto tempo nel diner in compagnia del suo bicchiere di soda. Lui la fissò non appena lei fissò Gloria. Rimorso e colpevolezza lo colpirono come bulli delle superiori. Aveva un aspetto orrendo. Avrebbe potuto dire che stava piangendo – per il modo in cui la aveva trattata, non poteva non biasimarla.

 

“Oh, tesoro.” disse la cameriera dai capelli grigi, sedendosi sulla panca proprio di fronte alla giovane ragazza. “Cos'è successo?” Dean notò che era chiaramente sorpresa dall'atteggiamento dell'anziana signora.

 

“Non importa.” Provò a liberarsi della signora, ma Gloria non voleva saperne.

 

“Riguarda un membro della famiglia?” Lei non rispose, ma Gloria non si arrese. “La tua macchina?” Nulla. La cameriera era insistente. “Un ragazzo?” A quel punto, lei ruppe il contatto visivo con la cara vecchia Gloria e fissò il suo sguardo sul bicchiere di fronte a lei.

 

“Ti ha picchiata?” chiese Gloria, ovviamente per quanto potesse interessare un benevole sconosciuto.

 

“No,” rispose la ragazza, ridacchiando. “Ma gli ho dato uno schiaffo dritto in faccia.” Guardò Gloria divertita. Dopo iniziò a piangere. “E' stato così stupido” Gloria guardò la ragazza più giovane, le rughe del suo volto erano facilmente visibili. “Abbiamo discusso su un argomento così infantile.” Fissò per un momento il soffitto, prima di fissare i suoi occhi in quelli di Gloria. “E abbiamo avuto da dire su cose infantili per un bel po' di tempo. Non è sempre stato così, comunque. Non siamo sempre stati così. E' colpa dello stress del nostro lavoro. Ho solo tanta paura che un giorno possa andarsene e non possa più tornare indietro, sa?” Dean la guardava mentre parlava con le lacrime agli occhi. La guardava con compassione. C'era qualcosa dentro di lui che lo dilaniava, che cercava di liberarsi nel suo petto. Dean conosceva fin troppo bene quella sensazione – Colpevole. Era così che lei si sentiva per lui? Dean doveva ammettere che si sentiva allo stesso modo per lei. Era uno dei suoi peggiori incubi il fatto che un giorno lei se ne potesse andare e non tornare mai più. Questa cosa lo avrebbe ucciso. Davvero questa volta. “E solamente questa volta, lui ha detto una cosa che di solito non mi colpisce. Ma questa volta lo ha fatto e sono esplosa. Non volevo farlo. Sono solo esplosa e gli ho dato uno schiaffo.”

 

“Oh, tesoro.” ripeteva Gloria, prendendo la mano della ragazza. Lei lasciò che la rugosa signora la prendesse e la stringesse, rassicurandola.

 

“Non mi sorprenderei se adesso avesse lasciato la città senza di me.” Lo sguardo di Dean scattava dalla cameriera per tornare a posarsi sulla sua partner di caccia. “Voglio dire, non faccio nulla di buono per lui, non più.” Lui la fissò appena lei posò il suo sguardo sul suo bicchiere, sbigottito dal pensiero della ragazza.

 

“Questo non può essere vero, tesoro.” Gloria posò le punte delle dita sotto il mento della sua amica e le sollevò il volto. “Probabilmente quel ragazzo si starà dannando l'anima per trovarti in questo momento.” L'anziana signora aveva perfettamente ragione. Ora Dean sapeva cosa dire.

 

“Gloria!” un grido provenne da dietro di lui. “Torna al lavoro!” Le due ragazze guardarono verso il bancone, in direzione della cucina dietro Dean. Lui si girò velocemente sperando che non avessero notato che stava ascoltando la loro conversazione.

 

“Credo che significhi che debba andare, tesoro. Aspetta solo un pochino. Lui si farà vivo, te lo prometto.” disse Gloria prima di andarsene per andare al bancone per servire un gruppo di motociclisti dall'altra parte del diner.

 

Quando Gloria fu fuori dal suo campo visivo, Dean si alzò e si precipitò al bancone. Scivolò accidentalmente e guardò la sua amica.

 

Prima che lui potesse iniziare a scusarsi, lei parlò, “Ti ho visto entrare, sai?” Lo guardò, la sua faccia era priva di tutte le emozioni che di solito caratterizzavano il suo volto, e che lui amava. “Questo posto potrebbe essere affollato ora, ma io riesco a riconoscerti ovunque.” Spostò il suo sguardo verso il basso, ancora una volta, sul suo drink.

 

“Senti, dolcezza -” cominciò lui.

“Non chiamarmi dolcezza, Dean Winchester.” Tagliò corto lei, guardandolo duramente. La prima emozione che appariva sul suo volto era la rabbia, calda e bruciante, verso di lui. Lei gettò una manciata di dollari sul tavolo e si avviò verso la porta. Lui la seguì nella pioggia.

 

“Non puoi nemmeno lontanamente immaginare quanto mi possa dispiacere” disse Dean. “Non avevo nemmeno intenzione di dire quelle cose in quella stanza.”

“Allora perché le hai dette?” chiese lei, girandosi verso di lui. Sembrava quasi che stesse cercando i suoi occhi per qualche motivo.

 

“Non lo so.” rispose lui.

“Questa è una stronzata, bella e buona. E tu lo sai, Dean.” commentò lei, mettendolo alla prova per farsi dire la verità. Non poteva non saperlo.

“Non lo so.” ripeté lui, cercando di farle capire che doveva mollare il colpo, in modo che lui potesse andare avanti con le scuse.

“Sono seria, Dean. Perché hai -”

“Perché non volevo che te ne andassi!” Le parole uscirono prima che lui potesse fermarle. “Se tu avessi realizzato che non sono io al cento per cento in questo momento, te ne saresti andata e non avresti più guardato indietro. Saresti partita e non saresti mai più tornata e non potevo sopportarlo.

“Perché ti ho fatta rimanere nella stanza del motel? Perché ho paura, okay? Ho paura che tu possa farti male o morire.”

“Dean-” iniziò lei.

“Tu sei una delle cose più importanti della mia vita! Se dovesse succederti qualcosa di brutto, farei delle cose delle quali non andrei fiero, va bene?” Lui sapeva che era incoerente, ma non poteva fermarsi.

 

Sentì le punte della dita della ragazza pizzicare le sue guance. Lui si appoggiò alle sue mani e la guardò dritto negli occhi. “Non posso perderti” la sua voce era in realtà un leggero bisbiglio. “Non posso.”

 

E poi lei lo stupì per la terza volta quel giorno. Si sollevò fino a quando i loro volti non furono a pochi centimetri di distanza. Poi le lei appoggiò la sua fronte su quella di Dean e lo baciò.

Lui era troppo scosso per fare qualcosa all'inizio. Diamine, i suoi occhi erano sul punto di uscire dalle orbite. Un milione di domande stavano vagando per la sua testa. Era reale? Mi sta ingannando? Sta succedendo davvero? Perché lo sta facendo? Ha realizzato quanto io possa essere patetico? Tutte queste domande lo distolsero dal rispondere propriamente al bacio.

 

Vide che la ragazza cominciò a staccarsi da lui, traducendo il suo stato di congelamento in repulsione. Ma prima che lei potesse allontanarsi anche un solo centimetro da lui, Dean le prese il volto e fece coincidere le sue labbra con quelle della ragazza. Lui sentì il suo sospiro mentre le loro labbra si muovevano insieme in armonia, le une con le altre. Le mani della ragazza si fecero strada verso il collo di Dean, e poi verso i suoi capelli bagnati che lei iniziò a tirare dolcemente. Lui gemette per l'effetto che lei aveva su di lei e abbassò le mani dalla sua faccia ai suoi fianchi, tirandola più vicina a se. I loro vestiti erano attaccati a causa della pioggia, ma a lui non importava. Poteva descrivere quel momento solo come pura e genuina estasi.

Il ragazzo ruppe il bacio dopo ciò che sembrava un'eternità, ma tenne la ragazza vicina a se. Così vicina che i loro respiri si incontravano e si mescolavano.

 

“So che stavi ascoltando.” mormorò lei contro le sue labbra, riferendosi al diner, prima di staccarsi da lui. Aprì gli occhi e fissò Dean.

“Mi dispiace anche per quello.” si scusò lui, guardando la faccia arrossata della ragazza.

“Ho pensato che fosse dolce che tu fossi venuto a cercarmi.” Lei fece un sorriso, un sorriso che Dean non aveva mai visto e che per qualche istante gi tolse il fiato.

“Beh, non dirlo a nessuno. Potrebbe rovinare la mia reputazione.” Scherzò lui, ricambiando il sorriso.

“Andiamo.” rise lei. Dio, amava alla follia la sua risata. “Questo caso non si risolverà da solo.” La ragazza prese la sua mano e lo condusse nella stanza del motel. Dean -impulsivamente- sistemò le loro dita fino a quando non furono strette insieme.

Gloria guardò attraverso la finestra ed osservò la giovane coppia andarsene. Sorrise non appena vide i due sorridersi a vicenda e ridere. Sapeva che lui l'avrebbe trovata, che il ragazzo avrebbe fatto ammenda con la giovane ragazza. Le persone prendono decisioni affrettate quando sono innamorate, tutto qui.

 

   
 
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